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È uno scrittore molto prolifico, tuttavia molte sue opere non sono nemmeno pubblicate e solo dopo la sua morte molte opere saranno divulgate ( solo [[1823]] è presentato il suo capolavoro letterario, ''Le neveu de Rameau'' ["Il nipote di Rameau"], in cui Diderot, attraverso una serie di paradossi, vivisezione la società dell’epoca). | È uno scrittore molto prolifico, tuttavia molte sue opere non sono nemmeno pubblicate e solo dopo la sua morte molte opere saranno divulgate ( solo [[1823]] è presentato il suo capolavoro letterario, ''Le neveu de Rameau'' ["Il nipote di Rameau"], in cui Diderot, attraverso una serie di paradossi, vivisezione la società dell’epoca). | ||
I suoi scritti, giudicati | I suoi scritti, giudicati “sovversivi” gli costano cinque mesi di carcere, dal [[22 luglio]] al [[3 novembre]] [[1749]]. Appena uscito inizia a lavorare sul progetto dell'''Encyclopédie'' che lo occupa instancabilmente per il successivo quindicennio (si veda capitolo successivo). | ||
La sua vita privata è molto intensa e libera: nel [[1743]] si sposa con una corniciaia, Antoinette Champion detta Nariette, avendo anche una figlia, ma ciò non contribuisce a diminuire i dissapori familiari. Nel [[1756]] si sposa con l’amica e amante Sophie Volland. | La sua vita privata è molto intensa e libera: nel [[1743]] si sposa con una corniciaia, Antoinette Champion detta Nariette, avendo anche una figlia, ma ciò non contribuisce a diminuire i dissapori familiari. Nel [[1756]] si sposa con l’amica e amante Sophie Volland. | ||
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L’opera fu affidata alla direzione di Diderot e [[D’Alembert]], ma quando quest’ultimo non se la sentì di proseguire nel lavoro, tutto il peso riaccadde su Denis Diderot che vi dedicò, con passione, gran parte del suo tempo e delle sue energie. | L’opera fu affidata alla direzione di Diderot e [[D’Alembert]], ma quando quest’ultimo non se la sentì di proseguire nel lavoro, tutto il peso riaccadde su Denis Diderot che vi dedicò, con passione, gran parte del suo tempo e delle sue energie. | ||
L’Enciclopedia inizialmente ricevette il consenso (il cosiddetto | L’Enciclopedia inizialmente ricevette il consenso (il cosiddetto “privilegio”) dell’ [[autorità ]], ma, nel [[1759]], Papa Clemente XII pronunciò una solenne condanna contro l’Enciclopedia (già nel [[1752]] Luigi XIV emise un’ordinanza contro i primi due volumi e nel [[1757]] si stabilì la morte per gli autori degli scritti che avessero profanato la religione). | ||
Dal [[1775]] al [[1789]] il parlamento parigino condannò 75 scritti (molti di questi, per es. quello di Boncerf, miravano la sacralità dell’autorità monarchica). La pubblicazione fu portata a termine in modo semiclandestino, grazie alla complice protezione di Madame de Pompadour. | Dal [[1775]] al [[1789]] il parlamento parigino condannò 75 scritti (molti di questi, per es. quello di Boncerf, miravano la sacralità dell’autorità monarchica). La pubblicazione fu portata a termine in modo semiclandestino, grazie alla complice protezione di Madame de Pompadour. | ||
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Con la ''Lettera sui ciechi'', che gli costa la prigione a Vincennes, Diderot analizza il concetto di normalità , smontando anche i luoghi comuni sullo sviluppo dell'intelligenza (Diderot dice che le intelligenze si sviluppano in funzione degli ambienti culturali, educativi, sociali e fisici in cui è vissuta un individuo). Diderot inoltre cerca di dimostrare che molte tradizioni e [[regole e anarchia|regole]] (la moralità , le leggi, il concetto di Dio) non sono altro che il risultato delle convenzioni sociali, per questo auspica un mondo, allora considerato utopico, costruito su basi diverse e più [[uguaglianza | egualitarie]]. | Con la ''Lettera sui ciechi'', che gli costa la prigione a Vincennes, Diderot analizza il concetto di normalità , smontando anche i luoghi comuni sullo sviluppo dell'intelligenza (Diderot dice che le intelligenze si sviluppano in funzione degli ambienti culturali, educativi, sociali e fisici in cui è vissuta un individuo). Diderot inoltre cerca di dimostrare che molte tradizioni e [[regole e anarchia|regole]] (la moralità , le leggi, il concetto di Dio) non sono altro che il risultato delle convenzioni sociali, per questo auspica un mondo, allora considerato utopico, costruito su basi diverse e più [[uguaglianza | egualitarie]]. | ||
Nella sua ''Critica al libro Dell'Uomo di Helvetius'' scrive contro il concetto di [[autorità ]], anche se queste fossero | Nella sua ''Critica al libro Dell'Uomo di Helvetius'' scrive contro il concetto di [[autorità ]], anche se queste fossero “illuminate” poiché abituano il popolo all’obbedienza e alla passività . | ||
Come tutti gli illuministi, in ''Pensées sur l'interprétation de la nature'' (1753) Diderot auspica che attraverso una buona formazione culturale scientifica i popoli possano liberarsi dalla [[Anarchismo e religione|superstizione religiosa]]. Inizialmente sostiene un [[deismo]] fondato su un ordine organizzato da un Ente supremo all'interno degli organismi naturali, poi si fa propugnatore dell'ateismo più radicale, in cui gli individui sono il risultato del probabilismo e dell'evoluzionismo che esclude qualsiasi Dio. | Come tutti gli illuministi, in ''Pensées sur l'interprétation de la nature'' (1753) Diderot auspica che attraverso una buona formazione culturale scientifica i popoli possano liberarsi dalla [[Anarchismo e religione|superstizione religiosa]]. Inizialmente sostiene un [[deismo]] fondato su un ordine organizzato da un Ente supremo all'interno degli organismi naturali, poi si fa propugnatore dell'ateismo più radicale, in cui gli individui sono il risultato del probabilismo e dell'evoluzionismo che esclude qualsiasi Dio. |