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==Biografia==
==Biografia==


'''Carlo Pisacane''' nacque a Napoli il [[22 agosto]] [[1818]] in un'aristocratica famiglia decaduta, figlio del Duca Gennaro Pisacane di San Giovanni e di Nicoletta Basile De Luna, che lo avviò ben presto alla carriera militare.  
'''Carlo Pisacane''' nacque a Napoli il [[22 agosto]] [[1818]] in un'aristocratica famiglia decaduta, figlio del Duca Gennaro Pisacane di San Giovanni e della nobile Nicoletta Basile De Luna, che lo avviò ben presto alla carriera militare.  
===La relazione con una donna sposata gli cambia la vita===
===La relazione con una donna sposata gli cambia la vita===
Dopo importanti studi in [[scuola|scuole]] [[militari]] (Scuola militare di San Giovanni, a Carbonara; collegio militare della Nunziatella.), la sua carriera sembrava inesorabilmente avviata verso prestigiosi risultati (nel [[1839]] venne nominato alfiere del "5º reggimento di linea Borbone), ma la sua vita cambiò quando si innamorò di una giovane donna sposata, Enrichetta De Lorenzo, dalla cui relazione nel [[1853]] nacque [[Silvia Pisacane|Silvia]], loro unica figlia.  
Dopo importanti studi in [[scuola|scuole]] [[militari]] (Scuola militare di San Giovanni, a Carbonara; collegio militare della Nunziatella.), la sua carriera sembrava inesorabilmente avviata verso prestigiosi risultati (nel [[1839]] venne nominato alfiere del "5º reggimento di linea Borbone), ma la sua vita cambiò quando si innamorò di una giovane donna sposata, Enrichetta De Lorenzo, dalla cui relazione nel [[1853]] nacque [[Silvia Pisacane|Silvia]], loro unica figlia.  
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Nel [[1848]] si trasferì nel nord [[Italia]] per combattere come volontario nella prima guerra d'indipendenza nelle fila dell'esercito piemontese. La disfatta di quell'esperienza non lo scoraggiò e si trasferì a Roma dove, insieme a [[Giuseppe Mazzini|Mazzini]] e [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]], partecipò alla fondazione della Repubblica Romana nel [[1849]], che di fatto estromise Papa Pio IX dai suoi poteri temporali.
Nel [[1848]] si trasferì nel nord [[Italia]] per combattere come volontario nella prima guerra d'indipendenza nelle fila dell'esercito piemontese. La disfatta di quell'esperienza non lo scoraggiò e si trasferì a Roma dove, insieme a [[Giuseppe Mazzini|Mazzini]] e [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]], partecipò alla fondazione della Repubblica Romana nel [[1849]], che di fatto estromise Papa Pio IX dai suoi poteri temporali.


Retta da un triumvirato composto da Carlo Armellini, Giuseppe Mazzini ed Aurelio Saffi, la repubblica, nata a seguito dei grandi moti europei del [[1848]], ebbe vita breve (5 mesi, dal [[9 febbraio]] al [[4 luglio]]), ma durante quei pochi mesi Roma passò da [[Stato]] arretrato ad uno dei più progressisti d'Europa: fu introdotto il suffragio universale maschile (quello femminile non era vietato dalla Costituzione, ma le donne ne restarono escluse per consuetudine), abolita la pena di morte, istituito il matrimonio civile, la libertà di culto e di espressione, la laicità dello [[Stato]], ecc.
Retta da un triumvirato composto da Carlo Armellini, Giuseppe Mazzini ed Aurelio Saffi, la repubblica, nata a seguito dei grandi moti europei del [[1848]], ebbe vita breve (5 mesi, dal [[9 febbraio]] al [[4 luglio]]), ma durante quei pochi mesi Roma passò da [[Stato]] arretrato ad uno dei più progressisti d'Europa: fu introdotto il suffragio universale maschile (quello femminile non era vietato dalla Costituzione, ma le donne ne restarono escluse per consuetudine), abolita la pena di morte, istituito il matrimonio civile, la libertà di culto e di espressione, la laicità dello [[Stato]] ecc.


Pisacane ricoprì il ruolo di membro della Commissione di guerra e capo di Stato maggiore nella Repubblica romana, partecipò alla difesa di Roma dagli attacchi dei francesi, che erano stati chiamati in soccorso da Papa Pio IX. Alla caduta della Repubblica prese la via dell'esilio. Quest'esperienze lo portarono alla pubblicazione di ''Guerra combattuta in [[Italia]] negli anni 1848-49'', un'analisi dei moti romani in cui criticò la monarchia sabauda ed evidenziò la necessità di coinvolgere la popolazione nella [[rivoluzione]], di modo che l'indipendenza e l'emancipazione delle stesse venissero a coincidere. Tra il ''1851'' e il ''1856'' scrisse i 4 volumi di ''Saggi storici-politici-militari sull'Italia'' (pubblicati postumi), dove teorizzò il suo [[socialismo libertario]] e di tendenza [[Proudhon|proudhoniana]]. Nel [[1856]] fondò il periodico «La parola libera».
Pisacane ricoprì il ruolo di membro della Commissione di guerra e capo di Stato maggiore nella Repubblica romana, partecipò alla difesa di Roma dagli attacchi dei francesi, che erano stati chiamati in soccorso da Papa Pio IX. Alla caduta della Repubblica prese la via dell'esilio. Quest'esperienze lo portarono alla pubblicazione di ''Guerra combattuta in [[Italia]] negli anni 1848-49'', un'analisi dei moti romani in cui criticò la monarchia sabauda ed evidenziò la necessità di coinvolgere la popolazione nella [[rivoluzione]], di modo che l'indipendenza e l'emancipazione delle stesse venissero a coincidere. Tra il ''1851'' e il ''1856'' scrisse i 4 volumi di ''Saggi storici-politici-militari sull'Italia'' (pubblicati postumi), dove teorizzò il suo [[socialismo libertario]] e di tendenza [[Proudhon|proudhoniana]]. Nel [[1856]] fondò il periodico «La parola libera».
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Pisacane, pur non essendo un mazziniano “puro”, mise da parte alcune sostanziali differenze ideologiche per progettare e promuovere nel sud [[Italia]] azioni che, facendo leva sul malessere dei contadini, potessero far scoccare la scintilla rivoluzionaria. Così Pisacane spiegò la necessità dell'intervento nel meridione:
Pisacane, pur non essendo un mazziniano “puro”, mise da parte alcune sostanziali differenze ideologiche per progettare e promuovere nel sud [[Italia]] azioni che, facendo leva sul malessere dei contadini, potessero far scoccare la scintilla rivoluzionaria. Così Pisacane spiegò la necessità dell'intervento nel meridione:


:«...Io sono convinto che nel mezzogiorno dell'Italia la rivoluzione morale esiste; che un impulso energico può spingere la popolazione a tentare un movimento decisivo, ed è perciò che i miei sforzi si sono diretti al compimento di una cospirazione che deve dare quell'impulso. Se giungo sul luogo dello sbarco, che sarà Sapri, nel principato citeriore, io crederò aver ottenuto un grande successo personale, dovessi pure lasciare la vita sul palco. Semplice individuo, quantunque sia sostenuto da un numero assai grande di uomini generosi, io non posso che ciò fare, e lo faccio. Il resto dipende dal paese, e non da me. Io non ho che la mia vita da sacrificare per quello scopo ed in questo sacrificio non esito punto»
:«... Io sono convinto che nel mezzogiorno dell'Italia la rivoluzione morale esiste; che un impulso energico può spingere la popolazione a tentare un movimento decisivo, ed è perciò che i miei sforzi si sono diretti al compimento di una cospirazione che deve dare quell'impulso. Se giungo sul luogo dello sbarco, che sarà Sapri, nel principato citeriore, io crederò aver ottenuto un grande successo personale, dovessi pure lasciare la vita sul palco. Semplice individuo, quantunque sia sostenuto da un numero assai grande di uomini generosi, io non posso che ciò fare, e lo faccio. Il resto dipende dal paese, e non da me. Io non ho che la mia vita da sacrificare per quello scopo ed in questo sacrificio non esito punto».


Pisacane si dedicò alacremente alla preparazione del moto insurrezionale, allacciando contatti con altri rivoluzionari meridionali, tra i quali Nicola Fabrizi, [[Giuseppe Fanelli]], [[Giovanni Nicotera]] e Giovan Battista Falcone. Fu così organizzata la '''spedizione di Sapri''': il [[25 giugno]] [[1857]], a Genova, Carlo Pisacane insieme ad altri ventiquattro uomini s'imbarcò su un piroscafo (il "Cagliari") diretto a Tunisi. Durante il viaggio s'impadronirono della nave e la diressero verso l'isola di Ponza, dove sbarcarono il [[27 giugno]]. Qui liberarono i trecentoventotto detenuti nella colonia penale, trecento dei quali parteciparono con entusiasmo alla spedizione. Il [[28 giugno]] [[1857]] sbarcarono a Sapri, ma furono assaliti dagli stessi contadini locali, ai quali le [[autorità]] borboniche erano riuscite ad annunciare in tempo lo sbarco di trecento ergastolani «pronti a uccidere e saccheggiare».
Pisacane si dedicò alacremente alla preparazione del moto insurrezionale, allacciando contatti con altri rivoluzionari meridionali, tra i quali Nicola Fabrizi, [[Giuseppe Fanelli]], [[Giovanni Nicotera]] e Giovan Battista Falcone. Fu così organizzata la '''spedizione di Sapri''': il [[25 giugno]] [[1857]], a Genova, Carlo Pisacane insieme ad altri ventiquattro uomini s'imbarcò su un piroscafo (il "Cagliari") diretto a Tunisi. Durante il viaggio s'impadronirono della nave e la diressero verso l'isola di Ponza, dove sbarcarono il [[27 giugno]]. Qui liberarono i trecentoventotto detenuti nella colonia penale, trecento dei quali parteciparono con entusiasmo alla spedizione. Il [[28 giugno]] [[1857]] sbarcarono a Sapri, ma furono assaliti dagli stessi contadini locali, ai quali le [[autorità]] borboniche erano riuscite ad annunciare in tempo lo sbarco di trecento ergastolani «pronti a uccidere e saccheggiare».


I rivoluzionari dovettero fuggire dagli assalti della popolazione e il [[1 luglio| 1° luglio]], a Padula, venticinque di essi furono massacrati, mentre gli altri vennero catturati e consegnati ai gendarmi. Carlo Pisacane si suicidò con la sua pistola il [[2 luglio]] a Sanza (Salerno), mentre quelli scampati alla rabbia popolare furono processati e condannati a morte nel gennaio del [[1858]] (successivamente furono graziati). Così descrisse quei fatti il Giornale ufficiale del Regno delle Due Sicilie:  
I rivoluzionari dovettero fuggire dagli assalti della popolazione e il [[1 luglio| 1° luglio]], a Padula, venticinque di essi furono massacrati, mentre gli altri vennero catturati e consegnati ai gendarmi. Carlo Pisacane si suicidò con la sua pistola il [[2 luglio]] a Sanza (Salerno), mentre quelli scampati alla rabbia popolare furono processati e condannati a morte nel gennaio del [[1858]] (successivamente furono graziati). Così descrisse quei fatti il Giornale ufficiale del Regno delle Due Sicilie:  
: «...Pisacane, Nicotera e Falcone con alquanti di loro fuggirono verso Sanza; ma furono assaliti la mattina dopo dagli abitanti di vari paesi, che non volevano saperne della loro pretesa libertà, dopo qualche ora di combattimento, ventisette di loro caddero sul campo, mentre ventinove venivano arrestati. Pisacane e Falcone morti; Nicotera prigioniero. Molti altri individui furono arrestati successivamente, e la Corte criminale di Salerno ebbe a procedere contro 284 rei di lesa maestà. Ai 19 di luglio, 7 ne condannava a morte, 30 all'ergastolo, 2 a trent'anni di ferri, 52 a venticinque anni, 137 a pene minori; 56 vennero rilasciati in libertà provvisoria. Dei sette condannati a morte, il “crudele” Re Ferdinando commutò a tutti la pena».
: «... Pisacane, Nicotera e Falcone con alquanti di loro fuggirono verso Sanza; ma furono assaliti la mattina dopo dagli abitanti di vari paesi, che non volevano saperne della loro pretesa libertà, dopo qualche ora di combattimento, ventisette di loro caddero sul campo, mentre ventinove venivano arrestati. Pisacane e Falcone morti; Nicotera prigioniero. Molti altri individui furono arrestati successivamente, e la Corte criminale di Salerno ebbe a procedere contro 284 rei di lesa maestà. Ai 19 di luglio, 7 ne condannava a morte, 30 all'ergastolo, 2 a trent'anni di ferri, 52 a venticinque anni, 137 a pene minori; 56 vennero rilasciati in libertà provvisoria. Dei sette condannati a morte, il “crudele” Re Ferdinando commutò a tutti la pena».


Due anni dopo la sua morte, l'amata moglie e sua figlia [[Silvia Pisacane|Silvia]] si trasferirono a Napoli a casa di Giovanni Nicotera, che adottò la bambina.
Due anni dopo la sua morte, l'amata moglie e sua figlia [[Silvia Pisacane|Silvia]] si trasferirono a Napoli a casa di Giovanni Nicotera, che adottò la bambina.
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I principi basilari del suo pensiero sono tre: [[libertà]] e associazione sono termini complementari. Non esiste libertà senza [[uguaglianza]]; il Risorgimento deve essere rivoluzione mediante rivoluzionario, nel senso che deve eliminare le ineguaglianze sociali e non essere un movimento banalmente teso alla costruzione di uno [[Stato]] nazionale; il popolo è mosso soprattutto dai bisogni materiali piuttosto che da quelli ideali (come sosteneva invece Mazzini).
I principi basilari del suo pensiero sono tre: [[libertà]] e associazione sono termini complementari. Non esiste libertà senza [[uguaglianza]]; il Risorgimento deve essere rivoluzione mediante rivoluzionario, nel senso che deve eliminare le ineguaglianze sociali e non essere un movimento banalmente teso alla costruzione di uno [[Stato]] nazionale; il popolo è mosso soprattutto dai bisogni materiali piuttosto che da quelli ideali (come sosteneva invece Mazzini).
===Sulla rivoluzione sociale===
===Sulla rivoluzione sociale===
L'idea rivoluzionaria in Carlo Pisacane fu sempre centrale. Egli rifiutò ardentemente l'idea di uno [[Stato]] autoritario, auspicando un'associazione di [[federalismo |comuni federati]] libertariamente.
L'idea rivoluzionaria in Carlo Pisacane fu sempre centrale. Egli rifiutò ardentemente l'idea di uno [[Stato]] autoritario, auspicando un'associazione di [[federalismo |comuni federati]] libertariamente.


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===Sulla religione===
===Sulla religione===
«Chi ha creato il mondo? Nol so. Di tutte le ipotesi la più assurda è quella di supporre l'esistenza di un Dio, e l'uomo creato a sua immagine; questo Dio, l'uomo l'ha creato ad immagine propria, e ne ha fatto il Creatore del mondo; e così una particella è diventata creatrice del
«Chi ha creato il mondo? Nol so. Di tutte le ipotesi la più assurda è quella di supporre l'esistenza di un Dio, e l'uomo creato a sua immagine; questo Dio, l'uomo l'ha creato ad immagine propria, e ne ha fatto il Creatore del mondo; e così una particella è diventata creatrice del tutto [...] gli uomini oggi si associano non già per pregare e soffrire, ma per prestarsi vicendevole aiuto, lavorando per acquistare maggior prosperità e per combattere; l'aspirazione del socialismo non è quella di ascendere in cielo, ma di godere sulla terra. La differenza che passa tra esso e il Vangelo è la stessa che si riscontra fra la rigogliosa vita di un corpo giovine, ed il rantolo di un moribondo» (Carlo Pisacane in ''Saggio sulla rivoluzione'').
tutto [...] gli uomini oggi si associano non già per pregare e soffrire, ma per prestarsi vicendevole aiuto, lavorando per acquistare maggior prosperità e per combattere; l'aspirazione del socialismo non è quella di ascendere in cielo, ma di godere sulla terra. La differenza che passa tra esso e il Vangelo è la stessa che si riscontra fra la rigogliosa vita di un corpo giovine, ed il
 
rantolo di un moribondo.» (Carlo Pisacane in ''Saggio sulla rivoluzione'').
===Sull'amore===
===Sull'amore===
«Tutte le leggi, egli dice, sono scaturite dalle dipendenze che la violenza e l'ignoranza
«Tutte le leggi, egli dice, sono scaturite dalle dipendenze che la violenza e l'ignoranza stabilì fra gli uomini; ed in tal guisa il matrimonio risultò dai ratti, che i più forti fecero delle più belle, per usurparne il godimento. La natura, per contro, sottopone l'unione dei sessi alla sola legge dell'amore, e se un'altra regola, qualunque siasi, interviene, l'unione cangiasi in contratto, in prostituzione... L'amore adunque, nel nostro patto sociale, sarà la sola condizione richiesta a rendere legittimo il congiungimento dei due sessi» (Carlo Pisacane in ''Saggio sulla Rivoluzione'').
stabilì fra gli uomini; ed in tal guisa il matrimonio risultò dai ratti, che i più forti fecero delle più belle, per usurparne il godimento. La natura, per contro, sottopone l'unione dei sessi alla sola legge dell'amore, e se un'altra regola, qualunque siasi, interviene, l'unione cangiasi in
 
contratto, in prostituzione... L'amore adunque, nel nostro patto sociale, sarà la sola condizione richiesta a rendere legittimo il congiungimento dei due sessi.» (Carlo Pisacane in ''Saggio sulla Rivoluzione'').
===Sulla libertà ===
===Sulla libertà ===
«La libertà non ammette restrizioni di sorta alcuna, nè fa d'uopo d'educazione o di tirocinio per gustarla; essa è sentimento innato nell'umana natura.» (Carlo Pisacane in ''Saggio sulla rivoluzione'').
«La libertà non ammette restrizioni di sorta alcuna, nè fa d'uopo d'educazione o di tirocinio per gustarla; essa è sentimento innato nell'umana natura» (Carlo Pisacane in ''Saggio sulla rivoluzione'').


== Opere==
== Opere==
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*''[http://www.archive.org/stream/guerracombattuta00pisauoft#page/n7/mode/2up Guerra combattuta in Italia negli anni 1848-1849]
*''[http://www.archive.org/stream/guerracombattuta00pisauoft#page/n7/mode/2up Guerra combattuta in Italia negli anni 1848-1849]
*''[http://www.archive.org/stream/ordinamentoecos01pisagoog#page/n9/mode/2up Ordinamento e costituzione delle milizie italiane]
*''[http://www.archive.org/stream/ordinamentoecos01pisagoog#page/n9/mode/2up Ordinamento e costituzione delle milizie italiane]
*''[https://web.archive.org/web/20120523185925/http://www.liceograssi.it/storia%20del%20novecento/didattica/2008-2009%20costituzione/Microsoft%20Word%20-%20Il%20testamento%20di%20Carlo%20Pisacane.pdf Il testamento di Pisacane]''
*''[https://www.reteccp.org/biblioteca/disponibili/demos/demoesocial/garibaldi/pisacane/testamentopisacane.pdf Il testamento di Pisacane]''


===Bibliografia===
===Bibliografia===
*Nello Rosselli, ''[http://www.liberliber.it/mediateca/libri/r/rosselli_nello/carlo_pisacane_etc/pdf/carlo__p.pdf Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano]'', QuiEdit, 2010  
*Nello Rosselli, ''[http://www.liberliber.eu/mediateca/libri/r/rosselli_nello/carlo_pisacane_etc/pdf/carlo__p.pdf Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano]'', QuiEdit, 2010  
*Cesare Vetter, ''Carlo Pisacane e il socialismo risorgimentale'', Franco Angeli editore, 1984
*Cesare Vetter, ''Carlo Pisacane e il socialismo risorgimentale'', Franco Angeli, 1984
*[[Luigi Fabbri]], ''[http://www.liberliber.it/mediateca/libri/f/fabbri/carlo_pisacane/pdf/fabbri_carlo_pisacane.pdf Carlo Pisacane]'', Serantoni, 1904  
*[[Luigi Fabbri]], ''[http://www.liberliber.eu/mediateca/libri/f/fabbri/carlo_pisacane/pdf/fabbri_carlo_pisacane.pdf Carlo Pisacane]'', Serantoni, 1904
 
=== Filmografia ===
=== Filmografia ===
*''[[Allonsanfan]]'' di Emilio e Paolo Taviani, 1973
*''[https://www.youtube.com/watch?v=clU0NOKCLVc Allonsanfan]'' di Emilio e Paolo Taviani, 1973
*''[[Quanto è bello lu murire acciso]]'' di Ennio Lorenzini, 1975
*''[https://www.youtube.com/watch?v=OLTHhERn0UE Quanto è bello lu murire acciso]'' di Ennio Lorenzini, 1975


== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
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== Collegamenti esterni ==
== Collegamenti esterni ==
*[http://www.intratext.com/IXT/ITA2896/_P7.HTM La spedizione di Sapri]
*[http://www.intratext.com/IXT/ITA2896/_P7.HTM ''La spedizione di Sapri''] di Felice Venosta
*[http://finimondo.org/node/104 Pisacane]
*[http://finimondo.org/node/104 ''Carlo Pisacane''] di Luigi Fabbri
 
[[Categoria:Anarchici|Pisacane, Carlo]]
[[Categoria:Anarchici|Pisacane, Carlo]]
[[Categoria:Anarchici italiani|Pisacane, Carlo]]
[[Categoria:Anarchici italiani|Pisacane, Carlo]]
[[Categoria:Insurrezionalisti|Pisacane, Carlo]]
[[Categoria:Insurrezionalisti classici|Pisacane, Carlo]]
[[Categoria:Propagandisti del fatto|Pisacane, Carlo]]
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