Alfonso Failla: differenze tra le versioni

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Quando la [[repressione]] di qualsivoglia pensiero [[antifascismo|antifascista]] viene definitivamente istituzionalizzato dal [[Fascismo|regime]] l'[[8 novembre]] [[1926]] con la pubblicazione sulla «Gazzetta Ufficiale» del decreto istitutivo del «Tribunale Speciale per la difesa dello [[Stato]]» e l'istituzione delle «Commissioni provinciali per l'assegnazione al Confino di Polizia», come molti altri [[antifascismo|antifascisti]], Failla conosce le [[carcere|patrie galere]].
Quando la [[repressione]] di qualsivoglia pensiero [[antifascismo|antifascista]] viene definitivamente istituzionalizzato dal [[Fascismo|regime]] l'[[8 novembre]] [[1926]] con la pubblicazione sulla «Gazzetta Ufficiale» del decreto istitutivo del «Tribunale Speciale per la difesa dello [[Stato]]» e l'istituzione delle «Commissioni provinciali per l'assegnazione al Confino di Polizia», come molti altri [[antifascismo|antifascisti]], Failla conosce le [[carcere|patrie galere]].


Nella sua testimonianza chiarirà bene la disparità di trattamento che gli anarchici subivano in [[carcere]] e/o al confino (esperienze che gli anarchici vissero sin dalla fine dell'800) rispetto agli altri [[antifascismo|antifascisti]] (la [[discriminazione]] proseguirà anche dopo la caduta del [[Fascismo|fascismo]] nel [[1943]]). Nonostante tutto gli anarchici al confino danno vita a nuclei compatti e combattivi, proseguendo la lotta di opposizione al [[Fascismo|fascismo]] pure in quei difficili frangenti. Per esempio, 152 confinati nel [[1933]] sono protagonisti, a Ponza, di proteste contro i soprusi degli aguzzini responsabili della colonia penale. Fra questi rivoltosi vi sono molti anarchici, come lo stesso Failla, Grossuti, [[Giovanni Bidoli|Bidoli]], [[Giovanni Dettori|Dettori]]ecc.  
Nella sua testimonianza chiarirà bene la disparità di trattamento che gli anarchici subivano in [[carcere]] e/o al confino (esperienze che gli anarchici vissero sin dalla fine dell'800) rispetto agli altri [[antifascismo|antifascisti]] (la [[discriminazione]] proseguirà anche dopo la caduta del [[Fascismo|fascismo]] nel [[1943]]). Nonostante tutto gli anarchici al confino danno vita a nuclei compatti e combattivi, proseguendo la lotta di opposizione al [[Fascismo|fascismo]] pure in quei difficili frangenti. Per esempio, 152 confinati nel [[1933]] sono protagonisti, a Ponza, di proteste contro i soprusi degli aguzzini responsabili della colonia penale. Fra questi rivoltosi vi sono molti anarchici, come lo stesso Failla, Grossuti, [[Giovanni Bidoli|Bidoli]], [[Giovanni Dettori|Dettori]] ecc.  


L'anno seguente, tanto per non smentire la ribellione precedente, l'anarchico [[Arturo Messinese]], nel frattempo trasferito ad Ustica, schiaffeggia il direttore della colonia penale che voleva imporgli il saluto fascista. Tali azioni avevano il pregio di divenire "contagiose", essendosi rapidamente come in una sorta di "effetto domino" di colonia in colonia e di [[carcere]] in carcere. Casi storicamente rilevanti furono le rivolte di Ventotene e delle Tremiti, che andarono avanti nonostante ciò significasse il prolungamento della pena detentiva.  
L'anno seguente, tanto per non smentire la ribellione precedente, l'anarchico [[Arturo Messinese]], nel frattempo trasferito ad Ustica, schiaffeggia il direttore della colonia penale che voleva imporgli il saluto fascista. Tali azioni avevano il pregio di divenire "contagiose", essendosi rapidamente come in una sorta di "effetto domino" di colonia in colonia e di [[carcere]] in carcere. Casi storicamente rilevanti furono le rivolte di Ventotene e delle Tremiti, che andarono avanti nonostante ciò significasse il prolungamento della pena detentiva.  
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