Autonomia: differenze tra le versioni

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== L'individuo autonomo ==
== L'individuo autonomo ==
[[Image:Hakim_bey.jpg|thumb|[[Hakim Bey]], "inventore" delle [[TAZ]]]]
[[Image:Hakim_bey.jpg|thumb|[[Hakim Bey]], "inventore" delle [[TAZ]]]]
Vista l'etimologia del termine, l'[[Individuo|individuo]] autonomo è dunque colui che detta legge a se stesso, ovvero che è libero e indipendente ed in grado di far da sé le "proprie leggi", elevandosi al di sopra di ogni istituzione e [[autorità]]. Per gli anarchici, perché l'autonomia si possa realizzare è inoltre necessario un alto grado di autosufficienza, di autarchia ('''''autà rcheia''''' in greco significa «bastare a se stessi»), anche se questo non significa rinchiudersi nel proprio ristretto ambito (individuale, comunitario, nazionale), ma avere la capacità di autorganizzarsi in un ambito sociale senza ricorrere ad un'[[autorità]] e ad un [[Gerarchia|sistema gerarchico]], sviluppando relazioni interpersonali orizzontali.
Vista l'etimologia del termine, l'[[Individuo|individuo]] autonomo è dunque colui che detta legge a stesso, ovvero che è libero e indipendente ed in grado di far da sé le "proprie leggi", elevandosi al di sopra di ogni istituzione e [[autorità]]. Per gli anarchici, perché l'autonomia si possa realizzare è inoltre necessario un alto grado di autosufficienza, di autarchia ('''''autà rcheia''''' in greco significa «bastare a se stessi»), anche se questo non significa rinchiudersi nel proprio ristretto ambito (individuale, comunitario, nazionale), ma avere la capacità di autorganizzarsi in un ambito sociale senza ricorrere ad un'[[autorità]] e ad un [[Gerarchia|sistema gerarchico]], sviluppando relazioni interpersonali orizzontali.


: «Usualmente, l'autonomia viene intesa come un ritaglio di competenze su di sè (corpo singolo o collettivo) all'interno di un contesto. La rivendicazione di autonomia politica, ad esempio, è modellata sulla cessione di potestà autoritative, in determinati ambiti, da parte del governo centrale agli enti locali. In tal senso, l'autonomia è limitata in partenza ed acquista legittimità in quanto ceduta o delegata dal titolare avente diritto. Non è questa certamente l'autonomia di cui parla il pensiero anarchico, che prende alla lettera l'espressione etimologica: auto-governo, auto-produzione di norme, senza scissione tra soggetti sovrani e soggetti sudditi. La potente rivendicazione di autonomia, in questo caso, è rivolta contro quegli assetti e quelle meta-teorie giustificatrici secondo le quali un corpo societario non può darsi dal proprio seno quelle [[Regole e anarchia|regole]] idonee a regolare la propria esistenza, in quanto coacervo di differenze e conflitti di identità singolari co-incidenti, bensì tale facoltà va appositamente ceduta ad un elemento non-societario: il luogo separato per eccellenza di elaborazione e osservazione dall'alto è la sfera politica, competente a decidere in merito alle regole di società. La critica anarchica si scaglia contro questa cessione forzata, motivata da supposte incapacità istituenti, per utilizzare l'espressione di [[Cornelius Castoriadis]], che andrebbero in cortocircuito se lasciate a se stesse. In ciò rivive il [[mito]] di una società immatura, incapace di reggersi e di decidere razionalmente di quali regole dotarsi per la propria sopravvivenza e per il raggiungimento di determinate progettualità.»
: «Usualmente, l'autonomia viene intesa come un ritaglio di competenze su di sè (corpo singolo o collettivo) all'interno di un contesto. La rivendicazione di autonomia politica, ad esempio, è modellata sulla cessione di potestà autoritative, in determinati ambiti, da parte del governo centrale agli enti locali. In tal senso, l'autonomia è limitata in partenza ed acquista legittimità in quanto ceduta o delegata dal titolare avente diritto. Non è questa certamente l'autonomia di cui parla il pensiero anarchico, che prende alla lettera l'espressione etimologica: auto-governo, auto-produzione di norme, senza scissione tra soggetti sovrani e soggetti sudditi. La potente rivendicazione di autonomia, in questo caso, è rivolta contro quegli assetti e quelle meta-teorie giustificatrici secondo le quali un corpo societario non può darsi dal proprio seno quelle [[Regole e anarchia|regole]] idonee a regolare la propria esistenza, in quanto coacervo di differenze e conflitti di identità singolari co-incidenti, bensì tale facoltà va appositamente ceduta ad un elemento non-societario: il luogo separato per eccellenza di elaborazione e osservazione dall'alto è la sfera politica, competente a decidere in merito alle regole di società. La critica anarchica si scaglia contro questa cessione forzata, motivata da supposte incapacità istituenti, per utilizzare l'espressione di [[Cornelius Castoriadis]], che andrebbero in cortocircuito se lasciate a se stesse. In ciò rivive il [[mito]] di una società immatura, incapace di reggersi e di decidere razionalmente di quali regole dotarsi per la propria sopravvivenza e per il raggiungimento di determinate progettualità.»
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