L'invasione della Jugoslavia: crimini di guerra e lager fascisti per slavi: differenze tra le versioni

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*Nota del Generale Robotti:
*Nota del Generale Robotti:
: «Richiamo tutti  sulla dizione  "catturati"!  Cosa  vuol dire?  Se  sono  ribelli  vanno passati per  le armi!»
: «Richiamo tutti  sulla dizione  "catturati"!  Cosa  vuol dire?  Se  sono  ribelli  vanno passati per  le armi!»
::18-9  Robotti <ref name="crimini">[http://www.criminidiguerra.it/DocumRob.shtml Crimini di guerra]</ref>
::18-9  Robotti <ref name="crimini">[http://www.criminidiguerra.it/DocumRob.shtml Crimini di guerra]</ref>
      
      
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Allocato in via Bellosguardo 8, e nota come '''Villa Triste''', l'Istituto Speciale di Pubblica Sicurezza per la Venezia Giulia fu il primo di quei luoghi denominati "Ville tristi" che sorsero in [[Italia]] nel corso della II guerra mondiale e che divennero veri e propri luoghi di tortura per antifascisti veri o presunti che fossero <ref>[http://www.testimonianzedailager.rai.it/testimoni/test_25.asp  Testimonianza di Nerina De Walderstein, nata a Trieste nel 1925]</ref>.
Allocato in via Bellosguardo 8, e nota come '''Villa Triste''', l'Istituto Speciale di Pubblica Sicurezza per la Venezia Giulia fu il primo di quei luoghi denominati "Ville tristi" che sorsero in [[Italia]] nel corso della II guerra mondiale e che divennero veri e propri luoghi di tortura per antifascisti veri o presunti che fossero <ref>[http://www.testimonianzedailager.rai.it/testimoni/test_25.asp  Testimonianza di Nerina De Walderstein, nata a Trieste nel 1925]</ref>.


: «I luoghi della memoria dell'oppressione e della lotta sono tanti. A cominciare da via Bellosguardo a Trieste, dove in una villa demolita ormai da tempo ebbe sede per un certo periodo l'Ispettorato speciale di pubblica sicurezza per la Venezia Giulia, l'organismo istituito dal regime nel 1942 con il compito di combattere il movimento partigiano ormai affermatosi anche nelle province giuliane. L'ispettorato si distinse per l'uso sistematico della tortura sugli arrestati e la [http://www.nuovaalabarda.org/foto-gallery/galleria6_foto3.php villa di via Bellosguardo] divenne nota per le urla dei seviziati che si sentivano dall'esterno».
: «I luoghi della memoria dell'oppressione e della lotta sono tanti. A cominciare da via Bellosguardo a Trieste, dove in una villa demolita ormai da tempo ebbe sede per un certo periodo l'Ispettorato speciale di pubblica sicurezza per la Venezia Giulia, l'organismo istituito dal regime nel 1942 con il compito di combattere il movimento partigiano ormai affermatosi anche nelle province giuliane. L'ispettorato si distinse per l'uso sistematico della tortura sugli arrestati e la [http://www.nuovaalabarda.org/foto-gallery/galleria6_foto3.php villa di via Bellosguardo] divenne nota per le urla dei seviziati che si sentivano dall'esterno».


Un'altra sede dell'ispettorato fu l'attuale stazione dei carabinieri di via Cologna a Trieste, che è anche l'unica sede dell'organismo ancora esistente. Da notare che il torturatore più efferato, l'ispettore di polizia Gaetano Collotti, è stato insignito nel [[1954]] dalla Repubblica Italiana di medaglia di bronzo al valore per il comportamento tenuto durante un'operazione antipartigiana <ref>La medaglia al valore per un torturatore fascista come Collotti fece infuriare non poco [[Arditi_del_Popolo#Personaggi|Ercole Miani]], antifascista ed ex militante degli [[Arditi del Popolo]]</ref> e che diversi componenti l'ispettorato caduti durante la guerra o nella resa dei conti a guerra finita sono ricordati sulla grande lapide che nell'atrio della Questura di Trieste ricorda i poliziotti "caduti nell'espletamento del proprio dovere" <ref> [http://www.istitutomontessori.it/Progetti/Luoghi%20della%20memoria/pdf/19_wolk.pdf Istituto Montessori]: Maria Montessori, fondatrice dell'omonimo Istituto, conobbe la ferocia fascista quando fu tratta dal gruppo di [[Gaetano Collotti]]: «Io mi sono trovata a mezzanotte nella Villa Triste. Durante l'interrogatorio, sono stata picchiata... Mi hanno rotto tre costole e mi hanno appesa per le mani, da dietro, a un palo... Non so quanto sono rimasta, perché sono svenuta Mi picchiavano in continuazione... Mi sono svegliata dentro in una cella tutta bagnata e là  mi hanno lasciata tutta la notte, per poi reinterrogarmi, il giorno dopo, sempre di sera. Sempre bastonata, sempre picchiata. Da Villa Triste, mi hanno poi portata alle prigioni dei Gesuiti, che ora non esistono più. Là  sono stata nuovamente interrogata e, sempre a suon di scappellotti, cercavano di tirarmi fuori qualche parola dalla bocca. Io non ho parlato mai, sono rimasta sempre in silenzio, ho sempre detto che quello che ho fatto, l'ho sempre fatto per conto di Walter, mio fratello... Mi sono assunta tutte le responsabilità ...Dai Gesuiti sono rimasta due mesi, poi mi hanno portato alle carceri del Coroneo, a Trieste, dove, dopo un paio di giorni, sono stata nuovamente interrogata dai tedeschi. Ho subito l'interrogatorio giù, nel bunker del Coroneo. Una cosa tremenda, altre botte, altro tormento» </ref>.
Un'altra sede dell'ispettorato fu l'attuale stazione dei carabinieri di via Cologna a Trieste, che è anche l'unica sede dell'organismo ancora esistente. Da notare che il torturatore più efferato, l'ispettore di polizia Gaetano Collotti, è stato insignito nel [[1954]] dalla Repubblica Italiana di medaglia di bronzo al valore per il comportamento tenuto durante un'operazione antipartigiana <ref>La medaglia al valore per un torturatore fascista come Collotti fece infuriare non poco [[Arditi_del_Popolo#Personaggi|Ercole Miani]], antifascista ed ex militante degli [[Arditi del Popolo]]</ref> e che diversi componenti l'ispettorato caduti durante la guerra o nella resa dei conti a guerra finita sono ricordati sulla grande lapide che nell'atrio della Questura di Trieste ricorda i poliziotti "caduti nell'espletamento del proprio dovere" <ref> [http://www.istitutomontessori.it/Progetti/Luoghi%20della%20memoria/pdf/19_wolk.pdf Istituto Montessori]: Maria Montessori, fondatrice dell'omonimo Istituto, conobbe la ferocia fascista quando fu tratta dal gruppo di [[Gaetano Collotti]]: «Io mi sono trovata a mezzanotte nella Villa Triste. Durante l'interrogatorio, sono stata picchiata... Mi hanno rotto tre costole e mi hanno appesa per le mani, da dietro, a un palo... Non so quanto sono rimasta, perché sono svenuta Mi picchiavano in continuazione... Mi sono svegliata dentro in una cella tutta bagnata e là  mi hanno lasciata tutta la notte, per poi reinterrogarmi, il giorno dopo, sempre di sera. Sempre bastonata, sempre picchiata. Da Villa Triste, mi hanno poi portata alle prigioni dei Gesuiti, che ora non esistono più. Là  sono stata nuovamente interrogata e, sempre a suon di scappellotti, cercavano di tirarmi fuori qualche parola dalla bocca. Io non ho parlato mai, sono rimasta sempre in silenzio, ho sempre detto che quello che ho fatto, l'ho sempre fatto per conto di Walter, mio fratello... Mi sono assunta tutte le responsabilità ...Dai Gesuiti sono rimasta due mesi, poi mi hanno portato alle carceri del Coroneo, a Trieste, dove, dopo un paio di giorni, sono stata nuovamente interrogata dai tedeschi. Ho subito l'interrogatorio giù, nel bunker del Coroneo. Una cosa tremenda, altre botte, altro tormento» </ref>.
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