Camillo Berneri: differenze tra le versioni

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Dopo aver frequentato il liceo ad Arezzo, città in cui s'era trasferito al seguito della madre e dove aveva iniziato la militanza anarchica nel circolo cittadino ''Spartaco'', il [[4 gennaio]] [[1917]] si sposa civilmente con [[Giovanna Caleffi]], una ragazza che era stata allieva di sua madre alla Scuola Normale (magistrale) di Reggio Emilia. <ref>[http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/296/55.htm [[Giovanna Caleffi]] da ''Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani''] </ref>  
Dopo aver frequentato il liceo ad Arezzo, città in cui s'era trasferito al seguito della madre e dove aveva iniziato la militanza anarchica nel circolo cittadino ''Spartaco'', il [[4 gennaio]] [[1917]] si sposa civilmente con [[Giovanna Caleffi]], una ragazza che era stata allieva di sua madre alla Scuola Normale (magistrale) di Reggio Emilia. <ref>[http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/296/55.htm [[Giovanna Caleffi]] da ''Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani''] </ref>  


Chiamato nel marzo seguente all'adempimento del servizio militare, seppur in profondo conflitto interiore con le sue idee antimilitariste, svolge un breve periodo all'Accademia Militare di Modena, prima di essere trasferito al Genio Zappatori di Casal Monferrato a causa delle sue idee anarchiche e [[antimilitarismo|antimilitariste]] che evidentemente diffondeva tra i commilitoni. <ref>Si veda [http://www.cedall.org/Documentacio/IHL/Camilo%20Berneri/Berneri1.pdf Berneri], pag 82-83. Su questo punto ci sono però pareri discordanti, perché nello stesso PDF si riporta (nota 25, pag 96, 97) che secondo la documentazione in possesso di [[Luce Fabbri]] non fu la scoperta del suo carattere anarchico a determinarne il trasferimento, dal momento che le [[autorità ]] da tempo lo conoscevano per le sue idee antimilitariste ed antiautoritarie.</ref>
Chiamato nel marzo seguente all'adempimento del servizio militare, seppur in profondo conflitto interiore con le sue idee antimilitariste, svolge un breve periodo all'Accademia Militare di Modena, prima di essere trasferito al Genio Zappatori di Casal Monferrato a causa delle sue idee anarchiche e [[antimilitarismo|antimilitariste]] che evidentemente diffondeva tra i commilitoni. <ref>Si veda [http://www.cedall.org/Documentacio/IHL/Camilo%20Berneri/Berneri1.pdf Berneri], pag 82-83. Su questo punto ci sono però pareri discordanti, perché nello stesso PDF si riporta (nota 25, pag 96, 97) che secondo la documentazione in possesso di [[Luce Fabbri]] non fu la scoperta del suo carattere anarchico a determinarne il trasferimento, dal momento che le [[autorità ]] da tempo lo conoscevano per le sue idee antimilitariste ed antiautoritarie.</ref>


Imperterrito, prosegue nelle sue battaglie antimilitariste come al suo solito, col pensiero e l'azione (nel [[1914]] aveva tentato di dar vita all'«Unione Studentesca Antimilitarista», che però ebbe vita brevissima), ma l'ultimo anno della guerra lo vede al fronte, essendovi stato condotto sotto scorta:
Imperterrito, prosegue nelle sue battaglie antimilitariste come al suo solito, col pensiero e l'azione (nel [[1914]] aveva tentato di dar vita all'«Unione Studentesca Antimilitarista», che però ebbe vita brevissima), ma l'ultimo anno della guerra lo vede al fronte, essendovi stato condotto sotto scorta:
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Denunciato per due volte dal tribunale di guerra, al termine della stessa deve completare i tre anni di servizio militare, ma viene inviato al confine nell'isola di Pianosa essendo egli ormai un noto sovversivo che aveva assiduamente partecipato agli scioperi fiorentini del luglio [[1919]].  
Denunciato per due volte dal tribunale di guerra, al termine della stessa deve completare i tre anni di servizio militare, ma viene inviato al confine nell'isola di Pianosa essendo egli ormai un noto sovversivo che aveva assiduamente partecipato agli scioperi fiorentini del luglio [[1919]].  


Una volta congedato inizia a collaborare assiduamente con la [[stampa anarchica]] celandosi dietro lo pseudonimo ''Camillo da Lodi'': «[[Umanità Nova]]», organo dell'[[Unione Anarchica Italiana]] (alla cui nascita aveva dato il suo importante contribuito), «[[Pensiero e Volontà ]]», «[[L'avvenire anarchico]]», «[[La Rivolta]]», «Libero accordo»<ref>Giornale dell'[[Unione Anarchica Italiana]] che ebbe vita brevissima.</ref> e «[[Volontà ]]». <ref>Berneri nel corso della sua vita collaborò con un'infinita quantità di giornali anarchici. Si veda [http://www.cedall.org/Documentacio/IHL/Camilo%20Berneri/Berneri2.pdf Berneri, un anarquista italiano. Tomo II.], pag 329</ref>
Una volta congedato inizia a collaborare assiduamente con la [[stampa anarchica]] celandosi dietro lo pseudonimo ''Camillo da Lodi'': «[[Umanità Nova]]», organo dell'[[Unione Anarchica Italiana]] (alla cui nascita aveva dato il suo importante contribuito), «[[Pensiero e Volontà ]]», «[[L'avvenire anarchico]]», «[[La Rivolta]]», «Libero accordo»<ref>Giornale dell'[[Unione Anarchica Italiana]] che ebbe vita brevissima.</ref> e «[[Volontà ]]». <ref>Berneri nel corso della sua vita collaborò con un'infinita quantità di giornali anarchici. Si veda [http://www.cedall.org/Documentacio/IHL/Camilo%20Berneri/Berneri2.pdf Berneri, un anarquista italiano. Tomo II.], pag 329</ref>


Intanto il [[1° marzo]] [[1918]] era nata la sua primogenita, [[Maria Luisa Berneri| Maria Luisa]]. Il [[5 ottobre]] dell'anno seguente nascerà la seconda figlia, [[Giliana Berneri|Giliana]]. Entrambe, influenzate dal pensiero dei genitori, diventeranno anarchiche e cercheranno alla morte del padre di portarne avanti il pensiero e la memoria.
Intanto il [[1° marzo]] [[1918]] era nata la sua primogenita, [[Maria Luisa Berneri| Maria Luisa]]. Il [[5 ottobre]] dell'anno seguente nascerà la seconda figlia, [[Giliana Berneri|Giliana]]. Entrambe, influenzate dal pensiero dei genitori, diventeranno anarchiche e cercheranno alla morte del padre di portarne avanti il pensiero e la memoria.
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Berneri, allo scoppio della [[rivoluzione russa]] del [[1917]], s'era già conquistato una solida fama grazie alle sue grandi capacità intellettuali. Inizialmente, come molti anarchici, assiste con entusiasmo alla rivoluzione d'ottobre, segnalandosi in particolare con la pubblicazione di un articolo d'elogio della stessa dal titolo ''Per un silenzio ingiusto'' <ref>«[[Guerra di Classe]]», 22 aprile 1917</ref>. Ben presto però si renderà conto che il [[socialismo]] autoritario dei [[bolscevismo|bolscevichi]] stava via via marginalizzando le spinte libertarie indotte dagli anarchici, imponendo quindi non una [[dittatura del proletariato]] ma una dittatura di partito.  
Berneri, allo scoppio della [[rivoluzione russa]] del [[1917]], s'era già conquistato una solida fama grazie alle sue grandi capacità intellettuali. Inizialmente, come molti anarchici, assiste con entusiasmo alla rivoluzione d'ottobre, segnalandosi in particolare con la pubblicazione di un articolo d'elogio della stessa dal titolo ''Per un silenzio ingiusto'' <ref>«[[Guerra di Classe]]», 22 aprile 1917</ref>. Ben presto però si renderà conto che il [[socialismo]] autoritario dei [[bolscevismo|bolscevichi]] stava via via marginalizzando le spinte libertarie indotte dagli anarchici, imponendo quindi non una [[dittatura del proletariato]] ma una dittatura di partito.  


Lo sviluppo autoritario della [[rivoluzione russa|rivoluzione]] lo porterà a riflettere sulla necessità della costruzione di un'organizzazione anarchica, individuando proprio in questa mancanza la posizione d'inferiorità dell'[[anarchismo]] rispetto al [[marxismo-leninismo]]. Compito degli anarchici, secondo Berneri, dovrebbe essere quello di colmare questa lacuna. <ref>''I problemi della rivoluzione'', «Volontà », 16 giugno 1920</ref>
Lo sviluppo autoritario della [[rivoluzione russa|rivoluzione]] lo porterà a riflettere sulla necessità della costruzione di un'organizzazione anarchica, individuando proprio in questa mancanza la posizione d'inferiorità dell'[[anarchismo]] rispetto al [[marxismo-leninismo]]. Compito degli anarchici, secondo Berneri, dovrebbe essere quello di colmare questa lacuna. <ref>''I problemi della rivoluzione'', «Volontà », 16 giugno 1920</ref>


Pur sostenendo che ogni processo rivoluzione determini comunque l'emergere di una dittatura capeggiata da un nuovo gruppo dominante («In questo senso è legittima e necessaria una vera e propria dittatura dei lavoratori»<ref>''I problemi della produzione comunista'', Volontà , 1° luglio 1920</ref>), egli critica apertamente il carattere accentratore e gerarchico della [[dittatura del proletariato]] dei bolscevichi, ironizzando apertamente sul mito leninista di cui s'erano ormai imbevute le masse proletarie italiane e che si esplicitava nel motto ''Viva Lenin''. Questo slogan, secondo l'anarchico di Lodi, non faceva altro che innescare un'idea attendistica che allontanava le masse dalla rivoluzione anzichè avvicinarla:
Pur sostenendo che ogni processo rivoluzione determini comunque l'emergere di una dittatura capeggiata da un nuovo gruppo dominante («In questo senso è legittima e necessaria una vera e propria dittatura dei lavoratori»<ref>''I problemi della produzione comunista'', Volontà , 1° luglio 1920</ref>), egli critica apertamente il carattere accentratore e gerarchico della [[dittatura del proletariato]] dei bolscevichi, ironizzando apertamente sul mito leninista di cui s'erano ormai imbevute le masse proletarie italiane e che si esplicitava nel motto ''Viva Lenin''. Questo slogan, secondo l'anarchico di Lodi, non faceva altro che innescare un'idea attendistica che allontanava le masse dalla rivoluzione anzichè avvicinarla:
«Le masse ancora non hanno ancora compreso che la rivoluzione non si attende ma si vuole, si vuole e si fa. Il "verrà Lenin" si tira dietro il "verrà la rivoluzione": due non sensi che hanno pure radice nel fatalismo degli italiani e in quel fondo religioso senso di aspettazione che è uno dei più potenti elementi di conservazione delle cose» <ref>''Il grido della rivolta'', [[6 giugno]] [[1920]]</ref>.
«Le masse ancora non hanno ancora compreso che la rivoluzione non si attende ma si vuole, si vuole e si fa. Il "verrà Lenin" si tira dietro il "verrà la rivoluzione": due non sensi che hanno pure radice nel fatalismo degli italiani e in quel fondo religioso senso di aspettazione che è uno dei più potenti elementi di conservazione delle cose» <ref>''Il grido della rivolta'', [[6 giugno]] [[1920]]</ref>.


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Dopo una serie di aggressioni verbali e fisiche, Berneri nel [[1926]] decide di rifuggiarsi in [[Francia]], dove nonostante le gravi difficoltà economiche inizia la frequentazione dei compagni antiautoritari per riorganizzare le fila del movimento anarchico e antifascista, proseguendo nella sua collaborazione con la stampa libertaria e dedicandosi sempre con passione ai suoi studi. Le sue attività evidentemente non aggradano nemmeno la polizia francese, tant'è che Berneri viene più volte fermato e poi espulso dal paese nel [[1928]].
Dopo una serie di aggressioni verbali e fisiche, Berneri nel [[1926]] decide di rifuggiarsi in [[Francia]], dove nonostante le gravi difficoltà economiche inizia la frequentazione dei compagni antiautoritari per riorganizzare le fila del movimento anarchico e antifascista, proseguendo nella sua collaborazione con la stampa libertaria e dedicandosi sempre con passione ai suoi studi. Le sue attività evidentemente non aggradano nemmeno la polizia francese, tant'è che Berneri viene più volte fermato e poi espulso dal paese nel [[1928]].


Fa rientro in Francia poco dopo, prima di essere arrestato in [[Belgio]] nel dicembre del [[1928]] in seguito all'operazione antifascista che in [[Francia]] aveva portato all'arresto di diversi fuoriusciti italiani tra cui [[Carlo Rosselli]]. Perennemente controllato dalle [[autorità ]] fasciste, Berneri girovaga in vari paesi ([[Svizzera]], [[Germania]], [[Belgio]], [[Lussemburgo]] e [[Olanda]]), subendo anche diversi fermi e arresti. La vita da esiliato è difficile, sia per lui che per la moglie e le figlie [[Maria Luisa Berneri| Maria Luisa]] e [[Giliana Berneri|Giliana]].  
Fa rientro in Francia poco dopo, prima di essere arrestato in [[Belgio]] nel dicembre del [[1928]] in seguito all'operazione antifascista che in [[Francia]] aveva portato all'arresto di diversi fuoriusciti italiani tra cui [[Carlo Rosselli]]. Perennemente controllato dalle [[autorità ]] fasciste, Berneri girovaga in vari paesi ([[Svizzera]], [[Germania]], [[Belgio]], [[Lussemburgo]] e [[Olanda]]), subendo anche diversi fermi e arresti. La vita da esiliato è difficile, sia per lui che per la moglie e le figlie [[Maria Luisa Berneri| Maria Luisa]] e [[Giliana Berneri|Giliana]].  


Il regime continua a perseguitarlo attraverso agenti provocatori - tra cui Ermanno Menapace, ritenuto un amico ma in realtà rivelatosi una spia dell'[[OVRA]] [[fascismo|fascista]] - e trame di ogni tipo, che lo costringono a nuovi trasferimenti, ma ciò non gli impedisce di denunciare l'attività [[fascismo|fascista]], per esempio attraverso le opere ''[http://www.liberliber.it/biblioteca/b/berneri_camillo/mussolini_alla_conquista_delle_baleari/pdf/mussol_p.pdf Mussolini alla conquista delle Baleari]'' e ''[http://www.comidad.org/public/001testi.pdf Lo spionaggio fascista all'estero]''.  
Il regime continua a perseguitarlo attraverso agenti provocatori - tra cui Ermanno Menapace, ritenuto un amico ma in realtà rivelatosi una spia dell'[[OVRA]] [[fascismo|fascista]] - e trame di ogni tipo, che lo costringono a nuovi trasferimenti, ma ciò non gli impedisce di denunciare l'attività [[fascismo|fascista]], per esempio attraverso le opere ''[http://www.liberliber.it/biblioteca/b/berneri_camillo/mussolini_alla_conquista_delle_baleari/pdf/mussol_p.pdf Mussolini alla conquista delle Baleari]'' e ''[http://www.comidad.org/public/001testi.pdf Lo spionaggio fascista all'estero]''.  
Non solo, dopo la nascita di ''[[Giustizia e Libertà ]]'' in Francia, un'organizzazione antifascista fondata dai fratelli Rosselli e altri esuli italiani, l'anarchico di Lodi stabilisce con loro solidi rapporti, seppur caratterizzati anche di aspre discussioni critiche.<ref>[https://m.facebook.com/notes/carlo-rosselli/camillo-berneri-e-carlo-rosselli-vite-parallele-di-massimo-ortalli/106766966034900/ Camillo Berneri eCarlo Rosselli, vite parallele]</ref>
Non solo, dopo la nascita di ''[[Giustizia e Libertà ]]'' in Francia, un'organizzazione antifascista fondata dai fratelli Rosselli e altri esuli italiani, l'anarchico di Lodi stabilisce con loro solidi rapporti, seppur caratterizzati anche di aspre discussioni critiche.<ref>[https://m.facebook.com/notes/carlo-rosselli/camillo-berneri-e-carlo-rosselli-vite-parallele-di-massimo-ortalli/106766966034900/ Camillo Berneri eCarlo Rosselli, vite parallele]</ref>


===La rivoluzione spagnola e la sua tragica morte===
===La rivoluzione spagnola e la sua tragica morte===
{{vedi|Giornate del maggio 1937 (Barcellona)|rivoluzione spagnola}}
{{vedi|Giornate del maggio 1937 (Barcellona)|rivoluzione spagnola}}
Lo scoppio della [[la Rivoluzione spagnola (1936-39) | rivoluzione spagnola]], nel luglio [[1936]], lo spinge alla partenza immediata verso la penisola iberica, che lo vede prender parte alla battaglia del Monte Pelato. Insieme a [[Carlo Rosselli]], con cui si sente particolarmente in sintonia <ref name="gl">Si veda [https://www.anarcopedia.org/index.php/Carlo_Rosselli#Anarchici_e_.22Giustizia_e_Libert.C3.A0.22 Anarchici e Giustizia e Libertà ]</ref>, e [[Mario Angeloni]] fonda la sezione italiana della [[colonna Ascaso|colonna internazionale Francisco Ascaso]]. Trasferitosi poi a Barcellona, dà vita all'edizione spagnola di «[[Guerra di classe]]».
Lo scoppio della [[la Rivoluzione spagnola (1936-39) | rivoluzione spagnola]], nel luglio [[1936]], lo spinge alla partenza immediata verso la penisola iberica, che lo vede prender parte alla battaglia del Monte Pelato. Insieme a [[Carlo Rosselli]], con cui si sente particolarmente in sintonia <ref name="gl">Si veda [https://www.anarcopedia.org/index.php/Carlo_Rosselli#Anarchici_e_.22Giustizia_e_Libert.C3.A0.22 Anarchici e Giustizia e Libertà ]</ref>, e [[Mario Angeloni]] fonda la sezione italiana della [[colonna Ascaso|colonna internazionale Francisco Ascaso]]. Trasferitosi poi a Barcellona, dà vita all'edizione spagnola di «[[Guerra di classe]]».


Durante la [[la Rivoluzione spagnola (1936-39) |rivoluzione spagnola]] Berneri non si astiene dal criticare quelle forze che, all'interno del campo repubblicano e “democratico”, perseguivano obiettivi “particolari” o ritenuti comunque pericolosi per la [[rivoluzione]] (vedi critiche agli stalinisti o agli anarchici possibilisti)<ref>[http://www.anarkismo.net/article/3434Guerra o rivoluzione? Lettera aperta a Federica Montseny ]</ref>. In breve gli eventi precipitano, culminando con i fatti del tragico [[Giornate del maggio 1937 (Barcellona)|maggio barcellonese]]<ref>Dal [[3 maggio|3]] all'[[8 maggio]] [[1937]], a Barcellona, si verificarono degli scontri "fratricidi" tra il [[POUM]] (partito comunista antistalinista), la [[CNT]] (sindacato anarchico), "[[Los Amigos de Durruti]]" (forte di circa 5000 miliziani) e tutta una serie di combattenti anarchici ([[Liberto Callejas]], [[Gregorio Jover]], [[Abel Paz]], [[Ada Martí]] e [[Maximo Franco]], comandante della ''[[Columna Roja y Negra]]'') da una parte, contro il [[PSUC]] (Partito Comunista stalinista catalano) e la Guardia de Asalto (polizia) dall'altra, in seguito ai decreti governativi che '''imponevano lo scioglimento delle milizie non staliniste''' e alla “presa” della Telefónica (sede del servizio telefonico di Barcellona autogestito dai lavoratori stessi) da parte delle forze governative. Durante questi scontri numerosi esponenti di spicco del [[POUM]] e del movimento anarchico vennero arrestati (tra questi il trotzkysta [[George Orwell]]... che poi riuscì a scappare.) e uccisi (circa 500: tra questi [[Camillo Berneri]], [[Francesco Barbieri]] e il segretario dell'[[UGT]]</ref>, dove Camillo viene ucciso insieme al compagno di lotta [[Francesco Barbieri]], il [[5 maggio]] [[1937]], dagli agenti della [[Ceka|GUGB]] (polizia segreta, SEZ dell'NKVD) che avevano organizzato un apposito commando composto da comunisti italiani e spagnoli.
Durante la [[la Rivoluzione spagnola (1936-39) |rivoluzione spagnola]] Berneri non si astiene dal criticare quelle forze che, all'interno del campo repubblicano e “democratico”, perseguivano obiettivi “particolari” o ritenuti comunque pericolosi per la [[rivoluzione]] (vedi critiche agli stalinisti o agli anarchici possibilisti)<ref>[http://www.anarkismo.net/article/3434Guerra o rivoluzione? Lettera aperta a Federica Montseny ]</ref>. In breve gli eventi precipitano, culminando con i fatti del tragico [[Giornate del maggio 1937 (Barcellona)|maggio barcellonese]]<ref>Dal [[3 maggio|3]] all'[[8 maggio]] [[1937]], a Barcellona, si verificarono degli scontri "fratricidi" tra il [[POUM]] (partito comunista antistalinista), la [[CNT]] (sindacato anarchico), "[[Los Amigos de Durruti]]" (forte di circa 5000 miliziani) e tutta una serie di combattenti anarchici ([[Liberto Callejas]], [[Gregorio Jover]], [[Abel Paz]], [[Ada Martí]] e [[Maximo Franco]], comandante della ''[[Columna Roja y Negra]]'') da una parte, contro il [[PSUC]] (Partito Comunista stalinista catalano) e la Guardia de Asalto (polizia) dall'altra, in seguito ai decreti governativi che '''imponevano lo scioglimento delle milizie non staliniste''' e alla “presa” della Telefónica (sede del servizio telefonico di Barcellona autogestito dai lavoratori stessi) da parte delle forze governative. Durante questi scontri numerosi esponenti di spicco del [[POUM]] e del movimento anarchico vennero arrestati (tra questi il trotzkysta [[George Orwell]]... che poi riuscì a scappare.) e uccisi (circa 500: tra questi [[Camillo Berneri]], [[Francesco Barbieri]] e il segretario dell'[[UGT]]</ref>, dove Camillo viene ucciso insieme al compagno di lotta [[Francesco Barbieri]], il [[5 maggio]] [[1937]], dagli agenti della [[Ceka|GUGB]] (polizia segreta, SEZ dell'NKVD) che avevano organizzato un apposito commando composto da comunisti italiani e spagnoli.
====I fatti ====
====I fatti ====
[[File:Francesco barbieri.jpg|thumb|left|300 px|Foto segnaletica di [[Francesco Barbieri]], amico di Berneri che morì con lui il 5 maggio]]
[[File:Francesco barbieri.jpg|thumb|left|300 px|Foto segnaletica di [[Francesco Barbieri]], amico di Berneri che morì con lui il 5 maggio]]
«... Verso le 6 del pomeriggio un gruppo di "''mozos de escuadra''" e di "bracciali rossi" del '''PSUC''' irrompe nel portone numero 3. Li comanda un poliziotto in borghese; in tutto, saranno una dozzina. Salgono gli scalini di marmo che portano al primo piano e bussano alla porta di Berneri. Ad aprire è [[Francesco Barbieri]], 42 anni, anarchico di origine calabrese. Nell'appartamento, oltre Berneri, c'è la compagna di Barbieri e una miliziana. - Il poliziotto in borghese intima ai due anarchici di seguirlo. - E per quale motivo? - Vi arrestiamo come controrivoluzionari. - Barbieri è paonazzo. - In vent'anni di milizia anarchica - dice - è la prima volta che mi viene rivolto questo insulto. - Appunto in quanto anarchici, siete controrivoluzionari. - Il suo nome fa Barbieri irritato - Gliene chiederò conto presto. - Il poliziotto rovescia il bavero della giacca e mostra una targhetta metallica con il numero 1109. - I due anarchici vengono portati via, mentre la compagna di Barbieri chiede invano di poterli seguire. - Ma il viaggio è breve, di quelli che non ammettono testimoni. Berneri è gettato a terra in ginocchio e con le braccia alzate, e da dietro gli sparano a bruciapelo alla spalla destra. Un altro colpo alla nuca, lo finisce. Barbieri segue la stessa sorte, ma il lavoro è meno pulito, gli assassini sprecano più colpi. Più tardi, verso sera, i cadaveri vengono abbandonati nel centro della città ... ».
«... Verso le 6 del pomeriggio un gruppo di "''mozos de escuadra''" e di "bracciali rossi" del '''PSUC''' irrompe nel portone numero 3. Li comanda un poliziotto in borghese; in tutto, saranno una dozzina. Salgono gli scalini di marmo che portano al primo piano e bussano alla porta di Berneri. Ad aprire è [[Francesco Barbieri]], 42 anni, anarchico di origine calabrese. Nell'appartamento, oltre Berneri, c'è la compagna di Barbieri e una miliziana. - Il poliziotto in borghese intima ai due anarchici di seguirlo. - E per quale motivo? - Vi arrestiamo come controrivoluzionari. - Barbieri è paonazzo. - In vent'anni di milizia anarchica - dice - è la prima volta che mi viene rivolto questo insulto. - Appunto in quanto anarchici, siete controrivoluzionari. - Il suo nome fa Barbieri irritato - Gliene chiederò conto presto. - Il poliziotto rovescia il bavero della giacca e mostra una targhetta metallica con il numero 1109. - I due anarchici vengono portati via, mentre la compagna di Barbieri chiede invano di poterli seguire. - Ma il viaggio è breve, di quelli che non ammettono testimoni. Berneri è gettato a terra in ginocchio e con le braccia alzate, e da dietro gli sparano a bruciapelo alla spalla destra. Un altro colpo alla nuca, lo finisce. Barbieri segue la stessa sorte, ma il lavoro è meno pulito, gli assassini sprecano più colpi. Più tardi, verso sera, i cadaveri vengono abbandonati nel centro della città ... ».


Così [[Tosca Tantini]] racconterà in una lettera alla madre di Camillo, [[Adalgisa Fochi]], gli ultimi istanti di vita dell'anarchico:
Così [[Tosca Tantini]] racconterà in una lettera alla madre di Camillo, [[Adalgisa Fochi]], gli ultimi istanti di vita dell'anarchico:
:«Verso sera vennero otto individui per eseguire una perquisizione. Fu solo allora che comprendemmo di essere chiusi in un cerchio dal quale difficilmente si sarebbe usciti. Ci guardammo preoccupati, solo Camillo sorrideva: “Non è il momento di sorridere” gli dicemmo.  “Lo so – ci rispose - ma che volete farci? Chi poteva precedere una cosa simile?” Gli invasori cominciarono un via vai; asportarono molte cose fra cui in nostri materassi. Tutti eravamo nervosi per quanto succedeva, escluso il suo Camillo, che continuava a lavorare. “Lavorate anche voi – ci disse – nel lavoro troverete la calma.” A un certo momento uno della pattuglia incominciò ad osservare gli incartamenti che  Berneri teneva sopra il tavolo da lavoro.  Subito dopo l'investigatore uscì e per le scale lo sentimmo gridare: “Arriba està un assunto muy serio”. Poi diede disposizioni perché una camionetta venisse a prendere tutto. Fu solo allora che Berneri perdette la sua serenità , il suo ascetico viso si fece rosso infiammato, poi bianco. “Piuttosto che mi tocchino una sola cartella – ci disse – preferisco che mi taglino una gamba. Anche la vita sono disposto a dare, ma che non tocchino una carta.”  Si rimise tosto a tavolino e, mano a mano, che il suo lavoro proseguiva, il suo viso si ricomponeva, tanto che la serenità ritornò nel suo sguardo. Verso le sei del giorno 5 lo pregammo di tralasciare e, cedendo alle nostre insistenze, venne nell'anticamera con noi. E poiché il mortaio tirava verso la nostra casa egli per distrarci faceva dello spirito e ci raccontava delle storielle divertenti.  In quelle condizioni di spirito lo trovarono i carnefici, quando verso le sette vennero a prenderlo. Pochi istanti prima Berneri aveva preparatole scarpe e l'impermeabile a portata di mano, come presentisse di dovere uscire. Si vestì con la massima calma e, tranquillamente sulla soglia ci strinse la mano sorridendo, come per incoraggiarci. Che nobiltà d'animo,! Che coraggio!Dopo due giorni di ricerche l'ho rivisto all'ospedale clinico crivellato di pallottole.  Gli occhi erano spalancati ed in essi si leggevano non la paura, ma il disprezzo. Il pugno alzato era chiuso come volesse colpire qualcuno. Quella tragica visione è scolpita nella mia memoria »<ref>[http://cretastorie.blogspot.it/2011/04/anarchicini-rivoluzio-gilioli-1903-1937.html Volontari anarchici]</ref>
:«Verso sera vennero otto individui per eseguire una perquisizione. Fu solo allora che comprendemmo di essere chiusi in un cerchio dal quale difficilmente si sarebbe usciti. Ci guardammo preoccupati, solo Camillo sorrideva: “Non è il momento di sorridere” gli dicemmo.  “Lo so – ci rispose - ma che volete farci? Chi poteva precedere una cosa simile?” Gli invasori cominciarono un via vai; asportarono molte cose fra cui in nostri materassi. Tutti eravamo nervosi per quanto succedeva, escluso il suo Camillo, che continuava a lavorare. “Lavorate anche voi – ci disse – nel lavoro troverete la calma.” A un certo momento uno della pattuglia incominciò ad osservare gli incartamenti che  Berneri teneva sopra il tavolo da lavoro.  Subito dopo l'investigatore uscì e per le scale lo sentimmo gridare: “Arriba està un assunto muy serio”. Poi diede disposizioni perché una camionetta venisse a prendere tutto. Fu solo allora che Berneri perdette la sua serenità , il suo ascetico viso si fece rosso infiammato, poi bianco. “Piuttosto che mi tocchino una sola cartella – ci disse – preferisco che mi taglino una gamba. Anche la vita sono disposto a dare, ma che non tocchino una carta.”  Si rimise tosto a tavolino e, mano a mano, che il suo lavoro proseguiva, il suo viso si ricomponeva, tanto che la serenità ritornò nel suo sguardo. Verso le sei del giorno 5 lo pregammo di tralasciare e, cedendo alle nostre insistenze, venne nell'anticamera con noi. E poiché il mortaio tirava verso la nostra casa egli per distrarci faceva dello spirito e ci raccontava delle storielle divertenti.  In quelle condizioni di spirito lo trovarono i carnefici, quando verso le sette vennero a prenderlo. Pochi istanti prima Berneri aveva preparatole scarpe e l'impermeabile a portata di mano, come presentisse di dovere uscire. Si vestì con la massima calma e, tranquillamente sulla soglia ci strinse la mano sorridendo, come per incoraggiarci. Che nobiltà d'animo,! Che coraggio!Dopo due giorni di ricerche l'ho rivisto all'ospedale clinico crivellato di pallottole.  Gli occhi erano spalancati ed in essi si leggevano non la paura, ma il disprezzo. Il pugno alzato era chiuso come volesse colpire qualcuno. Quella tragica visione è scolpita nella mia memoria »<ref>[http://cretastorie.blogspot.it/2011/04/anarchicini-rivoluzio-gilioli-1903-1937.html Volontari anarchici]</ref>


===Il commiato degli anarchici===
===Il commiato degli anarchici===
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L'[[anarchismo]] di Berneri può definirsi come un [[anarchismo]] antidogmatico, revisionista ed eclettico. Esso è frutto anche di una contingenza storica particolare, ovvero l'esaurirsi dell'[[anarchismo]] nato nel [[1872]], stretto tra il sorgere dei [[Fascismo|fascismi]] e dei
L'[[anarchismo]] di Berneri può definirsi come un [[anarchismo]] antidogmatico, revisionista ed eclettico. Esso è frutto anche di una contingenza storica particolare, ovvero l'esaurirsi dell'[[anarchismo]] nato nel [[1872]], stretto tra il sorgere dei [[Fascismo|fascismi]] e dei
nazionalismi da un lato, e il nascere del movimento comunista internazionale, sorto sulla scia della vittoriosa [[La Rivoluzione Russa|rivoluzione d'ottobre]], della quale non si conoscono ancora contraddizioni ed orrori, e che così tanto fascino esercitava sulle masse proletarie, stremate dalla guerra e dalla miseria crescente.
nazionalismi da un lato, e il nascere del movimento comunista internazionale, sorto sulla scia della vittoriosa [[La Rivoluzione Russa|rivoluzione d'ottobre]], della quale non si conoscono ancora contraddizioni ed orrori, e che così tanto fascino esercitava sulle masse proletarie, stremate dalla guerra e dalla miseria crescente.
: «Ho abbandonato il socialismo perchè mi sentivo dare dell'anarchico, entrato nel movimento anarchico mi sono fatto la fama di repubblicano federalista. Quello che è certo è che sono un anarchico sui generis, tollerato dai compagni per la mia attività , ma capito e seguito da pochissimi. I dissensi vertono su questi punti: la generalità degli anarchici è atea, ed io sono agnostico; è comunista, ed io sono liberalista (cioè sono per la libera concorrenza fra lavoro e commercio cooperativi, e tra lavoro e commercio individuali); è anti-autoritaria in modo individualista, ed io sono semplicemente autonomista federalista (cattaneo cmletato da Salvemini e dal Sovietismo). Quanto al mio antifascismo esso non è meno sui generis ...»<ref>Lettera di Berneri a Libero Battistelli, 1929</ref>
: «Ho abbandonato il socialismo perchè mi sentivo dare dell'anarchico, entrato nel movimento anarchico mi sono fatto la fama di repubblicano federalista. Quello che è certo è che sono un anarchico sui generis, tollerato dai compagni per la mia attività , ma capito e seguito da pochissimi. I dissensi vertono su questi punti: la generalità degli anarchici è atea, ed io sono agnostico; è comunista, ed io sono liberalista (cioè sono per la libera concorrenza fra lavoro e commercio cooperativi, e tra lavoro e commercio individuali); è anti-autoritaria in modo individualista, ed io sono semplicemente autonomista federalista (cattaneo cmletato da Salvemini e dal Sovietismo). Quanto al mio antifascismo esso non è meno sui generis ...»<ref>Lettera di Berneri a Libero Battistelli, 1929</ref>
Berneri si trova a riflettere, nel periodo che va dall'affermarsi del [[Fascismo|fascismo]] in [[Italia]] alla [[la Rivoluzione spagnola (1936-39) | guerra civile spagnola]], sulle cause della
Berneri si trova a riflettere, nel periodo che va dall'affermarsi del [[Fascismo|fascismo]] in [[Italia]] alla [[la Rivoluzione spagnola (1936-39) | guerra civile spagnola]], sulle cause della
crisi dell'[[anarchismo]], della quale intuisce la portata storica. L'antidogmatismo di Berneri era confliggente con il [[dogmatismo]] nel quale tendeva a rinchiudersi l'[[anarchismo]] d'allora. Per esempio mosse delle critiche al tradizionale ateismo anarchico, sostenendo invece una posizione agnostica.
crisi dell'[[anarchismo]], della quale intuisce la portata storica. L'antidogmatismo di Berneri era confliggente con il [[dogmatismo]] nel quale tendeva a rinchiudersi l'[[anarchismo]] d'allora. Per esempio mosse delle critiche al tradizionale ateismo anarchico, sostenendo invece una posizione agnostica.
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Questa distinzione si traduce in una distinzione tra dimensione economica e dimensione politica: la dimensione politica si basa comunque su un giudizio di valore, la dimensione economica su un giudizio di fatto. Tale approccio porta Berneri a scrivere: «Sul terreno economico gli anarchici sono possibilisti (...) sul terreno politico (...) sono intransigenti al 100%».
Questa distinzione si traduce in una distinzione tra dimensione economica e dimensione politica: la dimensione politica si basa comunque su un giudizio di valore, la dimensione economica su un giudizio di fatto. Tale approccio porta Berneri a scrivere: «Sul terreno economico gli anarchici sono possibilisti (...) sul terreno politico (...) sono intransigenti al 100%».


L'[[anarchismo]] può essere, di volta in volta, [[mutualismo | mutualista]], [[collettivismo |collettivista]], [[comunismo |comunista]], [[individualismo|individualista]] (o combinazione di queste dottrine) mentre non può che rimanere rigido nel campo politico, ovvero nella negazione dell'[[autorità ]]. Conciliare realismo ed idealismo è quindi quello che il revisionismo di Berneri si pone come obiettivo. All'antidogmatismo di Berneri nel campo economico e [[filosofia|filosofico]], corrisponde un antidogmatismo anche in campo polittico.
L'[[anarchismo]] può essere, di volta in volta, [[mutualismo | mutualista]], [[collettivismo |collettivista]], [[comunismo |comunista]], [[individualismo|individualista]] (o combinazione di queste dottrine) mentre non può che rimanere rigido nel campo politico, ovvero nella negazione dell'[[autorità ]]. Conciliare realismo ed idealismo è quindi quello che il revisionismo di Berneri si pone come obiettivo. All'antidogmatismo di Berneri nel campo economico e [[filosofia|filosofico]], corrisponde un antidogmatismo anche in campo polittico.


'''''Berneri critica l'[[astensionismo elettorale anarchico|astensionismo]] anarchico''''', che si era tramutato da strumento tattico e mezzo di agitazione, in un periodo in cui peraltro la gran parte della popolazione era priva del diritto di voto, ad un vero e proprio dogma, una specie di elemento di costume di cui il movimento anarchico si serviva per mantenere integra la sua fragile identità .
'''''Berneri critica l'[[astensionismo elettorale anarchico|astensionismo]] anarchico''''', che si era tramutato da strumento tattico e mezzo di agitazione, in un periodo in cui peraltro la gran parte della popolazione era priva del diritto di voto, ad un vero e proprio dogma, una specie di elemento di costume di cui il movimento anarchico si serviva per mantenere integra la sua fragile identità .


Come si può notare, la gran parte dei dubbi e dei nodi che Berneri ha affrontato sono ancora oggi attuali, purtroppo Berneri non ha potuto portare a termine le sue riflessioni data la sua prematura scomparsa. I dubbi di Berneri sono i dubbi dell'anarchismo stesso, quando questi inizia a comprendere i propri limiti e le ragioni della propria sconfitta.
Come si può notare, la gran parte dei dubbi e dei nodi che Berneri ha affrontato sono ancora oggi attuali, purtroppo Berneri non ha potuto portare a termine le sue riflessioni data la sua prematura scomparsa. I dubbi di Berneri sono i dubbi dell'anarchismo stesso, quando questi inizia a comprendere i propri limiti e le ragioni della propria sconfitta.
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La vita, l'impegno politico, l'intenso lavoro intellettuale di Camillo Berneri traspaiono dal suo ricco epistolario. Da esso, infatti, emergono le idee, le letture, le critiche, la fatica e il piacere dello scrivere, i fatti di una biografia che si costruisce nella "Reggio di Prampolini", nell'[[Italia]] del [[Fascismo |fascismo]] e, ben presto, in una terra d'asilo, la [[Francia]], e in una di lotta, la [[Spagna]].  
La vita, l'impegno politico, l'intenso lavoro intellettuale di Camillo Berneri traspaiono dal suo ricco epistolario. Da esso, infatti, emergono le idee, le letture, le critiche, la fatica e il piacere dello scrivere, i fatti di una biografia che si costruisce nella "Reggio di Prampolini", nell'[[Italia]] del [[Fascismo |fascismo]] e, ben presto, in una terra d'asilo, la [[Francia]], e in una di lotta, la [[Spagna]].  


Nell'epistolario sono conservate lettere di Berneri a suoi corrispondenti, ma soprattutto le lettere che a Berneri scrivono personalità dell'antifascismo come [[Piero Gobetti]], [[Gaetano Salvemini]], [[Max Nettlau]], [[Pietro Nenni]], [[Carlo Rosselli]], [[Mario Bergamo]], [[Alberto Jacometti]] e molti altri ancora. Sebbene siano numerose le lettere di corrispondenti anarchici (non mancano quelle del reggiano [[Torquato Gobbi]]), nell'epistolario emerge anche il quadro dei complessi e variegati rapporti con personalità che non fanno parte del movimento anarchico – repubblicani, socialisti, militanti di [[Giustizia e Libertà ]] – il che dimostra come Berneri sia esente da pregiudizi settari e/o da intolleranze ideologiche.
Nell'epistolario sono conservate lettere di Berneri a suoi corrispondenti, ma soprattutto le lettere che a Berneri scrivono personalità dell'antifascismo come [[Piero Gobetti]], [[Gaetano Salvemini]], [[Max Nettlau]], [[Pietro Nenni]], [[Carlo Rosselli]], [[Mario Bergamo]], [[Alberto Jacometti]] e molti altri ancora. Sebbene siano numerose le lettere di corrispondenti anarchici (non mancano quelle del reggiano [[Torquato Gobbi]]), nell'epistolario emerge anche il quadro dei complessi e variegati rapporti con personalità che non fanno parte del movimento anarchico – repubblicani, socialisti, militanti di [[Giustizia e Libertà ]] – il che dimostra come Berneri sia esente da pregiudizi settari e/o da intolleranze ideologiche.


== Berneri nella Guerra civile spagnola ==
== Berneri nella Guerra civile spagnola ==
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I fatti dettero ragione a Berneri. Lo scontro tra [[Personalità anarchiche|anarchici]] e sinistra antistalinista da un lato e comunisti e partiti borghesi dall'altro, determinato anche dalla politica compromissoria della [[CNT]] fece precipitare la situazione. Lo smantellamento progressivo di tutte le conquiste rivoluzionarie, il compromesso con i partiti e gli «Stati borghesi» ([[Francia]] e [[Gran Bretagna|Inghilterra]]) la sempre più evidente interferenza sovietica, il delinearsi sempre più chiaro e netto di una sorta di dittatura bolscevica portarono alla disillusione fra le file degli autentici rivoluzionari. Migliaia di [[Personalità anarchiche|anarchici]] abbandonarono indignati il paese, lo sconforto si tramutò in disfatta.  
I fatti dettero ragione a Berneri. Lo scontro tra [[Personalità anarchiche|anarchici]] e sinistra antistalinista da un lato e comunisti e partiti borghesi dall'altro, determinato anche dalla politica compromissoria della [[CNT]] fece precipitare la situazione. Lo smantellamento progressivo di tutte le conquiste rivoluzionarie, il compromesso con i partiti e gli «Stati borghesi» ([[Francia]] e [[Gran Bretagna|Inghilterra]]) la sempre più evidente interferenza sovietica, il delinearsi sempre più chiaro e netto di una sorta di dittatura bolscevica portarono alla disillusione fra le file degli autentici rivoluzionari. Migliaia di [[Personalità anarchiche|anarchici]] abbandonarono indignati il paese, lo sconforto si tramutò in disfatta.  


In [[Spagna]] si vide il "[[fascismo]] rosso" - come lo definì [[Elio Vittorini]] - al lavoro e questo fascismo rosso portò alla vittoria il [[Fascismo|fascismo]] vero. Berneri, preoccupato di questa involuzione autoritaria, denunciò, dalle colonne di «[[Guerra di classe]]», le manovre controrivoluzionarie dei comunisti e il tradimento dei leader sindacali. Per questo venne ucciso senza pietà .
In [[Spagna]] si vide il "[[fascismo]] rosso" - come lo definì [[Elio Vittorini]] - al lavoro e questo fascismo rosso portò alla vittoria il [[Fascismo|fascismo]] vero. Berneri, preoccupato di questa involuzione autoritaria, denunciò, dalle colonne di «[[Guerra di classe]]», le manovre controrivoluzionarie dei comunisti e il tradimento dei leader sindacali. Per questo venne ucciso senza pietà .


Con la morte di Berneri e la sconfitta della [[rivoluzione]] libertaria in [[Spagna]] si chiude definitivamente una fase storica dell'[[anarchismo]]. La repressione da parte dei regimi totalitari e la seconda guerra mondiale ridurranno il movimento anarchico a poco più di un movimento residuale. Ma gli "anni 60" e la nuova contestazione antiautoritaria del [[Maggio 1968|68]] porteranno nuova linfa al movimento anarchico e l'ideale libertario sarà nuovamente di attualità .
Con la morte di Berneri e la sconfitta della [[rivoluzione]] libertaria in [[Spagna]] si chiude definitivamente una fase storica dell'[[anarchismo]]. La repressione da parte dei regimi totalitari e la seconda guerra mondiale ridurranno il movimento anarchico a poco più di un movimento residuale. Ma gli "anni 60" e la nuova contestazione antiautoritaria del [[Maggio 1968|68]] porteranno nuova linfa al movimento anarchico e l'ideale libertario sarà nuovamente di attualità .
==Fonti e note ==
==Fonti e note ==
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