Chiesa cattolica: differenze tra le versioni

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L'illuminismo italiano si scontrò frontalmente con la Chiesa data la sua secolare oppressione nel paese; in particolare furono oggetto di attacchi i preti ed i gesuiti in quanto contrastanti con il principio di educazione libera di stato [[laicismo|laico]]. I filosofi napoletani furono maggiormente avversati da parte del [[clericalismo|clero]], cui certo non piaceva vedere un regno considerato proprio feudo, sino a poco prima, pieno di [[massoneria|massoni]] e sovversivi. Ogni anno il re di Napoli inviava al papa un cavallo bianco con una somma in denaro quale riconoscimento della sovranità pontificia sul regno. Era il cosiddetto “omaggio della chinea” che fu soppresso proprio nel XVIII secolo sull'onda delle riforme. Il primo napoletano a pagare fu Pietro Giannone ([[1670]]-[[1748]]). <ref name="autore">Pietro Giannone, autore del “''Triregno''” ([[1723]]) in cui additava la Chiesa come approfittatrice della devozione popolare e traditrice del [[cristianesimo]] a causa della brama del regno temporale; in un'altra opera accusò la Chiesa di essere artefice delle rovine del Regno di Napoli. Giannone fu precursore dell'illuminismo partenopeo; fu scomunicato dal pontefice e costretto all'esilio prima a Vienna poi a Ginevra ma quando entrò nel regno sabaudo fu arrestato e rinchiuso in un carcere torinese in cui visse fino alla morte.</ref>
L'illuminismo italiano si scontrò frontalmente con la Chiesa data la sua secolare oppressione nel paese; in particolare furono oggetto di attacchi i preti ed i gesuiti in quanto contrastanti con il principio di educazione libera di stato [[laicismo|laico]]. I filosofi napoletani furono maggiormente avversati da parte del [[clericalismo|clero]], cui certo non piaceva vedere un regno considerato proprio feudo, sino a poco prima, pieno di [[massoneria|massoni]] e sovversivi. Ogni anno il re di Napoli inviava al papa un cavallo bianco con una somma in denaro quale riconoscimento della sovranità pontificia sul regno. Era il cosiddetto “omaggio della chinea” che fu soppresso proprio nel XVIII secolo sull'onda delle riforme. Il primo napoletano a pagare fu Pietro Giannone ([[1670]]-[[1748]]). <ref name="autore">Pietro Giannone, autore del “''Triregno''” ([[1723]]) in cui additava la Chiesa come approfittatrice della devozione popolare e traditrice del [[cristianesimo]] a causa della brama del regno temporale; in un'altra opera accusò la Chiesa di essere artefice delle rovine del Regno di Napoli. Giannone fu precursore dell'illuminismo partenopeo; fu scomunicato dal pontefice e costretto all'esilio prima a Vienna poi a Ginevra ma quando entrò nel regno sabaudo fu arrestato e rinchiuso in un carcere torinese in cui visse fino alla morte.</ref>
 
[[Image:Beccaria.jpg |thumb|right|250px|Cesare Beccaria, autore di ''Dei delitti e delle pene'' (Milano, [[15 marzo]] [[1738]] – Milano, [[28 novembre]] [[1794]]).]]
Il filosofo partenopeo Antonio Genovesi sosteneva la cacciata dei gesuiti dal Regno di Napoli, il suo discepolo Gaetano Filangieri scrisse una monumentale ''Scienza della Legislazione'' che fu posta all'Indice dei libri proibiti”. La Chiesa è colpevole della censura di un'altra grande opera, la più significativa dell'[[illuminismo]] nostrano: "Dei Delitti e Delle Pene" di [[Cesare Beccaria]] ([[1764]]). Dunque di nuovo il [[clericalismo]] ha ostacolato il progresso nella penisola mettendo al bando le due opere italiche più all'avanguardia di una legislazione moderna per tenere il proprio potere.
Il filosofo partenopeo Antonio Genovesi sosteneva la cacciata dei gesuiti dal Regno di Napoli, il suo discepolo Gaetano Filangieri scrisse una monumentale ''Scienza della Legislazione'' che fu posta all'Indice dei libri proibiti”. La Chiesa è colpevole della censura di un'altra grande opera, la più significativa dell'[[illuminismo]] nostrano: "Dei Delitti e Delle Pene" di [[Cesare Beccaria]] ([[1764]]). Dunque di nuovo il [[clericalismo]] ha ostacolato il progresso nella penisola mettendo al bando le due opere italiche più all'avanguardia di una legislazione moderna per tenere il proprio potere.
[[Image:300px-Italia_1810.jpg|thumb|left|250px||L'Italia napoleonica ([[1810]]).]]
[[Image:300px-Italia_1810.jpg|thumb|left|250px||L'Italia napoleonica ([[1810]]).]]
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Un esercito analogo fu allestito in Toscana da Lorenzo Mori in cui preti e contadini fanatici massacrarono i collaborazionisti e i simpatizzanti [[giacobini]]; tale forza fu chiamata “Viva Maria!”. Gli uomini di Mori seminarono il terrore ad Arezzo, Cortona e Siena; nel luglio [[1799]] occupano Firenze e reprimono fisicamente i filogiacobini.
Un esercito analogo fu allestito in Toscana da Lorenzo Mori in cui preti e contadini fanatici massacrarono i collaborazionisti e i simpatizzanti [[giacobini]]; tale forza fu chiamata “Viva Maria!”. Gli uomini di Mori seminarono il terrore ad Arezzo, Cortona e Siena; nel luglio [[1799]] occupano Firenze e reprimono fisicamente i filogiacobini.


[[Image:Beccaria.jpg |thumb|right|140|Cesare Beccaria, autore di "''Dei delitti e delle pene''"(Milano, 15 marzo 1738 – Milano, 28 novembre 1794)]]
All'inizio del secolo XIX si afferma in [[Francia]] Napoleone Bonaparte il quale diede inizio alla sua seconda Campagna d'Italia. Napoleone fu l'ennesimo invasore del nostro paese; quindi la tradizione si rinnova e la Chiesa tratta con il nostro giornale nemico corso. Il [[16 luglio]] [[1801]] papa Pio VII e la repubblica francese stipularono un concordato con cui la Francia riconosce la religione cattolica come [[religione]] di Stato; il Primo Console Napoleone si arroga il diritto di nominare i vescovi; i parroci francesi devono giurare fedeltà al [[governo]]. La Chiesa ancora una volta ha puntato alla salvaguardia del proprio potere “universale” e in [[Italia]] (riottenne il potere sul suo territorio tranne sulla repubblica cisalpina) piuttosto che difenderci da un invasore come Napoleone. Nel [[1804]] Napoleone si incorona imperatore; alla cerimonia prende parte anche Pio VII. L'idillio - se mai vi fu veramente - si ruppe comunque subito: nel [[1808]] il papa rifiuta di applicare il blocco continentale e di riconoscere Giuseppe Bonaparte come re di Spagna. La reazione napoleonica non si fece attendere e furono occupate le Marche e la Romagna; il papa allora decise di non rispettare il concordato nominando dei vescovi per il Regno d'[[Italia]]. Allora l'imperatore fece occupare tutto lo Stato Pontificio in aprile; inoltre fece arrestare il pontefice e annettere i territori papalini alla [[Francia]]. Fu poi Napoleone stesso a liberare il papa e a ricondurlo a Roma, nel [[1812]], dopo il tracollo della Grande Armata in Russia e dopo il tradimento di Murat. Bonaparte facendo rientrare il pontefice volle impedire al cognato di impossessarsi dei territori papalini nel suo “sogno” di unificare la penisola italiana.
All'inizio del secolo XIX si afferma in [[Francia]] Napoleone Bonaparte il quale diede inizio alla sua seconda Campagna d'Italia. Napoleone fu l'ennesimo invasore del nostro paese; quindi la tradizione si rinnova e la Chiesa tratta con il nostro giornale nemico corso. Il [[16 luglio]] [[1801]] papa Pio VII e la repubblica francese stipularono un concordato con cui la Francia riconosce la religione cattolica come [[religione]] di Stato; il Primo Console Napoleone si arroga il diritto di nominare i vescovi; i parroci francesi devono giurare fedeltà al [[governo]]. La Chiesa ancora una volta ha puntato alla salvaguardia del proprio potere “universale” e in [[Italia]] (riottenne il potere sul suo territorio tranne sulla repubblica cisalpina) piuttosto che difenderci da un invasore come Napoleone. Nel [[1804]] Napoleone si incorona imperatore; alla cerimonia prende parte anche Pio VII. L'idillio - se mai vi fu veramente - si ruppe comunque subito: nel [[1808]] il papa rifiuta di applicare il blocco continentale e di riconoscere Giuseppe Bonaparte come re di Spagna. La reazione napoleonica non si fece attendere e furono occupate le Marche e la Romagna; il papa allora decise di non rispettare il concordato nominando dei vescovi per il Regno d'[[Italia]]. Allora l'imperatore fece occupare tutto lo Stato Pontificio in aprile; inoltre fece arrestare il pontefice e annettere i territori papalini alla [[Francia]]. Fu poi Napoleone stesso a liberare il papa e a ricondurlo a Roma, nel [[1812]], dopo il tracollo della Grande Armata in Russia e dopo il tradimento di Murat. Bonaparte facendo rientrare il pontefice volle impedire al cognato di impossessarsi dei territori papalini nel suo “sogno” di unificare la penisola italiana.


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