Anarchismo e Massoneria: differenze tra le versioni

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Fu però intorno al [[1924]] che tale idea cominciò ad essere infiltrata negli ambienti del fuoriuscitismo, proprio grazie al nipote di Garibaldi che sfruttò abilmente il suo cognome per darsi una parvenza di affidabilità di cui in realtà non avrebbe dovuto godere poiché aveva partecipato anche agli intrighi [[antimilitarismo|antimilitaristi]] della prima guerra mondiale.  
Fu però intorno al [[1924]] che tale idea cominciò ad essere infiltrata negli ambienti del fuoriuscitismo, proprio grazie al nipote di Garibaldi che sfruttò abilmente il suo cognome per darsi una parvenza di affidabilità di cui in realtà non avrebbe dovuto godere poiché aveva partecipato anche agli intrighi [[antimilitarismo|antimilitaristi]] della prima guerra mondiale.  


Ricciotti jr, che si avvalse del sostegno finanziario della massoneria, inizialmente individuò negli anarchici italiani esiliati in [[Francia]] le vittime del suo complotto. <ref>«In campo anarchico i due raggruppamenti più attivi erano il Comitato Pro Vittime Politiche, che teneva la riunione domenicale in un retrobottega vicino a Place de la République, e il gruppo “Pietro Gori” costituito in gran parte da un nucleo di anconetani molto attivi nella città marchigiana durante il Biennio rosso» ([http://storiaefuturo.eu/vicenda-rimossa-laffaire-ricciotti-garibaldi-lantifascismo-lingua-italiana-in-francia/ Una vicenda rimossa, l'affaire Ricicotti jr])</ref> Molti di loro erano stati in realtà sin dall'inizio sospettosi (su tutti [[Ugo Fedeli]], [[Virgilio Gozzoli]] e [[Tintino Rasi]]), altri invece si mostrarono più fiduciosi (su tutti [[Erasmo Abate]] e [[Alberto Meschi]]). Quindi, il primo risultato ottenuto dal complotto fu quello di dividere gli anarchici esiliati, a cui tentò di porre rimedio [[Armando Borghi]] con la costituzione di un comitato («Alleanza Libertaria») che valutasse attentamente la questione.  
Ricciotti jr, che si avvalse del sostegno finanziario della massoneria, inizialmente individuò negli anarchici italiani esiliati in [[Francia]] le vittime del suo complotto. <ref>«In campo anarchico i due raggruppamenti più attivi erano il Comitato Pro Vittime Politiche, che teneva la riunione domenicale in un retrobottega vicino a Place de la République, e il gruppo “Pietro Gori” costituito in gran parte da un nucleo di anconetani molto attivi nella città marchigiana durante il Biennio rosso» (''[http://storiaefuturo.eu/vicenda-rimossa-laffaire-ricciotti-garibaldi-lantifascismo-lingua-italiana-in-francia/ Una vicenda rimossa, l'affaire Ricicotti jr]'').</ref> Molti di loro erano stati in realtà sin dall'inizio sospettosi (su tutti [[Ugo Fedeli]], [[Virgilio Gozzoli]] e [[Tintino Rasi]]), altri invece si mostrarono più fiduciosi (su tutti [[Erasmo Abate]] e [[Alberto Meschi]]). Quindi, il primo risultato ottenuto dal complotto fu quello di dividere gli anarchici esiliati, a cui tentò di porre rimedio [[Armando Borghi]] con la costituzione di un comitato («Alleanza Libertaria») che valutasse attentamente la questione.  


In breve tempo però le ambiguità di Ricciotti jr saltarono fuori una dopo l'altra (gerarchizzazione delle legioni, vera e propria schedatura degli antifascisti, ecc.), in particolare i sospetti nascevano dal fatto che la spedizione venisse continuamente rimandata. Alla resa dei conti quasi tutti gli anarchici abbandonarono lo pseudo-progetto perché puzzava tremendamente di trappola. A quel punto, la spia [[fascista]] Garibaldi cercò di infiltrasi tra i fuoriusciti degli ambienti democratici, proponendo ancora una volta un'azione militare [[antifascista]] per destituire il Duce.  
In breve tempo però le ambiguità di Ricciotti jr saltarono fuori una dopo l'altra (gerarchizzazione delle legioni, vera e propria schedatura degli antifascisti, ecc.), in particolare i sospetti nascevano dal fatto che la spedizione venisse continuamente rimandata. Alla resa dei conti quasi tutti gli anarchici abbandonarono lo pseudo-progetto perché puzzava tremendamente di trappola. A quel punto, la spia [[fascista]] Garibaldi cercò di infiltrasi tra i fuoriusciti degli ambienti democratici, proponendo ancora una volta un'azione militare [[antifascista]] per destituire il Duce.  
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