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Stringe amicizia con esponenti socialisti a lui affini – [[Giorgio Galli]], [[Stefano Merli]], [[Gaetano Arfè]], [[Giuseppe Favarelli]] (riformista di [[Proudhon|stampo proudhoniano]]) - e si butta con passione nella ricerca storica, riportando alla luce le tradizioni laiche, anticlericali, libertarie e federaliste del primo [[socialismo]] italiano. Riscopre inoltre figure importanti del movimento operaio come [[Arcangelo Ghisleri]], su cui pubblica ''Carteggi di Arcangelo Ghisleri: 1875-1890'' (ed. Feltrinelli) e ''La biblioteca Ghisleri'', la cui stesura lo porta alla scoperta di interessanti documenti su [[Antonio Labriola]] e [[Silvio Spaventa]]. Masini riesce anche a risalire all'unica figlia di Ghisleri, Elvezia, che subito gli mette a disposizione la ricchissima biblioteca\emeroteca del padre. | Stringe amicizia con esponenti socialisti a lui affini – [[Giorgio Galli]], [[Stefano Merli]], [[Gaetano Arfè]], [[Giuseppe Favarelli]] (riformista di [[Proudhon|stampo proudhoniano]]) - e si butta con passione nella ricerca storica, riportando alla luce le tradizioni laiche, anticlericali, libertarie e federaliste del primo [[socialismo]] italiano. Riscopre inoltre figure importanti del movimento operaio come [[Arcangelo Ghisleri]], su cui pubblica ''Carteggi di Arcangelo Ghisleri: 1875-1890'' (ed. Feltrinelli) e ''La biblioteca Ghisleri'', la cui stesura lo porta alla scoperta di interessanti documenti su [[Antonio Labriola]] e [[Silvio Spaventa]]. Masini riesce anche a risalire all'unica figlia di Ghisleri, Elvezia, che subito gli mette a disposizione la ricchissima biblioteca\emeroteca del padre. | ||
All'interno del partito assume sempre una posizione critica e non ne fa mistero in numerosi articoli pubblicati su «Critica Sociale» e «l'Avanti!», in cui contesta l'opportunismo, il ministerialismo e il conformismo politico-sociale di molti socialisti. In fondo si sente sempre un anarchico e per questo rifiuta cariche e candidature di qualsiasi tipo. Anche quando poi decide di passare al PSDI – dove militerà dal [[1969]] al [[1992]] – l'unico incarico che ricopre è quello di segretario provinciale di Bergamo. Egli si sentirà sempre un socialista che riassume in sé la sintesi tra l'anima riformista e quella rivoluzionaria: | All'interno del partito assume sempre una posizione critica e non ne fa mistero in numerosi articoli pubblicati su «Critica Sociale» e «l'Avanti!», in cui contesta l'opportunismo, il ministerialismo e il conformismo politico-sociale di molti socialisti. In fondo si sente sempre un anarchico e per questo rifiuta cariche e candidature di qualsiasi tipo. Anche quando poi decide di passare al PSDI – dove militerà dal [[1969]] al [[1992]] – l'unico incarico che ricopre è quello di segretario provinciale di Bergamo. Egli si sentirà sempre un [[socialista]] che riassume in sé la sintesi tra l'anima riformista e quella rivoluzionaria: | ||
:«L'avanguardia dell'autonomismo deve essere molto aperta e integrare le correnti autoctone del socialismo italiano, che sono essenzialmente due e che, entrambe, riflettono non contraddittoriamente le tendenze di fondo del movimento operaio in Italia nel corso di tutta la sua storia: la tendenza riformista e la tendenza rivoluzionaria. Bisogna fondere queste due tendenze in un socialismo umanista e classista, democratico e libertario, federalista e internazionalista, ed assumerne la rappresentanza unitaria. [...] Nel nostro socialismo ci sono Turati e Trampolini, ma ci sono gli [[Eresia | eretici]] Merlino e Salvemini, ci sono i riformisti riformatori delle cooperative ma ci sono gli organizzatori del sindacalismo rivoluzionario (quello non degenerato), c'è Matteotti e insieme c'è anche Rosselli, senza contraddizione.» <ref>Scritto di Masini del 1961</ref> | :«L'avanguardia dell'autonomismo deve essere molto aperta e integrare le correnti autoctone del socialismo italiano, che sono essenzialmente due e che, entrambe, riflettono non contraddittoriamente le tendenze di fondo del movimento operaio in Italia nel corso di tutta la sua storia: la tendenza riformista e la tendenza rivoluzionaria. Bisogna fondere queste due tendenze in un socialismo umanista e classista, democratico e libertario, federalista e internazionalista, ed assumerne la rappresentanza unitaria. [...] Nel nostro socialismo ci sono Turati e Trampolini, ma ci sono gli [[Eresia | eretici]] Merlino e Salvemini, ci sono i riformisti riformatori delle cooperative ma ci sono gli organizzatori del sindacalismo rivoluzionario (quello non degenerato), c'è Matteotti e insieme c'è anche Rosselli, senza contraddizione.» <ref>Scritto di Masini del 1961</ref> | ||