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[[File:Émile Pouget.jpg|thumb|right|Émile Pouget]]'''Émile Pouget''' (Salles-de-Source, Aveyron, Francia, [[12 ottobre]] [[1860]] - Lozère, [[Francia]], [[21 luglio]] [[1931]]), è stato uno dei militanti anarchici più rappresentativi del movimento operaio francese. Insieme a [[Fernand Pelloutier]], tra la fine del XIX° secolo e l’inizio del XX°, fu uno dei militanti anarchici che maggiormente influenzò lo sviluppo delle tematiche [[sindacalismo rivoluzionario|sindacaliste rivoluzionarie]].  
[[File:Émile Pouget.jpg|thumb|right|Émile Pouget]]'''Émile Pouget''' (Salles-de-Source, Aveyron, Francia, [[12 ottobre]] [[1860]] - Lozère, [[Francia]], [[21 luglio]] [[1931]]), è stato uno dei militanti anarchici più rappresentativi del movimento operaio francese. Insieme a [[Fernand Pelloutier]], tra la fine del XIX° secolo e l'inizio del XX°, fu uno dei militanti anarchici che maggiormente influenzò lo sviluppo delle tematiche [[sindacalismo rivoluzionario|sindacaliste rivoluzionarie]].  


== Biografia ==
== Biografia ==
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Terminato il liceo di Rodez, è costretto ad interrompere gli studi a causa delle ristrettezze economiche. Nel [[1875]] giunge a Parigi, dove trova lavoro come impiegato presso un grande magazzino. Nella capitale francese inizia a frequentare le pubbliche riunioni dei “discepoli” di [[Bakunin]] e dal [[1879]] partecipa alla fondazione del ''Syndicat des employés du textile'' («Sindacato degli impiegati del tessile»). Nel [[1881]] si reca a Londra per incontrare gli anarchici riuniti in un Congresso Internazionale. Partecipa a numerosissime manifestazioni e, nel [[1883]], dopo un incontro a Parigi con i disoccupati, prende parte all'assalto dei forni. É arrestato in piazza Maubert mentre tenta di impedire l'arresto di [[Louise Michel]], anch'essa presente alla manifestazione.
Terminato il liceo di Rodez, è costretto ad interrompere gli studi a causa delle ristrettezze economiche. Nel [[1875]] giunge a Parigi, dove trova lavoro come impiegato presso un grande magazzino. Nella capitale francese inizia a frequentare le pubbliche riunioni dei “discepoli” di [[Bakunin]] e dal [[1879]] partecipa alla fondazione del ''Syndicat des employés du textile'' («Sindacato degli impiegati del tessile»). Nel [[1881]] si reca a Londra per incontrare gli anarchici riuniti in un Congresso Internazionale. Partecipa a numerosissime manifestazioni e, nel [[1883]], dopo un incontro a Parigi con i disoccupati, prende parte all'assalto dei forni. É arrestato in piazza Maubert mentre tenta di impedire l'arresto di [[Louise Michel]], anch'essa presente alla manifestazione.
   
   
Condannato in tribunale ad otto anni di [[carcere]], viene liberato dopo tre in seguito ad un’amnistia. A questo punto rientra puntualmente nella vita militante, proseguendo instancabilmente nella propaganda rivoluzionaria. Nel [[1889]] pubblica, insieme a [[Constant Martin]], il ''Ca ira'', dove si esprime con un linguaggio semplice e comprensibile anche alle persone meno colte. Nel [[1889]] fonda il  ''[[Père Peinard]]'', un giornale spiccatamente anarchico ed ispirato al [[Père Duchesne di Hébert]] (esponente degli arrabbiati, gli [[Enragés]], l'ala sanculotta più radicale della [[Rivoluzione Francese|rivoluzione francese]]).  
Condannato in tribunale ad otto anni di [[carcere]], viene liberato dopo tre in seguito ad un'amnistia. A questo punto rientra puntualmente nella vita militante, proseguendo instancabilmente nella propaganda rivoluzionaria. Nel [[1889]] pubblica, insieme a [[Constant Martin]], il ''Ca ira'', dove si esprime con un linguaggio semplice e comprensibile anche alle persone meno colte. Nel [[1889]] fonda il  ''[[Père Peinard]]'', un giornale spiccatamente anarchico ed ispirato al [[Père Duchesne di Hébert]] (esponente degli arrabbiati, gli [[Enragés]], l'ala sanculotta più radicale della [[Rivoluzione Francese|rivoluzione francese]]).  


Nel [[1894]], in seguito alla [[repressione]] dei [[media]] anarchici, Pouget si rifugia a Londra da dove continua la stampa del «[[Père Peinard]]», che viene poi inviato clandestinamente in [[Francia]]. Nel [[1895]], dopo l'elezione alla presidenza della repubblica di [[Felix Faure]], viene amnistiato e può rientrare in [[Francia]], dove riprende la pubblicazione del giornale che riscuoterà  grande successo nei villaggi e nei quartieri più poveri.  
Nel [[1894]], in seguito alla [[repressione]] dei [[media]] anarchici, Pouget si rifugia a Londra da dove continua la stampa del «[[Père Peinard]]», che viene poi inviato clandestinamente in [[Francia]]. Nel [[1895]], dopo l'elezione alla presidenza della repubblica di [[Felix Faure]], viene amnistiato e può rientrare in [[Francia]], dove riprende la pubblicazione del giornale che riscuoterà  grande successo nei villaggi e nei quartieri più poveri.  


La fine del XIX secolo vede proprio l’esplosione del [[sindacalismo]] e lui vi si dedica con grande passione, soprattutto dopo una serie di conversazioni con [[Fernand Pelloutier]] ( [[1894]]). Il «[[Père Peinard]]» propone, fin dal [[1889]], lo [[sciopero generale]] e l'[[azione diretta]] quale principale mezzo di lotta, raccomandando anche l’ingresso degli anarchici nei sindacati. Nel [[1895]], in un articolo del «[[Le Père Peinard]]», introduce il concetto del [[sabotaggio]] come mezzo di lotta sindacale e sociale, che farà  poi adottare  alla [[CGT francese|CGT]] durante il congresso di Tolosa del [[1897]], durante il quale parlerà  anche dell'importanza del [[boicottaggio]].
La fine del XIX secolo vede proprio l'esplosione del [[sindacalismo]] e lui vi si dedica con grande passione, soprattutto dopo una serie di conversazioni con [[Fernand Pelloutier]] ( [[1894]]). Il «[[Père Peinard]]» propone, fin dal [[1889]], lo [[sciopero generale]] e l'[[azione diretta]] quale principale mezzo di lotta, raccomandando anche l'ingresso degli anarchici nei sindacati. Nel [[1895]], in un articolo del «[[Le Père Peinard]]», introduce il concetto del [[sabotaggio]] come mezzo di lotta sindacale e sociale, che farà  poi adottare  alla [[CGT francese|CGT]] durante il congresso di Tolosa del [[1897]], durante il quale parlerà  anche dell'importanza del [[boicottaggio]].


L’idea fissa è comunque quella di pubblicare un giornale che abbracci tutte le tendenze rivoluzionarie. Collabora al ''[[Journal du Peuple]]'' di [[Sébastien Faure]] e, durante il congresso dei sindacati di Tolosa del [[1900]], decide la creazione di un organo di stampa sindacalista, la ''[[Voix du peuple]]'', di cui Pouget diviene segretario di redazione dal [[1 dicembre|1° dicembre]] [[1900]]. Dal [[1901]], e sino al [[1908]], viene eletto segretario della [[CGT francese|CGT]], che allora aveva caratteri marcatamente rivoluzionari.  
L'idea fissa è comunque quella di pubblicare un giornale che abbracci tutte le tendenze rivoluzionarie. Collabora al ''[[Journal du Peuple]]'' di [[Sébastien Faure]] e, durante il congresso dei sindacati di Tolosa del [[1900]], decide la creazione di un organo di stampa sindacalista, la ''[[Voix du peuple]]'', di cui Pouget diviene segretario di redazione dal [[1 dicembre|1° dicembre]] [[1900]]. Dal [[1901]], e sino al [[1908]], viene eletto segretario della [[CGT francese|CGT]], che allora aveva caratteri marcatamente rivoluzionari.  


Pouget in ogni caso si distingue sempre per la chiarezza del linguaggio e per l’ampiezza delle sue vedute. Il suo punto fermo era la questione dell'azione e dell'organizzazione sindacale. Scrive nella ''[[Voix du peuple]]'': «Il miglioramento strappato ai privilegi è proporzionale alla coscienza dei lavoratori, al loro grado di coesione, alla loro resistenza».  
Pouget in ogni caso si distingue sempre per la chiarezza del linguaggio e per l'ampiezza delle sue vedute. Il suo punto fermo era la questione dell'azione e dell'organizzazione sindacale. Scrive nella ''[[Voix du peuple]]'': «Il miglioramento strappato ai privilegi è proporzionale alla coscienza dei lavoratori, al loro grado di coesione, alla loro resistenza».  


Nel [[1906]] partecipa all'elaborazione della [[Congresso di Amiens|Charte d'Amiens]], risultato dell'omonimo congresso. Dopo avere collaborato a numerosi giornali, insieme a [[Victor Griffuelhes| Griffuelhes]] e [[Pierre Monatte|Monatte]] pubblica  nuovo quotidiano: «Révolution», che cesserà  le pubblicazioni dopo due mesi (marzo [[1909]]). Pouget, certamente per stanchezza, ma anche a causa della deriva riformista della [[CGT]] che l'aveva messo in minoranza, cessa la militanza e si ritira a vita privata fino alla sua morte avvenuta il [[21 luglio]] [[1931]].
Nel [[1906]] partecipa all'elaborazione della [[Congresso di Amiens|Charte d'Amiens]], risultato dell'omonimo congresso. Dopo avere collaborato a numerosi giornali, insieme a [[Victor Griffuelhes| Griffuelhes]] e [[Pierre Monatte|Monatte]] pubblica  nuovo quotidiano: «Révolution», che cesserà  le pubblicazioni dopo due mesi (marzo [[1909]]). Pouget, certamente per stanchezza, ma anche a causa della deriva riformista della [[CGT]] che l'aveva messo in minoranza, cessa la militanza e si ritira a vita privata fino alla sua morte avvenuta il [[21 luglio]] [[1931]].


== Il pensiero e l’azione ==
== Il pensiero e l'azione ==
{{vedi anche| Il sabotaggio (di Émile Pouget)}}
{{vedi anche| Il sabotaggio (di Émile Pouget)}}
:«La parola “[[sabotaggio]]”, fino ad una quindicina d’anni fa, era solo un termine gergale, indicante non l’atto di costruire zoccoli [sabots], ma quello, immaginoso ed espressivo, di lavoro eseguito “a colpi di zoccolo”, “a zoccolate”. In seguito, si è trasformato in una formula di lotta sociale, e al Congresso Confederale di Tolosa, nel 1897, ha ricevuto il suo battesimo sindacale.» (''Il sabotaggio'', E. Pouget)
:«La parola “[[sabotaggio]]”, fino ad una quindicina d'anni fa, era solo un termine gergale, indicante non l'atto di costruire zoccoli [sabots], ma quello, immaginoso ed espressivo, di lavoro eseguito “a colpi di zoccolo”, “a zoccolate”. In seguito, si è trasformato in una formula di lotta sociale, e al Congresso Confederale di Tolosa, nel 1897, ha ricevuto il suo battesimo sindacale.» (''Il sabotaggio'', E. Pouget)


Il pensiero di Pouget andava di pari passo con l’azione, le sue idee erano ampie e non ristrette ad un solo ambito. Egli intendeva svegliare nel popolo la ribellione per troppo tempo sopita, solidarizzando con ogni '''qualsivoglia genere di rivolta: individuali, collettive, coscienti o non coscienti'''.  
Il pensiero di Pouget andava di pari passo con l'azione, le sue idee erano ampie e non ristrette ad un solo ambito. Egli intendeva svegliare nel popolo la ribellione per troppo tempo sopita, solidarizzando con ogni '''qualsivoglia genere di rivolta: individuali, collettive, coscienti o non coscienti'''.  


Anarchico di grande temperamento, vedeva nell'azione sindacale un efficace mezzo per giungere alla [[rivoluzione]], e vi si dedicò con anima e cuore. [[anticlericalismo|Anticlericale]], antiparlamentare, [[antimilitarismo|antimilitarista]], attaccava con veemenza le istituzioni, sviscerando gli inganni del [[capitalismo]] e anche dei partiti cosiddetti operai, come per esempio quelli che facevano capo a [[Jules Guesde]]. Attraverso i suoi giornali si rivolgeva direttamente a tutti gli sfruttati, attraverso un linguaggio semplice e comprensibile a chiunque, senza alcuna deriva intellettualistica.
Anarchico di grande temperamento, vedeva nell'azione sindacale un efficace mezzo per giungere alla [[rivoluzione]], e vi si dedicò con anima e cuore. [[anticlericalismo|Anticlericale]], antiparlamentare, [[antimilitarismo|antimilitarista]], attaccava con veemenza le istituzioni, sviscerando gli inganni del [[capitalismo]] e anche dei partiti cosiddetti operai, come per esempio quelli che facevano capo a [[Jules Guesde]]. Attraverso i suoi giornali si rivolgeva direttamente a tutti gli sfruttati, attraverso un linguaggio semplice e comprensibile a chiunque, senza alcuna deriva intellettualistica.


Nel campo sindacale si batté in particolare per la rivendicazione del riposo settimanale, la riduzione della giornata lavorativa ad otto ore, la propaganda antimilitarista e l’[[azione diretta]].  
Nel campo sindacale si batté in particolare per la rivendicazione del riposo settimanale, la riduzione della giornata lavorativa ad otto ore, la propaganda antimilitarista e l'[[azione diretta]].  
La sua massima più conosciuta, «A cattiva paga, cattivo lavoro», è indicativa di come egli intendesse la lotta sindacale.
La sua massima più conosciuta, «A cattiva paga, cattivo lavoro», è indicativa di come egli intendesse la lotta sindacale.


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