Aspetti libertari dell'impresa di Fiume: differenze tra le versioni

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D'Annunzio dette mandato a diversi suoi ufficiali, tra cui il capitano Magri, di organizzare delle scorrerie in mare (talvolta anche in terra o attraverso l'utilizzo di spericolate azioni di Guido Keller) per trovare cibo, armi ed altro materiale necessario. A questi uomini il Vate dette il nome di “Uscocchi”. Essi catturarono diverse navi e piroscafi, tra cui la nave mercantile “Trapani” e il piroscafo “Cogne” (carico di seta, automobili, orologi e altri beni di lusso, per un valore globale stimato sui  200 milioni di lire), per il quale chiesero un riscatto di 12 milioni di lire. le imprese furono più d'una, attirando simpatie (ma anche critiche) da ogni parte del mondo.
D'Annunzio dette mandato a diversi suoi ufficiali, tra cui il capitano Magri, di organizzare delle scorrerie in mare (talvolta anche in terra o attraverso l'utilizzo di spericolate azioni di Guido Keller) per trovare cibo, armi ed altro materiale necessario. A questi uomini il Vate dette il nome di “Uscocchi”. Essi catturarono diverse navi e piroscafi, tra cui la nave mercantile “Trapani” e il piroscafo “Cogne” (carico di seta, automobili, orologi e altri beni di lusso, per un valore globale stimato sui  200 milioni di lire), per il quale chiesero un riscatto di 12 milioni di lire. le imprese furono più d'una, attirando simpatie (ma anche critiche) da ogni parte del mondo.


Gli Uscocchi agivano con l'intento di procurare beni materiali necessari a sfamare i fiumani, ma anche per creare una rete umana e solidaristica, secondo il principio tanto caro a D'Annunzio della [[economia del dono|filosofia del dono]], riassumibile nel suo celebre moto: «Io ho quel che ho donato».<ref>[http://www.uniurb.it/Filosofia/bibliografie/D%27Annunzio/Vittoriale.htm Io ho quel che ho donato]</ref>
Gli Uscocchi agivano con l'intento di procurare beni materiali necessari a sfamare i fiumani, ma anche per creare una rete umana e solidaristica, secondo il principio tanto caro a D'Annunzio della [[economia del dono|filosofia del dono]], riassumibile nel suo celebre moto: «Io ho quel che ho donato». <ref>[http://www.uniurb.it/Filosofia/bibliografie/D%27Annunzio/Vittoriale.htm Io ho quel che ho donato]</ref>


==Considerazioni da sinistra sull'occupazione di Fiume ==
==Considerazioni da sinistra sull'occupazione di Fiume ==
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</ref> e dall'altra concedendo un esilio dorato a D'Annunzio. Privilegi non certo concessi ai proletari che ancora languivano in [[carcere]] dopo i moti rivoluzionari del [[biennio rosso]].
</ref> e dall'altra concedendo un esilio dorato a D'Annunzio. Privilegi non certo concessi ai proletari che ancora languivano in [[carcere]] dopo i moti rivoluzionari del [[biennio rosso]].


Per [[Eros Francescangeli]], autore del libro più conosciuto libro sugli [[Arditi del Popolo]], l'Impresa di Fiume fu l'ambiente in cui alcune frange militari, in particolare quelle legate agli Arditi, iniziarono a prendere coscienza dell'iniquità  e del carattere antiproletario del [[Fascismo|fascismo]], definendo l'Impresa di Fiume: «Il brodo di cultura degli Arditi del Popolo». [[Antonio Gramsci]], tramite il "Legionario Fiumano" e [[comunismo|comunista]], il tenente [[Bruno Giordano]], tentò senza riuscirci anche di prendere contatto col D'Annunzio per sfruttare le sue divergenze con Mussolini e fermare sul nascere un uomo con mire tiranniche; si dice che anche [[Lenin]] dichiarò che D'Annunzio, a causa della sua notorietà  e personalità, era l'unico in grado di poter sostenere una [[rivoluzione]] proletaria nella penisola, non a caso la Russia Sovietica fu l'unico [[Stato]] a riconoscere il "Libero Stato di Fiume", fondato da [[Gabriele D'Annunzio]] secondo le indicazioni del [[sindacalismo rivoluzionario|sindacalista rivoluzionario]] [[Alceste De Ambris]].<ref>Non esistono in tal senso fonti primarie che avvalorino questa tesi.</ref>
Per [[Eros Francescangeli]], autore del libro più conosciuto libro sugli [[Arditi del Popolo]], l'Impresa di Fiume fu l'ambiente in cui alcune frange militari, in particolare quelle legate agli Arditi, iniziarono a prendere coscienza dell'iniquità  e del carattere antiproletario del [[Fascismo|fascismo]], definendo l'Impresa di Fiume: «Il brodo di cultura degli Arditi del Popolo». [[Antonio Gramsci]], tramite il "Legionario Fiumano" e [[comunismo|comunista]], il tenente [[Bruno Giordano]], tentò senza riuscirci anche di prendere contatto col D'Annunzio per sfruttare le sue divergenze con Mussolini e fermare sul nascere un uomo con mire tiranniche; si dice che anche [[Lenin]] dichiarò che D'Annunzio, a causa della sua notorietà  e personalità, era l'unico in grado di poter sostenere una [[rivoluzione]] proletaria nella penisola, non a caso la Russia Sovietica fu l'unico [[Stato]] a riconoscere il "Libero Stato di Fiume", fondato da [[Gabriele D'Annunzio]] secondo le indicazioni del [[sindacalismo rivoluzionario|sindacalista rivoluzionario]] [[Alceste De Ambris]]. <ref>Non esistono in tal senso fonti primarie che avvalorino questa tesi.</ref>


==Cenni su D'Annunzio e sui suoi rapporti col fascismo==
==Cenni su D'Annunzio e sui suoi rapporti col fascismo==
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*[[Renzo Novatore]], artista di grande importanza e [[anarco-individualismo|anarchico individualista]]. Morì nello scontro a fuoco coi carabinieri a Murta, presso di Genova. Non partecipò peraltro in maniera diretta all'impresa fiumana ma la appoggiò con i suoi articoli.
*[[Renzo Novatore]], artista di grande importanza e [[anarco-individualismo|anarchico individualista]]. Morì nello scontro a fuoco coi carabinieri a Murta, presso di Genova. Non partecipò peraltro in maniera diretta all'impresa fiumana ma la appoggiò con i suoi articoli.
*[[Giovanni Governato]], artista ''cromatico'', futurista di tendenze anarchiche, appartenne all'avanguardia del tempo insieme a [[Giacomo Balla]], [[Umberto Boccioni]], [[Depero]], [[Dottori]], [[Dudreville]]. Fu amico di [[Renzo Novatore]]; imputato di favoreggiamento nei confronti di questi, fu assolto al processo tenuto a La Spezia grazie ad un'astutissima difesa da parte di un avvocato fascista che gli era legato da vincoli di amicizia. Anche Governato pur non presente fece grossa propaganda per l'Impresa di Fiume.
*[[Giovanni Governato]], artista ''cromatico'', futurista di tendenze anarchiche, appartenne all'avanguardia del tempo insieme a [[Giacomo Balla]], [[Umberto Boccioni]], [[Depero]], [[Dottori]], [[Dudreville]]. Fu amico di [[Renzo Novatore]]; imputato di favoreggiamento nei confronti di questi, fu assolto al processo tenuto a La Spezia grazie ad un'astutissima difesa da parte di un avvocato fascista che gli era legato da vincoli di amicizia. Anche Governato pur non presente fece grossa propaganda per l'Impresa di Fiume.
*[[Mario Carli]], scrive: «Prendendo la Russia come modello tipico di rivoluzione sociale, si vede anzitutto che il bolscevismo è stato un movimento, non tanto grettamente espropriatore, quanto rinnovatore, perché ha voluto ricostituire in base a ideali vasti e profondi l'edificio sociale, assurdamente sbilenco sotto il decrepito regime zarista. Inoltre il bolscevismo russo, animato da un potente soffio di misticismo, non si è mosso con quei criteri di pacifismo codardo, che fanno dei cortei proletari italiani altrettante processioni d'innocenti agnellini [...]. Il popolo russo ha saputo anche difendere la sua rivoluzione, e gli eserciti di [[Lenin]] si sono battuti, spesso, vittoriosamente, contro i bianchi paladini della reazione. Assodato poi che i socialisti italiani non credono nella rivoluzione, non la vogliono e non fanno nulla per provocarla, possiamo stabilire in modo definitivo che noi legionari non avremo mai alcun contatto, e neppure alcun cenno d'approccio, con quella ottusa cocciuta prettissima e cretinissima Chiesa che è il Partito Ufficiale Socialista italiano...»  (Mario Carli, Con D'Annunzio a Fiume, Milano, Facchi Editore, 1920; pag. 106-107).<ref> [http://digilander.libero.it/fiammecremisi/dopoguerra1/fiume.htm da fiammecremisi]</ref>
*[[Mario Carli]], scrive: «Prendendo la Russia come modello tipico di rivoluzione sociale, si vede anzitutto che il bolscevismo è stato un movimento, non tanto grettamente espropriatore, quanto rinnovatore, perché ha voluto ricostituire in base a ideali vasti e profondi l'edificio sociale, assurdamente sbilenco sotto il decrepito regime zarista. Inoltre il bolscevismo russo, animato da un potente soffio di misticismo, non si è mosso con quei criteri di pacifismo codardo, che fanno dei cortei proletari italiani altrettante processioni d'innocenti agnellini [...]. Il popolo russo ha saputo anche difendere la sua rivoluzione, e gli eserciti di [[Lenin]] si sono battuti, spesso, vittoriosamente, contro i bianchi paladini della reazione. Assodato poi che i socialisti italiani non credono nella rivoluzione, non la vogliono e non fanno nulla per provocarla, possiamo stabilire in modo definitivo che noi legionari non avremo mai alcun contatto, e neppure alcun cenno d'approccio, con quella ottusa cocciuta prettissima e cretinissima Chiesa che è il Partito Ufficiale Socialista italiano...»  (Mario Carli, Con D'Annunzio a Fiume, Milano, Facchi Editore, 1920; pag. 106-107). <ref> [http://digilander.libero.it/fiammecremisi/dopoguerra1/fiume.htm da fiammecremisi]</ref>
*[[Giuseppe Di Vittorio]], organizzatore della difesa della sede della Camera del Lavoro di Bari dagli attacchi squadristi di Caradonna, che furono duramente sconfitti. Gli ex legionari fiumani gli chiesero una sola condizione, ovvero che il suo movimento non assumesse caratteristiche espressamente antinazionali, condizione che il futuro [[sindacalismo|capo sindacalista]] al tempo anarchico, accettò. Al tempo dell'Alleanza del Lavoro (costituitasi con tutte le forze politiche e sindacali di sinistra per fronteggiare la violenza fascista) aveva come Leader Di Vittorio che aveva organizzato a Bari un forte movimento di [[Arditi del Popolo]].
*[[Giuseppe Di Vittorio]], organizzatore della difesa della sede della Camera del Lavoro di Bari dagli attacchi squadristi di Caradonna, che furono duramente sconfitti. Gli ex legionari fiumani gli chiesero una sola condizione, ovvero che il suo movimento non assumesse caratteristiche espressamente antinazionali, condizione che il futuro [[sindacalismo|capo sindacalista]] al tempo anarchico, accettò. Al tempo dell'Alleanza del Lavoro (costituitasi con tutte le forze politiche e sindacali di sinistra per fronteggiare la violenza fascista) aveva come Leader Di Vittorio che aveva organizzato a Bari un forte movimento di [[Arditi del Popolo]].
*[[Renato Cigarini]], avvocato, partigiano italiano, ardito, ex legionario fiumano, [[antifascismo|antifascista]] e [[comunismo|comunista]]. È stato amico di [[Antonio Gramsci]] e prese la tessera del PCdI nel [[1923]], periodo di pieno avvento e stabilizzazione del fascismo. Nel secondo dopoguerra fu anche il primo dei tesorieri del PCI <ref>«Da giovane, con la benedizione di Antonio Gramsci, Cigarini aveva partecipato alla marcia su Fiume al seguito di Gabriele D'Annunzio, la stella rossa appuntata sul bavero della divisa da ardito. Tessera comunista dal 1923, galera, confino, Resistenza...» [https://web.archive.org/web/20071014155726/http://www.dsmilano.it/html/Pressroom/2005/08/rep5_0813_antenati-di-consorte.htm da La Repubblica del 13 agosto 2005]</ref>
*[[Renato Cigarini]], avvocato, partigiano italiano, ardito, ex legionario fiumano, [[antifascismo|antifascista]] e [[comunismo|comunista]]. È stato amico di [[Antonio Gramsci]] e prese la tessera del PCdI nel [[1923]], periodo di pieno avvento e stabilizzazione del fascismo. Nel secondo dopoguerra fu anche il primo dei tesorieri del PCI <ref>«Da giovane, con la benedizione di Antonio Gramsci, Cigarini aveva partecipato alla marcia su Fiume al seguito di Gabriele D'Annunzio, la stella rossa appuntata sul bavero della divisa da ardito. Tessera comunista dal 1923, galera, confino, Resistenza...» [https://web.archive.org/web/20071014155726/http://www.dsmilano.it/html/Pressroom/2005/08/rep5_0813_antenati-di-consorte.htm da La Repubblica del 13 agosto 2005]</ref>
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