Antonio Malara: differenze tra le versioni

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Alla fine della guerra partecipa al Congresso di Carrara ([[15 settembre|15]]-[[19 settembre]] [[1945]]), che sancisce la nascita della [[Federazione Anarchica Italiana]], in qualità di rappresentante del Gruppo Libertario di Cinquefrondi, della cui delegazione fanno parte anche [[Giacomo Bottino]] e [[Luigi Sofrà]] <ref name="Umanità Nova">[http://www.federazioneanarchica.org/archivio/1945.html Archivio FAI]</ref>. Negli anni successivi è presente ai vari Congressi e Convegni nazionali della [[FAI]] che struttureranno meglio la storica organizzazione italiana. In questo periodo si impegna per la riassunzione dei licenziati politici calabresi, entrando anche nel CC dello SFI. Nel [[1947]], assieme ad [[Augusto Castrucci]], [[David Martini]], [[Enzo Fantozzi]] e [[Camillo Signorini]], partecipa alla fondazione della [[FAISF]] (Federazione A-partitica Italiana Sindacato Ferrovieri, poi divenuta FASFI), che sarà definitivamente sciolta il [[25 febbraio]] [[1949]] a Roma <ref name="ponte">[http://isole.ecn.org/ponte/classici/castrucci.php Documento Circolo Ponte della Ghisolfa]</ref>, città in cui si era nel frattempo trasferito e dove si fermerà fino alla fine degli anni '50, quando farà ritorno a Cosenza.
Alla fine della guerra partecipa al Congresso di Carrara ([[15 settembre|15]]-[[19 settembre]] [[1945]]), che sancisce la nascita della [[Federazione Anarchica Italiana]], in qualità di rappresentante del Gruppo Libertario di Cinquefrondi, della cui delegazione fanno parte anche [[Giacomo Bottino]] e [[Luigi Sofrà]] <ref name="Umanità Nova">[http://www.federazioneanarchica.org/archivio/1945.html Archivio FAI]</ref>. Negli anni successivi è presente ai vari Congressi e Convegni nazionali della [[FAI]] che struttureranno meglio la storica organizzazione italiana. In questo periodo si impegna per la riassunzione dei licenziati politici calabresi, entrando anche nel CC dello SFI. Nel [[1947]], assieme ad [[Augusto Castrucci]], [[David Martini]], [[Enzo Fantozzi]] e [[Camillo Signorini]], partecipa alla fondazione della [[FAISF]] (Federazione A-partitica Italiana Sindacato Ferrovieri, poi divenuta FASFI), che sarà definitivamente sciolta il [[25 febbraio]] [[1949]] a Roma <ref name="ponte">[http://isole.ecn.org/ponte/classici/castrucci.php Documento Circolo Ponte della Ghisolfa]</ref>, città in cui si era nel frattempo trasferito e dove si fermerà fino alla fine degli anni '50, quando farà ritorno a Cosenza.


Nel [[1965]] quando la [[FAI]] è lacerata dal conflitto tra [[Correnti_anarchiche#Organizzatori_e_antiorganizzatori|“organizzatori” e “antiorganizzatori”]], Malara aderisce all'ala [[organizzatrice]] e [[Errico Malatesta|malatestiana]]; nel [[1968]] milita nel “gruppo Bakunin” di Cosenza, particolarmente attivo anche nel movimento studentesco e nelle lotte sociali. Dopo la strage di Piazza Fontana, il gruppo di Malara subisce l'[[repressione|ondata repressiva]] che li costringe a riorganizzarsi e a cambiare nome in “[[Gruppo Errico Malatesta]]”. Questo ed altri gruppi calabresi nel [[1973]] danno vita all'[[Organizzazione anarchica calabrese]], formata soprattutto da gruppi e [[Individualità |individualità]] del cosentino e del reggino, che saranno particolarmente attivi nella campagna di denuncia della strategia della tensione.  
Nel [[1965]] quando la [[FAI]] è lacerata dal conflitto tra [[Correnti_anarchiche#Organizzatori_e_antiorganizzatori|“organizzatori” e “antiorganizzatori”]], Malara aderisce all'ala [[organizzatrice]] e [[Errico Malatesta|malatestiana]]; nel [[1968]] milita nel “gruppo Bakunin” di Cosenza, particolarmente attivo anche nel movimento studentesco e nelle lotte sociali. Dopo la strage di piazza Fontana, il gruppo di Malara subisce l'[[repressione|ondata repressiva]] che li costringe a riorganizzarsi e a cambiare nome in “[[Gruppo Errico Malatesta]]”. Questo ed altri gruppi calabresi nel [[1973]] danno vita all'[[Organizzazione anarchica calabrese]], formata soprattutto da gruppi e [[Individualità |individualità]] del cosentino e del reggino, che saranno particolarmente attivi nella campagna di denuncia della strategia della tensione.  


Nino Malara muore a Roma il [[17 marzo]] [[1975]].
Nino Malara muore a Roma il [[17 marzo]] [[1975]].
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