Giuseppe Monnanni: differenze tra le versioni

m
Sostituzione testo - "[à][\s][]]" con "à]"
m (Sostituzione testo - "[à][\s][,]" con "à,")
m (Sostituzione testo - "[à][\s][]]" con "à]")
Riga 14: Riga 14:
Monnanni e gli individualisti devono a dover fronteggiare l'ostracismo della corrente [[Comunismo anarchico|comunista anarchica]], tant'è che il congresso di Roma del [[1907]] ne sancisce addirittura l'emarginazione. Nel [[1908]] [[Leda Rafanelli|Rafanelli]] e Monnani si trasferiscono a Milano, fondano la «Libreria Editrice Sociale» grazie alla quale nei tre anni seguenti pubblicano anche tre [[stampa anarchica|giornali]]: «Sciarpa Nera», «La Questione sociale» e «La Rivolta», in cui principalmente sarà  approfondito il dibattito interno tra la [[correnti anarchiche|corrente comunista e quella individualista]].
Monnanni e gli individualisti devono a dover fronteggiare l'ostracismo della corrente [[Comunismo anarchico|comunista anarchica]], tant'è che il congresso di Roma del [[1907]] ne sancisce addirittura l'emarginazione. Nel [[1908]] [[Leda Rafanelli|Rafanelli]] e Monnani si trasferiscono a Milano, fondano la «Libreria Editrice Sociale» grazie alla quale nei tre anni seguenti pubblicano anche tre [[stampa anarchica|giornali]]: «Sciarpa Nera», «La Questione sociale» e «La Rivolta», in cui principalmente sarà  approfondito il dibattito interno tra la [[correnti anarchiche|corrente comunista e quella individualista]].


L'anarchico aretino stabilisce un sodalizio artistico con l'[[anarco-futurismo|anarchico futurista]] [[Carlo Carrà ]], partecipa alle conferenze con [[Maria Rygier]] per celebrare [[Gaetano Bresci]], inoltre sostiene pubblicamente [[Francisco Ferrer]] e manifesta il suo dissenso alla guerra italo-turca. In questo modo accentuerà  il distacco dagli [[individualismo|individualisti]] come [[Libero Tancredi]], non senza ragioni, visto che quest'ultimo finirà  col diventare fascista. Nel [[1910]], dalla relazione con [[Leda Rafanelli|Leda]], nasce un figlio, Marsilio (alias Aini).
L'anarchico aretino stabilisce un sodalizio artistico con l'[[anarco-futurismo|anarchico futurista]] [[Carlo Carrà]], partecipa alle conferenze con [[Maria Rygier]] per celebrare [[Gaetano Bresci]], inoltre sostiene pubblicamente [[Francisco Ferrer]] e manifesta il suo dissenso alla guerra italo-turca. In questo modo accentuerà  il distacco dagli [[individualismo|individualisti]] come [[Libero Tancredi]], non senza ragioni, visto che quest'ultimo finirà  col diventare fascista. Nel [[1910]], dalla relazione con [[Leda Rafanelli|Leda]], nasce un figlio, Marsilio (alias Aini).


=== La prima guerra mondiale e l'esilio in Svizzera ===
=== La prima guerra mondiale e l'esilio in Svizzera ===
Riga 29: Riga 29:
=== Il ritorno in Italia e l'avvento del fascismo ===
=== Il ritorno in Italia e l'avvento del fascismo ===


Liberato a metà  nel gennaio del [[1920]], viene consegnato alle [[autorità ]] italiane in quanto disertore. Monnanni è immediatamente trasferito al [[carcere]] militare di Firenze, processato e lievemente condannato per diserzione. Nel dopoguerra ritorna insieme a [[Leda Rafanelli]]. Con l'ascesa del [[fascismo]] la loro vita si fa ogni giorno più difficile: nel [[1923]] gli squadristi mettono a soqquadro i locali dell'appena rinnovata «Casa Editrice Sociale» e la polizia gli sequestra materiale ritenuto sovversivo. Monnanni viene anche arrestato e subito dopo rilasciato. In pieno [[Fascismo|regime fascista]] i due, tra mille difficoltà, proseguono l'attività  editoriale come «Casa Editrice Monanni».
Liberato a metà  nel gennaio del [[1920]], viene consegnato alle [[autorità]] italiane in quanto disertore. Monnanni è immediatamente trasferito al [[carcere]] militare di Firenze, processato e lievemente condannato per diserzione. Nel dopoguerra ritorna insieme a [[Leda Rafanelli]]. Con l'ascesa del [[fascismo]] la loro vita si fa ogni giorno più difficile: nel [[1923]] gli squadristi mettono a soqquadro i locali dell'appena rinnovata «Casa Editrice Sociale» e la polizia gli sequestra materiale ritenuto sovversivo. Monnanni viene anche arrestato e subito dopo rilasciato. In pieno [[Fascismo|regime fascista]] i due, tra mille difficoltà, proseguono l'attività  editoriale come «Casa Editrice Monanni».
[[File:Leda rafanelli.jpg|thumb|left|150 px|[[Leda Rafanelli]], anarchica e scrittrice italiana, fu per lungo tempo compagna di Giuseppe Monnanni]]
[[File:Leda rafanelli.jpg|thumb|left|150 px|[[Leda Rafanelli]], anarchica e scrittrice italiana, fu per lungo tempo compagna di Giuseppe Monnanni]]
Nel [[1927]] Mussolini in persona chiede informazioni sull'anarchico aretino direttamente al prefetto di Milano, il quale gli riporta che Monnanni «non si interessa di politica e pare anzi che voglia abbandonare le sue vecchie idee. Attualmente pubblica volumi di filosofia e coltura in generale, e fornisce parecchie biblioteche fasciste. Ha recentemente pubblicato il volume intitolato Sindacalismo Nazionale dell'Avv. Ezio Maria Olivetti del Popolo d'Italia».  
Nel [[1927]] Mussolini in persona chiede informazioni sull'anarchico aretino direttamente al prefetto di Milano, il quale gli riporta che Monnanni «non si interessa di politica e pare anzi che voglia abbandonare le sue vecchie idee. Attualmente pubblica volumi di filosofia e coltura in generale, e fornisce parecchie biblioteche fasciste. Ha recentemente pubblicato il volume intitolato Sindacalismo Nazionale dell'Avv. Ezio Maria Olivetti del Popolo d'Italia».  
Riga 35: Riga 35:
Nel [[1928]] pubblica le opere di [[Nietzsche]] (rieditate nel [[1940]]). L'[[1929|anno seguente]] «fonti confidenziali» segnalano però che Giuseppe Monnanni ha stabilito relazioni con i [[antifascismo|fuorisciti antifascisti]], inoltre il suo nome viene trovato in un'agenda sequestrata a [[Camillo Berneri]].  
Nel [[1928]] pubblica le opere di [[Nietzsche]] (rieditate nel [[1940]]). L'[[1929|anno seguente]] «fonti confidenziali» segnalano però che Giuseppe Monnanni ha stabilito relazioni con i [[antifascismo|fuorisciti antifascisti]], inoltre il suo nome viene trovato in un'agenda sequestrata a [[Camillo Berneri]].  


Dopo oltre un ventennio di burrascosa convivenza, nel [[1934]], Monnanni lascia [[Leda Rafanelli|Leda Rafanelli]] per Albina Zanini, con cui si unisce in matrimonio. Ottenuto nel [[1936]] il passaporto, l'anno successivo si trattiene per 9 giorni in [[Francia]] (Parigi e Nizza), ufficialmente per ragioni d'affari, ma resta un mistero la solerzia con cui le [[autorità ]] gli hanno rilasciato i documenti. Un nuovo viaggio oltralpe viene intrapreso l'anno successivo, in un periodo imprecisato tra il febbraio e il giugno [[1938]].  
Dopo oltre un ventennio di burrascosa convivenza, nel [[1934]], Monnanni lascia [[Leda Rafanelli|Leda Rafanelli]] per Albina Zanini, con cui si unisce in matrimonio. Ottenuto nel [[1936]] il passaporto, l'anno successivo si trattiene per 9 giorni in [[Francia]] (Parigi e Nizza), ufficialmente per ragioni d'affari, ma resta un mistero la solerzia con cui le [[autorità]] gli hanno rilasciato i documenti. Un nuovo viaggio oltralpe viene intrapreso l'anno successivo, in un periodo imprecisato tra il febbraio e il giugno [[1938]].  


Nel luglio [[1939]] è «arrestato dall'Organismo diretto dall'Ispettore Generale di P.S. Comm. Peruzzi e passato in carcere a disposizione del Tribunale Speciale». Dopo tre mesi Monnanni viene liberato, ma si trova in tale stato di disperazione, soprattutto per problemi a carattere economico, che decide di scrivere una supplica al Duce: «...sono all'estremo della mia resistenza e non vedo quale strada possa prendere per sistemare la mia famiglia. Se è necessario dare altri dettagli, vogliate chiedermeli...». In seguito Monnanni si farà  ancora più esplicito: «Al Duce: sono sempre in attesa d'un vostro tangibile segno di ricompensa pel servizio resovi» (in calce l'annotazione di un imprecisato “provveduto” in data [[9 gennaio]] [[1941]]).  
Nel luglio [[1939]] è «arrestato dall'Organismo diretto dall'Ispettore Generale di P.S. Comm. Peruzzi e passato in carcere a disposizione del Tribunale Speciale». Dopo tre mesi Monnanni viene liberato, ma si trova in tale stato di disperazione, soprattutto per problemi a carattere economico, che decide di scrivere una supplica al Duce: «...sono all'estremo della mia resistenza e non vedo quale strada possa prendere per sistemare la mia famiglia. Se è necessario dare altri dettagli, vogliate chiedermeli...». In seguito Monnanni si farà  ancora più esplicito: «Al Duce: sono sempre in attesa d'un vostro tangibile segno di ricompensa pel servizio resovi» (in calce l'annotazione di un imprecisato “provveduto” in data [[9 gennaio]] [[1941]]).  
66 518

contributi