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L'[[11 novembre]] [[1887]], nel fienile del podere di Cittadella, [[Giovanni Rossi]], insieme a tutti i contadini che nel podere lavoravano, sancì la nascita dell'"Associazione Agricola Cooperativa di Cittadella in Comune di Stagno Lombardo, Cremona" per gestire i 120 ettari di campagna, oltre ad una ventina di case contadine, stalle e un piccolo asilo infantile, ceduti in affitto alla cooperativa dal propeitario Giuseppe Mori. | L'[[11 novembre]] [[1887]], nel fienile del podere di Cittadella, [[Giovanni Rossi]], insieme a tutti i contadini che nel podere lavoravano, sancì la nascita dell'"Associazione Agricola Cooperativa di Cittadella in Comune di Stagno Lombardo, Cremona" per gestire i 120 ettari di campagna, oltre ad una ventina di case contadine, stalle e un piccolo asilo infantile, ceduti in affitto alla cooperativa dal propeitario Giuseppe Mori. | ||
Dallo statuto della cooperativa (steso da Rossi e Bissolati ma modificato in un secondo momento in maniera consistente dai contadini) risulta che l'assemblea generale dei soci era composta da uomini e donne, ma per queste ultime non era previsto il diritto al voto. La retribuzione del lavoro, contrariamente a quanto aveva inizialmente previsto Rossi, venne suddivisa in base alle categorie d'appartenenza (in funzione della quantità e della responsabilità rivestita all'interno della cooperativa). Inoltre una commissione tecnica - costituita da un socio, da un rappresentante della proprietà e dal segretario [[Giovanni Rossi]] (eletto dai contadini tramite votazione segreta) – si riuniva ogni sera al fine di stabilire compiti e obiettivi della comunità , redigere bilanci ecc. | Dallo statuto della cooperativa (steso da Rossi e Bissolati ma modificato in un secondo momento in maniera consistente dai contadini) risulta che l'assemblea generale dei soci era composta da uomini e donne, ma per queste ultime non era previsto il diritto al voto. La retribuzione del lavoro, contrariamente a quanto aveva inizialmente previsto Rossi, venne suddivisa in base alle categorie d'appartenenza (in funzione della quantità e della responsabilità rivestita all'interno della cooperativa). Inoltre una commissione tecnica - costituita da un socio, da un rappresentante della proprietà e dal segretario [[Giovanni Rossi]] (eletto dai contadini tramite votazione segreta) – si riuniva ogni sera al fine di stabilire compiti e obiettivi della comunità, redigere bilanci ecc. | ||
La speranza di Rossi era tuttavia quella di applicare i principi socialisti dell'[[anarchismo]], e non semplicemente gestire una cooperativa. L'occasione per sperimentare le sue idee giunse nel [[1889]] quando alcune famiglie di contadini, che prestavano servizio nella cooperativa, decisero di allontanarsi. I posti vacanti furono da Cardias rimpiazzati inserendo nella comunità elementi pienamenti socialisti (due famiglie più alcuni singoli): l'obiettivo di Rossi era quello di dar vita ad un nucleo realmente socialista, nella speranza che gli altri contadini avessero deciso di prendere tale gruppo ad esempio. | La speranza di Rossi era tuttavia quella di applicare i principi socialisti dell'[[anarchismo]], e non semplicemente gestire una cooperativa. L'occasione per sperimentare le sue idee giunse nel [[1889]] quando alcune famiglie di contadini, che prestavano servizio nella cooperativa, decisero di allontanarsi. I posti vacanti furono da Cardias rimpiazzati inserendo nella comunità elementi pienamenti socialisti (due famiglie più alcuni singoli): l'obiettivo di Rossi era quello di dar vita ad un nucleo realmente socialista, nella speranza che gli altri contadini avessero deciso di prendere tale gruppo ad esempio. |