Aspetti libertari dell'impresa di Fiume: differenze tra le versioni

m
Sostituzione testo - "[à][\s][,]" con "à,"
m (Sostituzione testo - "[à][\s\s]" con "à ")
m (Sostituzione testo - "[à][\s][,]" con "à,")
Riga 56: Riga 56:
Per la parte "scalmanata" e ribelle dei legionari, grandissima importanza assumeva l'elemento della "festa", intesa proprio come godimento ludico della vita:
Per la parte "scalmanata" e ribelle dei legionari, grandissima importanza assumeva l'elemento della "festa", intesa proprio come godimento ludico della vita:


: «Una fanfara squilla: “ecco, passa la banda”; è una musica militare che traversa la città , fatto ricorrente almeno tre o quattro volte al giorno, in Fiume [...] Mai scorderò la festa di San Vito, patrono di Fiume, il 15 giugno 1920; la piazza illuminata, le bandiere, le grandi scritte, le barche coi lampioncini fioriti (anche il mare aveva la sua parte di lesta) e le danze...: si danzava dappertutto...» ([[Leone Kochnitzky]]).
: «Una fanfara squilla: “ecco, passa la banda”; è una musica militare che traversa la città, fatto ricorrente almeno tre o quattro volte al giorno, in Fiume [...] Mai scorderò la festa di San Vito, patrono di Fiume, il 15 giugno 1920; la piazza illuminata, le bandiere, le grandi scritte, le barche coi lampioncini fioriti (anche il mare aveva la sua parte di lesta) e le danze...: si danzava dappertutto...» ([[Leone Kochnitzky]]).


Essi erano i negatori della morale, coloro che gridano SI alla vita e ai valori superiori, quelli incarnati da Dioniso: danza, riso, leggerezza. Essi spesso si richiamavano a [[Nietzsche]], ma non perchè appartenessero alla destra retrograda e nazionalista, bensì perchè del filosofo tedesco essi recepivano un aspetto libertario e nemico dello ''status quo''. Per questo al dovere essi preferivano il piacere, alla tradizione la trasgressione, al culto del lavoro quello di lavorare il meno possibile; il ribellismo, la [[amore libero|libertà  sessuale]], l'omosessualità , l'uso della droga, il nudismo, il rifiuto delle [[carcere|carceri]] e della [[psichiatria]], erano tutti valori che avrebbero dovuto cotituire le fondamenta di una nuova società , ma come abbiamo visto le cannonate del Natle di sangue spazzarono via definitivamente quest'[[utopia]].
Essi erano i negatori della morale, coloro che gridano SI alla vita e ai valori superiori, quelli incarnati da Dioniso: danza, riso, leggerezza. Essi spesso si richiamavano a [[Nietzsche]], ma non perchè appartenessero alla destra retrograda e nazionalista, bensì perchè del filosofo tedesco essi recepivano un aspetto libertario e nemico dello ''status quo''. Per questo al dovere essi preferivano il piacere, alla tradizione la trasgressione, al culto del lavoro quello di lavorare il meno possibile; il ribellismo, la [[amore libero|libertà  sessuale]], l'omosessualità, l'uso della droga, il nudismo, il rifiuto delle [[carcere|carceri]] e della [[psichiatria]], erano tutti valori che avrebbero dovuto cotituire le fondamenta di una nuova società, ma come abbiamo visto le cannonate del Natle di sangue spazzarono via definitivamente quest'[[utopia]].
===Rapporti con gli anarchici e l'anarchismo===
===Rapporti con gli anarchici e l'anarchismo===
L'ala rivoluzionaria dei legionari, se non propriamente anarchica, fu notevolmente influenzata dall'[[anarchia]] e da tutte le correnti rivoluzionarie della sinistra come il [[bolscevismo]]. Queste influenze sono peraltro evidenziate dal tentativo da parte di questi fiumani di contattare [[Errico Malatesta]] (quando nel [[1920]] l'anarchico fu arrestato insieme ad altri militanti, molti futuristi e legionari gli mandarono la propria [[solidarietà ]]), i socialisti rivoluzionari e persino [[Lenin]]. Il giornale «La Testa di Ferro», diretto da [[Mario Carli]], divenne il loro organo ufficiale.
L'ala rivoluzionaria dei legionari, se non propriamente anarchica, fu notevolmente influenzata dall'[[anarchia]] e da tutte le correnti rivoluzionarie della sinistra come il [[bolscevismo]]. Queste influenze sono peraltro evidenziate dal tentativo da parte di questi fiumani di contattare [[Errico Malatesta]] (quando nel [[1920]] l'anarchico fu arrestato insieme ad altri militanti, molti futuristi e legionari gli mandarono la propria [[solidarietà ]]), i socialisti rivoluzionari e persino [[Lenin]]. Il giornale «La Testa di Ferro», diretto da [[Mario Carli]], divenne il loro organo ufficiale.
Riga 77: Riga 77:
Nel celebre scritto di Marinetti ''Al di là  del comunismo'' <ref>[http://italpag.altervista.org/5_futurismo/futurismo16.htm Al di là  del comunismo]</ref>, che evidenziava anche il momentaneo alontanamento del poeta da Mussolini, coinvolse in una vivace polemica anche gli anarchici [[Renzo Novatore]] e [[Auro D'Arcola]], che sempre sulle pagine de «[[La Testa di Ferro]]» avevano pubblicato diversi contributi letterari ed erano stati per questo criticati dalla rivista [[anarco-individualista]] «Nichilismo». Secondo Novatore, «Marinetti, censurabile per nazionalismo e combattentismo, sul terreno dell'eversione statale e della critica al costume converge sulle posizioni anarco-individualiste; lo statalismo dei socialisti d'ispirazione marxista è più inconciliabile con l'anarchia di quanto non lo siano il futurismo libertario e il fiumanesimo...»<ref>Claudia Salaris, ''La festa della rivoluzione'', pag 119</ref>
Nel celebre scritto di Marinetti ''Al di là  del comunismo'' <ref>[http://italpag.altervista.org/5_futurismo/futurismo16.htm Al di là  del comunismo]</ref>, che evidenziava anche il momentaneo alontanamento del poeta da Mussolini, coinvolse in una vivace polemica anche gli anarchici [[Renzo Novatore]] e [[Auro D'Arcola]], che sempre sulle pagine de «[[La Testa di Ferro]]» avevano pubblicato diversi contributi letterari ed erano stati per questo criticati dalla rivista [[anarco-individualista]] «Nichilismo». Secondo Novatore, «Marinetti, censurabile per nazionalismo e combattentismo, sul terreno dell'eversione statale e della critica al costume converge sulle posizioni anarco-individualiste; lo statalismo dei socialisti d'ispirazione marxista è più inconciliabile con l'anarchia di quanto non lo siano il futurismo libertario e il fiumanesimo...»<ref>Claudia Salaris, ''La festa della rivoluzione'', pag 119</ref>


Le relazioni tra l'Impresa fiumana è l'[[anarchismo]] sono state ancora evidenziate dall'anarchico [[Hakim Bey]], che ha definito la Reggenza del Carnaro «la prima [[TAZ]] moderna», e da Emilio Gentile, secondo cui «il futurismo fiumano non pensava ad una rivoluzione condotta per il trinomio "modernità , italianità ", potenza ma vagheggiava una rivoluzione per la liberazione dell'individuo, delle classi e dei popoli.» <ref>Gentile, ''Il futurismo e la politica''.</ref>
Le relazioni tra l'Impresa fiumana è l'[[anarchismo]] sono state ancora evidenziate dall'anarchico [[Hakim Bey]], che ha definito la Reggenza del Carnaro «la prima [[TAZ]] moderna», e da Emilio Gentile, secondo cui «il futurismo fiumano non pensava ad una rivoluzione condotta per il trinomio "modernità, italianità ", potenza ma vagheggiava una rivoluzione per la liberazione dell'individuo, delle classi e dei popoli.» <ref>Gentile, ''Il futurismo e la politica''.</ref>
=== L'economia piratesca di Fiume ===
=== L'economia piratesca di Fiume ===


La "libera Fiume" non poteva contare su industrie produttive e dovette fronteggiare anche il blocco economico impostogli dal governo italiano. per far fronte a queste difficoltà , la città  si autofinanziò anche attraverso metodi non convenzionali, quali quelli che utilizzavano gli "'''Uscocchi'''" ,<ref>[http://fiumetrieste.blogspot.it/2011/09/i-pirati-uscocchi.html Uscocchi]</ref> ovvero i Legionari di [[Gabriele D'Annunzio]], che ripresero tanto il leggendario nome dei corsari della costa dalmata che nel cinquecento attaccavano le flotte dell'impero ottomano, quanto il loro modo d'agire "piratesco".  
La "libera Fiume" non poteva contare su industrie produttive e dovette fronteggiare anche il blocco economico impostogli dal governo italiano. per far fronte a queste difficoltà, la città  si autofinanziò anche attraverso metodi non convenzionali, quali quelli che utilizzavano gli "'''Uscocchi'''" ,<ref>[http://fiumetrieste.blogspot.it/2011/09/i-pirati-uscocchi.html Uscocchi]</ref> ovvero i Legionari di [[Gabriele D'Annunzio]], che ripresero tanto il leggendario nome dei corsari della costa dalmata che nel cinquecento attaccavano le flotte dell'impero ottomano, quanto il loro modo d'agire "piratesco".  


D'Annunzio dette mandato a diversi suoi ufficiali, tra cui il capitano Magri, di organizzare delle scorrerie in mare (talvolta anche in terra o attraverso l'utilizzo di spericolate azioni di Guido Keller) per trovare cibo, armi ed altro materiale necessario. A questi uomini il Vate dette il nome di “Uscocchi”. Essi catturarono diverse navi e piroscafi, tra cui la nave mercantile “Trapani” e il piroscafo “Cogne” (carico di seta, automobili, orologi e altri beni di lusso, per un valore globale stimato sui  200 milioni di lire), per il quale chiesero un riscatto di 12 milioni di lire. le imprese furono più d'una, attirando simpatie (ma anche critiche) da ogni parte del mondo.
D'Annunzio dette mandato a diversi suoi ufficiali, tra cui il capitano Magri, di organizzare delle scorrerie in mare (talvolta anche in terra o attraverso l'utilizzo di spericolate azioni di Guido Keller) per trovare cibo, armi ed altro materiale necessario. A questi uomini il Vate dette il nome di “Uscocchi”. Essi catturarono diverse navi e piroscafi, tra cui la nave mercantile “Trapani” e il piroscafo “Cogne” (carico di seta, automobili, orologi e altri beni di lusso, per un valore globale stimato sui  200 milioni di lire), per il quale chiesero un riscatto di 12 milioni di lire. le imprese furono più d'una, attirando simpatie (ma anche critiche) da ogni parte del mondo.
Riga 90: Riga 90:
[[File:Gramsci.png|thumb|150 px|[[Antonio Gramsci]]]]
[[File:Gramsci.png|thumb|150 px|[[Antonio Gramsci]]]]
[[File:Lenin CL Colour.jpg|left|150 px|thumb|[[Lenin]]]]
[[File:Lenin CL Colour.jpg|left|150 px|thumb|[[Lenin]]]]
La miglior definizione del rapporto fra il [[Fascismo|fascismo]] e l'Impresa di Fiume la diede [[Emilio Lussu]] (che comunque non aveva alcuna simpatia personale per Gabriele D'annunzio), conosciuto e rispettato combattente [[antifascismo|antifascista]], in un'intervista a Ivan Tagliaferri, autore di ''Morte alla morte'', libro dedicato alle [[formazioni di difesa proletaria]] ed in particolare agli [[Arditi del Popolo]]. [[Emilio Lussu]] <ref>Lussu guarda con un interesse, che del resto è reciproco, ai legionari fiumani e alla loro impresa, come dimostra la lettera a lui spedita da [[Alceste De Ambris]], capo di gabinetto di D'Annunzio. Ma, con ciò, non si può certo dire che egli sia stato influenzato propriamente dal nazionalismo italiano, come accadde invece a Orano e Cao, nella versione demagogica dannunziana e corradiniana; tantomeno da quella elitistica e aristocratica di Prezzolini e Papini. Anzi, respinge i concetti tradizionali di nazione e patria e scrive con piglio quasi marxiano nel 1921: «L'immensa schiera dei nostri contadini non aveva Patria» ([http://www.sotziu.it/lussu/lussu_-_francioni.htm Circolo [[Giustizia e Libertà ]] di Cagliari]) </ref> scriveva che gli ex combattenti erano tutti dei socialisti potenziali che avevano maturato una concezione [[internazionalismo|internazionalista]] in trincea... «Per capire la contraddittorietà , ma anche la sincerità  di quelle tensioni ideali, pensa alle simpatie che la rivoluzione Russa riscuote tra molti legionari Fiumani, si tratta di una pagina di storia che poi è stata “accomodata” e nascosta, ma fa pensare... Perché per il fascismo era importante appropriarsi anche dell'esperienza Fiumana? È semplice: perché il fascismo non aveva la storia del partito socialista, non aveva dietro di sé la cultura cattolica del partito popolare, non aveva neppure le vecchie tradizioni risorgimentali dei liberali; si trattava di un movimento nuovo, che si muoveva solo nella logica della presa del potere, privo di solide radici ideologiche o simboliche, che cercava di “mettere il cappello” ad un'ampia fetta di popolazione in cui era percepibile un disagio istintivo... Il fascismo aveva, insomma, l'esigenza di appropriarsi di una “storia” altrui, non avendone una propria...» <ref> Da intervista di [http://www.fumettidicarta.it/RealLife/OriginiAntifascismo/Morte_alla_Morte_Arditi_del_Popolo.htm Ivan Tagliaferri, autore di ''Morte alla morte'', libro sulla storia degli Arditi del Popolo] </ref>.
La miglior definizione del rapporto fra il [[Fascismo|fascismo]] e l'Impresa di Fiume la diede [[Emilio Lussu]] (che comunque non aveva alcuna simpatia personale per Gabriele D'annunzio), conosciuto e rispettato combattente [[antifascismo|antifascista]], in un'intervista a Ivan Tagliaferri, autore di ''Morte alla morte'', libro dedicato alle [[formazioni di difesa proletaria]] ed in particolare agli [[Arditi del Popolo]]. [[Emilio Lussu]] <ref>Lussu guarda con un interesse, che del resto è reciproco, ai legionari fiumani e alla loro impresa, come dimostra la lettera a lui spedita da [[Alceste De Ambris]], capo di gabinetto di D'Annunzio. Ma, con ciò, non si può certo dire che egli sia stato influenzato propriamente dal nazionalismo italiano, come accadde invece a Orano e Cao, nella versione demagogica dannunziana e corradiniana; tantomeno da quella elitistica e aristocratica di Prezzolini e Papini. Anzi, respinge i concetti tradizionali di nazione e patria e scrive con piglio quasi marxiano nel 1921: «L'immensa schiera dei nostri contadini non aveva Patria» ([http://www.sotziu.it/lussu/lussu_-_francioni.htm Circolo [[Giustizia e Libertà ]] di Cagliari]) </ref> scriveva che gli ex combattenti erano tutti dei socialisti potenziali che avevano maturato una concezione [[internazionalismo|internazionalista]] in trincea... «Per capire la contraddittorietà, ma anche la sincerità  di quelle tensioni ideali, pensa alle simpatie che la rivoluzione Russa riscuote tra molti legionari Fiumani, si tratta di una pagina di storia che poi è stata “accomodata” e nascosta, ma fa pensare... Perché per il fascismo era importante appropriarsi anche dell'esperienza Fiumana? È semplice: perché il fascismo non aveva la storia del partito socialista, non aveva dietro di sé la cultura cattolica del partito popolare, non aveva neppure le vecchie tradizioni risorgimentali dei liberali; si trattava di un movimento nuovo, che si muoveva solo nella logica della presa del potere, privo di solide radici ideologiche o simboliche, che cercava di “mettere il cappello” ad un'ampia fetta di popolazione in cui era percepibile un disagio istintivo... Il fascismo aveva, insomma, l'esigenza di appropriarsi di una “storia” altrui, non avendone una propria...» <ref> Da intervista di [http://www.fumettidicarta.it/RealLife/OriginiAntifascismo/Morte_alla_Morte_Arditi_del_Popolo.htm Ivan Tagliaferri, autore di ''Morte alla morte'', libro sulla storia degli Arditi del Popolo] </ref>.


Il [[6 gennaio]] [[1921]], su «L'Ordine Nuovo», [[Antonio Gramsci]] scrisse a difesa di D'Annunzio e dei legionari...: «L'onorevole Giolitti in documenti che sono emanazione diretta del potere di Stato ha più di una volta, con estrema violenza, caratterizzato l'avventura fiumana. I legionari sono stati presentati come un'orda di briganti, gente senza arte né parte, assetata solo di soddisfare le passioni elementari della bestialità  umana: la prepotenza, i quattrini, il possesso di molte donne. D'Annunzio, il capo dei legionari, è stato presentato come un pazzo, come un istrione, come un nemico della patria, come un seminatore di guerra civile, come un nemico di ogni legge umana e civile. Ai fini di governo, sono stati scatenati i sentimenti più intimi e profondi della coscienza collettiva: la santità  della famiglia violata, il sangue fraterno sparso freddamente, la integrità  e la libertà  delle persone lasciate in balìa di una soldataglia folle di vino e di lussuria, la fanciullezza contaminata dalla più sfrenata libidine. Su questi motivi il governo è riuscito ad ottenere un accordo quasi perfetto: l'opinione pubblica fu modellata con una plasticità  senza precedenti.»
Il [[6 gennaio]] [[1921]], su «L'Ordine Nuovo», [[Antonio Gramsci]] scrisse a difesa di D'Annunzio e dei legionari...: «L'onorevole Giolitti in documenti che sono emanazione diretta del potere di Stato ha più di una volta, con estrema violenza, caratterizzato l'avventura fiumana. I legionari sono stati presentati come un'orda di briganti, gente senza arte né parte, assetata solo di soddisfare le passioni elementari della bestialità  umana: la prepotenza, i quattrini, il possesso di molte donne. D'Annunzio, il capo dei legionari, è stato presentato come un pazzo, come un istrione, come un nemico della patria, come un seminatore di guerra civile, come un nemico di ogni legge umana e civile. Ai fini di governo, sono stati scatenati i sentimenti più intimi e profondi della coscienza collettiva: la santità  della famiglia violata, il sangue fraterno sparso freddamente, la integrità  e la libertà  delle persone lasciate in balìa di una soldataglia folle di vino e di lussuria, la fanciullezza contaminata dalla più sfrenata libidine. Su questi motivi il governo è riuscito ad ottenere un accordo quasi perfetto: l'opinione pubblica fu modellata con una plasticità  senza precedenti.»


Per [[Eros Francescangeli]], autore del libro più conosciuto libro sugli [[Arditi del Popolo]], l'Impresa di Fiume fu l'ambiente in cui alcune frange militari, in particolare quelle legate agli Arditi, iniziarono a prendere coscienza dell'iniquità  e del carattere antiproletario del [[Fascismo|fascismo]], definendo l'Impresa di Fiume: «Il brodo di cultura degli Arditi del Popolo». [[Antonio Gramsci]], tramite il "Legionario Fiumano" e [[comunismo|comunista]], il tenente [[Bruno Giordano]], tentò anche di prendere contatto col D'Annunzio per trasformare la sua impresa in una rivoluzione in [[Italia]]; anche [[Lenin]] dichiarò che D'Annunzio, a causa della sua notorietà  e personalità , era l'unico in grado di poter sostenere una [[rivoluzione]] proletaria nella penisola, non a caso la Russia Sovietica fu l'unico [[Stato]] a riconoscere il "Libero Stato di Fiume", fondato da [[Gabriele D'Annunzio]] secondo le indicazioni del [[sindacalismo rivoluzionario|sindacalista rivoluzionario]] [[Alceste De Ambris]].
Per [[Eros Francescangeli]], autore del libro più conosciuto libro sugli [[Arditi del Popolo]], l'Impresa di Fiume fu l'ambiente in cui alcune frange militari, in particolare quelle legate agli Arditi, iniziarono a prendere coscienza dell'iniquità  e del carattere antiproletario del [[Fascismo|fascismo]], definendo l'Impresa di Fiume: «Il brodo di cultura degli Arditi del Popolo». [[Antonio Gramsci]], tramite il "Legionario Fiumano" e [[comunismo|comunista]], il tenente [[Bruno Giordano]], tentò anche di prendere contatto col D'Annunzio per trasformare la sua impresa in una rivoluzione in [[Italia]]; anche [[Lenin]] dichiarò che D'Annunzio, a causa della sua notorietà  e personalità, era l'unico in grado di poter sostenere una [[rivoluzione]] proletaria nella penisola, non a caso la Russia Sovietica fu l'unico [[Stato]] a riconoscere il "Libero Stato di Fiume", fondato da [[Gabriele D'Annunzio]] secondo le indicazioni del [[sindacalismo rivoluzionario|sindacalista rivoluzionario]] [[Alceste De Ambris]].


==Cenni su D'Annunzio e sui suoi rapporti col fascismo==
==Cenni su D'Annunzio e sui suoi rapporti col fascismo==
Fra i primi studiosi che spiegarono il problema del rapporto febbrile e per nulla amichevole fra D'Annunzio e [[Mussolini]], tanto che durante il [[Fascismo|regime fascista]] il D'Annunzio fu posto sotto controllo da agenti del Duce, è lo storico Renzo De Felice, che trattò tali fatti nel suo ''D'Annunzio politico 1918-1938'' <ref name="la terza">Giuseppe Laterza e figli, 1978</ref>, che può essere letto come punto di ripartenza per la rilettura dell'Impresa di Fiume, nella interpretazione data [[Emilio Lussu]]. D'altro canto De Felice aveva utilizzato fonti per nulla sconosciute, come le testimonianze dei Legionari, estrapolate dai loro diari, e quant'altro. Un'altra fonte indispensabile per capire meglioi fatti di Fiume è la stampa di quel periodo e in particolare la rivista «La Testa di Ferro» <ref name="testa">«La Testa di Ferro» era il giornale di [[Mario Carli]], edito a Fiume, nel quale cui venivano </ref> del futurista [[Mario Carli]], in quel momento su posizioni filo bolsceviche ed anarchiche.
Fra i primi studiosi che spiegarono il problema del rapporto febbrile e per nulla amichevole fra D'Annunzio e [[Mussolini]], tanto che durante il [[Fascismo|regime fascista]] il D'Annunzio fu posto sotto controllo da agenti del Duce, è lo storico Renzo De Felice, che trattò tali fatti nel suo ''D'Annunzio politico 1918-1938'' <ref name="la terza">Giuseppe Laterza e figli, 1978</ref>, che può essere letto come punto di ripartenza per la rilettura dell'Impresa di Fiume, nella interpretazione data [[Emilio Lussu]]. D'altro canto De Felice aveva utilizzato fonti per nulla sconosciute, come le testimonianze dei Legionari, estrapolate dai loro diari, e quant'altro. Un'altra fonte indispensabile per capire meglioi fatti di Fiume è la stampa di quel periodo e in particolare la rivista «La Testa di Ferro» <ref name="testa">«La Testa di Ferro» era il giornale di [[Mario Carli]], edito a Fiume, nel quale cui venivano </ref> del futurista [[Mario Carli]], in quel momento su posizioni filo bolsceviche ed anarchiche.


L'impresa di Fiume fu quindi molto articolata e variegata, ed altro non fu che lo specchio della complessità  e della confusione del primo dopoguerra, in cui persino nei primordi del movimento fascista, il [[sansepolcrismo]], si può leggere: «una politica estera nazionale intesa a valorizzare, nelle competizioni pacifiche della civiltà , la Nazione... Il sequestro di tutti i beni delle congregazioni religiose e l'abolizione di tutte le mense Vescovili che costituiscono una enorme passività  per la Nazione e un privilegio di pochi.»
L'impresa di Fiume fu quindi molto articolata e variegata, ed altro non fu che lo specchio della complessità  e della confusione del primo dopoguerra, in cui persino nei primordi del movimento fascista, il [[sansepolcrismo]], si può leggere: «una politica estera nazionale intesa a valorizzare, nelle competizioni pacifiche della civiltà, la Nazione... Il sequestro di tutti i beni delle congregazioni religiose e l'abolizione di tutte le mense Vescovili che costituiscono una enorme passività  per la Nazione e un privilegio di pochi.»


Da ciò si evince che esso nasce come un movimento orientato a sinistra, anche se non [[marxismo|marxista]], e legato per certi aspetti al [[sindacalismo rivoluzionario]], di cui [[Alceste De Ambris]] (futuro redattore della costituzione fiumana) ne è un esempio.
Da ciò si evince che esso nasce come un movimento orientato a sinistra, anche se non [[marxismo|marxista]], e legato per certi aspetti al [[sindacalismo rivoluzionario]], di cui [[Alceste De Ambris]] (futuro redattore della costituzione fiumana) ne è un esempio.
Riga 106: Riga 106:


La Federazione Nazionale dei Legionari Fiumani emanò un Ordine del Giorno in data [[21 Settembre]] [[1922]] di precisa e intraprendente opposizione alla montante marea fascista. Dai diari di [[Tom Antongini]], segretario di D'annunzio, si evince questa frase:  
La Federazione Nazionale dei Legionari Fiumani emanò un Ordine del Giorno in data [[21 Settembre]] [[1922]] di precisa e intraprendente opposizione alla montante marea fascista. Dai diari di [[Tom Antongini]], segretario di D'annunzio, si evince questa frase:  
: «Fu in quell'occasione che Mussolini definì D'Annunzio "Malatestino": mai ingiuria fu sì vituperosa e raggelante nella sua malvagità , poiché D'Annunzio fu autenticamente un rivoluzionario, mentre il buon [[Errico Malatesta]] giungeva a proposito soltanto per le insurrezioni da operetta... [[Malatesta]] è antimilitarista, anche se si augura la sconfitta della [[Germania]]. Nel [[1919]] l'ultima vampata da rivoluzionario. Sceglie ancora l'Italia, dove arriva con un piroscafo e viene accolto trionfalmente. [[Malatesta]] e D'Annunzio accendono le loro micce, nelle fabbriche e a Fiume. L'anarchico rimane al fianco degli operai, ma non vuol prendere il potere:  Resteremo sempre nemici di qualsiasi governo, sia quello monarchico di oggi sia quello repubblicano o bolscevico di domani» <ref> [http://www.micciacorta.it/articolo.php?id_news=326 Frammenti di Novecento. Errico Malatesta anarchico per antonomasia Errico Malatesta (''Il manifesto'', 3 gennaio 2007)]</ref>  
: «Fu in quell'occasione che Mussolini definì D'Annunzio "Malatestino": mai ingiuria fu sì vituperosa e raggelante nella sua malvagità, poiché D'Annunzio fu autenticamente un rivoluzionario, mentre il buon [[Errico Malatesta]] giungeva a proposito soltanto per le insurrezioni da operetta... [[Malatesta]] è antimilitarista, anche se si augura la sconfitta della [[Germania]]. Nel [[1919]] l'ultima vampata da rivoluzionario. Sceglie ancora l'Italia, dove arriva con un piroscafo e viene accolto trionfalmente. [[Malatesta]] e D'Annunzio accendono le loro micce, nelle fabbriche e a Fiume. L'anarchico rimane al fianco degli operai, ma non vuol prendere il potere:  Resteremo sempre nemici di qualsiasi governo, sia quello monarchico di oggi sia quello repubblicano o bolscevico di domani» <ref> [http://www.micciacorta.it/articolo.php?id_news=326 Frammenti di Novecento. Errico Malatesta anarchico per antonomasia Errico Malatesta (''Il manifesto'', 3 gennaio 2007)]</ref>  


[[Gabriele D'Annunzio]], intanto, in varie dichiarazioni affermava invece:
[[Gabriele D'Annunzio]], intanto, in varie dichiarazioni affermava invece:
64 364

contributi