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La sera del [[5 marzo]] [[1916]], con indosso la divisa militare, si scaglia pubblicamente a Reggio contro la politica guerrafondaia dell'[[Italia]]. Il giorno dopo si dirige verso la frontiera con la [[Svizzera]], ma il [[31 marzo]] viene arrestato a Cannobio e immediatamente condotto a Napoli per essere giudicato dal tribunale militare.  
La sera del [[5 marzo]] [[1916]], con indosso la divisa militare, si scaglia pubblicamente a Reggio contro la politica guerrafondaia dell'[[Italia]]. Il giorno dopo si dirige verso la frontiera con la [[Svizzera]], ma il [[31 marzo]] viene arrestato a Cannobio e immediatamente condotto a Napoli per essere giudicato dal tribunale militare.  


Ottenuta la sospensione del procedimento penale a suo carico, fa rientro in caserma a Benevento, da dove il [[25 agosto]] diserta nuovamente. Attraversato a Chiasso il confine «legato sotto un vagone ferroviario» <ref>Roma, Archivio centrale dello Stato, Casellario politico centrale</ref>, viene trattenuto dalla gendarmeria svizzera sino all'arrivo della documentazione sulla motivazione politica della sua fuga.  
Ottenuta la sospensione del procedimento penale a suo carico, fa rientro in caserma a Benevento, da dove il [[25 agosto]] diserta nuovamente. Attraversato a Chiasso il confine «legato sotto un vagone ferroviario» <ref>Roma, Archivio centrale dello Stato, Casellario politico centrale.</ref>, viene trattenuto dalla gendarmeria svizzera sino all'arrivo della documentazione sulla motivazione politica della sua fuga.  
:« L'esistenza del militarismo è la dimostrazione migliore del grado di ignoranza, di servile sottomissione, di crudeltà, di barbarie a cui è arrivata la società umana. Quando della gente può fare l'apoteosi del militarismo e della guerra senza che la collera popolare si rovesci su di essa, si può affermare con certezza assoluta che la società è sull'orlo della decadenza e perciò sulla soglia della barbarie, o è una accolita di belve in veste umana. »
:« L'esistenza del militarismo è la dimostrazione migliore del grado di ignoranza, di servile sottomissione, di crudeltà, di barbarie a cui è arrivata la società umana. Quando della gente può fare l'apoteosi del militarismo e della guerra senza che la collera popolare si rovesci su di essa, si può affermare con certezza assoluta che la società è sull'orlo della decadenza e perciò sulla soglia della barbarie, o è una accolita di belve in veste umana. »


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