Brigata Osoppo: differenze tra le versioni

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La [[Brigata Osoppo]], brigata partigiana, si costituì presso la sede del Seminario Arcivescovile di Udine il [[24 dicembre]] [[1943]] su iniziativa di alcuni partigiani laici, liberali, socialisti e cattolici del [[CLN]] provinciale Udine <ref>Questo CLN agiva spesso autonomamente rispetto alle posizioni ufficiali del CLNAI (Comitato Liberazione Nazionale Alta Italia), caratterizzandosi per posizioni assai ambigue, spesso volte da un lato a combattere i nazisti ma dall'altro a cercarne il contatto in chiave anticomunista e antislava.</ref>, tutti comunque caratterizzati da una forte matrice [[anticomunismo|anticomunista]].  
La [[Brigata Osoppo]], brigata partigiana, si costituì presso la sede del Seminario Arcivescovile di Udine il [[24 dicembre]] [[1943]] su iniziativa di alcuni partigiani laici, liberali, socialisti e cattolici del [[CLN]] provinciale Udine <ref>Questo CLN agiva spesso autonomamente rispetto alle posizioni ufficiali del CLNAI (Comitato Liberazione Nazionale Alta Italia), caratterizzandosi per posizioni assai ambigue, spesso volte da un lato a combattere i nazisti ma dall'altro a cercarne il contatto in chiave anticomunista e antislava.</ref>, tutti comunque caratterizzati da una forte matrice [[anticomunismo|anticomunista]].  


Nell'inverno [[1944]]-[[1945|45]] gli osovani aprirono una trattativa con il comando della Decima Mas: quest'ultima voleva loro proporre di organizzare comunemente la difesa del confine orientale italiano contro le formazioni partigiane jugoslave. Proprio in quest'ambito va inquadrato il cosiddetto '''Eccidio di Porzus''', quando il [[7 febbraio]] [[1945]] diversi partigiani della «Osoppo» furono arrestati e poi giustiziati da membri dei G.A.P.  
Nell'inverno [[1944]]-[[1945|45]] gli osovani aprirono una trattativa con il comando della Xª MAS: quest'ultima voleva loro proporre di organizzare comunemente la difesa del confine orientale italiano contro le formazioni partigiane jugoslave. Proprio in quest'ambito va inquadrato il cosiddetto '''Eccidio di Porzus''', quando il [[7 febbraio]] [[1945]] diversi partigiani della «Osoppo» furono arrestati e poi giustiziati da membri dei G.A.P.  


== Premessa ==
== Premessa ==
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*'''[http://www.mlbianchi.altervista.org/20_giugno_1944.pdf Testimonianze di Monsignor Aldo Moretti] medaglia d'oro della Resistenza, nome battaglia Lino''':
*'''[http://www.mlbianchi.altervista.org/20_giugno_1944.pdf Testimonianze di Monsignor Aldo Moretti] medaglia d'oro della Resistenza, nome battaglia Lino''':
: «Secondo le direttive del Comando generale del Corpo volontari della libertà del Nord Italia, emanate nell'ottobre 1944, ogni tentativo di trattativa con i nazifascisti era da considerarsi tradimento e quindi, essendo in tempo di guerra, da punire con la condanna a morte per fucilazione, tuttavia nessuno dei supposti contatti della Osoppo con i [[Fascismo|fascisti]] e la Decima Mas di Borghese si concluse con un accordo e le direttive così estreme furono raramente applicate alla lettera».
: «Secondo le direttive del Comando generale del Corpo volontari della libertà del Nord Italia, emanate nell'ottobre 1944, ogni tentativo di trattativa con i nazifascisti era da considerarsi tradimento e quindi, essendo in tempo di guerra, da punire con la condanna a morte per fucilazione, tuttavia nessuno dei supposti contatti della Osoppo con i [[Fascismo|fascisti]] e la Xª MAS di Borghese si concluse con un accordo e le direttive così estreme furono raramente applicate alla lettera».


(I contatti ci furono e il comportamento dei fascisti della Xª MAS, attuato per screditare e provocare scontri all'interno del movimento partigiano, è ormai cosa nota e seguiva una direttiva di Rodolfo Graziani, il macellaio delle guerra coloniali fasciste in Africa. Un esempio: i fascisti della Xª MAS, che in seguito furono presi e fucilati, formarono nel Nord Est la "banda Steffè", dal nome del capo di quella autodefinitasi "banda partigiana" che buttavano civili e disgraziati presi a caso nelle foibe per far ricadere la colpa sui partigiani "comunisti" e sulle Brigate Partigiane Slave".)
(I contatti ci furono e il comportamento dei fascisti della Xª MAS, attuato per screditare e provocare scontri all'interno del movimento partigiano, è ormai cosa nota e seguiva una direttiva di Rodolfo Graziani, il macellaio delle guerra coloniali fasciste in Africa. Un esempio: i fascisti della Xª MAS, che in seguito furono presi e fucilati, formarono nel Nord Est la "banda Steffè", dal nome del capo di quella autodefinitasi "banda partigiana" che buttavano civili e disgraziati presi a caso nelle foibe per far ricadere la colpa sui partigiani "comunisti" e sulle Brigate Partigiane Slave".)
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*Un'altra conferma viene dall'articola della storica '''Marina Rossi''':  
*Un'altra conferma viene dall'articola della storica '''Marina Rossi''':  


: «Oggi - precisa la studiosa - molti indizi possono indurre ad ipotizzare una macchinazione dei Servizi Segreti americani, tesi avanzata a suo tempo (nel 1997) dal giudice Carlo Mastelloni» <ref name="rossi">[http://www.nntp.it/cultura-storia-militare/879637-osoppo-e-decima-mas.html Osoppo e Decima MAS, di Marina Rossi] C'è da aggiungere che il giudice Carlo Mastelloni è assai conosciuto come esperto di trame nere e di servizi segreti deviati. Egli si occupò anche dello smascheramento del "Piano Solo", un progetto golpista con il quale si sarebbe potuto assegnare all'Arma dei Carabinieri il controllo dello [[Stato]] nel [[1964]]. Secondo questo "piano", la base di Capo Marrargiu (Sardegna) avrebbe dovuto ospitare ben 731 "enucleandi", cioè prigionieri politici, comprendenti esponenti del mondo della politica e del sindacato considerati pericolosi e quindi da detenere sino ad emergenza cessata. La lista dei prigionieri politici era stata redatta dagli elenchi degli schedati presenti nei fascicoli del SIFAR, in cui vi erano rapporti dettagliati inerenti circa 157.000 persone; il committente fu  Giovanni De Lorenzo al tempo generale dell'arma dei carabinieri, vero e proprio "stratega" del "Piano Solo". Tra i primi comandanti del Centro ci furono il maggiore Mario Accasto dei paracadutisti e il capitano medico di vascello Decimo Garau, ex comandante di COMSUBIN dal [[1959]] al [[1960]]. Nel [[1986]] l'esistenza della base di Capo Marrargiu fu per la prima volta resa pubblica proprio dall'inchiesta del giudice veneziano '''Carlo Mastelloni''', che indagava sul presunto [[sabotaggio]] dell'aereo C-47 Dakota dell'Aeronautica Militare Argo 16, che si schiantò a Marghera nel [[1973]] e che operava segretamente per il traporto del C.A.G di personale in addestramento nella base sarda. La base, dopo un periodo apparente di tranquillità operativa, dal 2006 ritornò in piena funzione come centro addestramento per i reparti speciali delle forze armate, della NATO o di paesi "amici".</ref>.
: «Oggi - precisa la studiosa - molti indizi possono indurre ad ipotizzare una macchinazione dei Servizi Segreti americani, tesi avanzata a suo tempo (nel 1997) dal giudice Carlo Mastelloni» <ref name="rossi">[http://www.nntp.it/cultura-storia-militare/879637-osoppo-e-decima-mas.html Osoppo e MAS, di Marina Rossi] C'è da aggiungere che il giudice Carlo Mastelloni è assai conosciuto come esperto di trame nere e di servizi segreti deviati. Egli si occupò anche dello smascheramento del "Piano Solo", un progetto golpista con il quale si sarebbe potuto assegnare all'Arma dei Carabinieri il controllo dello [[Stato]] nel [[1964]]. Secondo questo "piano", la base di Capo Marrargiu (Sardegna) avrebbe dovuto ospitare ben 731 "enucleandi", cioè prigionieri politici, comprendenti esponenti del mondo della politica e del sindacato considerati pericolosi e quindi da detenere sino ad emergenza cessata. La lista dei prigionieri politici era stata redatta dagli elenchi degli schedati presenti nei fascicoli del SIFAR, in cui vi erano rapporti dettagliati inerenti circa 157.000 persone; il committente fu  Giovanni De Lorenzo al tempo generale dell'arma dei carabinieri, vero e proprio "stratega" del "Piano Solo". Tra i primi comandanti del Centro ci furono il maggiore Mario Accasto dei paracadutisti e il capitano medico di vascello Decimo Garau, ex comandante di COMSUBIN dal [[1959]] al [[1960]]. Nel [[1986]] l'esistenza della base di Capo Marrargiu fu per la prima volta resa pubblica proprio dall'inchiesta del giudice veneziano '''Carlo Mastelloni''', che indagava sul presunto [[sabotaggio]] dell'aereo C-47 Dakota dell'Aeronautica Militare Argo 16, che si schiantò a Marghera nel [[1973]] e che operava segretamente per il traporto del C.A.G di personale in addestramento nella base sarda. La base, dopo un periodo apparente di tranquillità operativa, dal 2006 ritornò in piena funzione come centro addestramento per i reparti speciali delle forze armate, della NATO o di paesi "amici".</ref>.


Ci furono altri "incontri" fra partigiani cattolici e [[Nazionalsocialismo|nazifascisti]], che però terminarono in un nulla di fatto, e quindi, la vicenda della Osoppo è quella che chiarisce meglio l'intromissione dei servizi britannici allo scopo di impedire una eventuale unità politica catto-comunista. Ancora da rilevare è quanto scrive Mimmo Franzinelli, storico noto e rispettato, autore di un importantissimo testo sulla storia dell'Ovra (la polizia segreta dell'[[Italia]] [[Fascismo|fascista]]), in un "Quaderno" della Fondazione Micheletti del [[1995]], in cui descrive una vicenda (''Un dramma partigiano. Il "caso Menici"'') che coinvolge i "verdi", cioè le formazioni autonome: un colonnello partigiano della Valcamonica, Menici, il quale fu addirittura dalle Fiamme Verdi consegnato ai tedeschi, e da questi giustiziato, perché considerato un pericolo (perché troppo a sinistra) per l'egemonia cattolica sul movimento partigiano della zona <ref name="pezzino">Si legga anche [http://www.faciovive.it/recensioni/pezzino-pollicino.htm la Relazione del Prof. Paolo Pezzino a Sarzana] ([[16 marzo]] [[2007]]), della presentazione, in prima nazionale, del volume ''Il piombo e l'argento'' di Carlo Spartaco Capogreco</ref>.
Ci furono altri "incontri" fra partigiani cattolici e [[Nazionalsocialismo|nazifascisti]], che però terminarono in un nulla di fatto, e quindi, la vicenda della Osoppo è quella che chiarisce meglio l'intromissione dei servizi britannici allo scopo di impedire una eventuale unità politica catto-comunista. Ancora da rilevare è quanto scrive Mimmo Franzinelli, storico noto e rispettato, autore di un importantissimo testo sulla storia dell'Ovra (la polizia segreta dell'[[Italia]] [[Fascismo|fascista]]), in un "Quaderno" della Fondazione Micheletti del [[1995]], in cui descrive una vicenda (''Un dramma partigiano. Il "caso Menici"'') che coinvolge i "verdi", cioè le formazioni autonome: un colonnello partigiano della Valcamonica, Menici, il quale fu addirittura dalle Fiamme Verdi consegnato ai tedeschi, e da questi giustiziato, perché considerato un pericolo (perché troppo a sinistra) per l'egemonia cattolica sul movimento partigiano della zona <ref name="pezzino">Si legga anche [http://www.faciovive.it/recensioni/pezzino-pollicino.htm la Relazione del Prof. Paolo Pezzino a Sarzana] ([[16 marzo]] [[2007]]), della presentazione, in prima nazionale, del volume ''Il piombo e l'argento'' di Carlo Spartaco Capogreco</ref>.
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