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Pochissime fattorie ebbero mai un aspetto così idilliaco come vorrebbe farci credere quest'immagine tradizionale. Tuttavia noi continuiamo a immaginarle come posti ameni, completamente separati dalla nostra vita nella città industriale, dove tutto è corsa al guadagno. Anche fra quei pochi sensibili al problema della condizione degli animali nelle fattorie, non sono molti quelli che conoscono i moderni metodi per l'allevamento degli animali. Qualcuno si domanda se gli animali vengono macellati in modo da non provare dolore, e chiunque sia capitato dietro un camion carico di bestiame deve sapere che gli animali di fattoria sono trasportati in modo da stare stipati l'uno contro l'altro; ma pochi subodorano che il trasporto e l'uccisione sono qualcosa di ben diverso dalla breve ed inevitabile conclusione di una vita di agio e benessere, fornita dei piaceri naturali tipici dell'esistenza animale e libera dalle difficoltà che gli animali selvatici devono, invece, sopportare nella lotta per la sopravvivenza. Tali ottimistiche supposizioni hanno poco a che fare con la realtà delle moderne fattorie. Tanto per cominciare, l'agricoltura non è più sotto il controllo di semplici contadini. È un "business", e anche grosso. Negli ultimi trent'anni l'ingresso di grosse corporazioni e di metodi di produzione a catena di montaggio hanno trasformato l'agricoltura nel "business dell'agricoltura". | Pochissime fattorie ebbero mai un aspetto così idilliaco come vorrebbe farci credere quest'immagine tradizionale. Tuttavia noi continuiamo a immaginarle come posti ameni, completamente separati dalla nostra vita nella città industriale, dove tutto è corsa al guadagno. Anche fra quei pochi sensibili al problema della condizione degli animali nelle fattorie, non sono molti quelli che conoscono i moderni metodi per l'allevamento degli animali. Qualcuno si domanda se gli animali vengono macellati in modo da non provare dolore, e chiunque sia capitato dietro un camion carico di bestiame deve sapere che gli animali di fattoria sono trasportati in modo da stare stipati l'uno contro l'altro; ma pochi subodorano che il trasporto e l'uccisione sono qualcosa di ben diverso dalla breve ed inevitabile conclusione di una vita di agio e benessere, fornita dei piaceri naturali tipici dell'esistenza animale e libera dalle difficoltà che gli animali selvatici devono, invece, sopportare nella lotta per la sopravvivenza. Tali ottimistiche supposizioni hanno poco a che fare con la realtà delle moderne fattorie. Tanto per cominciare, l'agricoltura non è più sotto il controllo di semplici contadini. È un "business", e anche grosso. Negli ultimi trent'anni l'ingresso di grosse corporazioni e di metodi di produzione a catena di montaggio hanno trasformato l'agricoltura nel "business dell'agricoltura". | ||
Il primo fra gli animali a subire il passaggio dalle condizioni relativamente naturali delle fattorie tradizionali a quelle stressanti del moderno allevamento intensivo è stata la gallina. Le galline hanno la sfortuna di servire agli umani in doppio modo: per la propria carne e per le uova. Oggigiorno esistono tecniche standardizzate di produzione su larga scala per ottenere tutti e due questi prodotti. I sostenitori del business dell'agricoltura considerano la nascita dell'industria dei polli come uno dei più importanti capitoli nella storia dell'allevamento. Alla fine della | Il primo fra gli animali a subire il passaggio dalle condizioni relativamente naturali delle fattorie tradizionali a quelle stressanti del moderno allevamento intensivo è stata la gallina. Le galline hanno la sfortuna di servire agli umani in doppio modo: per la propria carne e per le uova. Oggigiorno esistono tecniche standardizzate di produzione su larga scala per ottenere tutti e due questi prodotti. I sostenitori del business dell'agricoltura considerano la nascita dell'industria dei polli come uno dei più importanti capitoli nella storia dell'allevamento. Alla fine della Seconda guerra mondiale il pollo usato per l'alimentazione era ancora piuttosto raro. Proveniva per lo più da piccoli allevatori indipendenti oppure era costituito dai polli maschi nati nei raggruppamenti di galline da cova e poi scartati. Oggi i broilers, come sono comunemente chiamati i polli alla griglia, vengono letteralmente prodotti da quel milione di impianti di tipo industriale altamente meccanizzati, dalle grosse corporazioni che posseggono o controllano il 98% di tutta la produzione di polli alla griglia degli Stati Uniti. | ||
Tappa essenziale della trasformazione del pollo da animale da cortile in articolo confezionato fu il momento in cui venne rinchiuso. Un produttore di polli ricava oggigiorno un carico di 10.000, 50.000 o anche più pulcini di un giorno di vita dalle stazioni di covatura artificiale e li mette direttamente dentro un lungo capannone privo di finestre, generalmente a terra, sebbene alcuni produttori usino strati di gabbie allo scopo di contenere, in un capannone di ugual misura, un numero di volatili maggiore. All'interno del capannone, ogni aspetto dell'ambiente in cui gli uccelli vivono viene tenuto sotto controllo, allo scopo di farli crescere più in fretta e con meno mangime. Cibo ed acqua vengono somministrati automaticamente da serbatoi appesi al tetto. L'illuminazione viene regolata in accordo con i consigli degli studiosi di scienze agrarie: per esempio, possono esserci ventiquattro ore al giorno di luce forte per le prime una o due settimane, al fine di aiutare i pulcini a crescere in fretta;poi le luci possono essere diminuite leggermente oppure spente e poi riaccese ogni due ore, secondo la supposizione che i polli sono più pronti a mangiare dopo un periodo di riposo; infine si arriva a un punto, quando gli uccelli hanno più o meno sei settimane di vita, in cui sono cresciuti così tanto che stanno stretti l'uno contro l'altro, per cui le luci sono tenute costantemente molto basse, allo scopo di ridurre gli effetti del super affollamento. | Tappa essenziale della trasformazione del pollo da animale da cortile in articolo confezionato fu il momento in cui venne rinchiuso. Un produttore di polli ricava oggigiorno un carico di 10.000, 50.000 o anche più pulcini di un giorno di vita dalle stazioni di covatura artificiale e li mette direttamente dentro un lungo capannone privo di finestre, generalmente a terra, sebbene alcuni produttori usino strati di gabbie allo scopo di contenere, in un capannone di ugual misura, un numero di volatili maggiore. All'interno del capannone, ogni aspetto dell'ambiente in cui gli uccelli vivono viene tenuto sotto controllo, allo scopo di farli crescere più in fretta e con meno mangime. Cibo ed acqua vengono somministrati automaticamente da serbatoi appesi al tetto. L'illuminazione viene regolata in accordo con i consigli degli studiosi di scienze agrarie: per esempio, possono esserci ventiquattro ore al giorno di luce forte per le prime una o due settimane, al fine di aiutare i pulcini a crescere in fretta;poi le luci possono essere diminuite leggermente oppure spente e poi riaccese ogni due ore, secondo la supposizione che i polli sono più pronti a mangiare dopo un periodo di riposo; infine si arriva a un punto, quando gli uccelli hanno più o meno sei settimane di vita, in cui sono cresciuti così tanto che stanno stretti l'uno contro l'altro, per cui le luci sono tenute costantemente molto basse, allo scopo di ridurre gli effetti del super affollamento. | ||
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Le gabbie sono accatastate in file, con i contenitori di mangime e acqua che scorrono lungo le file, riempiti automaticamente da un serbatoio centrale. Il pavimento di filo metallico è inclinato. L'inclinazione, di solito un dislivello di uno su cinque, rende più complicato per gli uccelli lo stare diritti in maniera comoda, ma permette alle uova di rotolare verso la parete anteriore della gabbia dove possono essere facilmente raccolte a mano oppure, negli stabilimenti più moderni, trasmesse da un nastro trasportatore allo stabilimento per la confezione. | Le gabbie sono accatastate in file, con i contenitori di mangime e acqua che scorrono lungo le file, riempiti automaticamente da un serbatoio centrale. Il pavimento di filo metallico è inclinato. L'inclinazione, di solito un dislivello di uno su cinque, rende più complicato per gli uccelli lo stare diritti in maniera comoda, ma permette alle uova di rotolare verso la parete anteriore della gabbia dove possono essere facilmente raccolte a mano oppure, negli stabilimenti più moderni, trasmesse da un nastro trasportatore allo stabilimento per la confezione. | ||
Quando un giornalista del "Daily News" di New York si propose di vedere una tipica fattoria moderna di galline da cova, visitò la Frenchtown Poultry Farm, nel New Yersey, dove scoprì: | Quando un giornalista del "Daily News" di New York si propose di vedere una tipica fattoria moderna di galline da cova, visitò la Frenchtown Poultry Farm, nel New Yersey, dove scoprì: | ||
:«Ogni gabbia di 45 centimetri per 50 della fattoria Frenchtown contiene nove galline che parevano premute dentro da qualche mano invisibile. Avevano a stento lo spazio per girarsi. In realtà, non si dovrebbero tenere più di otto uccelli in una gabbia di quelle dimensioni - ammise Oscar Grossman, il locatore della fattoria - | :«Ogni gabbia di 45 centimetri per 50 della fattoria Frenchtown contiene nove galline che parevano premute dentro da qualche mano invisibile. Avevano a stento lo spazio per girarsi. In realtà, non si dovrebbero tenere più di otto uccelli in una gabbia di quelle dimensioni - ammise Oscar Grossman, il locatore della fattoria - ma qualche volta bisogna darsi da fare per ricavare il massimo dal proprio quantitativo di uccelli.» | ||
In realtà, se il signor Grossman avesse messo nelle proprie gabbie solo otto uccelli, sarebbero stati ancora costipati, anche rispetto agli stringati criteri britannici; stando in nove per gabbia, viene ad esserci uno spazio di soli dieci centimetri quadri per uccello, ovvero il 33% in meno di quanto è richiesto in Gran Bretagna. | In realtà, se il signor Grossman avesse messo nelle proprie gabbie solo otto uccelli, sarebbero stati ancora costipati, anche rispetto agli stringati criteri britannici; stando in nove per gabbia, viene ad esserci uno spazio di soli dieci centimetri quadri per uccello, ovvero il 33% in meno di quanto è richiesto in Gran Bretagna. | ||
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