Oreste Ristori: differenze tra le versioni

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Soprannominato "Beccuto", Ristori viene arrestato insieme agli altri principali militanti del [[movimento anarchico]] e socialista empolese (Petri e Fabiani) subito dopo l'[[insurrezione in Lunigiana|insurrezione della Lunigiana]].  L'anno successivo finisce nuovamente in [[carcere]] con l'accusa di aver partecipato all'incendio dell'esattoria comunale di Empoli e ad una rivolta avvenuta a San Miniato. Inviato a Porto Ercole, riesce ad evadere insieme a [[Andrea Barabino]], [[Galileo Palla]], [[Guerrando Barsanti]], [[Cesare Lage]], [[Gaetano Ruocco]] e [[Angelo Colonnesi]].  
Soprannominato "Beccuto", Ristori viene arrestato insieme agli altri principali militanti del [[movimento anarchico]] e socialista empolese (Petri e Fabiani) subito dopo l'[[insurrezione in Lunigiana|insurrezione della Lunigiana]].  L'anno successivo finisce nuovamente in [[carcere]] con l'accusa di aver partecipato all'incendio dell'esattoria comunale di Empoli e ad una rivolta avvenuta a San Miniato. Inviato a Porto Ercole, riesce ad evadere insieme a [[Andrea Barabino]], [[Galileo Palla]], [[Guerrando Barsanti]], [[Cesare Lage]], [[Gaetano Ruocco]] e [[Angelo Colonnesi]].  


La [[libertà ]] ottenuta però è di breve durata, i fuggitivi vengono arrestati e Ristori è inviato al confino alle isole Tremiti. In esilio fa amicizia con [[Pasquale Binazzi]] e [[Giovanni Gavilli]], con i quali darà  vita al numero unico ''La Bohème''. La vita al confino e durissima, per questo gli anarchici ivi trattenuti si [[rivolta|ribellano]] con decisione, anche se questo costerà  loro una dura [[repressione]] (muore l'anarchico [[Argante Salucci]]).  
La [[libertà]] ottenuta però è di breve durata, i fuggitivi vengono arrestati e Ristori è inviato al confino alle isole Tremiti. In esilio fa amicizia con [[Pasquale Binazzi]] e [[Giovanni Gavilli]], con i quali darà  vita al numero unico ''La Bohème''. La vita al confino e durissima, per questo gli anarchici ivi trattenuti si [[rivolta|ribellano]] con decisione, anche se questo costerà  loro una dura [[repressione]] (muore l'anarchico [[Argante Salucci]]).  


Processato per incitamento alla [[violenza]], il [[24 aprile]] viene spedito all'isola di Pantelleria insieme ad [[Armando Borghi]]. Ottenuta la [[libertà ]] nel [[1896]] dopo una lettera scritta al sindaco di Empoli, fa rientro nella città  toscana ma è sottoposto ad una strettissima vigilanza che lo costringe alla clandestinità. Individuato a Roma, viene nuovamente confinato nell'isola di Ventotene, dove però fa gruppo con tantissimi anarchici che condividevano il suo stesso destino: [[Andrea Orsini]], [[Giovanni Mariotti]], [[Oreste Cozzi]], [[Giovanni Pierucci]], [[Luigi Losi]] e [[Giuseppe Parmeggiani]].
Processato per incitamento alla [[violenza]], il [[24 aprile]] viene spedito all'isola di Pantelleria insieme ad [[Armando Borghi]]. Ottenuta la [[libertà]] nel [[1896]] dopo una lettera scritta al sindaco di Empoli, fa rientro nella città  toscana ma è sottoposto ad una strettissima vigilanza che lo costringe alla clandestinità. Individuato a Roma, viene nuovamente confinato nell'isola di Ventotene, dove però fa gruppo con tantissimi anarchici che condividevano il suo stesso destino: [[Andrea Orsini]], [[Giovanni Mariotti]], [[Oreste Cozzi]], [[Giovanni Pierucci]], [[Luigi Losi]] e [[Giuseppe Parmeggiani]].


Nuovamente liberato, ritorna a Empoli e riprende le sue attività  fondando un nuovo gruppo anarchico e divulgando il pensiero di [[Errico Malatesta]].
Nuovamente liberato, ritorna a Empoli e riprende le sue attività  fondando un nuovo gruppo anarchico e divulgando il pensiero di [[Errico Malatesta]].
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===Esule in Francia===
===Esule in Francia===


Emigrato clandestinamente in [[Francia]] nel [[1898]], permane qualche mese a Marsiglia sotto il nome di Gustavo Fulvi. Arrestato in seguito a Nimes, viene espulso nell'autunno del [[1898]], ma sino al [[1901]] risulterà  sulle liste degli scomparsi-ricercati dalle [[autorità ]] francesi, bollato dalle stesse come «molto pericoloso» sotto lo pseudonimo di ''Ancilotti''.  
Emigrato clandestinamente in [[Francia]] nel [[1898]], permane qualche mese a Marsiglia sotto il nome di Gustavo Fulvi. Arrestato in seguito a Nimes, viene espulso nell'autunno del [[1898]], ma sino al [[1901]] risulterà  sulle liste degli scomparsi-ricercati dalle [[autorità]] francesi, bollato dalle stesse come «molto pericoloso» sotto lo pseudonimo di ''Ancilotti''.  


Ristori viene condannato al domicilio coatto all'isola di Favignana (Sicilia), durante il quale inizia a scrivere corrispondenze per ''L'Avanti'', prima di essere trasferito a Ponza dove conosce l'anarchico [[Luigi Fabbri]]. Con quest'ultimo, nel marzo del [[1899]], organizza la commemorazione dei martiri della [[Comune di Parigi]], che però costerà  ad entrambi una nuova deportazione: Ristori a Ustica e Fabbri a Favignana.
Ristori viene condannato al domicilio coatto all'isola di Favignana (Sicilia), durante il quale inizia a scrivere corrispondenze per ''L'Avanti'', prima di essere trasferito a Ponza dove conosce l'anarchico [[Luigi Fabbri]]. Con quest'ultimo, nel marzo del [[1899]], organizza la commemorazione dei martiri della [[Comune di Parigi]], che però costerà  ad entrambi una nuova deportazione: Ristori a Ustica e Fabbri a Favignana.
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Essendogli impossibilitato il rientro a Buenos Aires, nel febbraio [[1904]] si trasferisce in [[Brasile]], a San Paolo, accogliendo l'invito dell'anarchico senese [[Tobia Boni]]. Nella città  brasiliana pubblica l'opuscolo ''Le Corbellerie del Collettivismo'', partecipa alle attività  del gruppo «La Propaganda» e fonda con [[Alessandro Cerchiai]] e [[Gigi Damiani]] quello che diventerà  uno dei più importanti giornali anarchici dell'America Latina: ''La Battaglia''.
Essendogli impossibilitato il rientro a Buenos Aires, nel febbraio [[1904]] si trasferisce in [[Brasile]], a San Paolo, accogliendo l'invito dell'anarchico senese [[Tobia Boni]]. Nella città  brasiliana pubblica l'opuscolo ''Le Corbellerie del Collettivismo'', partecipa alle attività  del gruppo «La Propaganda» e fonda con [[Alessandro Cerchiai]] e [[Gigi Damiani]] quello che diventerà  uno dei più importanti giornali anarchici dell'America Latina: ''La Battaglia''.


Tra il [[1904]] e il [[1905]], divenuto ormai uno dei più importanti propagandisti dell'[[anarchismo]] in lingua italiana, entra nel mirino delle [[autorità ]] del paese che non desidererebbero altro che trovare una minima scusa per espellerlo dal paese. Ma Ristori non è tipo impressionabile, perciò prosegue nel suo lavoro in favore dell'anarchia, mantenendo stabili contatti con i compagni del gruppo “Avanti” e con i sindacalisti del COB (Centrale operaia brasiliana). Nel [[1909]] è protagonista di una clamorosa denuncia nei confronti di alcuni sacerdoti che accusa di abusi vari contro minori degli orfanotrofi. Questo però gli costerà  l'accusa di calunnia e una condanna ad un anno di [[carcere]].
Tra il [[1904]] e il [[1905]], divenuto ormai uno dei più importanti propagandisti dell'[[anarchismo]] in lingua italiana, entra nel mirino delle [[autorità]] del paese che non desidererebbero altro che trovare una minima scusa per espellerlo dal paese. Ma Ristori non è tipo impressionabile, perciò prosegue nel suo lavoro in favore dell'anarchia, mantenendo stabili contatti con i compagni del gruppo “Avanti” e con i sindacalisti del COB (Centrale operaia brasiliana). Nel [[1909]] è protagonista di una clamorosa denuncia nei confronti di alcuni sacerdoti che accusa di abusi vari contro minori degli orfanotrofi. Questo però gli costerà  l'accusa di calunnia e una condanna ad un anno di [[carcere]].


Nel frattempo, i rapporti con gli altri compagni si guastano per motivi non ben chiari, tant'è che nel [[1912]] decide temporaneamente di ritirarsi dalla vita politica attiva.
Nel frattempo, i rapporti con gli altri compagni si guastano per motivi non ben chiari, tant'è che nel [[1912]] decide temporaneamente di ritirarsi dalla vita politica attiva.
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Lasciando la sua compagna Mercedes in [[Brasile]], Ristori fa ritorno in [[Italia]] nel giugno [[1936]] con l'idea fissa di ricongiungersi al più presto con l'amata compagna. Per questo, dopo aver raggiunto la [[Spagna]] da Livorno per aggregarsi con le forze antifasciste impegnate nella [[rivoluzione spagnola|rivoluzione antifranchista]], anche da Barcellona proverà  inutilmente a far giungere la moglie dal Sud America. Stesso esito avrà  il tentativo di riunirsi a lei in [[Francia]] avvalendosi dell'aiuto di Luigi Campolonghi, presidente della LIDU («Lega italiana dei diritti dell'uomo»).
Lasciando la sua compagna Mercedes in [[Brasile]], Ristori fa ritorno in [[Italia]] nel giugno [[1936]] con l'idea fissa di ricongiungersi al più presto con l'amata compagna. Per questo, dopo aver raggiunto la [[Spagna]] da Livorno per aggregarsi con le forze antifasciste impegnate nella [[rivoluzione spagnola|rivoluzione antifranchista]], anche da Barcellona proverà  inutilmente a far giungere la moglie dal Sud America. Stesso esito avrà  il tentativo di riunirsi a lei in [[Francia]] avvalendosi dell'aiuto di Luigi Campolonghi, presidente della LIDU («Lega italiana dei diritti dell'uomo»).


Allo scoppio della seconda guerra mondiale si trova in [[Francia]] confinato nel campo di Roland Garros, dal quale sarà  poi estradato in [[Italia]] nel [[1940]]. Le [[autorità ]] fasciste gli impongono la residenza sorvegliata a Empoli, ma quando il regime cade egli è tra i primi scende in piazza e a festeggiare con pubbliche manifestazioni non autorizzate che gli costano la detenzione alle Murate a Firenze. Durante il trasferimento in cella ingiuria ironicamente con l'appellativo di «gelataio» il comandante di Polizia. Un insulto che gli costerà  una nuova denuncia.  
Allo scoppio della seconda guerra mondiale si trova in [[Francia]] confinato nel campo di Roland Garros, dal quale sarà  poi estradato in [[Italia]] nel [[1940]]. Le [[autorità]] fasciste gli impongono la residenza sorvegliata a Empoli, ma quando il regime cade egli è tra i primi scende in piazza e a festeggiare con pubbliche manifestazioni non autorizzate che gli costano la detenzione alle Murate a Firenze. Durante il trasferimento in cella ingiuria ironicamente con l'appellativo di «gelataio» il comandante di Polizia. Un insulto che gli costerà  una nuova denuncia.  


Il [[2 dicembre]], mentre si trova proprio alle Murate ([[carcere]] fiorentino), una milizia [[fascista]] lo preleva insieme all'anarchico [[Gino Manetti]] e a tre comunisti (Armando Gualtieri, Luigi Pugi e Orlando Storai) come rappresaglia dell'omicidio del colonnello Gobbi da parte dei partigiani.
Il [[2 dicembre]], mentre si trova proprio alle Murate ([[carcere]] fiorentino), una milizia [[fascista]] lo preleva insieme all'anarchico [[Gino Manetti]] e a tre comunisti (Armando Gualtieri, Luigi Pugi e Orlando Storai) come rappresaglia dell'omicidio del colonnello Gobbi da parte dei partigiani.
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