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== Creatività e slogans == | == Creatività e slogans == | ||
Contestando con forza i collettivi degli autonomi durante le occupazioni universitarie, gli indiani metropolitani rappresentavano “l’ala | Contestando con forza i collettivi degli autonomi durante le occupazioni universitarie, gli indiani metropolitani rappresentavano “l’ala creativa” del movimento che mirava a realizzare un proprio benessere anche a costo di isolarsi nella propria “riserva”, mentre i vari gruppi della sinistra rivoluzionaria andavano ormai disgregandosi (come ad esempio [[Lotta Continua]]) soprattutto a causa del fallimentare rapporto tra il "''privato''" e il "''politico''". | ||
Spinti dal desiderio di un nuovo linguaggio che traspariva anche dagli slogans come "'''RIPRENDIAMOCI LA VITA'''", "'''LA FANTASIA DISTRUGGERA' IL POTERE ED UNA RISATA VI SEPPELLIRA’'''" (e molti altri) e dall' impulso di amplificazione del pensiero in azione, a migliaia si truccavano e danzavano scombinati all'urlo "'''ea,ea,ea... ah!''' | Spinti dal desiderio di un nuovo linguaggio che traspariva anche dagli slogans come "'''RIPRENDIAMOCI LA VITA'''", "'''LA FANTASIA DISTRUGGERA' IL POTERE ED UNA RISATA VI SEPPELLIRA’'''" (e molti altri) e dall' impulso di amplificazione del pensiero in azione, a migliaia si truccavano e danzavano scombinati all'urlo "'''ea,ea,ea... ah!'''” ed erano, molto spesso, al centro delle notizie dei [[media|massmedia]], opponendo alla guerriglia urbana delle P38 una sorta di allegra guerriglia urbana teatrale. | ||
In fuga dalle sovrastrutture ideologiche, gli indiani metropolitani, definiti dai più "fricchettoni", nel rompere gli schemi stereotipati della comunicazione e nel liberarsi dalle gabbie di linguaggio e di comportamento, cercavano di affinare la propria sensibilità e le proprie percezioni alla ricerca di altre forme di esistenza, che trovarono la condizione migliore nelle pratiche creative della scrittura, dell'azione teatrale e della musica, dove anche il consumo delle droghe leggere faceva parte del carattere di convivialità . | In fuga dalle sovrastrutture ideologiche, gli indiani metropolitani, definiti dai più "fricchettoni", nel rompere gli schemi stereotipati della comunicazione e nel liberarsi dalle gabbie di linguaggio e di comportamento, cercavano di affinare la propria sensibilità e le proprie percezioni alla ricerca di altre forme di esistenza, che trovarono la condizione migliore nelle pratiche creative della scrittura, dell'azione teatrale e della musica, dove anche il consumo delle droghe leggere faceva parte del carattere di convivialità . | ||
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Gli indiani metropolitani ebbero un ruolo prevalente durante il comizio di Luciano Lama, accompagnato dal servizio d’ordine del PCI, che nel febbraio del ''''77''' era andato a parlare agli occupanti dell’Università di Roma (dopo che altri esponenti politici si erano riiutati di farlo) per convincerli ad interrompere la protesta. Ne conseguì un violento scontro tra gli Autonomi e le forze dell'ordine del PCI (con intervento conclusivo della polizia) e la conseguente cacciata di Lama, il cui camion Dodge rosso, che fungeva da palchetto, venne travolto dalla furia dei manifestanti e ribaltato. | Gli indiani metropolitani ebbero un ruolo prevalente durante il comizio di Luciano Lama, accompagnato dal servizio d’ordine del PCI, che nel febbraio del ''''77''' era andato a parlare agli occupanti dell’Università di Roma (dopo che altri esponenti politici si erano riiutati di farlo) per convincerli ad interrompere la protesta. Ne conseguì un violento scontro tra gli Autonomi e le forze dell'ordine del PCI (con intervento conclusivo della polizia) e la conseguente cacciata di Lama, il cui camion Dodge rosso, che fungeva da palchetto, venne travolto dalla furia dei manifestanti e ribaltato. | ||
Quella mattina gli indiani, prima dello scoppio dei disordini, avevano inscenato un contro-comizio ironico-satirico allestendo un fantoccio di Lama su di un carroccio e addobbando il tutto con scritte come “'''''L’ama o non Lama? Non Lama nessuno''''' | Quella mattina gli indiani, prima dello scoppio dei disordini, avevano inscenato un contro-comizio ironico-satirico allestendo un fantoccio di Lama su di un carroccio e addobbando il tutto con scritte come “'''''L’ama o non Lama? Non Lama nessuno'''''” e scandendo slogans del tipo “'''''Più lavoro, meno salario'''''”, “'''''Andreotti è rosso, Fanfani lo sarà '''''”, “'''''Lama è mio e lo gestisco io'''''”, “'''''Più baracche, meno case'''''”, “'''''E’ ora, è ora, miseria a chi lavora'''''”, “'''''Potere padronale'''''”, “'''''Ti prego Lama non andare via, vogliamo ancora tanta polizia'''''”. | ||
Erano gli anni della fine del “[[compromesso storico]] | Erano gli anni della fine del “[[compromesso storico]]”, dove il [[PCI]], pur di partecipare al governo, si era impegnato, nei confronti della DC, ad assicurare il consenso e la pace sociale (evidentemente non riuscendoci) e dove il [[Movimento]] contestava il governo, ma soprattutto il partito dell’astensione, il PCI, che aveva incoronato addirittura Andreotti con un suo uomo: il Presidente della Camera Ingrao. | ||
In seguito alla repressione organizzata da Cossiga che utilizzò le forze della Celere di Ravenna, che usarono i blindati sia a Bologna che a Roma, si inacerbì la guerriglia urbana autonomista e successivamente alcuni aderenti al Movimento si spinsero nel [[terrorismo]]. | In seguito alla repressione organizzata da Cossiga che utilizzò le forze della Celere di Ravenna, che usarono i blindati sia a Bologna che a Roma, si inacerbì la guerriglia urbana autonomista e successivamente alcuni aderenti al Movimento si spinsero nel [[terrorismo]]. | ||
== Dalle performance di strada degli indiani metropolitani al teatro post-moderno == | == Dalle performance di strada degli indiani metropolitani al teatro post-moderno == | ||
Scrive [[Carlo Infante]] (ex indiano metropolitano) a proposito delle esperienze artistiche dell’epoca: “''(…) È da qui che si potrebbe partire con altre analisi legate alle sperimentazioni teatrali e multimediali che dalla fine degli anni settanta si sono sviluppate sulla base di quelle intelligenze e sensibilità sopravvissute al riflusso. La [[postavanguardia teatrale]] promossa da [[Giuseppe Bartolucci]] fu certamente un alveo straordinario di queste energie eversive che rifondarono i linguaggi scenici , avviando ad esempio una ricerca "''patologico-esistenziale''" che affondava a piene mani nella turbolenza schizoide dell'ala creativa del Movimento'' | Scrive [[Carlo Infante]] (ex indiano metropolitano) a proposito delle esperienze artistiche dell’epoca: “''(…) È da qui che si potrebbe partire con altre analisi legate alle sperimentazioni teatrali e multimediali che dalla fine degli anni settanta si sono sviluppate sulla base di quelle intelligenze e sensibilità sopravvissute al riflusso. La [[postavanguardia teatrale]] promossa da [[Giuseppe Bartolucci]] fu certamente un alveo straordinario di queste energie eversive che rifondarono i linguaggi scenici , avviando ad esempio una ricerca "''patologico-esistenziale''" che affondava a piene mani nella turbolenza schizoide dell'ala creativa del Movimento''”. | ||
Aggiungo io ([[Utente:Altipiani azionanti|Altipiani azionanti]]): “''L’aspetto più significativo dell’esperienza degli indiani metropolitani è stato proprio il carattere antesignano di creatività che è emerso forte, impellente, come vera e propria necessità . Giovani che, abbandonando il fardello della stereotipata militanza politica, per una improbabile rivoluzione di massa, hanno voluto dare sfogo alle proprie esigenze [[libertarie]], individuali e immediate, per la realizzazione di un impegno vero in un contesto arte/vita che fosse possibile proprio a partire dai singoli individui. Nel loro insieme andranno a costituire i numerosi [[gruppi di base]], nati un po’ dovunque in quel periodo, all’insegna di una “''cultura della presenza e del protagonismo'' | Aggiungo io ([[Utente:Altipiani azionanti|Altipiani azionanti]]): “''L’aspetto più significativo dell’esperienza degli indiani metropolitani è stato proprio il carattere antesignano di creatività che è emerso forte, impellente, come vera e propria necessità . Giovani che, abbandonando il fardello della stereotipata militanza politica, per una improbabile rivoluzione di massa, hanno voluto dare sfogo alle proprie esigenze [[libertarie]], individuali e immediate, per la realizzazione di un impegno vero in un contesto arte/vita che fosse possibile proprio a partire dai singoli individui. Nel loro insieme andranno a costituire i numerosi [[gruppi di base]], nati un po’ dovunque in quel periodo, all’insegna di una “''cultura della presenza e del protagonismo''” e forti di un immaginario che poi sfocierà nelle variegate esperienze dell’arte della [[postavanguardia]]''”. | ||
== Voci correlate == | == Voci correlate == |