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===L'antifascismo militante===
===L'antifascismo militante===


All'avvento del [[fascismo]], assieme ai compagni di Carrara, compie diverse azioni contro gli squadristi che gli procurano svariate denunce e condanne. Nel [[1937]]-[[1938|38]] viene rinchiuso nel [[carcere]] nel carcere di Pianosa assieme al socialista e futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini <ref>[http://archive.is/MejS Breve biografia di Pertini]</ref>.
All'avvento del [[fascismo]], assieme ai compagni di Carrara, compie diverse azioni contro gli squadristi che gli procurano svariate denunce e condanne. Nel [[1937]]-[[1938|38]] viene rinchiuso nel [[carcere]] nel carcere di Pianosa assieme al [[socialista]] e futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini <ref>[http://archive.is/MejS Breve biografia di Pertini]</ref>.


Rimesso in [[libertà]] prosegue la sua militanza [[antifascismo|antifascista]]. Una sera del '42, assieme ai compagni [[Giovanni Zava]] e [[Gino Giorgi]], disarma e chiaffeggia un gruppettto di cinque fascisti che lo costringe a rifugiarsi a Milano, dove viene nuovamente sorpreso con i compagni anarchici mentre è intento ad affiggere manifesti che chiamano gli italiani all'insurrezione contro il conflitto in atto. Ne nasce uno scontro a fuoco con i poliziotti ma Pedrini, Zava e Giorgi riescono a dileguarsi e a salire su un treno merci con il quale raggiungono Genova prima e La Spezia poi. Attivamente ricercati dall'[[OVRA]] <ref>[http://archive.is/xNw9W OVRA]</ref> e definiti dal «Popolo d'Italia» «malfattori e sabotatori della resistenza morale delel forze armate», i tre vengono intercettati da alcuni agenti in una pensione della città ligure. Nasce un conflitto a fuoco che si prottrae per ore e che alla fine porterà all'arresto dei tre anarchici, gravemente feriti, e alla morte di un polizotto.
Rimesso in [[libertà]] prosegue la sua militanza [[antifascismo|antifascista]]. Una sera del '42, assieme ai compagni [[Giovanni Zava]] e [[Gino Giorgi]], disarma e chiaffeggia un gruppettto di cinque fascisti che lo costringe a rifugiarsi a Milano, dove viene nuovamente sorpreso con i compagni anarchici mentre è intento ad affiggere manifesti che chiamano gli italiani all'insurrezione contro il conflitto in atto. Ne nasce uno scontro a fuoco con i poliziotti ma Pedrini, Zava e Giorgi riescono a dileguarsi e a salire su un treno merci con il quale raggiungono Genova prima e La Spezia poi. Attivamente ricercati dall'[[OVRA]] <ref>[http://archive.is/xNw9W OVRA]</ref> e definiti dal «Popolo d'Italia» «malfattori e sabotatori della resistenza morale delel forze armate», i tre vengono intercettati da alcuni agenti in una pensione della città ligure. Nasce un conflitto a fuoco che si prottrae per ore e che alla fine porterà all'arresto dei tre anarchici, gravemente feriti, e alla morte di un polizotto.
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