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=== Attualità dell'insurrezionalismo === | === Attualità dell'insurrezionalismo === | ||
[[Image:Insurrezio.jpg|left| | [[Image:Insurrezio.jpg|left|250px|thumb|left|Ironico cartello <ref>La stampa usa spesso l'appellativo insurrezionalista come sinonimo di terrorista. Nello speciifco contro il movimento [[NO TAV]] è stato utilizzato questo termine per accusare i valsusini di essere estremisti e terroristi.</ref> di una manifestante [[NO TAV]] valsusina.]] | ||
[[File: Black_bloc.jpg|thumb| | [[File: Black_bloc.jpg|thumb|250px|right|[[Black bloc]] nell'aprile del 2003 ad una manifestazione contro la guerra a Washington DC. I [[Black bloc]], comparsi improvvisamente a Seattle nel 1999, sono stati influenzati dalle teorie dell'informalità.]] | ||
Più recentemente, l'[[anarchismo]] insurrezionale si è rinnovato grazie soprattutto agli scritti non solo del catanese [[Alfredo Maria Bonanno]], ma anche di [[Wolfi Landstreicher]], [[Costantino Cavalleri]], [[Gustavo Rodríguez]] ed altri, trovando terreno assai fertile inizialmente in [[Italia]] e [[Grecia]] ed in seguito in [[Spagna]]. Proprio nella penisola iberica, nel [[1996]] il "gruppo bonanniano" "Rivolta" organizzò il convegno dell'[[Internazionale Antiautoritaria Insurrezionalista]], a cui parteciparono molti gruppi spagnoli, seppur con la disapprovazione di molte altre realtà nazionali (la [[FIJL]], che era stata invitata all'evento, si rifiutò di partecipare) <ref>[http://archive.is/qgcO Per una critica dell'ideologia insurrezionalista]</ref>. | Più recentemente, l'[[anarchismo]] insurrezionale si è rinnovato grazie soprattutto agli scritti non solo del catanese [[Alfredo Maria Bonanno]], ma anche di [[Wolfi Landstreicher]], [[Costantino Cavalleri]], [[Gustavo Rodríguez]] ed altri, trovando terreno assai fertile inizialmente in [[Italia]] e [[Grecia]] ed in seguito in [[Spagna]]. Proprio nella penisola iberica, nel [[1996]] il "gruppo bonanniano" "Rivolta" organizzò il convegno dell'[[Internazionale Antiautoritaria Insurrezionalista]], a cui parteciparono molti gruppi spagnoli, seppur con la disapprovazione di molte altre realtà nazionali (la [[FIJL]], che era stata invitata all'evento, si rifiutò di partecipare) <ref>[http://archive.is/qgcO Per una critica dell'ideologia insurrezionalista]</ref>. | ||
L'" | L'insurrezionalismo "moderno", se così può essere definito, propone un'organizzazione di tipo informale fondata sui cosiddetti [[gruppi d'affinità]] <ref>Anche gli stessi [[black bloc]] sono stati in qualche modo influenzati dalla teoria dell'informalità.</ref>: ogni [[individuo]] è considerato il fulcro della teoria e della pratica del gruppo ed ognuno di essi sviluppa relazioni d'affinità, di fiducia e conoscenza con gli altri. | ||
Secondo i principi dell'informalità tali relazioni possono essere anche temporalmente limitate, il gruppo può quindi dissolversi alla stessa velocità con cui si è costituito. In verità, i vari [[Alfredo Maria Bonanno|Bonanno]], [[Costantino Cavalleri|cavalleri]] e [[Wolfi Landstreicher|Landstreicher]] non hanno fatto altro che attualizzare vecchie pratiche [[anarchiche]], come quelle che ebbero larga diffusione nei primi decenni del '900 negli [[USA]] grazie a [[Giuseppe Ciancabilla]] e [[Luigi Galleani]]. | Secondo i principi dell'informalità tali relazioni possono essere anche temporalmente limitate, il gruppo può quindi dissolversi alla stessa velocità con cui si è costituito. In verità, i vari [[Alfredo Maria Bonanno|Bonanno]], [[Costantino Cavalleri|cavalleri]] e [[Wolfi Landstreicher|Landstreicher]] non hanno fatto altro che attualizzare vecchie pratiche [[anarchiche]], come quelle che ebbero larga diffusione nei primi decenni del '900 negli [[USA]] grazie a [[Giuseppe Ciancabilla]] e [[Luigi Galleani]]. | ||
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Una forte prerogativa [[rivoluzionaria]] la si ritrova anche in tutti quegli anarchici che subirono l'influenza del [[Bakunin]] durante il suo soggiorno [[Italia|italiano]] ([[1864]]-[[1867]]). Tra questi si può citare [[Andrea Costa]] (almeno sino a quando non si convertì al socialismo parlamentare), [[Carlo Cafiero]], [[Napoleone Papini]] e soprattutto [[Errico Malatesta]]. Quest'ultimo, che fu contemporaneamente ideologo e uomo d'azione, fu tra coloro che tentarono l'[[insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)|insurrezione a Bologna (1874)]] e nel [[Banda del Matese|Matese (1877)]], piccole insurrezioni legate alla strategia della [[propaganda col fatto]] <ref>«[...] ci giudica male chi pensa che noi vorremmo fare un'insurrezione al giorno senza tener conto delle forze in contrasto e delle circostanze favorevoli o meno. Noi abbiamo potuto fare, abbiamo fatto realmente, in tempi oramai remoti dei minuscoli moti insurrezionali | Una forte prerogativa [[rivoluzionaria]] la si ritrova anche in tutti quegli anarchici che subirono l'influenza del [[Bakunin]] durante il suo soggiorno [[Italia|italiano]] ([[1864]]-[[1867]]). Tra questi si può citare [[Andrea Costa]] (almeno sino a quando non si convertì al socialismo parlamentare), [[Carlo Cafiero]], [[Napoleone Papini]] e soprattutto [[Errico Malatesta]]. Quest'ultimo, che fu contemporaneamente ideologo e uomo d'azione, fu tra coloro che tentarono l'[[insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)|insurrezione a Bologna (1874)]] e nel [[Banda del Matese|Matese (1877)]], piccole insurrezioni legate alla strategia della [[propaganda col fatto]] <ref>«[...] ci giudica male chi pensa che noi vorremmo fare un'insurrezione al giorno senza tener conto delle forze in contrasto e delle circostanze favorevoli o meno. Noi abbiamo potuto fare, abbiamo fatto realmente, in tempi oramai remoti dei minuscoli moti insurrezionali | ||
che non avevano alcuna probabilità di successo. Ma allora eravamo davvero in quattro gatti, volevamo obbligare il pubblico a discuterci ed i nostri tentativi erano semplicemente dei mezzi di propaganda» (''La "fretta" dei rivoluzionari'', in ''[[Umanità Nova]]'', Roma, [[6 settembre]] [[1921]]).</ref>, eleborando poi, nella maturità, un pensiero più profondo e [[gradualismo rivoluzionario|gradualista]] che, anziché partire dall'azione insurrezionale per coinvolgere il popolo, | che non avevano alcuna probabilità di successo. Ma allora eravamo davvero in quattro gatti, volevamo obbligare il pubblico a discuterci ed i nostri tentativi erano semplicemente dei mezzi di propaganda» (''La "fretta" dei rivoluzionari'', in ''[[Umanità Nova]]'', Roma, [[6 settembre]] [[1921]]).</ref>, eleborando poi, nella maturità, un pensiero più profondo e [[gradualismo rivoluzionario|gradualista]] che, anziché partire dall'azione insurrezionale per coinvolgere il popolo, cercava di indurre il popolo stesso all'insurrezione contro lo [[Stato]], primo passo verso una [[società]] anarchica: | ||
:«La [[rivoluzione]] non si fa in quattro gatti. Degl'individui e dei gruppi isolati possono fare un po' di propaganda; dei colpi audaci, delle bombe e simili cose, se fatte con retto criterio (il che purtroppo non è sempre il caso) possono attirare l'attenzione pubblica sui mali dei lavoratori e sulle nostre idee, possono sbarazzarci di qualche ostacolo potente; ma la [[rivoluzione]] non si fa che quando il popolo scende in piazza. E se noi vogliamo farla bisogna che | :«La [[rivoluzione]] non si fa in quattro gatti. Degl'individui e dei gruppi isolati possono fare un po' di propaganda; dei colpi audaci, delle bombe e simili cose, se fatte con retto criterio (il che purtroppo non è sempre il caso) possono attirare l'attenzione pubblica sui mali dei lavoratori e sulle nostre idee, possono sbarazzarci di qualche ostacolo potente; ma la [[rivoluzione]] non si fa che quando il popolo scende in piazza. E se noi vogliamo farla bisogna che attiriamo a noi la folla, quanto più folla è possibile» (da ''Andiamo verso il popolo'', in ''L'Art. 248'', Ancona, [[4 febbraio]] [[1894]]). <ref name="RLQ">L'intero scritto è presente nell'antologia [http://www.centrostudifsmerlino.org/wp-content/uploads/2020/12/malatesta_rivoluzione_e_lotta.pdf ''Rivoluzione e lotta quotidiana''], a cura di [[Gino Cerrito]].</ref> | ||
:«Siamo riformatori oggi in quanto cerchiamo di creare le condizioni più favorevoli ed il personale più cosciente e più numeroso che si può per menare a bene una insurrezione di popolo; saremo riformatori domani, ad insurrezione trionfante e a [[libertà]] conquistata, in quanto cercheremo, con tutti i mezzi che la [[libertà]] consente, cioè con la propaganda, con l’esempio, con la resistenza anche violenta contro chiunque volesse coartare la nostra [[libertà]], cercheremo, dico, di conquistare alle nostre idee un numero sempre più grande di adesioni». (da ''[https://www.bibliotecaginobianco.it/flip/PEV/PEV01-0500/?#7 Anarchismo e riforme]'', in ''[[Pensiero e Volontà]]'', [[1° marzo]] [[1924]]). <ref name="RLQ"></ref> | :«Siamo riformatori oggi in quanto cerchiamo di creare le condizioni più favorevoli ed il personale più cosciente e più numeroso che si può per menare a bene una insurrezione di popolo; saremo riformatori domani, ad insurrezione trionfante e a [[libertà]] conquistata, in quanto cercheremo, con tutti i mezzi che la [[libertà]] consente, cioè con la propaganda, con l’esempio, con la resistenza anche violenta contro chiunque volesse coartare la nostra [[libertà]], cercheremo, dico, di conquistare alle nostre idee un numero sempre più grande di adesioni». (da ''[https://www.bibliotecaginobianco.it/flip/PEV/PEV01-0500/?#7 Anarchismo e riforme]'', in ''[[Pensiero e Volontà]]'', [[1° marzo]] [[1924]]). <ref name="RLQ"></ref> |