Anarchia (di Errico Malatesta): differenze tra le versioni

m
Sostituzione testo - "se stesso" con "sé stesso"
Nessun oggetto della modifica
m (Sostituzione testo - "se stesso" con "sé stesso")
Riga 126: Riga 126:
Questa legge è la solidarietà.
Questa legge è la solidarietà.


L'uomo ha, come proprietà fondamentali, necessarie, ''l'istinto della propria conservazione'', senza del quale nessun essere vivo potrebbe esistere, e ''l'istinto della conservazione della specie'', senza cui nessuna specie avrebbe potuto formarsi e durare. Egli è spinto naturalmente a difendere l'esistenza ed il benessere di se stesso e della propria progenitura, contro tutto e tutti.
L'uomo ha, come proprietà fondamentali, necessarie, ''l'istinto della propria conservazione'', senza del quale nessun essere vivo potrebbe esistere, e ''l'istinto della conservazione della specie'', senza cui nessuna specie avrebbe potuto formarsi e durare. Egli è spinto naturalmente a difendere l'esistenza ed il benessere di stesso e della propria progenitura, contro tutto e tutti.


Due modi trovano in natura gli esseri viventi per assicurarsi l'esistenza e renderla più piacevole: uno è la lotta individuale contro gli elementi e contro gli altri individui della stessa specie o di specie diversa; l'altro è il ''mutuo appoggio'', la ''cooperazione'', che può anche chiamarsi l'''associazione per la lotta'' contro tutti i fatti naturali contrari all'esistenza, allo sviluppo ed al benessere degli associati.
Due modi trovano in natura gli esseri viventi per assicurarsi l'esistenza e renderla più piacevole: uno è la lotta individuale contro gli elementi e contro gli altri individui della stessa specie o di specie diversa; l'altro è il ''mutuo appoggio'', la ''cooperazione'', che può anche chiamarsi l'''associazione per la lotta'' contro tutti i fatti naturali contrari all'esistenza, allo sviluppo ed al benessere degli associati.
Riga 266: Riga 266:
Ma se, o per le conseguenze, dell'educazione ricevuta dalla presente società o per malore fisico, o per qualsiasi altra causa, uno volesse fare del danno a noi ed agli altri, noi ci adopereremmo, se ne può essere certi, ad impedirglielo con tutti i mezzi a nostra portata. Certo, siccome noi sappiamo che l'uomo è la conseguenza del proprio organismo e dell'ambiente cosmico e sociale in cui vive; siccome non confondiamo il diritto sacro della difesa col preteso assurdo diritto di punire; e siccome nel delinquente, cioè in colui che commette atti antisociali, non vedremmo già lo schiavo ribelle, come avviene al giudice di oggi, ma il fratello ammalato e necessitoso di cura, così noi non metteremmo odio nella repressione, ci sforzeremmo di non oltrepassare la necessità della difesa, e non penseremmo a vendicarci ma a curare, a redimere l'infelice con tutti i mezzi che la scienza ci insegnerebbe. In ogni modo, comunque l'intendessero gli anarchici (ai quali potrebbe accadere come a tutti i teorici di perder di vista la realtà, per correr dietro ad un sembiante di logica) è certo che il popolo non intenderebbe lasciare attentare impunemente al suo benessere ed alla sua libertà, e, se la necessità si presentasse, provvederebbe a difendersi contro le tendenze antisociali di alcuni. Ma per farlo, a che serve della gente che faccia il mestiere di far le leggi; e dell'altra gente che viva cercando ed inventando contravventori alle leggi? Quando il popolo riprova davvero una cosa e la trova dannosa, riesce ad impedirla sempre, meglio che non tutti i legislatori, i birri ed i giudici di mestiere. Quando nelle insurrezioni il popolo ha voluto, ben a torto del resto, far rispettare la proprietà privata, l'ha fatta rispettare come non avrebbe potuto un esercito di birri.
Ma se, o per le conseguenze, dell'educazione ricevuta dalla presente società o per malore fisico, o per qualsiasi altra causa, uno volesse fare del danno a noi ed agli altri, noi ci adopereremmo, se ne può essere certi, ad impedirglielo con tutti i mezzi a nostra portata. Certo, siccome noi sappiamo che l'uomo è la conseguenza del proprio organismo e dell'ambiente cosmico e sociale in cui vive; siccome non confondiamo il diritto sacro della difesa col preteso assurdo diritto di punire; e siccome nel delinquente, cioè in colui che commette atti antisociali, non vedremmo già lo schiavo ribelle, come avviene al giudice di oggi, ma il fratello ammalato e necessitoso di cura, così noi non metteremmo odio nella repressione, ci sforzeremmo di non oltrepassare la necessità della difesa, e non penseremmo a vendicarci ma a curare, a redimere l'infelice con tutti i mezzi che la scienza ci insegnerebbe. In ogni modo, comunque l'intendessero gli anarchici (ai quali potrebbe accadere come a tutti i teorici di perder di vista la realtà, per correr dietro ad un sembiante di logica) è certo che il popolo non intenderebbe lasciare attentare impunemente al suo benessere ed alla sua libertà, e, se la necessità si presentasse, provvederebbe a difendersi contro le tendenze antisociali di alcuni. Ma per farlo, a che serve della gente che faccia il mestiere di far le leggi; e dell'altra gente che viva cercando ed inventando contravventori alle leggi? Quando il popolo riprova davvero una cosa e la trova dannosa, riesce ad impedirla sempre, meglio che non tutti i legislatori, i birri ed i giudici di mestiere. Quando nelle insurrezioni il popolo ha voluto, ben a torto del resto, far rispettare la proprietà privata, l'ha fatta rispettare come non avrebbe potuto un esercito di birri.


I costumi seguono sempre i bisogni ed i sentimenti della generalità; e sono tanto più rispettati quanto meno sono soggetti alla sanzione della legge, perché tutti ne veggono ed intendono la utilità, e perché gl'interessati, non illudendosi sulla protezione del governo, pensano a farli rispettare da loro. Per una carovana che viaggia nei deserti dell'Africa, la buona economia dell'acqua è questione di vita o di morte per tutti: e l'acqua in quelle circostanze diventa cosa sacra e nessuno si permette di sciuparla. I cospiratori hanno bisogno del segreto, ed il segreto è serbato, o l'infamia colpisce chi lo viola. I debiti di giuoco non sono garantiti dalla legge, e tra i giocatori è considerato e considera se stesso disonorato chi non li paga.
I costumi seguono sempre i bisogni ed i sentimenti della generalità; e sono tanto più rispettati quanto meno sono soggetti alla sanzione della legge, perché tutti ne veggono ed intendono la utilità, e perché gl'interessati, non illudendosi sulla protezione del governo, pensano a farli rispettare da loro. Per una carovana che viaggia nei deserti dell'Africa, la buona economia dell'acqua è questione di vita o di morte per tutti: e l'acqua in quelle circostanze diventa cosa sacra e nessuno si permette di sciuparla. I cospiratori hanno bisogno del segreto, ed il segreto è serbato, o l'infamia colpisce chi lo viola. I debiti di giuoco non sono garantiti dalla legge, e tra i giocatori è considerato e considera stesso disonorato chi non li paga.


È forse a causa dei gendarmi che non si uccide più di quello che si fa? La maggior parte dei comuni d'Italia non veggono i gendarmi che di tratto in tratto; milioni di uomini vanno per i monti e le campagne, lontani dall'occhio tutelare dell'autorità, in modo che si potrebbe colpirli senza il menomo pericolo di pena: eppure non sono meno sicuri di coloro che vivono nei centri più sorvegliati. E la statistica dimostra come il numero dei reati risente a pena l'effetto delle misure repressive, mentre varia rapidamente col variare delle condizioni economiche e dello stato dell'opinione pubblica.
È forse a causa dei gendarmi che non si uccide più di quello che si fa? La maggior parte dei comuni d'Italia non veggono i gendarmi che di tratto in tratto; milioni di uomini vanno per i monti e le campagne, lontani dall'occhio tutelare dell'autorità, in modo che si potrebbe colpirli senza il menomo pericolo di pena: eppure non sono meno sicuri di coloro che vivono nei centri più sorvegliati. E la statistica dimostra come il numero dei reati risente a pena l'effetto delle misure repressive, mentre varia rapidamente col variare delle condizioni economiche e dello stato dell'opinione pubblica.
Riga 316: Riga 316:
Anche queste obiezioni non avrebbero ragion di essere se noi fossimo riusciti a farci capire ed a convincere i lettori in quello che abbiamo detto più avanti; ma in ogni modo, anche a costo di doverci ripetere, sarà bene rispondervi.
Anche queste obiezioni non avrebbero ragion di essere se noi fossimo riusciti a farci capire ed a convincere i lettori in quello che abbiamo detto più avanti; ma in ogni modo, anche a costo di doverci ripetere, sarà bene rispondervi.


Noi ci troviamo sempre di fronte al pregiudizio che il governo sia una forza nuova, sorta non si sa di dove, che aggiunga per se stesso qualche cosa alla somma delle forze e delle capacità di coloro che lo compongono e di coloro che gli ubbidiscono. Invece tutto ciò che si fa nell'umanità, si fa dagli uomini; ed il governo, come governo, non ci mette di suo che la tendenza a far di tutto un monopolio a favore di un dato partito o di una data classe, e la resistenza contro ogni iniziativa che sorge fuori della sua consorteria.
Noi ci troviamo sempre di fronte al pregiudizio che il governo sia una forza nuova, sorta non si sa di dove, che aggiunga per stesso qualche cosa alla somma delle forze e delle capacità di coloro che lo compongono e di coloro che gli ubbidiscono. Invece tutto ciò che si fa nell'umanità, si fa dagli uomini; ed il governo, come governo, non ci mette di suo che la tendenza a far di tutto un monopolio a favore di un dato partito o di una data classe, e la resistenza contro ogni iniziativa che sorge fuori della sua consorteria.


Abolire l'autorità, abolire il governo non significa distruggere le forze individuali e collettive che agiscono nell'umanità, né le influenze che gli uomini esercitano a vicenda gli uni su gli altri:questo sarebbe ridurre l'umanità allo stato di ammasso di atomi staccati ed inerti, cosa che è impossibile, e che, se mai fosse possibile, sarebbe la distruzione di ogni società, la morte dell'umanità. Abolire l'autorità, significa abolire il monopolio della forza e dell'influenza; significa abolire quello stato di cose per cui la forza sociale, cioè la forza di tutti, è stata strumento del pensiero, della volontà, degli interessi di un piccolo numero d'individui, i quali, mediante la forza di tutti, sopprimono, a vantaggio proprio e delle proprie idee, la libertà di ciascuno; significa distruggere un modo di organizzazione sociale col quale l'avvenire resta accaparrato, tra una rivoluzione e l'altra, a profitto di coloro che sono stati i vincitori di un momento.
Abolire l'autorità, abolire il governo non significa distruggere le forze individuali e collettive che agiscono nell'umanità, né le influenze che gli uomini esercitano a vicenda gli uni su gli altri:questo sarebbe ridurre l'umanità allo stato di ammasso di atomi staccati ed inerti, cosa che è impossibile, e che, se mai fosse possibile, sarebbe la distruzione di ogni società, la morte dell'umanità. Abolire l'autorità, significa abolire il monopolio della forza e dell'influenza; significa abolire quello stato di cose per cui la forza sociale, cioè la forza di tutti, è stata strumento del pensiero, della volontà, degli interessi di un piccolo numero d'individui, i quali, mediante la forza di tutti, sopprimono, a vantaggio proprio e delle proprie idee, la libertà di ciascuno; significa distruggere un modo di organizzazione sociale col quale l'avvenire resta accaparrato, tra una rivoluzione e l'altra, a profitto di coloro che sono stati i vincitori di un momento.
64 364

contributi