Anarchia e diritto (di Pier Francesco Zarcone): differenze tra le versioni

nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 64: Riga 64:
Pur tuttavia, in sociologia politica da tempo è stata introdotta una distinzione che ha una sua obiettiva ragion d'essere, in quanto a livello essenziale sono individuabili due differenti specie nell'ambito del più ampio genere della macro-associazione: la società e la comunità. La seconda è antica, mentre le prima è moderna.
Pur tuttavia, in sociologia politica da tempo è stata introdotta una distinzione che ha una sua obiettiva ragion d'essere, in quanto a livello essenziale sono individuabili due differenti specie nell'ambito del più ampio genere della macro-associazione: la società e la comunità. La seconda è antica, mentre le prima è moderna.


L'essenza della comunità sta nella profonda unità del differente che vive al suo interno e la costituisce; di modo che la partecipazione ad essa non è per il singolo un'alienazione bensì una realizzazione. La società, invece, è costituita da "una cerchia di uomini che, come nella comunità, vivono e abitano (...) l'uno accanto all'altro, ma che sono non già essenzialmente legati, bensì essenzialmente separati, rimanendo separati nonostante tutti i legami, mentre là [nella comunità; NdR] rimangono legati nonostante tutte le separazioni. (...) ognuno sta per proprio conto ed in uno stato di tensione contro tutti gli altri. (...) ciò che uno possiede e gode è posseduto e goduto contro tutti gli altri; non esiste in realtà alcun bene che sia tale per tutti" (4). E nelle società capitaliste questa è la regola generale.
L'essenza della comunità sta nella profonda unità del differente che vive al suo interno e la costituisce; di modo che la partecipazione ad essa non è per il singolo un'alienazione bensì una realizzazione. La società, invece, è costituita da "una cerchia di uomini che, come nella comunità, vivono e abitano (...) l'uno accanto all'altro, ma che sono non già essenzialmente legati, bensì essenzialmente separati, rimanendo separati nonostante tutti i legami, mentre là [nella comunità] rimangono legati nonostante tutte le separazioni. (...) ognuno sta per proprio conto ed in uno stato di tensione contro tutti gli altri. (...) ciò che uno possiede e gode è posseduto e goduto contro tutti gli altri; non esiste in realtà alcun bene che sia tale per tutti" (4). E nelle società capitaliste questa è la regola generale.
I comunisti anarchici per parte loro puntano alla creazione di comunità che si federino fra di loro, dilatando al massimo il senso dell'appartenenza, della partecipazione e dell'affratellamento. È in questa prospettiva che vanno impostati ed esaminati i problemi che si possono porre.
I comunisti anarchici per parte loro puntano alla creazione di comunità che si federino fra di loro, dilatando al massimo il senso dell'appartenenza, della partecipazione e dell'affratellamento. È in questa prospettiva che vanno impostati ed esaminati i problemi che si possono porre.


Riga 127: Riga 127:
Il fatto è che i maggiori pensatori e rivoluzionari comunisti anarchici che più hanno inciso sull'anarchismo nel mondo, oltre a ragionare sulle possibili linee organizzative di base di una società senza Stato (sia per chiarirsi le idee, sia per essere in grado di dare risposte coerenti alle inevitabili obiezioni degli avversari), lo hanno inteso come organismo esterno e/o sovraordinato alla società, con tutto quello che ne è conseguito e ne consegue; prospettando, però, un assetto comunitario in cui - bandito il dominio - l'autorità promana dal basso verso l'alto, con una "globalità " che abbraccia il politico e l'economico.
Il fatto è che i maggiori pensatori e rivoluzionari comunisti anarchici che più hanno inciso sull'anarchismo nel mondo, oltre a ragionare sulle possibili linee organizzative di base di una società senza Stato (sia per chiarirsi le idee, sia per essere in grado di dare risposte coerenti alle inevitabili obiezioni degli avversari), lo hanno inteso come organismo esterno e/o sovraordinato alla società, con tutto quello che ne è conseguito e ne consegue; prospettando, però, un assetto comunitario in cui - bandito il dominio - l'autorità promana dal basso verso l'alto, con una "globalità " che abbraccia il politico e l'economico.


Tant'è che in quest'ottica [[Noam Chomsky]] ha potuto scrivere che "Gli anarchici, quelli a cui ci riferiamo [Bakunin e Kropotkin; NdR] hanno sempre creduto che il controllo della vita produttiva fosse condizione "sine qua non" per una vera e significativa pratica democratica" (15). E controllo dell'economia vuol dire esercizio di autorità e gestione da parte dei lavoratori organizzati.
Tant'è che in quest'ottica [[Noam Chomsky]] ha potuto scrivere che "Gli anarchici, quelli a cui ci riferiamo [[[Bakunin]] e [[Kropotkin]]] hanno sempre creduto che il controllo della vita produttiva fosse condizione "sine qua non" per una vera e significativa pratica democratica" (15). E controllo dell'economia vuol dire esercizio di autorità e gestione da parte dei lavoratori organizzati.


In termini strutturali l'organizzazione di un aggregato sociale anarchico è stata così sinteticamente rappresentata - ed in modo classico - da Chomsky: "una rete di consigli dei lavoratori e, al livello superiore, la rappresentanza di più fabbriche e di rami dell'industria e del commercio, e così successivamente, fino alle assemblee generali dei consigli dei lavoratori a livello regionale, nazionale e internazionale. Da un altro punto di vista, e su un altro versante, si può immaginare un sistema di governo basato su assemblee locali, a loro volta federate regionalmente, le quali si occupino dei problemi regionali, per esempio quelli concernenti l'occupazione, e quindi l'industria, il commercio, ecc., per passare poi al livello nazionale, alla confederazione delle nazioni, ecc." (16).
In termini strutturali l'organizzazione di un aggregato sociale anarchico è stata così sinteticamente rappresentata - ed in modo classico - da Chomsky: "una rete di consigli dei lavoratori e, al livello superiore, la rappresentanza di più fabbriche e di rami dell'industria e del commercio, e così successivamente, fino alle assemblee generali dei consigli dei lavoratori a livello regionale, nazionale e internazionale. Da un altro punto di vista, e su un altro versante, si può immaginare un sistema di governo basato su assemblee locali, a loro volta federate regionalmente, le quali si occupino dei problemi regionali, per esempio quelli concernenti l'occupazione, e quindi l'industria, il commercio, ecc., per passare poi al livello nazionale, alla confederazione delle nazioni, ecc." (16).
64 364

contributi