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== Testo == | == Testo == | ||
All'amor tuo, fanciulla,<br /> | |||
altro amor io preferia.<br /> | altro amor io preferia.<br /> | ||
È un ideal | È un ideal l'amante mia<br /> | ||
a cui detti braccio e cuor. | a cui detti braccio e cuor. | ||
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i potenti della terra<br /> | i potenti della terra<br /> | ||
e il mio braccio move guerra<br /> | e il mio braccio move guerra<br /> | ||
al codardo, | al codardo, all'oppressor. | ||
Perché amiamo | Perché amiamo l'uguaglianza<br /> | ||
ci chiamaron malfattori<br /> | ci chiamaron malfattori<br /> | ||
ma noi siam lavoratori<br /> | ma noi siam lavoratori<br /> | ||
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== Note == | == Note == | ||
Parole di [[Pietro Gori]] | Parole di [[Pietro Gori]] sull'aria de “[[L'inno dei nichilisti]]”. Di “Amore ribelle”, che è pure conosciuta come “Canzonetta del libero amore”, esistono altre incisioni pubblicate su melodie differenti. | ||
[[Leda Rafanelli]] racconta come nasce il canto: «La sorella di Gori avrebbe voluto che lui si sposasse, ma avrebbe voluto anche una ricca, e gli fece conoscere una signorina americana, bella, ricchissima. Pietro Gori! Pensa, sarebbe come a me mi facessero conoscere cosa...non so, un canterino della televisione, per me son gente che ‘un vale un soldo, eh. Lui questa signorina la salutò e poi...quella | [[Leda Rafanelli]] racconta come nasce il canto: «La sorella di Gori avrebbe voluto che lui si sposasse, ma avrebbe voluto anche una ricca, e gli fece conoscere una signorina americana, bella, ricchissima. Pietro Gori! Pensa, sarebbe come a me mi facessero conoscere cosa...non so, un canterino della televisione, per me son gente che ‘un vale un soldo, eh. Lui questa signorina la salutò e poi...quella s'era già innamorata, perché era bellissimo Pietro Gori, sai; era siciliano, bruno, alto, con gli occhi neri, dei capelli nerissimi, era bellissimo Pietro; senza che se ne accorgesse, eh. Quel giorno, io ero in casa sua ospite, in una stanza che dava nel giardino. Sento a un tratto, leggevo, e il parrucchiere, il barbiere, un pisano, che parlan tanto, si senton anche da lontano, eh. Sento dire a un tratto, io non ci guardavo: “Allora Pietro, li facciamo a zero?”. Io dissi: “Cosa parla?”. M'affaccio alla finestra, sidi, e vedo Pietro a sedere con la salvietta al collo e questo pisano con la macchinetta, gli aveva fatto, sai, mezza testa, insomma rapata. Io dissi: “Figurati la Bice!”, la sorella, pareva glielo facesse per dispetto. Io...e non ero più a tempo perché...gliel'aveva fatta a mezza testa. Io scesi giù, eh, ma era già tardi, eh. Lui era lì calmo calmo, che parlava, io gli dissi: ”Pietro, ma mi dici Bice cosa dirà ?”. “Ma” -dice- “è caldo, era caldo”, sarà stato giugno, luglio. “Ci avevo caldo!”. Io stetti zitta; quando venne, uscì, siti, pareva una caricatura. | ||
Era bruno, denti bianchi bianchi, baffi neri, le sopracciglia e questa testa bianca rapata. Pareva un mostro. Io stetti in camera mia, dico: “Adesso vi arrangiate”; a un tratto sento...e si fece una crisi isterica la sorella. Una crisi...sentii degli urli. E poi Pietro scrisse quella canzone: | Era bruno, denti bianchi bianchi, baffi neri, le sopracciglia e questa testa bianca rapata. Pareva un mostro. Io stetti in camera mia, dico: “Adesso vi arrangiate”; a un tratto sento...e si fece una crisi isterica la sorella. Una crisi...sentii degli urli. E poi Pietro scrisse quella canzone: all'amor tuo preferisco l'idea. Amori non n'ha avuti Pietro, almeno a quello che si sapeva noi. Noi non sappiamo che Pietro abbia avuto un amore, ecco. L'anarchia.» (da “[[Pietro Gori]] e l'americana" (?). Una testimonianza di [[Leda Rafanelli]]. Tratta da “[[Quella sera a Milano era caldo...]]”. Antologia della canzone anarchica in italia. Milano, 1978) | ||
[[Categoria:Canzoni anarchiche]] | [[Categoria:Canzoni anarchiche]] |