Belgrado Pedrini: differenze tra le versioni

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Dopo la fine della guerra e la sconfitta del [[fascismo]], l'allora Ministro della Giustizia, il [[comunismo|comunista]] Palmiro Togliatti, concesse l'amnistia ai fascisti detenuti nelle [[carcere|carceri]] italiane. È il [[1946]] ed è già  possibile che ritornino impunemente in [[libertà ]] [[fascismo|personaggi]] come Mario Roatta, responsabile e già  condannato a morte per crimini di guerra in Jugoslavia <ref> «Roatta evade con la complicità  del comando dei carabinieri (Taddeo Orlando che era un subalterno, fedele esecutore degli ordini di Roatta in Croazia era in quel momento al vertice dell'arma) e del SIM ricostituito guidato dal col. Pompeo Agrifoglio. Una settimana dopo la fuga, si concluse il processo e Roatta fu condannato all'ergastolo. Si compie quindi una delle più importanti esfiltrazioni, nel gergo dei servizi messa in fuga di qualcuno oltre frontiera, nella storia del nascente governo democratico. Roatta si era rifugiato in Vaticano e di lì sarebbe partito con la moglie per la Spagna da dove ritornerà  solo nel 1966. Un successivo processo manda assolti tutti gli imputati.» ([http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/personaggi/roatta.htm La" fuga" di Mario Roatta])</ref> <ref>[http://www.ecn.org/antifa/article/2155/crimini-di-guerra-italiani-il-giudice-indaga Crimini di guerra italiani]</ref>. (L'amnistia ha contribuito ad incentivare il pesantissimo sbeffeggiamento e svilimento della resistenza e della "giustizia" italiana nata dopo la caduta del [[fascismo|regime fascista]]. Anche nei siti facenti capo ad alcuni organismi militari viene pubblicamente evidenziato il vantaggio che certi personaggi trassero dall'amnistia).
Dopo la fine della guerra e la sconfitta del [[fascismo]], l'allora Ministro della Giustizia, il [[comunismo|comunista]] Palmiro Togliatti, concesse l'amnistia ai fascisti detenuti nelle [[carcere|carceri]] italiane. È il [[1946]] ed è già  possibile che ritornino impunemente in [[libertà ]] [[fascismo|personaggi]] come Mario Roatta, responsabile e già  condannato a morte per crimini di guerra in Jugoslavia <ref> «Roatta evade con la complicità  del comando dei carabinieri (Taddeo Orlando che era un subalterno, fedele esecutore degli ordini di Roatta in Croazia era in quel momento al vertice dell'arma) e del SIM ricostituito guidato dal col. Pompeo Agrifoglio. Una settimana dopo la fuga, si concluse il processo e Roatta fu condannato all'ergastolo. Si compie quindi una delle più importanti esfiltrazioni, nel gergo dei servizi messa in fuga di qualcuno oltre frontiera, nella storia del nascente governo democratico. Roatta si era rifugiato in Vaticano e di lì sarebbe partito con la moglie per la Spagna da dove ritornerà  solo nel 1966. Un successivo processo manda assolti tutti gli imputati.» ([http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/personaggi/roatta.htm La" fuga" di Mario Roatta])</ref> <ref>[http://www.ecn.org/antifa/article/2155/crimini-di-guerra-italiani-il-giudice-indaga Crimini di guerra italiani]</ref>. (L'amnistia ha contribuito ad incentivare il pesantissimo sbeffeggiamento e svilimento della resistenza e della "giustizia" italiana nata dopo la caduta del [[fascismo|regime fascista]]. Anche nei siti facenti capo ad alcuni organismi militari viene pubblicamente evidenziato il vantaggio che certi personaggi trassero dall'amnistia).


L'[[antifascismo|antifascista]] Belgrado Pedrini viene al contrario nuovamente arrestato per i fatti del 42' a La Spezia. Nel maggio [[1949]] viene  condannato all'ergastolo, pena poi commutata a trent'anni di reclusione. Comunque in [[carcere]] Pedrini non si lascia abattere psicologicamente per quanto ingiustamente subito e si dedica allo studio dei classici della [[filosofia]] e della [[letteratura]]. Diventa un apprezzato uomo di cultura autodidatta, compone poesie come la nota ''Schiavi'', scritta nel [[1967]] nel [[carcere]] di Fossombrone. Questa poesia verrà  usata come testo per la famosa canzone anarchica ''Il Galeone'' <ref>[http://acrataz.oziosi.org/article.php3?id_article=1824 Testo de ''Il Galeone'']</ref>.
L'[[antifascismo|antifascista]] Belgrado Pedrini viene al contrario nuovamente arrestato per i fatti del 42' a La Spezia. Nel maggio [[1949]] viene  condannato all'ergastolo, pena poi commutata a trent'anni di reclusione. Comunque in [[carcere]] Pedrini non si lascia abattere psicologicamente per quanto ingiustamente subito e si dedica allo studio dei classici della [[filosofia]] e della [[letteratura]]. Diventa un apprezzato uomo di cultura autodidatta, compone poesie come la nota ''Schiavi'', scritta nel [[1967]] nel [[carcere]] di Fossombrone. Questa poesia verrà  usata come testo per la famosa canzone anarchica ''Il Galeone'' <ref>[http://acrataz.oziosi.org/article.php3?id_article=1824 Testo de ''Il Galeone'']</ref>.


Dopo essere giunti al luglio [[1974]], con Pedrini ancora detenuto in [[carcere]] e ormai non distante dalla liberazione istituzionale, viene graziato dal Presidente della Repubblica Giovanni Leone. Ma non viene acora scarcerato perchè dovrebbe ancora scontare 3 anni per tentata evasione, che non rientra nel reato graziato, quindi viene tradotto nel [[carcere]] di Pisa per scontare la pena residua.
Dopo essere giunti al luglio [[1974]], con Pedrini ancora detenuto in [[carcere]] e ormai non distante dalla liberazione istituzionale, viene graziato dal Presidente della Repubblica Giovanni Leone. Ma non viene acora scarcerato perchè dovrebbe ancora scontare 3 anni per tentata evasione, che non rientra nel reato graziato, quindi viene tradotto nel [[carcere]] di Pisa per scontare la pena residua.
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