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===Ritorno in Italia=== | ===Ritorno in Italia=== | ||
[[File:Umanità nova.jpg|thumb|Prima pagina di «Umanità Nova» (9/12/1956), storico [[stampa anarchica|giornale]] fondato da Errico Malatesta]] | |||
Nel [[1919]], dopo molti vani tentativi, Malatesta ottenne il passaporto dal console italiano a Londra, quindi si imbarcò per Taranto il [[24 dicembre]] dello stesso anno. In [[Italia]] godette subito di un'enorme popolarità, di cui si avvantaggiò con un'intensa attività propagandistica e sovversiva che lo rese uno dei principali protagonisti del [[consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20) |biennio rosso]]. | Nel [[1919]], dopo molti vani tentativi, Malatesta ottenne il passaporto dal console italiano a Londra, quindi si imbarcò per Taranto il [[24 dicembre]] dello stesso anno. In [[Italia]] godette subito di un'enorme popolarità, di cui si avvantaggiò con un'intensa attività propagandistica e sovversiva che lo rese uno dei principali protagonisti del [[consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20) |biennio rosso]]. | ||
Nel [[1920]] diresse a Milano il [[stampa anarchica|quotidiano anarchico]] «[[Umanità Nova]]»; nel giugno dello stesso anno partecipò in qualità di agitatore alla [[rivolta dei Bersaglieri]]; il [[17 ottobre]], sempre del [[1920]], fu arrestato senza nessuna ben precisata accusa (con lui anche [[Carlo Frigerio]] ed altri anarchici arrestati in tempi più o meno differiti: [[Corrado Quaglino]], [[Nella Giacomelli]], [[Virgilia D'Andrea]], ecc.) e recluso nel [[carcere]] di San Vittore (il [[13 ottobre]] era stato arrestato [[Armando Borghi]], il [[15 ottobre|15]] era stata perquisita la sede di «[[Umanità Nova]]»). Iniziò insieme ad altri detenuti (tra cui [[Armando Borghi]] e [[Corrado Quaglino]]) uno [[sciopero]] della fame per protestare con l'ingiusta detenzione e la mancata fissazione di una data in cui svolgere il processo a loro carico; lo [[sciopero]], che ne minò le condizioni fisiche riducendolo quasi in fin di vita, venne sospeso in seguito ad un attentato avvenuto il [[23 marzo]] [[1921]] in un albergo situato vicino al [[Teatro Diana]] da parte di alcuni anarchici della corrente [[anarco-individualismo|individualista]], che Malatesta condannò risolutamente manifestando «il suo sdegno per il delitto esecrando che giova solo a chi opprime i lavoratori e a chi perseguita il nostro movimento». | Nel [[1920]] diresse a Milano il [[stampa anarchica|quotidiano anarchico]] «[[Umanità Nova]]»; nel giugno dello stesso anno partecipò in qualità di agitatore alla [[rivolta dei Bersaglieri]]; il [[17 ottobre]], sempre del [[1920]], fu arrestato senza nessuna ben precisata accusa (con lui anche [[Carlo Frigerio]] ed altri anarchici arrestati in tempi più o meno differiti: [[Corrado Quaglino]], [[Nella Giacomelli]], [[Virgilia D'Andrea]], ecc.) e recluso nel [[carcere]] di San Vittore (il [[13 ottobre]] era stato arrestato [[Armando Borghi]], il [[15 ottobre|15]] era stata perquisita la sede di «[[Umanità Nova]]»). Iniziò insieme ad altri detenuti (tra cui [[Armando Borghi]] e [[Corrado Quaglino]]) uno [[sciopero]] della fame per protestare con l'ingiusta detenzione e la mancata fissazione di una data in cui svolgere il processo a loro carico; lo [[sciopero]], che ne minò le condizioni fisiche riducendolo quasi in fin di vita, venne sospeso in seguito ad un attentato avvenuto il [[23 marzo]] [[1921]] in un albergo situato vicino al [[Teatro Diana]] da parte di alcuni anarchici della corrente [[anarco-individualismo|individualista]], che Malatesta condannò risolutamente manifestando «il suo sdegno per il delitto esecrando che giova solo a chi opprime i lavoratori e a chi perseguita il nostro movimento». | ||