Anna Maria Pietroni: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
== Biografia ==


Nata in una famiglia di militanti anarchici, suo padre, ferroviere ad Ancona, frequenta gli stessi ambienti anarchici di [[Malatesta]] e proprio per questo durante il [[fascismo]] perderà il lavoro. Suo fratello [[Manlio Pietroni|Manlio]], anch'egli anarchico, sarà condannato l'[[8 gennaio]] [[1940]] dal tribunale speciale ad un anno di [[carcere]] in quanto attivista anarchico.
Nata in una famiglia di militanti anarchici, suo padre, ferroviere ad Ancona, frequenta gli stessi ambienti anarchici di [[Malatesta]] e proprio per questo durante il [[fascismo]] perderà il lavoro. Suo fratello [[Manlio Pietroni|Manlio]], anch'egli anarchico, sarà condannato l'[[8 gennaio]] [[1940]] dal tribunale speciale ad un anno di [[carcere]] in quanto attivista anarchico.


Anna Maria compie studi letterari al liceo, si avvicina agli ambienti comunisti e poi, pur giovanissima, prende parte alla [[gli anarchici e la resistenza antifascista|resistenza antifascista]] come staffetta dei partigiani. Dopo un matrimonio durato solo qualche giorno, si risposa con il militante comunista [[Veraldo Rossi]] (nato nel [[1921]]), da cui avrà due figli. Dopo la Liberazione, la Pietroni abbandona il Partito Comunista e si avvicina al [[movimento anarchico]] instaurando una lunghissima collaborazione con il settimanale «[[Umanità Nova]]». Dal [[1963]] al [[1965]], contribuisce con Aldo e i membri del gruppo della Garbatella di Roma alla pubblicazione del bollettino «La Bussola». In seguito alle polemiche suscitate nel movimento anarchico internazionale sulla questione cubana e le dimissioni di [[Armando Borghi]] dopo il congresso del [[1965]], entra con il marito [[Veraldo Rossi|Aldo]] nella nuova redazione di «[[Umanità Nova]]».
Anna Maria compie studi letterari al liceo, si avvicina agli ambienti comunisti e poi, pur giovanissima, prende parte alla [[gli anarchici e la resistenza antifascista|resistenza antifascista]] come staffetta dei partigiani. Dopo un matrimonio durato solo qualche giorno, si risposa con il militante comunista [[Veraldo Rossi]] (nato nel [[1921]]), da cui avrà due figli. Dopo la Liberazione, la Pietroni abbandona il Partito Comunista e si avvicina al [[movimento anarchico]] instaurando una lunghissima collaborazione con il settimanale «[[Umanità Nova]]». Dal [[1963]] al [[1965]], contribuisce con Aldo e i membri del gruppo della Garbatella di Roma alla pubblicazione del bollettino «La Bussola». In seguito alle polemiche suscitate nel movimento anarchico internazionale sulla questione cubana e le dimissioni di [[Armando Borghi]] dopo il congresso del [[1965]], entra con il marito [[Veraldo Rossi|Aldo]] nella nuova redazione di «[[Umanità Nova]]».


Dopo la [[strage di Stato]] del [[12 dicembre]] [[1969]] a Milano, partecipa attivamente alla controinchiesta che aiuterà a far luce sulla vera natura dell'attacco (fascista e istituzionale). Inoltre partecipa alla campagna di sostegno all'anarchico [[Giovanni Marini]], condannato a nove anni di prigione per essersi difeso da un attacco armato di un gruppo fascista ferendo a morte uno dei suoi assalitori.
Dopo la [[strage di Stato]] del [[12 dicembre]] [[1969]] a Milano, partecipa attivamente alla controinchiesta che aiuterà a far luce sulla vera natura dell'attacco (fascista e istituzionale). Inoltre partecipa alla campagna di sostegno all'anarchico [[Giovanni Marini]], condannato a nove anni di prigione per essersi difeso da un attacco armato di un gruppo fascista ferendo a morte uno dei suoi assalitori.


Anna Maria Pietroni muore con il marito Aldo in un incidente stradale avvenuto la notte tra il [[27 aprile|27]] e [[28 aprile]] [[1974]].
Anna Maria Pietroni muore con il marito Aldo in un incidente stradale avvenuto la notte tra il [[27 aprile|27]] e [[28 aprile]] [[1974]].
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