Marinus van der Lubbe: differenze tra le versioni

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Per Pierre Milza, l'imputato olandese sarebbe stato manipolato dai [[nazismo|nazisti]] <ref>[[Pierre Milza]], ''Les Fascismes'', capitolo. 9, p. 286.</ref>:  
Per Pierre Milza, l'imputato olandese sarebbe stato manipolato dai [[nazismo|nazisti]] <ref>[[Pierre Milza]], ''Les Fascismes'', capitolo. 9, p. 286.</ref>:  
: « Utilizzando il delirio piromane d'un giovane muratore d'origine olandese, Marinus van der Lubbe, che si dice comunista, gli uomini di Göring l'hanno lasciato accendere un piccolo incendio nel palazzo del Reichstag, nel mentre che essi stessi inondavano il sotto-suolo di benzina »<ref>Serge Berstein, Pierre Milza, ''Histoire du XX secolo'', Tome 1, p. 317.</ref>.  
: « Utilizzando il delirio piromane d'un giovane muratore d'origine olandese, Marinus van der Lubbe, che si dice comunista, gli uomini di Göring l'hanno lasciato accendere un piccolo incendio nel palazzo del Reichstag, nel mentre che essi stessi inondavano il sotto-suolo di benzina » <ref>Serge Berstein, Pierre Milza, ''Histoire du XX secolo'', Tome 1, p. 317.</ref>.  


Anche [[François Delpla]] pensa ugualmente che Marinus van der Lubbe fu strumentalizzato dai nazisti, grazie ad un agente infiltrato nei gruppi dell'ultra-sinistra, che gli fecero credere che l'incendio avrebbe dato vita ad un sollevamento popolare contro [[Hitler]]. <ref>François Delpla, « Il terrorismo del potere: dall'incendio del Reichstag alla notte dei lunghi coltelli », comparso in: ''Guerre et Histoire'' n° 7, settembre 2002 [http://www.delpla.org/article.php3?id_article=62]</ref>. [[Jacques Delarue]] ritiene che l'incendio fu messo in atto dai membri delle SA naziste, guidata da [[Karl Ernst]] e [[Edmund Heines]], su iniziativa di [[Hermann Göring]] <ref>J. Delarue,'' op.'', P. 68-76</ref>. Per [[Francesco Kersaudy]] Göring non fu coinvolto, e solo [[Goebbels]] e Karl Ernst sponsorizzarono il fuoco <ref> F. Kersaudy, ''Hermann Göring'' p.145</ref>. Per Gilbert Badia, è impossibile per un uomo solo come van der Lubbe, privo di appoggi, potesse singolarmente mettere in atto un simile incendio, soprattutto in considerazione del fatto che fu trovato «nel Reichstag abbastanza materiale incendiario da riempire un camion», dichiarazione del generale Göring ad Hadler in cui affermava anche che «il solo che conosce bene il Reichstag sono io; io ho messo il fuoco» <ref>Gilbert Badia, '' Histoire de l'Allemagne contemporaine, 1933/1962, Parigi, Éditions sociales, 1975, p. 15</ref>.
Anche [[François Delpla]] pensa ugualmente che Marinus van der Lubbe fu strumentalizzato dai nazisti, grazie ad un agente infiltrato nei gruppi dell'ultra-sinistra, che gli fecero credere che l'incendio avrebbe dato vita ad un sollevamento popolare contro [[Hitler]]. <ref>François Delpla, « Il terrorismo del potere: dall'incendio del Reichstag alla notte dei lunghi coltelli », comparso in: ''Guerre et Histoire'' n° 7, settembre 2002 [http://www.delpla.org/article.php3?id_article=62]</ref>. [[Jacques Delarue]] ritiene che l'incendio fu messo in atto dai membri delle SA naziste, guidata da [[Karl Ernst]] e [[Edmund Heines]], su iniziativa di [[Hermann Göring]] <ref>J. Delarue,'' op.'', P. 68-76</ref>. Per [[Francesco Kersaudy]] Göring non fu coinvolto, e solo [[Goebbels]] e Karl Ernst sponsorizzarono il fuoco <ref> F. Kersaudy, ''Hermann Göring'' p.145</ref>. Per Gilbert Badia, è impossibile per un uomo solo come van der Lubbe, privo di appoggi, potesse singolarmente mettere in atto un simile incendio, soprattutto in considerazione del fatto che fu trovato «nel Reichstag abbastanza materiale incendiario da riempire un camion», dichiarazione del generale Göring ad Hadler in cui affermava anche che «il solo che conosce bene il Reichstag sono io; io ho messo il fuoco» <ref>Gilbert Badia, '' Histoire de l'Allemagne contemporaine, 1933/1962, Parigi, Éditions sociales, 1975, p. 15</ref>.
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===Un atto isolato===
===Un atto isolato===
Nel [[1933]] si costruì « Comitato Internazionale Van der Lubbe » per difendere il presunto incendiario. Secondo il comitato, l'olandese agì solamente per denunciare la conquista legalitaria del potere da parte dei [[Nazismo|nazisti]]. Per questo essi lo giudicarono come uno dei primi resistenti antinazisti, che affermava « a modo suo l'urgente necessità  di una insurrezione contro il fascismo assassino »<ref>[http://www.gavroche.info/index.php/articles-en-ligne/13-le-reichstag-en-flammes Il Reichstag in fiamme, o della riabilitazione di Marinus Van der Lubbe, militante rivoluzionario ingiustamente calunniato] (in francese), J.J. GANDINI, settembre-ottobre 2003.</ref>.
Nel [[1933]] si costruì « Comitato Internazionale Van der Lubbe » per difendere il presunto incendiario. Secondo il comitato, l'olandese agì solamente per denunciare la conquista legalitaria del potere da parte dei [[Nazismo|nazisti]]. Per questo essi lo giudicarono come uno dei primi resistenti antinazisti, che affermava « a modo suo l'urgente necessità  di una insurrezione contro il fascismo assassino » <ref>[http://www.gavroche.info/index.php/articles-en-ligne/13-le-reichstag-en-flammes Il Reichstag in fiamme, o della riabilitazione di Marinus Van der Lubbe, militante rivoluzionario ingiustamente calunniato] (in francese), J.J. GANDINI, settembre-ottobre 2003.</ref>.


Nel [[1960]], su ''Der Spiegel'', poi nel [[1962]], nel suo libro ''Der Reichsbrand. Legende und Wirklichkeit'' <ref>Fritz Tobias, ''Der Reichsbrand Legende und Wirklichkeit'', Rastatt, Baden, 1962.</ref>, Fritz Tobias afferma che la tesi del complotto [[nazista]] è infondata, così come quella del complotto [[comunista]]. Definisce falsi i documenti del libro ''Livre brun'', utilizzati in chiave antinazista <ref>Georges Goriely, ''1933'', pp. 131-132</ref>. Secondo [[Ian Kershaw]], le conclusioni di Tobias sono ormai largamente accettate <ref>I. Kershaw, ''op. cit.'', p. 1011</ref> e l'"innocenza" nazista sarebbe evidenziata dalla reazione sorpresa ed isterica dello stesso Hitler e dei vertici del Partito. <ref>I. Kershaw, ''op. cit. p. 649''</ref>. Tuttavia, l'analisi di Kershaw è stata vigorosamente contestata da Lionel Richard <ref>Lionel Richard, ''Goebbels. Portrait d'un manipulateur'', s.l., André Versaille editore, 2008, p. 132</ref>, secondo il quale « le analisi di Tobias, già  fortemente messe in dubbio da un gruppo di storici quando sono state pubblicate, non hanno più alcun credito. È stato dimostrato che sono informazioni documentarie non affidabili. All'occorrenza, Kershaw avrebbe potuto, al meno, prendere seriamente in considerazione i lavori di Alexander Bahar <ref> Alexander bahar, ''Dieses Feuer ist erst der Anfang. Die Nazis und der Reichstagsbrand'', ''in'' ''Bulletin - Berliner Gesellschaft für Faschismus- und Weltkriegsforschung / herausgegeben von Berliner Gesellschaft für Faschismus- und Weltkriegsforschung'',Berlin, Edition Organon, 2005, Heft 25/26, pp. 87-120</ref>. »
Nel [[1960]], su ''Der Spiegel'', poi nel [[1962]], nel suo libro ''Der Reichsbrand. Legende und Wirklichkeit'' <ref>Fritz Tobias, ''Der Reichsbrand Legende und Wirklichkeit'', Rastatt, Baden, 1962.</ref>, Fritz Tobias afferma che la tesi del complotto [[nazista]] è infondata, così come quella del complotto [[comunista]]. Definisce falsi i documenti del libro ''Livre brun'', utilizzati in chiave antinazista <ref>Georges Goriely, ''1933'', pp. 131-132</ref>. Secondo [[Ian Kershaw]], le conclusioni di Tobias sono ormai largamente accettate <ref>I. Kershaw, ''op. cit.'', p. 1011</ref> e l'"innocenza" nazista sarebbe evidenziata dalla reazione sorpresa ed isterica dello stesso Hitler e dei vertici del Partito. <ref>I. Kershaw, ''op. cit. p. 649''</ref>. Tuttavia, l'analisi di Kershaw è stata vigorosamente contestata da Lionel Richard <ref>Lionel Richard, ''Goebbels. Portrait d'un manipulateur'', s.l., André Versaille editore, 2008, p. 132</ref>, secondo il quale « le analisi di Tobias, già  fortemente messe in dubbio da un gruppo di storici quando sono state pubblicate, non hanno più alcun credito. È stato dimostrato che sono informazioni documentarie non affidabili. All'occorrenza, Kershaw avrebbe potuto, al meno, prendere seriamente in considerazione i lavori di Alexander Bahar <ref> Alexander bahar, ''Dieses Feuer ist erst der Anfang. Die Nazis und der Reichstagsbrand'', ''in'' ''Bulletin - Berliner Gesellschaft für Faschismus- und Weltkriegsforschung / herausgegeben von Berliner Gesellschaft für Faschismus- und Weltkriegsforschung'',Berlin, Edition Organon, 2005, Heft 25/26, pp. 87-120</ref>. »
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