Capitalismo: differenze tra le versioni

m
Sostituzione testo - "[à][\s][]]" con "à]"
m (Sostituzione testo - "[à][\s][?]" con "à?")
m (Sostituzione testo - "[à][\s][]]" con "à]")
Riga 3: Riga 3:
Sinteticamente, il capitalismo è caratterizzato dai seguenti elementi:  
Sinteticamente, il capitalismo è caratterizzato dai seguenti elementi:  
#la [[proprietà  privata]] dei mezzi di produzione
#la [[proprietà  privata]] dei mezzi di produzione
#la [[libertà ]] d'iniziativa economica
#la [[libertà]] d'iniziativa economica
#la prevalenza del lavoro dipendente organizzato dai proprietari dei mezzi di produzione.  
#la prevalenza del lavoro dipendente organizzato dai proprietari dei mezzi di produzione.  


Riga 15: Riga 15:
I [[sociologia|sociologi]] tedeschi, all'inizio del XX secolo, hanno individuato l'origine del capitalismo nelle varie forme culturali e religiose. [[Werner Sombart]], per esempio, l'associa alla mentalità  giudaica, [[Max Weber]] invece all'[[etica]] protestante. Più recentemente alcuni storici come [[Fernand Braudel]], si sono interessati all'evoluzione nel tempo del capitalismo, individuandone l'origine nel XIII secolo, quando si accentua il sistema commerciale, che comportarono lo sviluppo di conflitti bellici, di cui le crociate ne sono state un lampante esempio. Successivamente le esplorazioni geografiche diedero ulteriore impulso al commercio, grazie all'afflusso di materie prime e metalli preziosi provenienti dal "Nuovo Mondo". Tutto ciò portò allo sviluppo di un nuovo ordine economico, fondato sulle attività  mercanitili e sullo scambio dei beni, anziché sulla produzione. La strada verso il capitalismo vero e proprio fu tracciata anche dalla [[filosofia]] del Rinascimento e della Riforma protestante.  
I [[sociologia|sociologi]] tedeschi, all'inizio del XX secolo, hanno individuato l'origine del capitalismo nelle varie forme culturali e religiose. [[Werner Sombart]], per esempio, l'associa alla mentalità  giudaica, [[Max Weber]] invece all'[[etica]] protestante. Più recentemente alcuni storici come [[Fernand Braudel]], si sono interessati all'evoluzione nel tempo del capitalismo, individuandone l'origine nel XIII secolo, quando si accentua il sistema commerciale, che comportarono lo sviluppo di conflitti bellici, di cui le crociate ne sono state un lampante esempio. Successivamente le esplorazioni geografiche diedero ulteriore impulso al commercio, grazie all'afflusso di materie prime e metalli preziosi provenienti dal "Nuovo Mondo". Tutto ciò portò allo sviluppo di un nuovo ordine economico, fondato sulle attività  mercanitili e sullo scambio dei beni, anziché sulla produzione. La strada verso il capitalismo vero e proprio fu tracciata anche dalla [[filosofia]] del Rinascimento e della Riforma protestante.  


Condizioni favorevoli a un'evoluzione dell'economia in tal senso andarono maturando tra il XVI e il XVIII secolo in Europa con la concentrazione di ricchezze, le trasformazioni agrarie, l'introduzione delle macchine, con conseguente aumento della produzione e dei profitti, premesse per il passaggio dalla manifattura all'industria moderna. Con la prima rivoluzione industriale (verso la metà  del XVIII secolo) si consolida il potere capitalistico: in America, [[Germania]], [[Regno Unito|Inghilterra]], si crearono i primi trusts, forme di concentrazione industriale caratteristiche dell'odierno capitalismo, non più rigidamente ancorato alle regole ortodosse dell'assoluta [[libertà ]] di impresa e della concorrenza di mercato, anche in seguito al crescere del ruolo dello [[Stato]] in [[economia]], vuoi come imprenditore ("capitalismo di [[Stato]]"), che come regolatore delle dinamiche economiche, sociali e finanziarie legate al moderno processo produttivo e di mercato. Allo sviluppo del capitalismo contribuirono in maniera determinante le opere di pensatori come Adam Smith e David Ricardo, le cui dottrine economiche si fondavano su un principio apparentemente logico ed equo: ognuno può e deve  
Condizioni favorevoli a un'evoluzione dell'economia in tal senso andarono maturando tra il XVI e il XVIII secolo in Europa con la concentrazione di ricchezze, le trasformazioni agrarie, l'introduzione delle macchine, con conseguente aumento della produzione e dei profitti, premesse per il passaggio dalla manifattura all'industria moderna. Con la prima rivoluzione industriale (verso la metà  del XVIII secolo) si consolida il potere capitalistico: in America, [[Germania]], [[Regno Unito|Inghilterra]], si crearono i primi trusts, forme di concentrazione industriale caratteristiche dell'odierno capitalismo, non più rigidamente ancorato alle regole ortodosse dell'assoluta [[libertà]] di impresa e della concorrenza di mercato, anche in seguito al crescere del ruolo dello [[Stato]] in [[economia]], vuoi come imprenditore ("capitalismo di [[Stato]]"), che come regolatore delle dinamiche economiche, sociali e finanziarie legate al moderno processo produttivo e di mercato. Allo sviluppo del capitalismo contribuirono in maniera determinante le opere di pensatori come Adam Smith e David Ricardo, le cui dottrine economiche si fondavano su un principio apparentemente logico ed equo: ognuno può e deve  
poter fare quel che vuole della propria vita e soprattutto del proprio capitale: ma quale era la [[libertà ]] di chi possedeva solo le proprie braccia ([[proletariato]])? Lo spiega senza mezzi termini un operaio dell'epoca:
poter fare quel che vuole della propria vita e soprattutto del proprio capitale: ma quale era la [[libertà]] di chi possedeva solo le proprie braccia ([[proletariato]])? Lo spiega senza mezzi termini un operaio dell'epoca:
: «...un filatore può lasciare il padrone se il salario non gli aggrada. È vero; lo può; ma dove andrà? è, da un altro!Ci va, infatti, e si sente chiedere dove lavorava prima: "''Ti hanno licenziato?''". "''No, non ci siamo messi d'accordo sul salario''". Allora non assumo né te né chiunque lasci il padrone in questo modo» (Protesta di un operaio tessile, citato da Antonio Desideri in ''Soria e storiografia'')
: «...un filatore può lasciare il padrone se il salario non gli aggrada. È vero; lo può; ma dove andrà? è, da un altro!Ci va, infatti, e si sente chiedere dove lavorava prima: "''Ti hanno licenziato?''". "''No, non ci siamo messi d'accordo sul salario''". Allora non assumo né te né chiunque lasci il padrone in questo modo» (Protesta di un operaio tessile, citato da Antonio Desideri in ''Soria e storiografia'')


64 364

contributi