Aspetti libertari dell'impresa di Fiume: differenze tra le versioni

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#'''Lavoro''': si auspicava la necessità  di elevare le masse dal lavoro bruto e condurle verso una nuova dimensione di [[libertà ]] e spiritualità ;  
#'''Lavoro''': si auspicava la necessità  di elevare le masse dal lavoro bruto e condurle verso una nuova dimensione di [[libertà ]] e spiritualità ;  
#'''[[La proprietà ]]''': «nessuna proprietà  può essere riservata alla persona quasi fosse una sua parte; [] Unico titolo legittimo su qualsiasi mezzo di produzione e di scambio è il lavoro»;
#'''[[La proprietà ]]''': «nessuna proprietà  può essere riservata alla persona quasi fosse una sua parte; [...] Unico titolo legittimo su qualsiasi mezzo di produzione e di scambio è il lavoro»;
#'''L'istruzione''': gratuita, a livello elementare e per tutti i cittadini, a prescindere dal sesso; era previsto per tutti un insegnamento musicale di alto livello;
#'''L'istruzione''': gratuita, a livello elementare e per tutti i cittadini, a prescindere dal sesso; era previsto per tutti un insegnamento musicale di alto livello;
#'''La [[libertà ]]''': garantite quelle di stampa, riunione e associazione); garantiti anche i diritti politici (suffragio universale maschile e femminile), civili (riconoscimento del divorzio, già  esistente al momento dell'arrivo dei legionari) e sociali (diritto all'assistenza e alla previdenza sociale);  
#'''La [[libertà ]]''': garantite quelle di stampa, riunione e associazione); garantiti anche i diritti politici (suffragio universale maschile e femminile), civili (riconoscimento del divorzio, già  esistente al momento dell'arrivo dei legionari) e sociali (diritto all'assistenza e alla previdenza sociale);  
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Ad una critica dell'anarchico [[Gigi Damiani]], [[Mario Carli]] rispose prendendo le distanze dal [[fascismo]], trovando elementi comuni tra futurismo e pensiero libertario:
Ad una critica dell'anarchico [[Gigi Damiani]], [[Mario Carli]] rispose prendendo le distanze dal [[fascismo]], trovando elementi comuni tra futurismo e pensiero libertario:
:«Tutti sanno quanta dose di anarchismo sia nella nostra concezione futurista del mondo, che vorrebbe abolire tutte le cose inutili ed ingiuste: le dinastie ed i carceri, il papato e i tribunali, il parlamento e i privilegi, l'archeologia e i corrieri della sera [] io mi sento assai vicino alla concezione anarchica, cioè individualista, che vuol preparare un tipo di uomo libero e forte, unico e indiscusso arbitro dei propri destini…» (Mario Carli, ''Polemichedi anarchismo. Repliche a un avversario ultra-rosso'', in «La testa di ferro», [[3 ottobre]] [[1920]])
:«Tutti sanno quanta dose di anarchismo sia nella nostra concezione futurista del mondo, che vorrebbe abolire tutte le cose inutili ed ingiuste: le dinastie ed i carceri, il papato e i tribunali, il parlamento e i privilegi, l'archeologia e i corrieri della sera [...] io mi sento assai vicino alla concezione anarchica, cioè individualista, che vuol preparare un tipo di uomo libero e forte, unico e indiscusso arbitro dei propri destini...» (Mario Carli, ''Polemichedi anarchismo. Repliche a un avversario ultra-rosso'', in «La testa di ferro», [[3 ottobre]] [[1920]])


Come evidenzia Claudia Salaris nel suo ''La festa della rivoluzione'', ciò che separava anarchici e futuristi fiumani era principalmente la questione legata intorno al [[patriottismo]], e ad una polemica innescata da un anarchico con lo pseudonimo Brutno, Marinetti risponde rovando a conciliare [[patria]] e [[anarchia]]:
Come evidenzia Claudia Salaris nel suo ''La festa della rivoluzione'', ciò che separava anarchici e futuristi fiumani era principalmente la questione legata intorno al [[patriottismo]], e ad una polemica innescata da un anarchico con lo pseudonimo Brutno, Marinetti risponde rovando a conciliare [[patria]] e [[anarchia]]:
: «Vogliamo liberare l'Italia dal papato, dalla monarchia, dal senato, dal matrimonio, dal parlamento. Vogliamo un governo tecnico senza parlamento, vivificato da un consiglio, o eccitatorio di giovanissimi. Vogliamo l'abolizione degli eserciti permanenti, dei tribunali, delle polizie e delle carceri...Gli anarchici sono tutti più o meno die futuristi antipratici, platonici e pessimisti; mente noi futuristi siamo degli anarchici pratici, fattivi, ottimisti, con un campo delimitato per le nostre demolizioni e bonifiche. Il nostro patriottismo rivoluzionario non è fatto di sentimento, ma di dinamico senso pratico che vuole ad ogni costo esercitare un'azione reale, distruttrice e benefica.» (Marinetti, ''Polemiche di anarchismo. Patria?'', «La testa di ferro», [[10 ottobre]] [[1920]])
: «Vogliamo liberare l'Italia dal papato, dalla monarchia, dal senato, dal matrimonio, dal parlamento. Vogliamo un governo tecnico senza parlamento, vivificato da un consiglio, o eccitatorio di giovanissimi. Vogliamo l'abolizione degli eserciti permanenti, dei tribunali, delle polizie e delle carceri...Gli anarchici sono tutti più o meno die futuristi antipratici, platonici e pessimisti; mente noi futuristi siamo degli anarchici pratici, fattivi, ottimisti, con un campo delimitato per le nostre demolizioni e bonifiche. Il nostro patriottismo rivoluzionario non è fatto di sentimento, ma di dinamico senso pratico che vuole ad ogni costo esercitare un'azione reale, distruttrice e benefica.» (Marinetti, ''Polemiche di anarchismo. Patria?'', «La testa di ferro», [[10 ottobre]] [[1920]])


Nel celebre scritto di Marinetti ''Al di là  del comunismo'' <ref>[http://italpag.altervista.org/5_futurismo/futurismo16.htm Al di là  del comunismo]</ref>, che evidenziava anche il momentaneo alontanamento del poeta da Mussolini, coinvolse in una vivace polemica anche gli anarchici [[Renzo Novatore]] e [[Auro D'Arcola]], che sempre sulle pagine de «[[La Testa di Ferro]]» avevano pubblicato diversi contributi letterari ed erano stati per questo criticati dalla rivista [[anarco-individualista]] «Nichilismo». Secondo Novatore, «Marinetti, censurabile per nazionalismo e combattentismo, sul terreno dell'eversione statale e della critica al costume converge sulle posizioni anarco-individualiste; lo statalismo dei socialisti d'ispirazione marxista è più inconciliabile con l'anarchia di quanto non lo siano il futurismo libertario e il fiumanesimo…»<ref>Claudia Salaris, ''La festa della rivoluzione'', pag 119</ref>
Nel celebre scritto di Marinetti ''Al di là  del comunismo'' <ref>[http://italpag.altervista.org/5_futurismo/futurismo16.htm Al di là  del comunismo]</ref>, che evidenziava anche il momentaneo alontanamento del poeta da Mussolini, coinvolse in una vivace polemica anche gli anarchici [[Renzo Novatore]] e [[Auro D'Arcola]], che sempre sulle pagine de «[[La Testa di Ferro]]» avevano pubblicato diversi contributi letterari ed erano stati per questo criticati dalla rivista [[anarco-individualista]] «Nichilismo». Secondo Novatore, «Marinetti, censurabile per nazionalismo e combattentismo, sul terreno dell'eversione statale e della critica al costume converge sulle posizioni anarco-individualiste; lo statalismo dei socialisti d'ispirazione marxista è più inconciliabile con l'anarchia di quanto non lo siano il futurismo libertario e il fiumanesimo...»<ref>Claudia Salaris, ''La festa della rivoluzione'', pag 119</ref>


Le relazioni tra l'Impresa fiumana è l'[[anarchismo]] sono state ancora evidenziate dall'anarchico [[Hakim Bey]], che ha definito la Reggenza del Carnaro «la prima [[TAZ]] moderna», e da Emilio Gentile, secondo cui «il futurismo fiumano non pensava ad una rivoluzione condotta per il trinomio "modernità , italianità ", potenza ma vagheggiava una rivoluzione per la liberazione dell'individuo, delle classi e dei popoli.» <ref>Gentile, ''Il futurismo e la politica''.</ref>
Le relazioni tra l'Impresa fiumana è l'[[anarchismo]] sono state ancora evidenziate dall'anarchico [[Hakim Bey]], che ha definito la Reggenza del Carnaro «la prima [[TAZ]] moderna», e da Emilio Gentile, secondo cui «il futurismo fiumano non pensava ad una rivoluzione condotta per il trinomio "modernità , italianità ", potenza ma vagheggiava una rivoluzione per la liberazione dell'individuo, delle classi e dei popoli.» <ref>Gentile, ''Il futurismo e la politica''.</ref>
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[[File:Gramsci.png|thumb|150 px|[[Antonio Gramsci]]]]
[[File:Gramsci.png|thumb|150 px|[[Antonio Gramsci]]]]
[[File:Lenin CL Colour.jpg|left|150 px|thumb|[[Lenin]]]]
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La miglior definizione del rapporto fra il [[Fascismo|fascismo]] e l'Impresa di Fiume la diede [[Emilio Lussu]] (che comunque non aveva alcuna simpatia personale per Gabriele D'annunzio), conosciuto e rispettato combattente [[antifascismo|antifascista]], in un'intervista a Ivan Tagliaferri, autore di ''Morte alla morte'', libro dedicato alle [[formazioni di difesa proletaria]] ed in particolare agli [[Arditi del Popolo]]. [[Emilio Lussu]] <ref>Lussu guarda con un interesse, che del resto è reciproco, ai legionari fiumani e alla loro impresa, come dimostra la lettera a lui spedita da [[Alceste De Ambris]], capo di gabinetto di D'Annunzio. Ma, con ciò, non si può certo dire che egli sia stato influenzato propriamente dal nazionalismo italiano, come accadde invece a Orano e Cao, nella versione demagogica dannunziana e corradiniana; tantomeno da quella elitistica e aristocratica di Prezzolini e Papini. Anzi, respinge i concetti tradizionali di nazione e patria e scrive con piglio quasi marxiano nel 1921: «L'immensa schiera dei nostri contadini non aveva Patria» ([http://www.sotziu.it/lussu/lussu_-_francioni.htm Circolo [[Giustizia e Libertà ]] di Cagliari]) </ref> scriveva che gli ex combattenti erano tutti dei socialisti potenziali che avevano maturato una concezione [[internazionalismo|internazionalista]] in trincea… «Per capire la contraddittorietà , ma anche la sincerità  di quelle tensioni ideali, pensa alle simpatie che la rivoluzione Russa riscuote tra molti legionari Fiumani, si tratta di una pagina di storia che poi è stata “accomodata” e nascosta, ma fa pensare… Perché per il fascismo era importante appropriarsi anche dell'esperienza Fiumana? È semplice: perché il fascismo non aveva la storia del partito socialista, non aveva dietro di sé la cultura cattolica del partito popolare, non aveva neppure le vecchie tradizioni risorgimentali dei liberali; si trattava di un movimento nuovo, che si muoveva solo nella logica della presa del potere, privo di solide radici ideologiche o simboliche, che cercava di “mettere il cappello” ad un'ampia fetta di popolazione in cui era percepibile un disagio istintivo… Il fascismo aveva, insomma, l'esigenza di appropriarsi di una “storia” altrui, non avendone una propria...» <ref> Da intervista di [http://www.fumettidicarta.it/RealLife/OriginiAntifascismo/Morte_alla_Morte_Arditi_del_Popolo.htm Ivan Tagliaferri, autore di ''Morte alla morte'', libro sulla storia degli Arditi del Popolo] </ref>.
La miglior definizione del rapporto fra il [[Fascismo|fascismo]] e l'Impresa di Fiume la diede [[Emilio Lussu]] (che comunque non aveva alcuna simpatia personale per Gabriele D'annunzio), conosciuto e rispettato combattente [[antifascismo|antifascista]], in un'intervista a Ivan Tagliaferri, autore di ''Morte alla morte'', libro dedicato alle [[formazioni di difesa proletaria]] ed in particolare agli [[Arditi del Popolo]]. [[Emilio Lussu]] <ref>Lussu guarda con un interesse, che del resto è reciproco, ai legionari fiumani e alla loro impresa, come dimostra la lettera a lui spedita da [[Alceste De Ambris]], capo di gabinetto di D'Annunzio. Ma, con ciò, non si può certo dire che egli sia stato influenzato propriamente dal nazionalismo italiano, come accadde invece a Orano e Cao, nella versione demagogica dannunziana e corradiniana; tantomeno da quella elitistica e aristocratica di Prezzolini e Papini. Anzi, respinge i concetti tradizionali di nazione e patria e scrive con piglio quasi marxiano nel 1921: «L'immensa schiera dei nostri contadini non aveva Patria» ([http://www.sotziu.it/lussu/lussu_-_francioni.htm Circolo [[Giustizia e Libertà ]] di Cagliari]) </ref> scriveva che gli ex combattenti erano tutti dei socialisti potenziali che avevano maturato una concezione [[internazionalismo|internazionalista]] in trincea... «Per capire la contraddittorietà , ma anche la sincerità  di quelle tensioni ideali, pensa alle simpatie che la rivoluzione Russa riscuote tra molti legionari Fiumani, si tratta di una pagina di storia che poi è stata “accomodata” e nascosta, ma fa pensare... Perché per il fascismo era importante appropriarsi anche dell'esperienza Fiumana? È semplice: perché il fascismo non aveva la storia del partito socialista, non aveva dietro di sé la cultura cattolica del partito popolare, non aveva neppure le vecchie tradizioni risorgimentali dei liberali; si trattava di un movimento nuovo, che si muoveva solo nella logica della presa del potere, privo di solide radici ideologiche o simboliche, che cercava di “mettere il cappello” ad un'ampia fetta di popolazione in cui era percepibile un disagio istintivo... Il fascismo aveva, insomma, l'esigenza di appropriarsi di una “storia” altrui, non avendone una propria...» <ref> Da intervista di [http://www.fumettidicarta.it/RealLife/OriginiAntifascismo/Morte_alla_Morte_Arditi_del_Popolo.htm Ivan Tagliaferri, autore di ''Morte alla morte'', libro sulla storia degli Arditi del Popolo] </ref>.


Il [[6 gennaio]] [[1921]], su «L'Ordine Nuovo», [[Antonio Gramsci]] scrisse a difesa di D'Annunzio e dei legionari...: «L'onorevole Giolitti in documenti che sono emanazione diretta del potere di Stato ha più di una volta, con estrema violenza, caratterizzato l'avventura fiumana. I legionari sono stati presentati come un'orda di briganti, gente senza arte né parte, assetata solo di soddisfare le passioni elementari della bestialità  umana: la prepotenza, i quattrini, il possesso di molte donne. D'Annunzio, il capo dei legionari, è stato presentato come un pazzo, come un istrione, come un nemico della patria, come un seminatore di guerra civile, come un nemico di ogni legge umana e civile. Ai fini di governo, sono stati scatenati i sentimenti più intimi e profondi della coscienza collettiva: la santità  della famiglia violata, il sangue fraterno sparso freddamente, la integrità  e la libertà  delle persone lasciate in balìa di una soldataglia folle di vino e di lussuria, la fanciullezza contaminata dalla più sfrenata libidine. Su questi motivi il governo è riuscito ad ottenere un accordo quasi perfetto: l'opinione pubblica fu modellata con una plasticità  senza precedenti.»
Il [[6 gennaio]] [[1921]], su «L'Ordine Nuovo», [[Antonio Gramsci]] scrisse a difesa di D'Annunzio e dei legionari...: «L'onorevole Giolitti in documenti che sono emanazione diretta del potere di Stato ha più di una volta, con estrema violenza, caratterizzato l'avventura fiumana. I legionari sono stati presentati come un'orda di briganti, gente senza arte né parte, assetata solo di soddisfare le passioni elementari della bestialità  umana: la prepotenza, i quattrini, il possesso di molte donne. D'Annunzio, il capo dei legionari, è stato presentato come un pazzo, come un istrione, come un nemico della patria, come un seminatore di guerra civile, come un nemico di ogni legge umana e civile. Ai fini di governo, sono stati scatenati i sentimenti più intimi e profondi della coscienza collettiva: la santità  della famiglia violata, il sangue fraterno sparso freddamente, la integrità  e la libertà  delle persone lasciate in balìa di una soldataglia folle di vino e di lussuria, la fanciullezza contaminata dalla più sfrenata libidine. Su questi motivi il governo è riuscito ad ottenere un accordo quasi perfetto: l'opinione pubblica fu modellata con una plasticità  senza precedenti.»
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*[[Guido Keller]], intellettuale inizialmente con tendenze libertarie e poi membro del PNF (Partito Nazionale Fascista)
*[[Guido Keller]], intellettuale inizialmente con tendenze libertarie e poi membro del PNF (Partito Nazionale Fascista)
*[[Giovanni Comisso]], intellettuale e scrittore italiano
*[[Giovanni Comisso]], intellettuale e scrittore italiano
*[[Alessandro Forti]], legionario, su «[[La Testa di Ferro]]» descrive il ruolo degli intellettuali: «Se il proletariato intellettuale capirà  i nuovi tempi e saprà  accostarsi al proletariato manuale nella sua lotta di emancipazione [] non si troverà  più nella pericolosa e umiliante posizione di cuscinetto fra il capitalismo e il lavoro».
*[[Alessandro Forti]], legionario, su «[[La Testa di Ferro]]» descrive il ruolo degli intellettuali: «Se il proletariato intellettuale capirà  i nuovi tempi e saprà  accostarsi al proletariato manuale nella sua lotta di emancipazione [...] non si troverà  più nella pericolosa e umiliante posizione di cuscinetto fra il capitalismo e il lavoro».
*[[Leone Kochnitzky]], definito «intellettuale creativo», propuganatore dei soviet
*[[Leone Kochnitzky]], definito «intellettuale creativo», propuganatore dei soviet
*[[Henry Furst]], statunitense di origine tedesca, fu un regista teatrale. Poliglotta, sapeva parlare e scrivere correntemente in inglese, italiano, francese, tedesco. Si disse convinto che la vittoria della società  [[comunismo|comunista]] a livello mondiale era possibile e vicina, per questo tentò di influenzare D'Annunzio nelle sue scelte, aiutato in ciò da [[Leone Kochnitzky]]. Il ''vate'' tuttavia prese le distanze dai due fino al loro allontanamento da Fiume, mostrando ancora una volta quella che secondo molti storici fu una fatale indecisione del poeta rispetto ad una completa e strutturata scelta rivoluzionaria di classe.
*[[Henry Furst]], statunitense di origine tedesca, fu un regista teatrale. Poliglotta, sapeva parlare e scrivere correntemente in inglese, italiano, francese, tedesco. Si disse convinto che la vittoria della società  [[comunismo|comunista]] a livello mondiale era possibile e vicina, per questo tentò di influenzare D'Annunzio nelle sue scelte, aiutato in ciò da [[Leone Kochnitzky]]. Il ''vate'' tuttavia prese le distanze dai due fino al loro allontanamento da Fiume, mostrando ancora una volta quella che secondo molti storici fu una fatale indecisione del poeta rispetto ad una completa e strutturata scelta rivoluzionaria di classe.
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