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[[File:Cacerolazo Argentina 2001-2002.jpg|thumb|right|400px|Proteste contro la crisi economica argentina iniziata nel 2001]] | [[File:Cacerolazo Argentina 2001-2002.jpg|thumb|right|400px|Proteste contro la crisi economica argentina iniziata nel 2001]] | ||
La crisi economica argentina del [[2001]], con gravi responsabilità del [[Fondo Monetario Internazionale]] e dell'inettitudine dei burocrati dell'economia argentina, determinò una serie di eventi catastrofici per | La crisi economica argentina del [[2001]], con gravi responsabilità del [[Fondo Monetario Internazionale]] e dell'inettitudine dei burocrati dell'economia argentina, determinò una serie di eventi catastrofici per l'economia: disoccupazione galoppante, collasso del sistema produttivo e commerciale, oltre soprattutto all'assoluta mancanza di soldi in circolazione. Le enormi difficoltà economiche determinarono però la formazione di gruppi spontanei di [[mutualismo|mutuo sostegno]] per la produzione e la distribuzione del pane, dei mattoni, per l'assistenza ai bisognosi ecc. Attraverso lo stesso meccanismo di sostegno reciproco venne pure a costituirsi la [[Rete Globale del Baratto]], che favoriva lo scambio di merci e di servizi attraverso l'utilizzo una moneta alternativa denominata "credito". | ||
Già nel maggio del [[1995]] i primi nuclei della futura [[Rete Globale del Baratto]] cominciarono, tra enormi difficoltà , ad appellarsi alla solidarietà reciproca per combattere | Già nel maggio del [[1995]] i primi nuclei della futura [[Rete Globale del Baratto]] cominciarono, tra enormi difficoltà , ad appellarsi alla solidarietà reciproca per combattere l'emarginazione e favorire la messa in comune e lo scambio reciproco di beni e servizi. Tale “associazione” arrivò in seguito a riunire 5800 gruppi (equivalenti a 2 milioni e mezzo di persone). | ||
La moneta denominata “credito” raccolse | La moneta denominata “credito” raccolse l'eredità del tedesco [[Silvio Gesell]], ministro delle finanze della breve [[Repubblica dei Consigli di Baviera]] durante la crisi degli "anni 20", che in quella circostanza emise una moneta che si doveva ossidare velocemente, in modo da essere utilizzata solo per gli scambi e non per l'accumulo e per l'incremento della ricchezza individuale. Per conservare il suo valore nominale era necessario applicare un bollino mensile pari all'1% del suo valore (dagli studi si comprese che quella moneta poteva circolare con una velocità superiore 40 volte a quella delle monete ufficiali). | ||
L'applicazione effettiva della "moneta di Gesell" arrivò però solo circa un decennio dopo, quando alcuni comuni del sud della [[Germania]] fecero ricorso a questo sistema per porre freno alla disoccupazione e alla povertà . | L'applicazione effettiva della "moneta di Gesell" arrivò però solo circa un decennio dopo, quando alcuni comuni del sud della [[Germania]] fecero ricorso a questo sistema per porre freno alla disoccupazione e alla povertà . | ||
II "credito" argentino, rifacendosi a | II "credito" argentino, rifacendosi a quell'esperienza, misurava solo le ore di lavoro contenute nei servizi e nei beni che le persone si scambiavano. Anche se la falsificazione frenò la diffusione, non mancarono i risultati eclatanti: nella provincia di Mendoza riaprì una piccola fabbrica grazie al credito concesso dalla [[Rete Globale del Baratto]]. I proprietari della fabbrica poterono inoltre contare sul lavoro di elettricisti e muratori, tutti retribuiti con i "credito". Addirittura a livello locale i comuni della provincia di Buenos Aires, di Chabacano, Quilmes e Avellaneda accettarono i "credito" per il pagamento delle tasse. | ||
La rilevanza di questa [[economia partecipativa|nuova economia]] non sfuggì però alle istituzioni pubbliche, che tentarono, in realtà senza gran successo, di appropriarsi di questa moneta per regolarizzarla e disciplinarla sotto il controllo del governo centrale. | La rilevanza di questa [[economia partecipativa|nuova economia]] non sfuggì però alle istituzioni pubbliche, che tentarono, in realtà senza gran successo, di appropriarsi di questa moneta per regolarizzarla e disciplinarla sotto il controllo del governo centrale. | ||
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