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La moneta denominata “credito” raccolse l'eredità del tedesco [[Silvio Gesell]], ministro delle finanze della breve [[Repubblica dei Consigli di Baviera]] durante la crisi degli "anni 20", che in quella circostanza emise una moneta che si doveva ossidare velocemente, in modo da essere utilizzata solo per gli scambi e non per l'accumulo e per l'incremento della ricchezza individuale. Per conservare il suo valore nominale era necessario applicare un bollino mensile pari all'1% del suo valore (dagli studi si comprese che quella moneta poteva circolare con una velocità superiore 40 volte a quella delle monete ufficiali). | La moneta denominata “credito” raccolse l'eredità del tedesco [[Silvio Gesell]], ministro delle finanze della breve [[Repubblica dei Consigli di Baviera]] durante la crisi degli "anni 20", che in quella circostanza emise una moneta che si doveva ossidare velocemente, in modo da essere utilizzata solo per gli scambi e non per l'accumulo e per l'incremento della ricchezza individuale. Per conservare il suo valore nominale era necessario applicare un bollino mensile pari all'1% del suo valore (dagli studi si comprese che quella moneta poteva circolare con una velocità superiore 40 volte a quella delle monete ufficiali). | ||
L'applicazione effettiva della "moneta di Gesell" arrivò però solo circa un decennio dopo, quando alcuni comuni del sud della [[Germania]] fecero ricorso a questo sistema per porre freno alla disoccupazione e alla povertà . | L'applicazione effettiva della "moneta di Gesell" arrivò però solo circa un decennio dopo, quando alcuni comuni del sud della [[Germania]] fecero ricorso a questo sistema per porre freno alla disoccupazione e alla povertà. | ||
II "credito" argentino, rifacendosi a quell'esperienza, misurava solo le ore di lavoro contenute nei servizi e nei beni che le persone si scambiavano. Anche se la falsificazione frenò la diffusione, non mancarono i risultati eclatanti: nella provincia di Mendoza riaprì una piccola fabbrica grazie al credito concesso dalla [[Rete Globale del Baratto]]. I proprietari della fabbrica poterono inoltre contare sul lavoro di elettricisti e muratori, tutti retribuiti con i "credito". Addirittura a livello locale i comuni della provincia di Buenos Aires, di Chabacano, Quilmes e Avellaneda accettarono i "credito" per il pagamento delle tasse. | II "credito" argentino, rifacendosi a quell'esperienza, misurava solo le ore di lavoro contenute nei servizi e nei beni che le persone si scambiavano. Anche se la falsificazione frenò la diffusione, non mancarono i risultati eclatanti: nella provincia di Mendoza riaprì una piccola fabbrica grazie al credito concesso dalla [[Rete Globale del Baratto]]. I proprietari della fabbrica poterono inoltre contare sul lavoro di elettricisti e muratori, tutti retribuiti con i "credito". Addirittura a livello locale i comuni della provincia di Buenos Aires, di Chabacano, Quilmes e Avellaneda accettarono i "credito" per il pagamento delle tasse. |