Michele Schirru: differenze tra le versioni

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===Reazioni della stampa anarchica all'arresto===
===Reazioni della stampa anarchica all'arresto===
Immediatamente dopo il suo arresto, i [[stampa anarchica|giornali anarchici]] dipingono Schirru come un eroe dell'[[antifascismo]] e dell'[[anarchismo]]: in ''Michele Schirru'', pubblicato su «[[Il Risveglio anarchico]]» l'[[Storia dell'anarchismo sardo|anarchico sardo]] è catalogato come un "vendicatore" ([[21 febbraio]] [[1931]]); «[[L'Adunata dei Refrattari]]» lo dipinge come «l'incarnazione della rivolta integrale» (''Michele Schirru'', [[21 maggio]] [[1931]]); «[[Vogliamo!]]» scrive che Michele Schirru «é l'eroe che balza sempre a tentare con il proprio sacrificio la conquista della libertà » (''Battaglie d'attualità  Michele Schirru'', gennaio-febbraio [[1931]]).<ref name="dizi">Dizionario Biografico degli Anarchici, 529</ref>
Immediatamente dopo il suo arresto, i [[stampa anarchica|giornali anarchici]] dipingono Schirru come un eroe dell'[[antifascismo]] e dell'[[anarchismo]]: in ''Michele Schirru'', pubblicato su «[[Il Risveglio anarchico]]» l'[[Storia dell'anarchismo sardo|anarchico sardo]] è catalogato come un "vendicatore" ([[21 febbraio]] [[1931]]); «[[L'Adunata dei Refrattari]]» lo dipinge come «l'incarnazione della rivolta integrale» (''Michele Schirru'', [[21 maggio]] [[1931]]); «[[Vogliamo!]]» scrive che Michele Schirru «é l'eroe che balza sempre a tentare con il proprio sacrificio la conquista della libertà» (''Battaglie d'attualità  Michele Schirru'', gennaio-febbraio [[1931]]).<ref name="dizi">Dizionario Biografico degli Anarchici, 529</ref>


=== Il processo, la condanna e l'esecuzione ===
=== Il processo, la condanna e l'esecuzione ===
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I giudici fascisti riescono ad aggravare la posizione dell'imputato, facendo credere che, al momento dell'arresto, egli intendesse sparare per uccidere e non per suicidarsi, cosa abbastanza inverosimile perché secondo le testimonianze il funzionario che lo aveva arrestato gli dava le spalle, al momento dello sparo e perché Schirru si ferisce alla faccia in seguito allo sparo<ref name="stori">Storia del fascismo, Salvatorelli e Mira, pag 540</ref>. Di diverso parere è però Garosci, che scrive: «In questura quando vide che sarebbe stato perquisito, non volle almeno morire senza essere vendicato: estrasse la rivoltella e sparò sugli agenti e sul commissario, ferendoli» <ref name="garosci">Garosci in "La vita di Carlo Rosselli" vol.I Vallecchi 1973 </ref>. Al di là  di tutto si può comunque immaginare che al momento dell'arresto ci sia stata una colluttazione e siano partiti alcuni spari in seguito alla stessa...
I giudici fascisti riescono ad aggravare la posizione dell'imputato, facendo credere che, al momento dell'arresto, egli intendesse sparare per uccidere e non per suicidarsi, cosa abbastanza inverosimile perché secondo le testimonianze il funzionario che lo aveva arrestato gli dava le spalle, al momento dello sparo e perché Schirru si ferisce alla faccia in seguito allo sparo<ref name="stori">Storia del fascismo, Salvatorelli e Mira, pag 540</ref>. Di diverso parere è però Garosci, che scrive: «In questura quando vide che sarebbe stato perquisito, non volle almeno morire senza essere vendicato: estrasse la rivoltella e sparò sugli agenti e sul commissario, ferendoli» <ref name="garosci">Garosci in "La vita di Carlo Rosselli" vol.I Vallecchi 1973 </ref>. Al di là  di tutto si può comunque immaginare che al momento dell'arresto ci sia stata una colluttazione e siano partiti alcuni spari in seguito alla stessa...


Durante il dibattimento l'anarchico sardo dice che aveva progettato l'attentato «per le mie idee anarchiche, per i compagni confinati nelle isole, per la speranza che con la caduta di Mussolini, cadesse tutto l'ordinamento politico dittatoriale e borghese della società ». Schirru ribadisce alla corte che ormai aveva abbandonato ogni proposito d'attentato perché “l'operazione” era per lui troppo difficoltosa.
Durante il dibattimento l'anarchico sardo dice che aveva progettato l'attentato «per le mie idee anarchiche, per i compagni confinati nelle isole, per la speranza che con la caduta di Mussolini, cadesse tutto l'ordinamento politico dittatoriale e borghese della società». Schirru ribadisce alla corte che ormai aveva abbandonato ogni proposito d'attentato perché “l'operazione” era per lui troppo difficoltosa.


Il suo avvocato Cesare D'Angeloantonio ('''avvocato d'ufficio, e quindi probabilmente non estraneo alle congetture fasciste''') - "proverà " a salvargli la vita, ma senza riuscirvi.
Il suo avvocato Cesare D'Angeloantonio ('''avvocato d'ufficio, e quindi probabilmente non estraneo alle congetture fasciste''') - "proverà " a salvargli la vita, ma senza riuscirvi.


La sentenza viene pronunciata alle 21 del [[28 maggio]] [[1931]] e Schirru viene condannato alla pena di morte in quanto: «Chi attenta alla vita del Duce attenta alla grandezza dell'[[Italia]], attenta all'umanità, perché il Duce appartiene all'umanità ».
La sentenza viene pronunciata alle 21 del [[28 maggio]] [[1931]] e Schirru viene condannato alla pena di morte in quanto: «Chi attenta alla vita del Duce attenta alla grandezza dell'[[Italia]], attenta all'umanità, perché il Duce appartiene all'umanità».


L'avvocato presenta domanda di grazia, ma questa non viene nemmeno inoltrata dal comandante a cui era stata affidata.
L'avvocato presenta domanda di grazia, ma questa non viene nemmeno inoltrata dal comandante a cui era stata affidata.
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