Scritti vari di E. Malatesta: differenze tra le versioni

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Sostituzione testo - "[à][\s][,]" con "à,"
m (Sostituzione testo - "[à][\s\s]" con "à ")
m (Sostituzione testo - "[à][\s][,]" con "à,")
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Se noi non aspiriamo al potere, perchè aiutare quelli che vi aspirano? Se noi non sappiamo che fare del potere, che cosa se ne farebbero gli altri, se non lo esercitano a danno del popolo?
Se noi non aspiriamo al potere, perchè aiutare quelli che vi aspirano? Se noi non sappiamo che fare del potere, che cosa se ne farebbero gli altri, se non lo esercitano a danno del popolo?
Stia sicuro di questo il Merlino: se oggi noi dicessimo alla gente di andare a votare, domani diremmo di votare per noi. E saremmo logici. Io, in tutti i casi, se dovessi consigliare di votare per qualcuno, consiglierei subito di votare per me, poichè credo (e in questo probabilmente ho torto, ma è torto umano) di valere quanto un altro, e mi sento sicuro della mia onestà  e della mia fermezza.
Stia sicuro di questo il Merlino: se oggi noi dicessimo alla gente di andare a votare, domani diremmo di votare per noi. E saremmo logici. Io, in tutti i casi, se dovessi consigliare di votare per qualcuno, consiglierei subito di votare per me, poichè credo (e in questo probabilmente ho torto, ma è torto umano) di valere quanto un altro, e mi sento sicuro della mia onestà  e della mia fermezza.
Non ho, per certo, colle precedenti considerazioni, detto tutto quello che vi sarebbe da dire, ma temo di abusare troppo del vostro spazio. Mi spiegherò più ampiamente in apposito scritto; nè mancherà , lo spero, un atto collettivo del partito che riaffermi i principi antiparlamentari e la tattica astensionista dei socialisti-anarchici.
Non ho, per certo, colle precedenti considerazioni, detto tutto quello che vi sarebbe da dire, ma temo di abusare troppo del vostro spazio. Mi spiegherò più ampiamente in apposito scritto; nè mancherà, lo spero, un atto collettivo del partito che riaffermi i principi antiparlamentari e la tattica astensionista dei socialisti-anarchici.
Speranzoso che considererete questa mia utile per informare il pubblico sul contegno che i vari partiti osserveranno nelle venienti elezioni e che perciò vorrete pubblicarla, vi ringrazio anticipatamente.
Speranzoso che considererete questa mia utile per informare il pubblico sul contegno che i vari partiti osserveranno nelle venienti elezioni e che perciò vorrete pubblicarla, vi ringrazio anticipatamente.
112, High Street, Islington N. London.
112, High Street, Islington N. London.
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Il parlamentarismo non è un principio, è un mezzo: sbagliano quelli che ne fanno una panacea, ma sbagliano anche quelli che lo guardano con sacro orrore, come se fosse la peste bubbonica.
Il parlamentarismo non è un principio, è un mezzo: sbagliano quelli che ne fanno una panacea, ma sbagliano anche quelli che lo guardano con sacro orrore, come se fosse la peste bubbonica.
E non è poi vero che il parlamentarismo sia destinato a sparire interamente. Qualcosa ne rimarrà  anche nella società  che noi vagheggiamo. Io ricordo uno scritto che Malatesta inviò alla conferenza di Chicago del 1893: dove egli sosteneva che per talune cose il parere della maggioranza dovrà  necessariamente prevalere su quello della minoranza.
E non è poi vero che il parlamentarismo sia destinato a sparire interamente. Qualcosa ne rimarrà  anche nella società  che noi vagheggiamo. Io ricordo uno scritto che Malatesta inviò alla conferenza di Chicago del 1893: dove egli sosteneva che per talune cose il parere della maggioranza dovrà  necessariamente prevalere su quello della minoranza.
Ma a parte ciò, anche data l'unanimità , non tutti quelli che hanno deliberato si porranno ad eseguire in massa le loro deliberazioni. A meno di non ammettere quest'aforisma, che io ho ragione di credere che il Malatesta con me ripudi, bisognerà  distribuire gli incarichi affidandoli ai più capaci.
Ma a parte ciò, anche data l'unanimità, non tutti quelli che hanno deliberato si porranno ad eseguire in massa le loro deliberazioni. A meno di non ammettere quest'aforisma, che io ho ragione di credere che il Malatesta con me ripudi, bisognerà  distribuire gli incarichi affidandoli ai più capaci.
Ed ecco questi incaricati formeranno un governo o un'amministrazione... per carità  non sofistichiamo sulle parole. Un minimo di governo o di amministrazione ci sarà  anche nella società  meglio organizzata: solo dobbiamo studiare i modi di renderlo innocuo, di impedire che i pochi si arroghino un potere sulle moltitudini, di ottenere che il popolo eserciti un sindacato continuo ed effettivo sui suoi amministratori o delegati.
Ed ecco questi incaricati formeranno un governo o un'amministrazione... per carità  non sofistichiamo sulle parole. Un minimo di governo o di amministrazione ci sarà  anche nella società  meglio organizzata: solo dobbiamo studiare i modi di renderlo innocuo, di impedire che i pochi si arroghino un potere sulle moltitudini, di ottenere che il popolo eserciti un sindacato continuo ed effettivo sui suoi amministratori o delegati.
Io riconosco gl'inconvenienti del sistema parlamentare e desidero eliminarli, ma non già  tornare al dispotismo.
Io riconosco gl'inconvenienti del sistema parlamentare e desidero eliminarli, ma non già  tornare al dispotismo.
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Fu un progresso che gli operai cominciassero a votare per individui della loro classe, e molti di essi concepissero l'ambizione d'andare al Parlamento e ai consigli comunali e provinciali; ed un progresso maggiore fu fatto quando, costituitosi il partito socialista, essi andarono a votare per una grande idea.
Fu un progresso che gli operai cominciassero a votare per individui della loro classe, e molti di essi concepissero l'ambizione d'andare al Parlamento e ai consigli comunali e provinciali; ed un progresso maggiore fu fatto quando, costituitosi il partito socialista, essi andarono a votare per una grande idea.
Ora rimangono tuttavia moltitudini di operai e di contadini ligi ai padroni, che li sfruttano economicamente e politicamente, come lavoratori e come elettori. È forse contrario ai nostri principii tentare di strappare queste moltitudini alla loro servitù e gettarle nella lotta politica, magari se si debba cominciare dalle elezioni?
Ora rimangono tuttavia moltitudini di operai e di contadini ligi ai padroni, che li sfruttano economicamente e politicamente, come lavoratori e come elettori. È forse contrario ai nostri principii tentare di strappare queste moltitudini alla loro servitù e gettarle nella lotta politica, magari se si debba cominciare dalle elezioni?
Ma si dirà , se non è contrario ai nostri principii che il popolo, invece di lasciare la scelta dei deputati e dei consiglieri alla classe dominante, concorra anch'esso alla loro elezione, è certamente contrario ai nostri principi accettare il mandato, andare alla Camera o al Municipio, votare le leggi, convalidare gli atti del governo e partecipare alle spoglie del potere.
Ma si dirà, se non è contrario ai nostri principii che il popolo, invece di lasciare la scelta dei deputati e dei consiglieri alla classe dominante, concorra anch'esso alla loro elezione, è certamente contrario ai nostri principi accettare il mandato, andare alla Camera o al Municipio, votare le leggi, convalidare gli atti del governo e partecipare alle spoglie del potere.
D'accordo: ma io ripeto, si può andare al Parlamento o al Consiglio comunale non a governare, bensì a combattere il governo; non a far leggi, ma a dimostrare l'ingiustizia delle leggi che ci sono; non a mettere la mano nel sacco. ma a gridare ai ladri. Si può andare al Parlamento come un operaio, delegato dai suoi compagni, va in un'adunanza di padroni a discutere le condizioni di lavoro; o come un imputato o il suo difensore va in tribunale a dire le sue ragioni o quelle del suo cliente, anche quando non riconosce l'autorità  dei giudici. Fino a che vige l'attuale sistema, l'imputato si deve difendere, l'operaio deve sforzarsi di ottenere condizioni meno dure dal padrone, e il popolo deve schermirsi dalla tirannide, mettendo bastoni fra le ruote del governo.
D'accordo: ma io ripeto, si può andare al Parlamento o al Consiglio comunale non a governare, bensì a combattere il governo; non a far leggi, ma a dimostrare l'ingiustizia delle leggi che ci sono; non a mettere la mano nel sacco. ma a gridare ai ladri. Si può andare al Parlamento come un operaio, delegato dai suoi compagni, va in un'adunanza di padroni a discutere le condizioni di lavoro; o come un imputato o il suo difensore va in tribunale a dire le sue ragioni o quelle del suo cliente, anche quando non riconosce l'autorità  dei giudici. Fino a che vige l'attuale sistema, l'imputato si deve difendere, l'operaio deve sforzarsi di ottenere condizioni meno dure dal padrone, e il popolo deve schermirsi dalla tirannide, mettendo bastoni fra le ruote del governo.
Per poco che valgano le elezioni, valgono a strappare qualche concessione al governo o ad imporgli un certo riguardo per l'opinione pubblica. E per poco che valga la presenza di socialisti o di rivoluzionari al Parlamento, vale qualche volta ad impedire una grave ingiustizia. E per poco che valgano le immunità  parlamentari, non si può negare che molte riunioni si tengono grazie alla presenza di deputati. Oh! il governo restringerebbe volentieri l'elettorato, il numero dei deputati e le immunità  che essi godono: e sarebbe felicissimo se potesse far senza addirittura di deputati e di elezioni.
Per poco che valgano le elezioni, valgono a strappare qualche concessione al governo o ad imporgli un certo riguardo per l'opinione pubblica. E per poco che valga la presenza di socialisti o di rivoluzionari al Parlamento, vale qualche volta ad impedire una grave ingiustizia. E per poco che valgano le immunità  parlamentari, non si può negare che molte riunioni si tengono grazie alla presenza di deputati. Oh! il governo restringerebbe volentieri l'elettorato, il numero dei deputati e le immunità  che essi godono: e sarebbe felicissimo se potesse far senza addirittura di deputati e di elezioni.
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Se volete dunque che si discuta di anarchia - ho detto e ripeto ai miei amici - dovete schierarvi pro o contro qualcuno. A questa condizione la vostra parola sarà  ascoltata; la vostra opinione rispettata, condivisa o combattuta, ad ogni modo discussa; la vostra amicizia ricercata e la vostra inimicizia temuta.
Se volete dunque che si discuta di anarchia - ho detto e ripeto ai miei amici - dovete schierarvi pro o contro qualcuno. A questa condizione la vostra parola sarà  ascoltata; la vostra opinione rispettata, condivisa o combattuta, ad ogni modo discussa; la vostra amicizia ricercata e la vostra inimicizia temuta.
Ma gli astensionisti non intendono queste ragioni. Essi sono dottrinari e argomentano così: "Il parlamentarismo è contrario ai principi anarchici. Dunque noi dobbiamo combatterlo con la parola, aspettando che si presenti l'occasione di distruggerlo coi fatti. Se poi le nostre forze bastano o no a quest'opera; se l'occasione tarda e frattanto il popolo langue e si scoraggia; se il popolo seguirà  o no la nostra iniziativa; se le nostre idee si attueranno oggi o di qui a mille anni; o se per avventura siano troppo semplici e astratte per essere applicate, - tutto ciò non ci riguarda. Affermiamo le idee: esse troveranno la strada di attuarsi. Il popolo ammirerà  la nostra coerenza e verrà  a noi. E se anche non venisse, se pure le nostre idee dovessero non attuarsi nè ora nè mai, noi avremo fatto il nostro dovere. I mezzi termini ci indeboliscono, corrompono, dividono: la verità  sola, detta tutta intera e senza ambagi, ci può salvare".
Ma gli astensionisti non intendono queste ragioni. Essi sono dottrinari e argomentano così: "Il parlamentarismo è contrario ai principi anarchici. Dunque noi dobbiamo combatterlo con la parola, aspettando che si presenti l'occasione di distruggerlo coi fatti. Se poi le nostre forze bastano o no a quest'opera; se l'occasione tarda e frattanto il popolo langue e si scoraggia; se il popolo seguirà  o no la nostra iniziativa; se le nostre idee si attueranno oggi o di qui a mille anni; o se per avventura siano troppo semplici e astratte per essere applicate, - tutto ciò non ci riguarda. Affermiamo le idee: esse troveranno la strada di attuarsi. Il popolo ammirerà  la nostra coerenza e verrà  a noi. E se anche non venisse, se pure le nostre idee dovessero non attuarsi nè ora nè mai, noi avremo fatto il nostro dovere. I mezzi termini ci indeboliscono, corrompono, dividono: la verità  sola, detta tutta intera e senza ambagi, ci può salvare".
Prima di tutto, questo modo di ragionare implica il convincimento che essi soli, gli anarchici astensionisti, siano nel vero, che posseggano tutta intera la verità , e che non c'è che un modo di risolvere la questione sociale, ed è quello da essi proposto.
Prima di tutto, questo modo di ragionare implica il convincimento che essi soli, gli anarchici astensionisti, siano nel vero, che posseggano tutta intera la verità, e che non c'è che un modo di risolvere la questione sociale, ed è quello da essi proposto.
Poi, il ragionamento è radicalmente sbagliato. Le idee non valgono per se stesse, ma per l'azione che esercitano sulla sorte degli uomini.
Poi, il ragionamento è radicalmente sbagliato. Le idee non valgono per se stesse, ma per l'azione che esercitano sulla sorte degli uomini.
Una verità  che non si può attuare, non può essere perfettamente vera; un partito che non riesce a guadagnare alla sua causa la moltitudine, ha sbagliato strada. La lotta deve avere un fine immediato; dove tanti milioni di nostri simili soffrono giornalmente, è insensatezza consumare le proprie energie in guerricciole di partito e in quisquilie accademiche.
Una verità  che non si può attuare, non può essere perfettamente vera; un partito che non riesce a guadagnare alla sua causa la moltitudine, ha sbagliato strada. La lotta deve avere un fine immediato; dove tanti milioni di nostri simili soffrono giornalmente, è insensatezza consumare le proprie energie in guerricciole di partito e in quisquilie accademiche.
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E i pochissimi che resistono a queste persecuzioni, il governo li conta, li sorveglia, li aggredisce e li sbaraglia in un momento.
E i pochissimi che resistono a queste persecuzioni, il governo li conta, li sorveglia, li aggredisce e li sbaraglia in un momento.
Un partito veramente rivoluzionario deve stendere le sue propaggini fra il popolo, e questo non può farlo se non con un'azione che non sia esposta a troppi pericoli in tempi ordinari. La lotta elettorale risponde appunto a questa condizione; e non si può negare che, per averla adottata, il partito socialista è riuscito a riunire un gran numero di operai nelle sue file.
Un partito veramente rivoluzionario deve stendere le sue propaggini fra il popolo, e questo non può farlo se non con un'azione che non sia esposta a troppi pericoli in tempi ordinari. La lotta elettorale risponde appunto a questa condizione; e non si può negare che, per averla adottata, il partito socialista è riuscito a riunire un gran numero di operai nelle sue file.
Viceversa, gli anarchici hanno veduto diradare le loro, appunto perchè si son voluti ostinare nella loro tattica astensionista; ed io non dubito che, se continueranno ad ostinarsi, cesseranno addirittura di esistere come partito; e di essi non si parlerà , come già  non se ne parla, se non quando al governo piaccia di perseguitarli per sfogare su di essi la sua libidine di persecuzione.
Viceversa, gli anarchici hanno veduto diradare le loro, appunto perchè si son voluti ostinare nella loro tattica astensionista; ed io non dubito che, se continueranno ad ostinarsi, cesseranno addirittura di esistere come partito; e di essi non si parlerà, come già  non se ne parla, se non quando al governo piaccia di perseguitarli per sfogare su di essi la sua libidine di persecuzione.
Riepilogando, senza credere che la questione sociale possa essere risolta per mezzo di leggi e di decreti, io sono per la lotta elettorale e parlamentare:
Riepilogando, senza credere che la questione sociale possa essere risolta per mezzo di leggi e di decreti, io sono per la lotta elettorale e parlamentare:
perchè non è contrario ai principi socialisti e anarchici che il popolo faccia valere la sua volontà  e i suoi interessi in tutti i modi possibili;
perchè non è contrario ai principi socialisti e anarchici che il popolo faccia valere la sua volontà  e i suoi interessi in tutti i modi possibili;
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A questa stregua sarebbe facile il dimostrare che è una buona cosa andare a messa ed aspettare ogni bene dalla divina provvidenza, poichè l'uomo che crede nell'efficacia della preghiera è sempre superiore all'idiota che nulla desidera, nulla spera e nulla teme.
A questa stregua sarebbe facile il dimostrare che è una buona cosa andare a messa ed aspettare ogni bene dalla divina provvidenza, poichè l'uomo che crede nell'efficacia della preghiera è sempre superiore all'idiota che nulla desidera, nulla spera e nulla teme.
Ne segue da ciò che noi dovremmo metterci a predicare alla gente di andare in chiesa e sperare in Dio?
Ne segue da ciò che noi dovremmo metterci a predicare alla gente di andare in chiesa e sperare in Dio?
La questione è tutt'altra. Si tratta di cercare qual'è il mezzo più efficace di resistenza popolare, qual'è la via che, mentre soddisfa ai bisogni del momento, conduce più direttamente ai destini futuri dell'umanità , qual'è il modo più utile d'impiegare le forze socialiste.
La questione è tutt'altra. Si tratta di cercare qual'è il mezzo più efficace di resistenza popolare, qual'è la via che, mentre soddisfa ai bisogni del momento, conduce più direttamente ai destini futuri dell'umanità, qual'è il modo più utile d'impiegare le forze socialiste.
Non è vero che senza il parlamento mancano i mezzi per far pressione sul Governo e metter freno ai suoi eccessi. Al contrario. Quando in Italia non v'era il suffragio popolare, v'era una libertà  che oggi ci sembrerebbe grande; e le violenze governative, molto minori di quelle di Crispi e Di Rudini, provocavano un'indignazione e una reazione popolare di cui oggi non si ha più l'idea. Lo stesso suffragio, di cui fan tanto caso, è stato naturalmente ottenuto quando il suffragio non v'era; ed ora che v'è, minacciano di toglierlo... effetto miracoloso della sua efficacia!
Non è vero che senza il parlamento mancano i mezzi per far pressione sul Governo e metter freno ai suoi eccessi. Al contrario. Quando in Italia non v'era il suffragio popolare, v'era una libertà  che oggi ci sembrerebbe grande; e le violenze governative, molto minori di quelle di Crispi e Di Rudini, provocavano un'indignazione e una reazione popolare di cui oggi non si ha più l'idea. Lo stesso suffragio, di cui fan tanto caso, è stato naturalmente ottenuto quando il suffragio non v'era; ed ora che v'è, minacciano di toglierlo... effetto miracoloso della sua efficacia!
Merlino dice che Malatesta ha scritto che il despotismo è da preferire all'ibrido sistema attuale. Se la memoria non ci falla, scrisse Malatesta che al parlamentarismo accettato e vantato è da preferirsi il despotismo subito per forza e coll'animo intento alla rivolta. È una cosa ben differente, ed in quella differenza sta la ragione della nostra tattica. Se il governo riducesse l'Italia allo stato politico della Russia, noi non dovremmo riprincipiare la lotta per il costituzionalismo, perchè sappiamo già  quanto valgono le costituzioni e troveremmo modo di lottare per i nostri ideali anche senza quelle larve di libertà  che servono piuttosto ad illudere le masse che a favorirne il progresso.
Merlino dice che Malatesta ha scritto che il despotismo è da preferire all'ibrido sistema attuale. Se la memoria non ci falla, scrisse Malatesta che al parlamentarismo accettato e vantato è da preferirsi il despotismo subito per forza e coll'animo intento alla rivolta. È una cosa ben differente, ed in quella differenza sta la ragione della nostra tattica. Se il governo riducesse l'Italia allo stato politico della Russia, noi non dovremmo riprincipiare la lotta per il costituzionalismo, perchè sappiamo già  quanto valgono le costituzioni e troveremmo modo di lottare per i nostri ideali anche senza quelle larve di libertà  che servono piuttosto ad illudere le masse che a favorirne il progresso.
I socialisti parlamentari invece, imperniando tutta la loro attività  intorno alla lotta elettorale, si condannano ad un lavoro di Sisifo; ed ogni volta che al governo piace di menomare le libertà  politiche e le garanzie costituzionali, essi debbono mettere da parte il programma socialista e ridiventare costituzionalisti. A prova "La lega della libertà " dei tempi crispini, in cui Turati, Cavallotti e Di Rudinì eran diventati commilitoni e fratelli.
I socialisti parlamentari invece, imperniando tutta la loro attività  intorno alla lotta elettorale, si condannano ad un lavoro di Sisifo; ed ogni volta che al governo piace di menomare le libertà  politiche e le garanzie costituzionali, essi debbono mettere da parte il programma socialista e ridiventare costituzionalisti. A prova "La lega della libertà " dei tempi crispini, in cui Turati, Cavallotti e Di Rudinì eran diventati commilitoni e fratelli.
D'altronde il fatto è questo; se nel paese v'è coscienza e forza di resistenza, se vi sono partiti extracostituzionali che minacciano lo Stato, allora il governo rispetta lo Statuto, allarga il suffragio, concede libertà , tanto per aprire delle valvole di sicurezza alla crescente pressione; ed in Parlamento i deputati borghesi tuonano contro i ministri, tanto per farsi popolari. Se invece il governo vede che i partiti popolari fondano le loro speranze sull'azione parlamentare e che la cosa che più gli dà  noia sono i deputati socialisti, allora respinge il suffragio, tien chiuso il parlamento, viola lo Statuto; e se i deputati hanno il nerbo, cosa rara, di resistere più che per burla, vanno in prigione malgrado il medaglino e l'immunità .
D'altronde il fatto è questo; se nel paese v'è coscienza e forza di resistenza, se vi sono partiti extracostituzionali che minacciano lo Stato, allora il governo rispetta lo Statuto, allarga il suffragio, concede libertà, tanto per aprire delle valvole di sicurezza alla crescente pressione; ed in Parlamento i deputati borghesi tuonano contro i ministri, tanto per farsi popolari. Se invece il governo vede che i partiti popolari fondano le loro speranze sull'azione parlamentare e che la cosa che più gli dà  noia sono i deputati socialisti, allora respinge il suffragio, tien chiuso il parlamento, viola lo Statuto; e se i deputati hanno il nerbo, cosa rara, di resistere più che per burla, vanno in prigione malgrado il medaglino e l'immunità .
Quando Merlino poi dice che gli astensionisti sono dei dottrinari e si compiace a mettere in bocca loro una serie di ragionamenti che mena fuori di ogni vita reale ed al più completo quietismo, allora Merlino è... men che sincero.
Quando Merlino poi dice che gli astensionisti sono dei dottrinari e si compiace a mettere in bocca loro una serie di ragionamenti che mena fuori di ogni vita reale ed al più completo quietismo, allora Merlino è... men che sincero.
Vi sono è vero degli anarchici che si curano poco della praticabilità  delle loro idee e limitano il loro compito alla predica di nozioni astratte, che essi credono il vero assoluto... se vero oggi, o vero tra mille anni non importa.
Vi sono è vero degli anarchici che si curano poco della praticabilità  delle loro idee e limitano il loro compito alla predica di nozioni astratte, che essi credono il vero assoluto... se vero oggi, o vero tra mille anni non importa.
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Carissimi compagni,
Carissimi compagni,
        
        
Mi rallegro della prossima pubblicazione del giornale "L'Agitazione", e vi auguro di cuore il più completo successo. Il vostro giornale compare in un momento in cui grande ne è la necessità , ed io spero che esso potrà  essere un organo serio di discussione e di propaganda, ed un mezzo efficace per raccogliere e ricongiungere le sparse file del nostro partito. Potete contare sul mio concorso per tutto ciò che le forze mie, deboli purtroppo, mi permetteranno.
Mi rallegro della prossima pubblicazione del giornale "L'Agitazione", e vi auguro di cuore il più completo successo. Il vostro giornale compare in un momento in cui grande ne è la necessità, ed io spero che esso potrà  essere un organo serio di discussione e di propaganda, ed un mezzo efficace per raccogliere e ricongiungere le sparse file del nostro partito. Potete contare sul mio concorso per tutto ciò che le forze mie, deboli purtroppo, mi permetteranno.
Per questa volta, tanto per isgombrarmi il terreno alla futura collaborazione, vi scriverò sopra alcuni punti che, se in certo modo mi riguardano personalmente, non sono senza portata sulla propaganda generale.
Per questa volta, tanto per isgombrarmi il terreno alla futura collaborazione, vi scriverò sopra alcuni punti che, se in certo modo mi riguardano personalmente, non sono senza portata sulla propaganda generale.
L'amico nostro Merlino, che come sapete, si perde ora nell'inane tentativo di voler conciliare l'anarchia col parlamentarismo, in una sua lettera al "Messaggero" volendo sostenere che "il parlamentarismo non è destinato a sparire interamente e qualche cosa ne rimarrà  anche nella società  che noi vagheggiamo", ricorda uno scritto da me inviato alla Conferenza anarchica di Chicago del 1893, in cui io sostenevo che "per talune cose il parere della maggioranza dovrà  necessariamente prevalere a quello della minoranza".
L'amico nostro Merlino, che come sapete, si perde ora nell'inane tentativo di voler conciliare l'anarchia col parlamentarismo, in una sua lettera al "Messaggero" volendo sostenere che "il parlamentarismo non è destinato a sparire interamente e qualche cosa ne rimarrà  anche nella società  che noi vagheggiamo", ricorda uno scritto da me inviato alla Conferenza anarchica di Chicago del 1893, in cui io sostenevo che "per talune cose il parere della maggioranza dovrà  necessariamente prevalere a quello della minoranza".
La cosa è vera, nè le mie idee sono oggi diverse da quelle espresse nello scritto di cui si tratta. Ma Merlino, riportando una mia frase staccata per sostenere una tesi diversa da quella che sostenevo io, lascia nell'ombra e nell'equivoco quello che io veramente intendevo.
La cosa è vera, nè le mie idee sono oggi diverse da quelle espresse nello scritto di cui si tratta. Ma Merlino, riportando una mia frase staccata per sostenere una tesi diversa da quella che sostenevo io, lascia nell'ombra e nell'equivoco quello che io veramente intendevo.
Ecco: v'erano a quell'epoca molti anarchici, e ve n'è ancora un poco, che scambiando la forma colla sostanza e badando più alle parole che alle cose, si erano formati una specie di "rituale del vero anarchico" che inceppava la loro azione, e li trascinava a sostenere cose assurde e grottesche.
Ecco: v'erano a quell'epoca molti anarchici, e ve n'è ancora un poco, che scambiando la forma colla sostanza e badando più alle parole che alle cose, si erano formati una specie di "rituale del vero anarchico" che inceppava la loro azione, e li trascinava a sostenere cose assurde e grottesche.
Così essi, partendo dal principio che la maggioranza non ha il diritto d'imporre la sua volontà  alla minoranza, ne conchiudevano che nulla si dovesse mai fare se non approvato all'unanimità  dei concorrenti. Confondendo il voto politico, che serve a nominarsi dei padroni con il voto quando è mezzo per esprimere in modo spiccio la propria opinione, ritenevano anti-anarchica ogni specie di votazione. Così, si convocava un comizio per protestare contro una violenza governativa o padronale, o per mostrare la simpatia popolare per un dato avvenimento; la gente veniva, ascoltava i discorsi dei promotori, ascoltava quelli dei contraddittori, e poi se ne andava senza esprimere la propria opinione, perchè il solo mezzo per esprimerla era la votazione sui vari ordini del giorno... e votare non era anarchico. Un circolo voleva fare un manifesto: v'erano diverse redazioni proposte che dividevano i pareri dei soci; si discuteva a non finire, ma non si riusciva mai a sapere l'opinione predominante, perchè era proibito il votare, e quindi o il manifesto non si pubblicava, o alcuni pubblicavano per conto loro quello che preferivano; il circolo si scindeva quando non v'era in realtà  nessun dissenso reale e si trattava solo di una questione di stile. E una conseguenza di questi usi, che dicevano essere garanzie di libertà , era che solo alcuni, meglio dotati di facoltà  oratorie, facevano e disfacevano, mentre quelli che non sapevano o non osavano parlare in pubblico, e che sono sempre la grande maggioranza, non contavano proprio nulla. Mentre poi l'altra conseguenza più grave e veramente mortale per il movimento anarchico, era che gli anarchici non si credevano legati dalla solidarietà  operaia, ed in tempo di sciopero andavano a lavorare, perchè lo sciopero era stato votato a maggioranza e contro il loro parere. E giungevano fino a non osare di biasimare dei farabutti, sedicenti anarchici, che domandavano e ricevevano denari dai padroni - potrei citare i nomi occorrendo - per combattere uno sciopero in nome dell'anarchia.
Così essi, partendo dal principio che la maggioranza non ha il diritto d'imporre la sua volontà  alla minoranza, ne conchiudevano che nulla si dovesse mai fare se non approvato all'unanimità  dei concorrenti. Confondendo il voto politico, che serve a nominarsi dei padroni con il voto quando è mezzo per esprimere in modo spiccio la propria opinione, ritenevano anti-anarchica ogni specie di votazione. Così, si convocava un comizio per protestare contro una violenza governativa o padronale, o per mostrare la simpatia popolare per un dato avvenimento; la gente veniva, ascoltava i discorsi dei promotori, ascoltava quelli dei contraddittori, e poi se ne andava senza esprimere la propria opinione, perchè il solo mezzo per esprimerla era la votazione sui vari ordini del giorno... e votare non era anarchico. Un circolo voleva fare un manifesto: v'erano diverse redazioni proposte che dividevano i pareri dei soci; si discuteva a non finire, ma non si riusciva mai a sapere l'opinione predominante, perchè era proibito il votare, e quindi o il manifesto non si pubblicava, o alcuni pubblicavano per conto loro quello che preferivano; il circolo si scindeva quando non v'era in realtà  nessun dissenso reale e si trattava solo di una questione di stile. E una conseguenza di questi usi, che dicevano essere garanzie di libertà, era che solo alcuni, meglio dotati di facoltà  oratorie, facevano e disfacevano, mentre quelli che non sapevano o non osavano parlare in pubblico, e che sono sempre la grande maggioranza, non contavano proprio nulla. Mentre poi l'altra conseguenza più grave e veramente mortale per il movimento anarchico, era che gli anarchici non si credevano legati dalla solidarietà  operaia, ed in tempo di sciopero andavano a lavorare, perchè lo sciopero era stato votato a maggioranza e contro il loro parere. E giungevano fino a non osare di biasimare dei farabutti, sedicenti anarchici, che domandavano e ricevevano denari dai padroni - potrei citare i nomi occorrendo - per combattere uno sciopero in nome dell'anarchia.
Contro queste e simili aberrazioni era diretto lo scritto che io mandai a Chicago.
Contro queste e simili aberrazioni era diretto lo scritto che io mandai a Chicago.
Io sostenevo che non ci sarebbe vita sociale possibile se davvero non si dovesse fare mai nulla insieme se non quando tutti sono unanimemente d'accordo. Che le idee e le opinioni sono in continua evoluzione e si differenziano per gradazioni insensibili, mentre le realizzazioni pratiche cambiano a salti bruschi; e che, se arrivasse un giorno in cui tutti fossero perfettamente d'accordo sui vantaggi di una data cosa, ciò significherebbe che in quella data cosa ogni progresso possibile è esaurito. Così, per esempio, se si trattasse di fare una ferrovia, vi sarebbero certamente mille opinioni diverse sul tracciato della linea, sul materiale, sul tipo di macchine e di vagoni, sul posto delle stazioni, ecc., e queste opinioni andrebbero cambiando di giorno in giorno: ma se la ferrovia si vuol fare bisogna pure scegliere fra le opinioni esistenti, nè si potrebbe ogni giorno modificare il tracciato, traslocare le stazioni e cambiare le macchine. E poichè di scegliere si tratta è meglio che siano contenti i più che i meno, salvo naturalmente a dare ai meno tutta la libertà  e tutti i mezzi possibili per propagare e sperimentare le loro idee e cercare di diventare la maggioranza.
Io sostenevo che non ci sarebbe vita sociale possibile se davvero non si dovesse fare mai nulla insieme se non quando tutti sono unanimemente d'accordo. Che le idee e le opinioni sono in continua evoluzione e si differenziano per gradazioni insensibili, mentre le realizzazioni pratiche cambiano a salti bruschi; e che, se arrivasse un giorno in cui tutti fossero perfettamente d'accordo sui vantaggi di una data cosa, ciò significherebbe che in quella data cosa ogni progresso possibile è esaurito. Così, per esempio, se si trattasse di fare una ferrovia, vi sarebbero certamente mille opinioni diverse sul tracciato della linea, sul materiale, sul tipo di macchine e di vagoni, sul posto delle stazioni, ecc., e queste opinioni andrebbero cambiando di giorno in giorno: ma se la ferrovia si vuol fare bisogna pure scegliere fra le opinioni esistenti, nè si potrebbe ogni giorno modificare il tracciato, traslocare le stazioni e cambiare le macchine. E poichè di scegliere si tratta è meglio che siano contenti i più che i meno, salvo naturalmente a dare ai meno tutta la libertà  e tutti i mezzi possibili per propagare e sperimentare le loro idee e cercare di diventare la maggioranza.
Dunque in tutte quelle cose che non ammettono parecchie soluzioni contemporanee, o nelle quali le differenze d'opinione non sono di tale importanza che valga la pena di dividersi ed agire ogni frazione a modo suo, o in cui il dovere di solidarietà  impone l'unione, è ragionevole, giusto, necessario che la minoranza ceda alla maggioranza.
Dunque in tutte quelle cose che non ammettono parecchie soluzioni contemporanee, o nelle quali le differenze d'opinione non sono di tale importanza che valga la pena di dividersi ed agire ogni frazione a modo suo, o in cui il dovere di solidarietà  impone l'unione, è ragionevole, giusto, necessario che la minoranza ceda alla maggioranza.
Ma questo cedere della minoranza deve essere effetto della libera volontà , determinata dalla coscienza della necessità ; non deve essere un principio, una legge, che s'applica per conseguenza in tutti i casi, anche quando la necessità  realmente non c'è. Ed in questo consiste la differenza tra l'anarchia e una forma di governo qualunque. Tutta la vita sociale è piena di queste necessità  in cui uno deve cedere le proprie preferenze per non offendere i diritti degli altri. Entro in un caffè, trovo occupato il posto che piace a me e vado tranquillamente a sedermi in un altro, dove magari c'è una corrente d'aria che mi fa male. Vedo delle persone che parlano in modo da far capire che non vogliono essere ascoltate, ed io mi tengo lontano, magari con incomodo mio, per non incomodar loro. Ma questo io lo fo perchè me lo impongono il mio istinto d'uomo sociale, la mia abitudine di vivere in mezzo agli uomini ed il mio interesse a non farmi trattar male se io facessi altrimenti; quelli che io incomoderei, mi farebbero presto sentire in un modo o in un altro il danno che v'è ad essere uno zotico. Non voglio che dei legislatori vengano a prescrivermi qual'è il modo col quale io debbo comportarmi in un caffè, nè credo che essi varrebbero ad insegnarmi quell'educazione che io non avessi saputo apprendere dalla società  in mezzo a cui vivo.
Ma questo cedere della minoranza deve essere effetto della libera volontà, determinata dalla coscienza della necessità ; non deve essere un principio, una legge, che s'applica per conseguenza in tutti i casi, anche quando la necessità  realmente non c'è. Ed in questo consiste la differenza tra l'anarchia e una forma di governo qualunque. Tutta la vita sociale è piena di queste necessità  in cui uno deve cedere le proprie preferenze per non offendere i diritti degli altri. Entro in un caffè, trovo occupato il posto che piace a me e vado tranquillamente a sedermi in un altro, dove magari c'è una corrente d'aria che mi fa male. Vedo delle persone che parlano in modo da far capire che non vogliono essere ascoltate, ed io mi tengo lontano, magari con incomodo mio, per non incomodar loro. Ma questo io lo fo perchè me lo impongono il mio istinto d'uomo sociale, la mia abitudine di vivere in mezzo agli uomini ed il mio interesse a non farmi trattar male se io facessi altrimenti; quelli che io incomoderei, mi farebbero presto sentire in un modo o in un altro il danno che v'è ad essere uno zotico. Non voglio che dei legislatori vengano a prescrivermi qual'è il modo col quale io debbo comportarmi in un caffè, nè credo che essi varrebbero ad insegnarmi quell'educazione che io non avessi saputo apprendere dalla società  in mezzo a cui vivo.
Come fa il Merlino a cavare da questo che un resto di parlamentarismo vi dovrà  essere anche nella società  che noi vagheggiamo?
Come fa il Merlino a cavare da questo che un resto di parlamentarismo vi dovrà  essere anche nella società  che noi vagheggiamo?
Il parlamentarismo è una forma di governo nella quale gli eletti del popolo, riuniti in corpo legislativo fanno, a maggioranza di voti, le leggi che a loro piace e le impongono al popolo con tutti i mezzi coercitivi di cui possono disporre.
Il parlamentarismo è una forma di governo nella quale gli eletti del popolo, riuniti in corpo legislativo fanno, a maggioranza di voti, le leggi che a loro piace e le impongono al popolo con tutti i mezzi coercitivi di cui possono disporre.
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Sotto questo titolo riceviamo da Saverio Merlino l'articolo seguente, che pubblichiamo con piacere.
Sotto questo titolo riceviamo da Saverio Merlino l'articolo seguente, che pubblichiamo con piacere.
Il Merlino può essere sicuro di trovare sempre in noi la serenità  e l'amore impregiudicato della verità , che egli desidera. D'altronde, noi conveniamo con lui che spesso gli anarchici si sono mostrati intolleranti e troppo pronti alle ire ed ai sospetti; ma non bisognerebbe poi, nell'entusiasmo dei mea culpa, pigliare tutti i torti per noi e dimenticare che l'esempio e la provocazione ci sono venuti il più sovente dagli altri. Senza rimontare ai tempi di Bakunin ed alle infami calunnie ed invereconde menzogne che ancora si raccontano ai giovani che non sanno la storia nostra, ci basti ricordare la condotta dei socialisti democratici negli ultimi Congressi Internazionali verso gli anarchici, e certi articoli apparsi, non è gran tempo, nella stampa socialista democratica di vari paesi.
Il Merlino può essere sicuro di trovare sempre in noi la serenità  e l'amore impregiudicato della verità, che egli desidera. D'altronde, noi conveniamo con lui che spesso gli anarchici si sono mostrati intolleranti e troppo pronti alle ire ed ai sospetti; ma non bisognerebbe poi, nell'entusiasmo dei mea culpa, pigliare tutti i torti per noi e dimenticare che l'esempio e la provocazione ci sono venuti il più sovente dagli altri. Senza rimontare ai tempi di Bakunin ed alle infami calunnie ed invereconde menzogne che ancora si raccontano ai giovani che non sanno la storia nostra, ci basti ricordare la condotta dei socialisti democratici negli ultimi Congressi Internazionali verso gli anarchici, e certi articoli apparsi, non è gran tempo, nella stampa socialista democratica di vari paesi.
In ogni modo, cerchiamo, se ci riesce, di esser giusti noi, checchè facciano e dicano i nostri avversarii.
In ogni modo, cerchiamo, se ci riesce, di esser giusti noi, checchè facciano e dicano i nostri avversarii.
:Ecco l'articolo di Merlino:
:Ecco l'articolo di Merlino:
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E prima di tutto, sono io anarchico?
E prima di tutto, sono io anarchico?
Rispondo: se l'astensionismo è dogma di fede anarchica, no. Ma io non credo al dogma. Non credo contrari ai principi nostri la difesa e l'esercizio dei nostri diritti - neppure dei minimi. Non credo che esercitando il diritto di voto, che ci viene consentito, noi si rinunzi ai diritti maggiori, che ci vengono negati e che dobbiamo rivendicare.
Rispondo: se l'astensionismo è dogma di fede anarchica, no. Ma io non credo al dogma. Non credo contrari ai principi nostri la difesa e l'esercizio dei nostri diritti - neppure dei minimi. Non credo che esercitando il diritto di voto, che ci viene consentito, noi si rinunzi ai diritti maggiori, che ci vengono negati e che dobbiamo rivendicare.
Credo che l'agitazione elettorale ci offra modi e opportunità  di propaganda, a cui sarebbe follia rinunciare, specialmente in questo quarto d'ora e in Italia dove quasi ogni altra affermazione ci è interdetta, e credo che non se ne possa trarre tutto il profitto possibile quando si sostiene l'astensione. (Di ciò abbiamo fatto la prova in questi giorni qui a Roma, dove presentando la candidatura Galleani, abbiamo potuto tenere comizi, diffondere manifesti, guadagnarci la simpatia di molti che ci erano ostili o indifferenti come non avremmo mai potuto fare se fossimo rimasti astensionisti) -. Del resto non credo alla conquista dei poteri pubblici: sostengo che tanto la lotta per la libertà , quanto quella per l'emancipazione economica debba essere combattuta principalmente fuori del Parlamento. L'opera dei deputati operai, socialisti e rivoluzionarii la ritengo utile non per se stessa ma in aiuto alla lotta extraparlamentare. E se così pensando non mi trovo perfettamente d'accordo nè con gli anarchici nè coi socialisti-democratici me ne duole sinceramente: ma posso io disdirmi?
Credo che l'agitazione elettorale ci offra modi e opportunità  di propaganda, a cui sarebbe follia rinunciare, specialmente in questo quarto d'ora e in Italia dove quasi ogni altra affermazione ci è interdetta, e credo che non se ne possa trarre tutto il profitto possibile quando si sostiene l'astensione. (Di ciò abbiamo fatto la prova in questi giorni qui a Roma, dove presentando la candidatura Galleani, abbiamo potuto tenere comizi, diffondere manifesti, guadagnarci la simpatia di molti che ci erano ostili o indifferenti come non avremmo mai potuto fare se fossimo rimasti astensionisti) -. Del resto non credo alla conquista dei poteri pubblici: sostengo che tanto la lotta per la libertà, quanto quella per l'emancipazione economica debba essere combattuta principalmente fuori del Parlamento. L'opera dei deputati operai, socialisti e rivoluzionarii la ritengo utile non per se stessa ma in aiuto alla lotta extraparlamentare. E se così pensando non mi trovo perfettamente d'accordo nè con gli anarchici nè coi socialisti-democratici me ne duole sinceramente: ma posso io disdirmi?
Ma ormai pro e contro la partecipazione alle elezioni mi pare che si sia detto a un dipresso tutto quello che si poteva dire: ed io mi compiaccio che la disputa sia stata da Malatesta sollevata nella sfera dei principii: ed anche per questo non mi pento di averla suscitata.
Ma ormai pro e contro la partecipazione alle elezioni mi pare che si sia detto a un dipresso tutto quello che si poteva dire: ed io mi compiaccio che la disputa sia stata da Malatesta sollevata nella sfera dei principii: ed anche per questo non mi pento di averla suscitata.
Non si può negare che attorno ai nostri principii - che son veri, se rettamente interpretati - son pullulati molti errori e molti sofismi.
Non si può negare che attorno ai nostri principii - che son veri, se rettamente interpretati - son pullulati molti errori e molti sofismi.
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Noi non crediamo nel diritto divino delle maggioranze, ma nemmeno crediamo che le minoranze rappresentino, sempre, la ragione ed il progresso. Galileo aveva ragione contro tutti i suoi contemporanei; ma vi sono oggi ancora alcuni che sostengono che la terra è piatta e che il sole le gira intorno, e nessuno vorrà  dire che hanno ragione perchè son diventati minoranza. Del resto, se è vero che i rivoluzionari sono sempre una minoranza, sono anche sempre in minoranza gli sfruttatori ed i birri.
Noi non crediamo nel diritto divino delle maggioranze, ma nemmeno crediamo che le minoranze rappresentino, sempre, la ragione ed il progresso. Galileo aveva ragione contro tutti i suoi contemporanei; ma vi sono oggi ancora alcuni che sostengono che la terra è piatta e che il sole le gira intorno, e nessuno vorrà  dire che hanno ragione perchè son diventati minoranza. Del resto, se è vero che i rivoluzionari sono sempre una minoranza, sono anche sempre in minoranza gli sfruttatori ed i birri.
Così pure noi siamo d'accordo col Merlino nell'ammettere che è impossibile che ogni uomo faccia tutto da sè, e che, se anche fosse possibile, ciò sarebbe sommamente svantaggioso per tutti. Quindi ammettiamo la divisione del lavoro sociale, la delegazione delle funzioni e la rappresentanza delle opinioni e degli interessi propri affidata ad altri.
Così pure noi siamo d'accordo col Merlino nell'ammettere che è impossibile che ogni uomo faccia tutto da sè, e che, se anche fosse possibile, ciò sarebbe sommamente svantaggioso per tutti. Quindi ammettiamo la divisione del lavoro sociale, la delegazione delle funzioni e la rappresentanza delle opinioni e degli interessi propri affidata ad altri.
E soprattutto respingiamo come falsa e perniciosa ogni idea di armonia provvidenziale e di ordine naturale nella società , poichè crediamo che la società  umana e l'uomo sociale esso stesso siano il prodotto di una lotta lunga e faticosa contro la natura, e che se l'uomo cessasse dall'esercitare la sua volontà  cosciente e si abbandonasse alla natura, ricadrebbe presto nella animalità  e nella lotta brutale.
E soprattutto respingiamo come falsa e perniciosa ogni idea di armonia provvidenziale e di ordine naturale nella società, poichè crediamo che la società  umana e l'uomo sociale esso stesso siano il prodotto di una lotta lunga e faticosa contro la natura, e che se l'uomo cessasse dall'esercitare la sua volontà  cosciente e si abbandonasse alla natura, ricadrebbe presto nella animalità  e nella lotta brutale.
Ma - e qui è la ragione per cui siamo anarchici - noi vogliamo che le minoranze cedano volontariamente quando così la richieda la necessità  ed il sentimento della solidarietà . Vogliamo che la divisione del lavoro sociale non divida gli uomini in classi e faccia gli uni direttori e capi, esenti da ogni lavoro ingrato, e condanni gli altri ad esser le bestie da soma della società . Vogliamo che delegando ad altri una funzione, cioè incaricando altri di un dato lavoro, gli uomini non rinunzino alla propria sovranità , e che, ove occorra un rappresentante, questi sia il portaparola dei suoi mandanti o l'esecutore delle loro volontà , e non già  colui che fa la legge e la fa accettare per forza, e crediamo che ogni organizzazione sociale non fondata sulla libera e cosciente volontà  dei suoi membri conduce all'oppressione ed allo sfruttamento della massa da parte di una piccola minoranza.
Ma - e qui è la ragione per cui siamo anarchici - noi vogliamo che le minoranze cedano volontariamente quando così la richieda la necessità  ed il sentimento della solidarietà . Vogliamo che la divisione del lavoro sociale non divida gli uomini in classi e faccia gli uni direttori e capi, esenti da ogni lavoro ingrato, e condanni gli altri ad esser le bestie da soma della società . Vogliamo che delegando ad altri una funzione, cioè incaricando altri di un dato lavoro, gli uomini non rinunzino alla propria sovranità, e che, ove occorra un rappresentante, questi sia il portaparola dei suoi mandanti o l'esecutore delle loro volontà, e non già  colui che fa la legge e la fa accettare per forza, e crediamo che ogni organizzazione sociale non fondata sulla libera e cosciente volontà  dei suoi membri conduce all'oppressione ed allo sfruttamento della massa da parte di una piccola minoranza.
Ogni società  autoritaria si mantiene per coazione. La società  anarchica deve essere fondata sul libero accordo: in essa bisogna che gli uomini sentano vivamente ed accettino spontaneamente i doveri della vita sociale, e si sforzino di organizzare gl'interessi discordanti e di eliminare ogni motivo di lotta intestina; o almeno che, se conflitti si producono, essi non siano mai di tale importanza da provocare la costituzione di un potere moderatore, che col pretesto di garantire la giustizia a tutti, ridurrebbe tutti in servitù.
Ogni società  autoritaria si mantiene per coazione. La società  anarchica deve essere fondata sul libero accordo: in essa bisogna che gli uomini sentano vivamente ed accettino spontaneamente i doveri della vita sociale, e si sforzino di organizzare gl'interessi discordanti e di eliminare ogni motivo di lotta intestina; o almeno che, se conflitti si producono, essi non siano mai di tale importanza da provocare la costituzione di un potere moderatore, che col pretesto di garantire la giustizia a tutti, ridurrebbe tutti in servitù.
Ma se la minoranza non vuol cedere? dice Merlino. E se la maggioranza vuol abusare della sua forza? domandiamo noi.
Ma se la minoranza non vuol cedere? dice Merlino. E se la maggioranza vuol abusare della sua forza? domandiamo noi.
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Ma se invece delle bande di facinorosi van per le strade insultando e bastonando i più deboli di loro ed il pubblico assiste indifferente a tale spettacolo? Allora naturalmente i deboli e quelli che amano la propria tranquillità  invocherebbero la istituzione della polizia, e questa non mancherebbe di costituirsi. Si potrebbe forse sostenere che, date quelle circostanze, la polizia sarebbe il minore dei mali; ma non si potrebbe certo dire che si sta in anarchia. La verità  sarebbe che quando v'è tanti prepotenti da un lato e tanti vili dall'altro l'anarchia non è possibile.
Ma se invece delle bande di facinorosi van per le strade insultando e bastonando i più deboli di loro ed il pubblico assiste indifferente a tale spettacolo? Allora naturalmente i deboli e quelli che amano la propria tranquillità  invocherebbero la istituzione della polizia, e questa non mancherebbe di costituirsi. Si potrebbe forse sostenere che, date quelle circostanze, la polizia sarebbe il minore dei mali; ma non si potrebbe certo dire che si sta in anarchia. La verità  sarebbe che quando v'è tanti prepotenti da un lato e tanti vili dall'altro l'anarchia non è possibile.
Quindi è che l'anarchico deve sentire fortemente il rispetto della libertà  e del benessere degli altri, e deve fare di questo rispetto lo scopo precipuo della sua propaganda.
Quindi è che l'anarchico deve sentire fortemente il rispetto della libertà  e del benessere degli altri, e deve fare di questo rispetto lo scopo precipuo della sua propaganda.
Ma, si obbietterà , gli uomini oggi sono troppo egoisti, troppo intolleranti, troppo cattivi per rispettare i diritti degli altri e cedere volontariamente alle necessità  sociali.
Ma, si obbietterà, gli uomini oggi sono troppo egoisti, troppo intolleranti, troppo cattivi per rispettare i diritti degli altri e cedere volontariamente alle necessità  sociali.
Invero, noi abbiamo sempre riscontrato negli uomini, anche i più corrotti, tale un bisogno di essere stimati ed amati, e, in date circostanze, tanta capacità  di sacrificio e tanta considerazione dei bisogni degli altri da sperare che, una volta distrutte con la proprietà  individuale le cause permanenti dei più gravi antagonismi, non sarà  difficile di ottenere la libera cooperazione di ciascuno al benessere di tutti.
Invero, noi abbiamo sempre riscontrato negli uomini, anche i più corrotti, tale un bisogno di essere stimati ed amati, e, in date circostanze, tanta capacità  di sacrificio e tanta considerazione dei bisogni degli altri da sperare che, una volta distrutte con la proprietà  individuale le cause permanenti dei più gravi antagonismi, non sarà  difficile di ottenere la libera cooperazione di ciascuno al benessere di tutti.
Comunque sia, noi anarchici non siamo tutta l'umanità  e non possiamo certamente far da noi soli tutta la storia umana; ma possiamo e dobbiamo lavorare per la realizzazione dei nostri ideali cercando di eliminare, il più possibile, la lotta e la coazione nella vita sociale.
Comunque sia, noi anarchici non siamo tutta l'umanità  e non possiamo certamente far da noi soli tutta la storia umana; ma possiamo e dobbiamo lavorare per la realizzazione dei nostri ideali cercando di eliminare, il più possibile, la lotta e la coazione nella vita sociale.
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Mi pare che ci veniamo avvicinando.
Mi pare che ci veniamo avvicinando.
In una società  organizzata secondo i principi del socialismo anarchico le minoranze dovranno nelle cose di grave interesse comune indivisibile cedere al parere, e mettiamo pure al volere delle maggioranze: ma le maggioranze non dovranno abusare del loro potere ledendo i diritti delle minoranze. Senza un compromesso di questo genere la convivenza non sarebbe possibile.
In una società  organizzata secondo i principi del socialismo anarchico le minoranze dovranno nelle cose di grave interesse comune indivisibile cedere al parere, e mettiamo pure al volere delle maggioranze: ma le maggioranze non dovranno abusare del loro potere ledendo i diritti delle minoranze. Senza un compromesso di questo genere la convivenza non sarebbe possibile.
Fin qui siamo d'accordo. Ma se una minoranza non vuole acconciarsi al parere della maggioranza in una delle questioni suddette? Voi dite che in questo caso non ci potrà  più essere anarchia. Dunque la volontà  di una piccola minoranza, anzi di un sol uomo, potrà  fare in modo che l'Anarchia - come l'intendete voi - non si applichi affatto. Un pugno di farabutti o di reazionari o di eccentrici o di nevrotici, anche un sol individuo, potrà  impedire che funzioni il sistema anarchico, soltanto col dire di no; rifiutandosi a cedere volontariamente alla maggioranza. E siccome qualche arfasatto ci sarà  sempre in qualunque società , la conseguenza del vostro ragionamento è che l'Anarchia è una gran bella cosa, ma non si attuerà  mai.
Fin qui siamo d'accordo. Ma se una minoranza non vuole acconciarsi al parere della maggioranza in una delle questioni suddette? Voi dite che in questo caso non ci potrà  più essere anarchia. Dunque la volontà  di una piccola minoranza, anzi di un sol uomo, potrà  fare in modo che l'Anarchia - come l'intendete voi - non si applichi affatto. Un pugno di farabutti o di reazionari o di eccentrici o di nevrotici, anche un sol individuo, potrà  impedire che funzioni il sistema anarchico, soltanto col dire di no; rifiutandosi a cedere volontariamente alla maggioranza. E siccome qualche arfasatto ci sarà  sempre in qualunque società, la conseguenza del vostro ragionamento è che l'Anarchia è una gran bella cosa, ma non si attuerà  mai.
Io invece prendo l'Anarchia in un senso meno assoluto. Non metto l'aut aut che mettete voi. L'idea Anarchica per me si comincerà  ad attuare molto prima che gli uomini raggiungano lo stato di perfezione, per cui, compenetrati dei vantaggi dell'associazione, essi cedano volontariamente gli uni agli altri. Essa ci deve suggerire fin da ora dei modi di provvedere ai comuni interessi e di risolvere i conflitti che possano nascere, senza autorità , senza accentramento, senza un potere costituito in mezzo alla società , capace d'imporre la volontà  propria ed i proprii interessi alla moltitudine dei soggetti.
Io invece prendo l'Anarchia in un senso meno assoluto. Non metto l'aut aut che mettete voi. L'idea Anarchica per me si comincerà  ad attuare molto prima che gli uomini raggiungano lo stato di perfezione, per cui, compenetrati dei vantaggi dell'associazione, essi cedano volontariamente gli uni agli altri. Essa ci deve suggerire fin da ora dei modi di provvedere ai comuni interessi e di risolvere i conflitti che possano nascere, senza autorità, senza accentramento, senza un potere costituito in mezzo alla società, capace d'imporre la volontà  propria ed i proprii interessi alla moltitudine dei soggetti.
Questa è l'unica Anarchia attuabile ed è un'Anarchia prossimamente attuabile: di essa soltanto vale la pena di occuparsi.
Questa è l'unica Anarchia attuabile ed è un'Anarchia prossimamente attuabile: di essa soltanto vale la pena di occuparsi.
Prendiamo gli esempi addotti da voi. Voi dite: in una società  anarchica non vi può essere polizia. Ma perchè non vi sia polizia, bisogna che gli uomini si rispettino a vicenda, che un galantuomo possa camminare per le vie senza la paura di essere aggredito, od almeno, nella sicurezza di essere difeso dai vicini e dai viandanti se aggredito da uno più forte di lui. Se i deboli avessero a temere di essere accoppati per le vie, essi invocherebbero una polizia che li proteggesse, e l'Anarchia se ne andrebbe a gambe all'aria.
Prendiamo gli esempi addotti da voi. Voi dite: in una società  anarchica non vi può essere polizia. Ma perchè non vi sia polizia, bisogna che gli uomini si rispettino a vicenda, che un galantuomo possa camminare per le vie senza la paura di essere aggredito, od almeno, nella sicurezza di essere difeso dai vicini e dai viandanti se aggredito da uno più forte di lui. Se i deboli avessero a temere di essere accoppati per le vie, essi invocherebbero una polizia che li proteggesse, e l'Anarchia se ne andrebbe a gambe all'aria.
Cosicchè voi ponete il dilemma: o nessuna forma di difesa sociale o collettiva dal delitto - tranne la difesa fortuita della folla - oppure la polizia, il governo, l'ordine di cose attuale.
Cosicchè voi ponete il dilemma: o nessuna forma di difesa sociale o collettiva dal delitto - tranne la difesa fortuita della folla - oppure la polizia, il governo, l'ordine di cose attuale.
Io invece credo che tra il sistema attuale e quello che presuppone la cessazione del delitto ci sia posto per forme intermedie - per una difesa sociale che non sia la funzione di un Governo, ma che si eserciti, in ciascuna località , sotto gli occhi e il controllo dei cittadini come un qualunque servizio pubblico, d'igiene, di trasporto ecc. - quindi non possa degenerare in un mezzo di oppressione e di dominazione.
Io invece credo che tra il sistema attuale e quello che presuppone la cessazione del delitto ci sia posto per forme intermedie - per una difesa sociale che non sia la funzione di un Governo, ma che si eserciti, in ciascuna località, sotto gli occhi e il controllo dei cittadini come un qualunque servizio pubblico, d'igiene, di trasporto ecc. - quindi non possa degenerare in un mezzo di oppressione e di dominazione.
Preparare queste forme, e farle prevalere alla forma autoritaria attuale o ad altre simili è appunto il compito dei socialisti anarchici. Ma questo compito non lo eseguiranno se essi diranno: l'anarchia non è possibile che allorquando la società  non avrà  più bisogno di garantirsi dal delitto - perchè non si commetteranno più delitti.
Preparare queste forme, e farle prevalere alla forma autoritaria attuale o ad altre simili è appunto il compito dei socialisti anarchici. Ma questo compito non lo eseguiranno se essi diranno: l'anarchia non è possibile che allorquando la società  non avrà  più bisogno di garantirsi dal delitto - perchè non si commetteranno più delitti.
Nelle relazioni fra popoli voi dite: - gli Stati oggi fanno pace e guerre, osservano certe norme di giustizia nei loro rapporti (diritto delle genti, ecc.) senza un governo, un Parlamento, una polizia internazionale. E come non vi accorgete che il Governo dei Governi c'è, ed è di quella Potenza o di quelle Potenze che hanno il maggior numero di cannoni ed il maggior numero di uomini per caricarli e difenderli? E come non v'accorgete che i rapporti attuali fra popoli sono embrionali, i trattati di commercio, le convenzioni postali, sanitarie, monetarie, ed il cosiddetto diritto delle genti, accennando a relazioni che tendono a divenire permanenti e regolari, sono le prime linee di un'organizzazione degl'interessi internazionali, che si andrà  sempre più sviluppando dopo che gli Stati attuali avranno cessato di esistere?
Nelle relazioni fra popoli voi dite: - gli Stati oggi fanno pace e guerre, osservano certe norme di giustizia nei loro rapporti (diritto delle genti, ecc.) senza un governo, un Parlamento, una polizia internazionale. E come non vi accorgete che il Governo dei Governi c'è, ed è di quella Potenza o di quelle Potenze che hanno il maggior numero di cannoni ed il maggior numero di uomini per caricarli e difenderli? E come non v'accorgete che i rapporti attuali fra popoli sono embrionali, i trattati di commercio, le convenzioni postali, sanitarie, monetarie, ed il cosiddetto diritto delle genti, accennando a relazioni che tendono a divenire permanenti e regolari, sono le prime linee di un'organizzazione degl'interessi internazionali, che si andrà  sempre più sviluppando dopo che gli Stati attuali avranno cessato di esistere?
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Ma se "un pugno di farabutti o di nevrotici o anche un solo individuo si ostina nel dir no, allora non è possibile l'anarchia?" Diavolo! Non sofistichiamo. Questi individui sono ben liberi di dire no, ma non potranno impedire agli altri di far sì - e quindi dovranno adattarsi il meglio che possono. - Chè se poi "i farabutti o i nevrotici" fossero tanti da poter disturbare sul serio la società  ed impedirle di funzionare pacificamente, allora... purtroppo, non saremmo ancora in anarchia.
Ma se "un pugno di farabutti o di nevrotici o anche un solo individuo si ostina nel dir no, allora non è possibile l'anarchia?" Diavolo! Non sofistichiamo. Questi individui sono ben liberi di dire no, ma non potranno impedire agli altri di far sì - e quindi dovranno adattarsi il meglio che possono. - Chè se poi "i farabutti o i nevrotici" fossero tanti da poter disturbare sul serio la società  ed impedirle di funzionare pacificamente, allora... purtroppo, non saremmo ancora in anarchia.
Noi non facciamo dell'anarchia un eden ideale, che per essere troppo bello, si debba poi rimandare alle calende greche.
Noi non facciamo dell'anarchia un eden ideale, che per essere troppo bello, si debba poi rimandare alle calende greche.
Gli uomini sono troppo imperfetti, troppo abituati a rivaleggiarsi ed odiarsi tra loro, troppo abbrutiti dalle sofferenze, troppo corrotti dall'autorità , perchè un cambiamento di sistema sociale possa, dall'oggi al domani, trasformarli tutti in esseri idealmente buoni ed intelligenti. Ma quale che sia l'estensione degli effetti che si possono sperare dal cambiamento, il sistema bisogna cambiarlo, e per cambiarlo bisogna che si realizzino le condizioni indispensabili al detto cambiamento.
Gli uomini sono troppo imperfetti, troppo abituati a rivaleggiarsi ed odiarsi tra loro, troppo abbrutiti dalle sofferenze, troppo corrotti dall'autorità, perchè un cambiamento di sistema sociale possa, dall'oggi al domani, trasformarli tutti in esseri idealmente buoni ed intelligenti. Ma quale che sia l'estensione degli effetti che si possono sperare dal cambiamento, il sistema bisogna cambiarlo, e per cambiarlo bisogna che si realizzino le condizioni indispensabili al detto cambiamento.
Noi crediamo che l'anarchia prossimamente attuabile, perchè crediamo che le condizioni necessarie alla sua esistenza vi siano già  negl'istinti sociali degli uomini moderni, tanto che essi mantengono come che sia in vita la società , malgrado la continua azione dissolvente, antisociale, del governo e della proprietà . E crediamo che rimedio e baluardo contro le cattive tendenze di alcuni e contro i pericoli d'interessi e di gusti di altri non sia un governo qualsiasi, il quale essendo composto di uomini non può che far pendere la bilancia dalla parte degli interessi e dei gusti di chi sta al governo - ma la libertà  la quale, quando ha a base l'uguaglianza di condizioni, è la grande armonizzatrice dei rapporti umani.
Noi crediamo che l'anarchia prossimamente attuabile, perchè crediamo che le condizioni necessarie alla sua esistenza vi siano già  negl'istinti sociali degli uomini moderni, tanto che essi mantengono come che sia in vita la società, malgrado la continua azione dissolvente, antisociale, del governo e della proprietà . E crediamo che rimedio e baluardo contro le cattive tendenze di alcuni e contro i pericoli d'interessi e di gusti di altri non sia un governo qualsiasi, il quale essendo composto di uomini non può che far pendere la bilancia dalla parte degli interessi e dei gusti di chi sta al governo - ma la libertà  la quale, quando ha a base l'uguaglianza di condizioni, è la grande armonizzatrice dei rapporti umani.
Noi non aspettiamo per volere attuata l'anarchia che il delitto, o la possibilità  del delitto, sia sparita dai fenomeni sociali; ma non vogliamo la polizia, perchè crediamo che essa, mentre è impotente a prevenire il delitto, o ripararne le conseguenze, è poi per se stessa fonte di mille mali e pericolo costante per la società ; e se per difendersi vi fosse bisogno di armarsi, vogliamo essere armati tutti e non già  costituire in mezzo a noi un corpo di pretoriani. Noi ci ricordiamo troppo della favola del cavallo che si fece mettere il morso e montare in groppa l'uomo per meglio dar la caccia al cervo - e Merlino sa bene che menzogna sia "il controllo dei cittadini", quando i controllati sono quelli che hanno in mano la forza!
Noi non aspettiamo per volere attuata l'anarchia che il delitto, o la possibilità  del delitto, sia sparita dai fenomeni sociali; ma non vogliamo la polizia, perchè crediamo che essa, mentre è impotente a prevenire il delitto, o ripararne le conseguenze, è poi per se stessa fonte di mille mali e pericolo costante per la società ; e se per difendersi vi fosse bisogno di armarsi, vogliamo essere armati tutti e non già  costituire in mezzo a noi un corpo di pretoriani. Noi ci ricordiamo troppo della favola del cavallo che si fece mettere il morso e montare in groppa l'uomo per meglio dar la caccia al cervo - e Merlino sa bene che menzogna sia "il controllo dei cittadini", quando i controllati sono quelli che hanno in mano la forza!
Inesatto pure è Merlino quando si serve del nostro esempio del "Concerto europeo". Noi non abbiam detto che nei rapporti attuali tra gli Stati vi sia eguaglianza e giustizia, nè abbiam negato la necessità  di una organizzazione, federativa e libertaria, degl'interessi internazionali. Noi abbiam detto solamente che alla prepotenza ed all'ingiustizia che prevalgono oggi nei rapporti tra gli Stati, non sarebbe rimedio un Governo ed un Parlamento internazionale. La Grecia subisce oggi la posizione delle Grandi Potenze, e vi resiste: se essa avesse un rappresentante in un Parlamento internazionale e si fosse impegnata a rispettare le risoluzioni della maggioranza di detto Parlamento, essa subirebbe un'eguale e maggiore prepotenza e non avrebbe il diritto di resistervi.  
Inesatto pure è Merlino quando si serve del nostro esempio del "Concerto europeo". Noi non abbiam detto che nei rapporti attuali tra gli Stati vi sia eguaglianza e giustizia, nè abbiam negato la necessità  di una organizzazione, federativa e libertaria, degl'interessi internazionali. Noi abbiam detto solamente che alla prepotenza ed all'ingiustizia che prevalgono oggi nei rapporti tra gli Stati, non sarebbe rimedio un Governo ed un Parlamento internazionale. La Grecia subisce oggi la posizione delle Grandi Potenze, e vi resiste: se essa avesse un rappresentante in un Parlamento internazionale e si fosse impegnata a rispettare le risoluzioni della maggioranza di detto Parlamento, essa subirebbe un'eguale e maggiore prepotenza e non avrebbe il diritto di resistervi.  
E poi, che intende Merlino quando dice che noi siamo a mezza strada tra l'individualismo ed il Socialismo?
E poi, che intende Merlino quando dice che noi siamo a mezza strada tra l'individualismo ed il Socialismo?
L'individualismo, o è la teoria della lotta: "ciascun per sè e periscano i deboli"; oppure è quella dottrina che sostiene che pensando ciascuno a se stesso e facendo a suo modo senza preoccuparsi degli altri, ne risulta, per legge naturale, l'armonia e la felicità  di tutti.
L'individualismo, o è la teoria della lotta: "ciascun per sè e periscano i deboli"; oppure è quella dottrina che sostiene che pensando ciascuno a se stesso e facendo a suo modo senza preoccuparsi degli altri, ne risulta, per legge naturale, l'armonia e la felicità  di tutti.
Nell'un senso e nell'altro noi siamo agli antipodi degl'individualisti, tanto quanto vi può esser Merlino. La questione tra noi e lui è questione di autorità , o libertà ; e, francamente a noi pare ch'egli stia - o, meglio, sia ritornato - a mezza strada tra l'autoritarismo e l'anarchismo.
Nell'un senso e nell'altro noi siamo agli antipodi degl'individualisti, tanto quanto vi può esser Merlino. La questione tra noi e lui è questione di autorità, o libertà ; e, francamente a noi pare ch'egli stia - o, meglio, sia ritornato - a mezza strada tra l'autoritarismo e l'anarchismo.
Ed ora alla questione di tattica.
Ed ora alla questione di tattica.
Merlino si meraviglia che noi ci siamo rallegrati del trionfo dei socialisti. La meraviglia ci sembra strana davvero.
Merlino si meraviglia che noi ci siamo rallegrati del trionfo dei socialisti. La meraviglia ci sembra strana davvero.
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Merlino ci scrive di nuovo e si lamenta del "tono poco amichevole" del nostro articolo. Ma nel farlo prende tale un tono che impedisce a noi, che vogliamo restar calmi davvero, di pubblicare integralmente la sua risposta. Ci sforzeremo del resto di riportare, con le sue stesse parole, tutti i suoi argomenti.
Merlino ci scrive di nuovo e si lamenta del "tono poco amichevole" del nostro articolo. Ma nel farlo prende tale un tono che impedisce a noi, che vogliamo restar calmi davvero, di pubblicare integralmente la sua risposta. Ci sforzeremo del resto di riportare, con le sue stesse parole, tutti i suoi argomenti.
Merlino è offeso perchè dicemmo ch'egli aveva fatto delle insinuazioni. Insinuazione non sempre significa bugia; e noi d'altronde avvertivamo che sapevam vero quello che Merlino diceva. Ma lamentavamo ch'egli venisse con accuse generali e impersonali a turbare la serenità  della discussione.
Merlino è offeso perchè dicemmo ch'egli aveva fatto delle insinuazioni. Insinuazione non sempre significa bugia; e noi d'altronde avvertivamo che sapevam vero quello che Merlino diceva. Ma lamentavamo ch'egli venisse con accuse generali e impersonali a turbare la serenità  della discussione.
Ora poi Merlino ci viene a parlare di gente che ha "lavorato" per Zuccari in mezzo agli anarchici, di uno che ha preso cento lire da un candidato monarchico e d'altre porcherie. Noi conosciamo troppo Merlino per avere la più lontana idea ch'egli menta; ma che significa questo suo venire a gettare il sospetto fra noi, quando poi non mette fuori i nomi e non ci mette in grado di poter distinguere i buoni dai falsi compagni, i convinti dai vacillanti? Ci mandi Merlino fatti e nomi; ci autorizzi a pubblicarli sotto la sua responsabilità , e noi gliene saremo gratissimi. Noi vogliamo anzitutto essere un partito di gente pulita.
Ora poi Merlino ci viene a parlare di gente che ha "lavorato" per Zuccari in mezzo agli anarchici, di uno che ha preso cento lire da un candidato monarchico e d'altre porcherie. Noi conosciamo troppo Merlino per avere la più lontana idea ch'egli menta; ma che significa questo suo venire a gettare il sospetto fra noi, quando poi non mette fuori i nomi e non ci mette in grado di poter distinguere i buoni dai falsi compagni, i convinti dai vacillanti? Ci mandi Merlino fatti e nomi; ci autorizzi a pubblicarli sotto la sua responsabilità, e noi gliene saremo gratissimi. Noi vogliamo anzitutto essere un partito di gente pulita.
Ma quel che è poi strano davvero è che Merlino trova che questo fango elettorale, che manda i suoi schizzi fino in mezzo a noi sia la conseguenza della tattica... astensionista!!! A noi pare invece una ragione di più per fare dell'astensionismo elettorale un punto importante del nostro programma, ed è per questo che siamo ostili anche alle candidature di protesta. E passiamo oltre.
Ma quel che è poi strano davvero è che Merlino trova che questo fango elettorale, che manda i suoi schizzi fino in mezzo a noi sia la conseguenza della tattica... astensionista!!! A noi pare invece una ragione di più per fare dell'astensionismo elettorale un punto importante del nostro programma, ed è per questo che siamo ostili anche alle candidature di protesta. E passiamo oltre.
Merlino protesta ch'egli non sapeva quando scrisse al Messaggero che gli anarchici si riorganizzavano. E noi gli crediamo; ma ci domandiamo allora se Merlino, prima di metter fuori al pubblico la sua nuova tattica, non avrebbe fatto bene a mettersi un po' più a contatto coi suoi vecchi compagni. Merlino aggiunge che alla riorganizzazione non ci crede nemmeno ora - e questo è affar suo. Ai compagni tutti il dargli, coi fatti, un'eloquente smentita.
Merlino protesta ch'egli non sapeva quando scrisse al Messaggero che gli anarchici si riorganizzavano. E noi gli crediamo; ma ci domandiamo allora se Merlino, prima di metter fuori al pubblico la sua nuova tattica, non avrebbe fatto bene a mettersi un po' più a contatto coi suoi vecchi compagni. Merlino aggiunge che alla riorganizzazione non ci crede nemmeno ora - e questo è affar suo. Ai compagni tutti il dargli, coi fatti, un'eloquente smentita.
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Se noi dicessimo che Merlino per confutarci ci affibbia delle idee che egli dovrebbe sapere non essere le nostre, egli se ne offenderebbe - e noi non vogliamo offenderlo.
Se noi dicessimo che Merlino per confutarci ci affibbia delle idee che egli dovrebbe sapere non essere le nostre, egli se ne offenderebbe - e noi non vogliamo offenderlo.
Noi ammettiamo certamente la divisione del lavoro e ne apprezziamo i vantaggi; ma ne conosciamo pure i danni ed i pericoli. La divisione del lavoro è stata una fra le cause dell'assoggettamento delle masse al dominio delle caste privilegiate. E col principio della divisione del lavoro si può tentare la giustificazione di tutte le mostruosità  sociali: divisione tra lavoro mentale e lavoro manuale, divisione fra il lavoro di direzione e quello di esecuzione, divisione tra il lavoro di produzione e quello di difesa dei produttori... che poi si riassumono e si concretano nella divisione tra il lavoro di mangiare e quello di produrre, tra il lavoro di bastonare e quello di farsi bastonare. Menenio Agrippa conosceva già  quest'argomento.
Noi ammettiamo certamente la divisione del lavoro e ne apprezziamo i vantaggi; ma ne conosciamo pure i danni ed i pericoli. La divisione del lavoro è stata una fra le cause dell'assoggettamento delle masse al dominio delle caste privilegiate. E col principio della divisione del lavoro si può tentare la giustificazione di tutte le mostruosità  sociali: divisione tra lavoro mentale e lavoro manuale, divisione fra il lavoro di direzione e quello di esecuzione, divisione tra il lavoro di produzione e quello di difesa dei produttori... che poi si riassumono e si concretano nella divisione tra il lavoro di mangiare e quello di produrre, tra il lavoro di bastonare e quello di farsi bastonare. Menenio Agrippa conosceva già  quest'argomento.
Noi crediamo che carattere essenziale, non solo dell'anarchismo ma del socialismo in genere, sia il volere che certe funzioni debbano appartenere indistintamente a tutti i membri della società , malgrado i vantaggi tecnici che vi potrebbero essere nell'affidarle ad una classe speciale. Si divida pure il lavoro fino a che si può, per aumentare la produzione e facilitare il funzionamento della vita sociale: ma sian salvi innanzi tutto l'integrale sviluppo e l'eguale libertà  di tutti gli individui.
Noi crediamo che carattere essenziale, non solo dell'anarchismo ma del socialismo in genere, sia il volere che certe funzioni debbano appartenere indistintamente a tutti i membri della società, malgrado i vantaggi tecnici che vi potrebbero essere nell'affidarle ad una classe speciale. Si divida pure il lavoro fino a che si può, per aumentare la produzione e facilitare il funzionamento della vita sociale: ma sian salvi innanzi tutto l'integrale sviluppo e l'eguale libertà  di tutti gli individui.
Tra le funzioni che, secondo noi, non si possono affidare senza gravi inconvenienti ad una classe speciale d'individui vi sono quelle in cui potrebbe esserci bisogno di adoperare la forza fisica contro un essere umano.
Tra le funzioni che, secondo noi, non si possono affidare senza gravi inconvenienti ad una classe speciale d'individui vi sono quelle in cui potrebbe esserci bisogno di adoperare la forza fisica contro un essere umano.
Così per esempio, potrebbe, non lo neghiamo, esservi un vantaggio tecnico ad avere un corpo di specialisti incaricati di diagnosticare la follia pericolosa e di portare i matti al manicomio, ma, che volete? Noi abbiam paura che quei signori dottori ed infermieri giudicherebbero matti tutti quelli che non la pensano come loro. Lombroso insegni, che ci rinchiuderebbe tutti, Merlino compreso! Per la polizia propriamente detta, peggio di peggio: addestrate un uomo a dar la caccia agli uomini ed avrete, tecnicamente parlando, un buon agente di polizia; ma nello stesso tempo avrete spento in lui ogni sentimento di simpatia umana, avrete spento l'uomo e non troverete più che lo sbirro.
Così per esempio, potrebbe, non lo neghiamo, esservi un vantaggio tecnico ad avere un corpo di specialisti incaricati di diagnosticare la follia pericolosa e di portare i matti al manicomio, ma, che volete? Noi abbiam paura che quei signori dottori ed infermieri giudicherebbero matti tutti quelli che non la pensano come loro. Lombroso insegni, che ci rinchiuderebbe tutti, Merlino compreso! Per la polizia propriamente detta, peggio di peggio: addestrate un uomo a dar la caccia agli uomini ed avrete, tecnicamente parlando, un buon agente di polizia; ma nello stesso tempo avrete spento in lui ogni sentimento di simpatia umana, avrete spento l'uomo e non troverete più che lo sbirro.
E non ci estendiamo sul soggetto perchè, polemizzando col Merlino, noi non intendevamo discutere sui modi migliori di soddisfare ai diversi bisogni della società , ma sulla questione specifica delle elezioni e del parlamentarismo. I vari problemi che possono presentarsi nella vita sociale possono essere risoluti, bene o male, in modi diversi. La questione che trattavamo era piuttosto il modo di risolverli: autorità  o libertà , delegazione di potere o delegazione di lavoro, governo parlamentare o anarchia - e su questa questione ci pare che Merlino, malgrado la protesta stizzosa che ci manda in contrario, abbia scivolato.
E non ci estendiamo sul soggetto perchè, polemizzando col Merlino, noi non intendevamo discutere sui modi migliori di soddisfare ai diversi bisogni della società, ma sulla questione specifica delle elezioni e del parlamentarismo. I vari problemi che possono presentarsi nella vita sociale possono essere risoluti, bene o male, in modi diversi. La questione che trattavamo era piuttosto il modo di risolverli: autorità  o libertà, delegazione di potere o delegazione di lavoro, governo parlamentare o anarchia - e su questa questione ci pare che Merlino, malgrado la protesta stizzosa che ci manda in contrario, abbia scivolato.
Merlino continua:
Merlino continua:
"La divergenza tra noi è sul modo d'intendere l'Anarchia."
"La divergenza tra noi è sul modo d'intendere l'Anarchia."
"Voi dite: l'anarchia sarà  quando gli uomini sapranno vivere d'accordo. Quando?"
"Voi dite: l'anarchia sarà  quando gli uomini sapranno vivere d'accordo. Quando?"
"Io dico: l'Anarchia sarà  quando gl'interessi collettivi della società  saranno organizzati, non già  assolutamente senza coazione; ma, sia pure con quel po' di coazione morale, economica o fisica che è inevitabile - senza quel potere costituito in mezzo alla società , armato di leggi e di baionette e arbitro della roba e della vita dei cittadini che si chiama governo".
"Io dico: l'Anarchia sarà  quando gl'interessi collettivi della società  saranno organizzati, non già  assolutamente senza coazione; ma, sia pure con quel po' di coazione morale, economica o fisica che è inevitabile - senza quel potere costituito in mezzo alla società, armato di leggi e di baionette e arbitro della roba e della vita dei cittadini che si chiama governo".
Vale a dire che Merlino non credendo possibile ora l'Anarchia completa - l'organizzazione senza coazione - vorrebbe accostarvisi il più che si può. E sta bene: noi abbiamo già  detto che non essendo noi tutta l'umanità  non possiamo - e appunto perchè anarchici non pretendiamo - far da noi soli tutta la storia umana.
Vale a dire che Merlino non credendo possibile ora l'Anarchia completa - l'organizzazione senza coazione - vorrebbe accostarvisi il più che si può. E sta bene: noi abbiamo già  detto che non essendo noi tutta l'umanità  non possiamo - e appunto perchè anarchici non pretendiamo - far da noi soli tutta la storia umana.
L'umanità  cammina secondo la risultante delle mille forze che in vari sensi la sollecitano. Noi non siamo che una di queste forze. La questione da discutersi è se, possibilizzando il nostro programma, noi otterremmo un risultato più vantaggioso, vale a dire più pronto e più vicino al nostro ideale, che combattendo per l'attuazione del programma pieno ed intero.
L'umanità  cammina secondo la risultante delle mille forze che in vari sensi la sollecitano. Noi non siamo che una di queste forze. La questione da discutersi è se, possibilizzando il nostro programma, noi otterremmo un risultato più vantaggioso, vale a dire più pronto e più vicino al nostro ideale, che combattendo per l'attuazione del programma pieno ed intero.
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Ma non per questo lasceremo che si presenti sotto una falsa luce l'influenza benefica che Merlino ha avuto sul movimento anarchico; e che, nello spiegare la sua evoluzione, si prenda per causa quello che è stato effetto e viceversa.
Ma non per questo lasceremo che si presenti sotto una falsa luce l'influenza benefica che Merlino ha avuto sul movimento anarchico; e che, nello spiegare la sua evoluzione, si prenda per causa quello che è stato effetto e viceversa.
Non è vero che Merlino abbia cercato di mettere il movimento anarchico su una via pratica perchè voleva arrivare alla tattica parlamentare. Invece egli ha accettato, con più o meno riserve, questa tattica perchè gli anarchici col loro esclusivismo si erano ridotti all'inazione ed all'impotenza.
Non è vero che Merlino abbia cercato di mettere il movimento anarchico su una via pratica perchè voleva arrivare alla tattica parlamentare. Invece egli ha accettato, con più o meno riserve, questa tattica perchè gli anarchici col loro esclusivismo si erano ridotti all'inazione ed all'impotenza.
Merlino, di cui nessuno che lo conosce vorrà  mettere in dubbio la profonda sincerità  e la grande buona volontà , ha secondo noi commesso un errore grandissimo compromettendo i risultati della sua propaganda antecedente col tentativo di farci accettare la lotta elettorale. Ma non bisogna nasconderci l'errore collettivo che ha fatto sì che degli uomini di valore, vedendoci perduti nelle astrazioni e non riuscendo, così presto come avrebbero voluto, a riportarci nel mondo della realtà , han cercato altrove la via all'azione feconda... e hanno sbagliato strada.
Merlino, di cui nessuno che lo conosce vorrà  mettere in dubbio la profonda sincerità  e la grande buona volontà, ha secondo noi commesso un errore grandissimo compromettendo i risultati della sua propaganda antecedente col tentativo di farci accettare la lotta elettorale. Ma non bisogna nasconderci l'errore collettivo che ha fatto sì che degli uomini di valore, vedendoci perduti nelle astrazioni e non riuscendo, così presto come avrebbero voluto, a riportarci nel mondo della realtà, han cercato altrove la via all'azione feconda... e hanno sbagliato strada.
Sappiamo essere un partito vivente, sappiamo esercitare un'azione efficace sul movimento sociale, ed allora non avremo a temere altre defezioni che quelle, benvenute, dei deboli e dei traditori, e potremo sperare che coloro che ci hanno abbandonato con la speranza sincera di poter essere più utili alla causa, torneranno a combattere insieme a noi.
Sappiamo essere un partito vivente, sappiamo esercitare un'azione efficace sul movimento sociale, ed allora non avremo a temere altre defezioni che quelle, benvenute, dei deboli e dei traditori, e potremo sperare che coloro che ci hanno abbandonato con la speranza sincera di poter essere più utili alla causa, torneranno a combattere insieme a noi.
        
        
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"L'essenza della democrazia sta nell'assenza di una tale coalizione, e nella ricerca delle forme di amministrazione che lasciano il meno possibile all'arbitrio degli amministratori. In questo senso non v'è differenza sostanziale tra democrazia e anarchia. Governo del popolo - niente oligarchia - significa in sostanza non governo. Il governo di tutti in generale (democrazia) equivale al governo di nessuno in particolare (anarchia)".
"L'essenza della democrazia sta nell'assenza di una tale coalizione, e nella ricerca delle forme di amministrazione che lasciano il meno possibile all'arbitrio degli amministratori. In questo senso non v'è differenza sostanziale tra democrazia e anarchia. Governo del popolo - niente oligarchia - significa in sostanza non governo. Il governo di tutti in generale (democrazia) equivale al governo di nessuno in particolare (anarchia)".
Ancora una volta Merlino è fuori della questione.
Ancora una volta Merlino è fuori della questione.
Il modo di organizzare od amministrare gl'interessi collettivi è questione importantissima e troppo trascurata, come giustamente osserva il Merlino, dai socialisti di tutte le scuole. Ma se s'intende paragonare le soluzioni dei democratici a quelle degli anarchici, in vista di una possibile conciliazione, bisogna rimontare alla differenza sostanziale che divide le due scuole, e non già  fermarsi a discutere sul valore relativo dei vari sistemi rappresentativi, del referendum, del diritto d'iniziativa, del governo diretto, del centralismo, del federalismo, ecc. E la differenza sostanziale è questa: autorità  o libertà , coazione o consenso, obbligatorietà  o (ci si perdonino i neologismi) volontarietà . È su questa questione fondamentale del supremo principio regolatore dei rapporti interumani che bisogna intendersi, o almeno discutere, tra democratici e anarchici; poichè, se non vi è intesa su di essa, non vi può essere intesa sulle questioni speciali di organizzazione, e quand'anche si arrivasse ad un accordo a parole, come quello a cui arriverebbe Merlino, si scoprirebbe presto che l'accordo s'è fatto adoperando le stesse parole in sensi diversi.
Il modo di organizzare od amministrare gl'interessi collettivi è questione importantissima e troppo trascurata, come giustamente osserva il Merlino, dai socialisti di tutte le scuole. Ma se s'intende paragonare le soluzioni dei democratici a quelle degli anarchici, in vista di una possibile conciliazione, bisogna rimontare alla differenza sostanziale che divide le due scuole, e non già  fermarsi a discutere sul valore relativo dei vari sistemi rappresentativi, del referendum, del diritto d'iniziativa, del governo diretto, del centralismo, del federalismo, ecc. E la differenza sostanziale è questa: autorità  o libertà, coazione o consenso, obbligatorietà  o (ci si perdonino i neologismi) volontarietà . È su questa questione fondamentale del supremo principio regolatore dei rapporti interumani che bisogna intendersi, o almeno discutere, tra democratici e anarchici; poichè, se non vi è intesa su di essa, non vi può essere intesa sulle questioni speciali di organizzazione, e quand'anche si arrivasse ad un accordo a parole, come quello a cui arriverebbe Merlino, si scoprirebbe presto che l'accordo s'è fatto adoperando le stesse parole in sensi diversi.
Scendiamo alla pratica. Supposto che domani il popolo fosse padrone di sè (non si allarmi il Fisco, poichè si tratta di semplici supposizioni) dovrà  esso nominare un potere costituente, che decreterà  una nuova costituzione, che farà  la legge, che organizzerà  la nuova società ? Oppure la nuova organizzazione sociale dovrà  sorgere, dal basso all'alto, per opera di tutti gli uomini di buona volontà , senza che a nessun o sia dato il diritto di comandare e d'imporre? In altri termini, per servirci della frase consacrata, bisogna conquistare, oppure abolire i pubblici poteri?
Scendiamo alla pratica. Supposto che domani il popolo fosse padrone di sè (non si allarmi il Fisco, poichè si tratta di semplici supposizioni) dovrà  esso nominare un potere costituente, che decreterà  una nuova costituzione, che farà  la legge, che organizzerà  la nuova società ? Oppure la nuova organizzazione sociale dovrà  sorgere, dal basso all'alto, per opera di tutti gli uomini di buona volontà, senza che a nessun o sia dato il diritto di comandare e d'imporre? In altri termini, per servirci della frase consacrata, bisogna conquistare, oppure abolire i pubblici poteri?
Si può parteggiare per l'uno o l'altro metodo, si può anche cercare qualche cosa d'intermedio, come pare desidererebbe Merlino, ma non si può, quando ci cerca di arrivare ad una conciliazione tra democratici ed anarchici, tacere quello che è il loro dissenso fondamentale.
Si può parteggiare per l'uno o l'altro metodo, si può anche cercare qualche cosa d'intermedio, come pare desidererebbe Merlino, ma non si può, quando ci cerca di arrivare ad una conciliazione tra democratici ed anarchici, tacere quello che è il loro dissenso fondamentale.
E per oggi basta. Ritorneremo sulle dottrine e sulle tendenze di Merlino, quando ci occuperemo, in uno dei prossimi numeri, del suo libro recente: "Pro e contro il socialismo".
E per oggi basta. Ritorneremo sulle dottrine e sulle tendenze di Merlino, quando ci occuperemo, in uno dei prossimi numeri, del suo libro recente: "Pro e contro il socialismo".
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Ora, che esista o no il partito Anarchico, o qualsiasi altro partito, a me pare debba interessarci mediocremente.
Ora, che esista o no il partito Anarchico, o qualsiasi altro partito, a me pare debba interessarci mediocremente.
Tutto ciò che noi abbiamo il diritto e il dovere di desiderare è che quella parte di vero, che c'è nelle nostre dottrine, si faccia strada fra le moltitudini, e primieramente tra quelli che sono più vicini a noi, i socialisti militanti. Se domani i socialisti-democratici accettassero la parte giusta delle nostre idee, noi potremmo anche rassegnarci a morire come partito. Avremmo compiuta la nostra missione.
Tutto ciò che noi abbiamo il diritto e il dovere di desiderare è che quella parte di vero, che c'è nelle nostre dottrine, si faccia strada fra le moltitudini, e primieramente tra quelli che sono più vicini a noi, i socialisti militanti. Se domani i socialisti-democratici accettassero la parte giusta delle nostre idee, noi potremmo anche rassegnarci a morire come partito. Avremmo compiuta la nostra missione.
Al postutto, i partiti non sono destinati a durare eternamente; pur troppo hanno una vita breve e precaria, servono ad affermare e divulgare certe idee, e per lo più scompaiono o si trasformano prima che quelle si attuino. Nel caso nostro, piuttosto che avere un partito che tira il socialismo da una parte, e un altro che lo tira dall'altra, facendolo a brani, esagerando entrambi e combattendosi talvolta ingiustamente, io preferirei un partito solo che rimanesse nella verità . Nè mi preoccupa quello che voi dite. Se domani i socialisti-democratici, andando al potere volessero imporsi e tiranneggiare, là , dentro il partito socialista, non fuori voi dovreste combatterli. In tal modo avreste fatto meglio che prepararvi a combattere la tirannia socialista, l'avreste prevenuta e impedita. A me insomma non garba che noi regoliamo il nostro modo di pensare e la nostra propaganda in opposizione a quello che pensano o dicono - o diranno e faranno - i socialisti-democratici; mi parrebbe di fare come quei due individui che camminassero a braccetto, e di cui l'uno zoppicasse da una gamba e l'altro credesse, per fargli equilibrio, di dover zoppicare dall'altra. Lasciamo questi giuochi di equilibrio e andiamo diritti, perdio, alla nostra mèta.
Al postutto, i partiti non sono destinati a durare eternamente; pur troppo hanno una vita breve e precaria, servono ad affermare e divulgare certe idee, e per lo più scompaiono o si trasformano prima che quelle si attuino. Nel caso nostro, piuttosto che avere un partito che tira il socialismo da una parte, e un altro che lo tira dall'altra, facendolo a brani, esagerando entrambi e combattendosi talvolta ingiustamente, io preferirei un partito solo che rimanesse nella verità . Nè mi preoccupa quello che voi dite. Se domani i socialisti-democratici, andando al potere volessero imporsi e tiranneggiare, là, dentro il partito socialista, non fuori voi dovreste combatterli. In tal modo avreste fatto meglio che prepararvi a combattere la tirannia socialista, l'avreste prevenuta e impedita. A me insomma non garba che noi regoliamo il nostro modo di pensare e la nostra propaganda in opposizione a quello che pensano o dicono - o diranno e faranno - i socialisti-democratici; mi parrebbe di fare come quei due individui che camminassero a braccetto, e di cui l'uno zoppicasse da una gamba e l'altro credesse, per fargli equilibrio, di dover zoppicare dall'altra. Lasciamo questi giuochi di equilibrio e andiamo diritti, perdio, alla nostra mèta.
Dunque esaminiamo la questione della conciliazione fra collettivismo, comunismo, democrazia socialista ed anarchismo, senza il partito preso di non riescirvi.
Dunque esaminiamo la questione della conciliazione fra collettivismo, comunismo, democrazia socialista ed anarchismo, senza il partito preso di non riescirvi.
Voi dite che la "sintesi e conciliazione tra comunismo e collettivismo, per gli anarchici si può dire un fatto compiuto", tanto vero che essi si chiamano oggi, in gran parte, anarchici-socialisti. Dunque siamo d'accordo.
Voi dite che la "sintesi e conciliazione tra comunismo e collettivismo, per gli anarchici si può dire un fatto compiuto", tanto vero che essi si chiamano oggi, in gran parte, anarchici-socialisti. Dunque siamo d'accordo.
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Siamo sempre lì. Voi vi sforzate (involontariamente sempre) di far apparire i socialisti-democratici il più che potete reazionari, per accrescere la distanza tra essi e voi e poter dire che essi sono agli antipodi da voi, o almeno dovrebbero. Questo partito preso si vede anche più chiaramente nella confutazione che voi fate della seconda parte del mio articolo.
Siamo sempre lì. Voi vi sforzate (involontariamente sempre) di far apparire i socialisti-democratici il più che potete reazionari, per accrescere la distanza tra essi e voi e poter dire che essi sono agli antipodi da voi, o almeno dovrebbero. Questo partito preso si vede anche più chiaramente nella confutazione che voi fate della seconda parte del mio articolo.
Io sostenevo - e qui veramente si trattava di conciliare il socialismo democratico e l'anarchico - che insomma la libertà  non può mai essere illimitata, e che un'organizzazione degli interessi collettivi ci vuole, e che in quest'organizzazione è insita sempre una certa coazione; che bisogna fare in modo che la coazione sia minima e l'organizzazione sia la più libertaria e decentrata possibile, e che i socialisti-democratici in ciò sono d'accordo con noi; quindi una vera opposizione d'idee tra essi e noi non c'è, ma dobbiamo studiare insieme i modi pratici di conciliare gl'interessi generali e indivisibili della collettività  con la libertà  dell'individuo. Il referendum, il sindacato pubblico e la revocabilità  degli amministratori, ecc. possono essere un modo di tenere gli amministratori soggetti agli amministrati, impedendo la formazione di un potere governante: studiamo dunque queste modalità  e attuiamo, per così dire, l'anarchia per mezzo della democrazia.
Io sostenevo - e qui veramente si trattava di conciliare il socialismo democratico e l'anarchico - che insomma la libertà  non può mai essere illimitata, e che un'organizzazione degli interessi collettivi ci vuole, e che in quest'organizzazione è insita sempre una certa coazione; che bisogna fare in modo che la coazione sia minima e l'organizzazione sia la più libertaria e decentrata possibile, e che i socialisti-democratici in ciò sono d'accordo con noi; quindi una vera opposizione d'idee tra essi e noi non c'è, ma dobbiamo studiare insieme i modi pratici di conciliare gl'interessi generali e indivisibili della collettività  con la libertà  dell'individuo. Il referendum, il sindacato pubblico e la revocabilità  degli amministratori, ecc. possono essere un modo di tenere gli amministratori soggetti agli amministrati, impedendo la formazione di un potere governante: studiamo dunque queste modalità  e attuiamo, per così dire, l'anarchia per mezzo della democrazia.
Voi anche questa volta non negate che la questione della modalità  dell'organizzazione degl'interessi collettivi è importantissima e merita di essere approfondita; ma ad un tratto rivive in voi il vecchio Adamo, - l'anarchico che cerca a tutti i costi il socialista-autoritario da combattere - e voi dite che "bisogna rimontare alla differenza sostanziale che divide le due scuole... e questa è: autorità  o libertà , coazione o consenso, obbligatorietà  o volontarietà ".
Voi anche questa volta non negate che la questione della modalità  dell'organizzazione degl'interessi collettivi è importantissima e merita di essere approfondita; ma ad un tratto rivive in voi il vecchio Adamo, - l'anarchico che cerca a tutti i costi il socialista-autoritario da combattere - e voi dite che "bisogna rimontare alla differenza sostanziale che divide le due scuole... e questa è: autorità  o libertà, coazione o consenso, obbligatorietà  o volontarietà ".
Ora io torno a quello che dissi altra volta, in certe cose d'interesse comune e indivisibile l'obbligatorietà  è inevitabile. Volontarietà , libertà , consenso, sono principii incompleti, che non ci possono dare da sè soli, nè ora, nè per molti secoli avvenire, tutta l'organizzazione sociale. D'altra parte non è esatto che i socialisti-democratici siano fautori di autorità , di coazione, di obbligatorietà  su tutta la linea, che non riconoscano il gran valore del principio di libertà . - Non è dunque vero che voi rappresentiate un principio e i socialisti-democratici rappresentino il principio opposto: voi tutta la libertà , essi tutta l'autorità . La questione è di più e di meno, o piuttosto dei modi di applicazione; ed ecco perchè io vorrei tirarvi giù dalle empiree sfere dei principii astratti ed indurvi a discutere le modalità  dell'organizzazione sociale, sicuro come sono che su questo terreno tutti i socialisti tacitamente s'intenderebbero. Ma voi ricalcitrate, perchè, come ho detto fin da principio ritenete che la vostra missione è di combattere la futura tirannia socialistica, invece di prevenirla.
Ora io torno a quello che dissi altra volta, in certe cose d'interesse comune e indivisibile l'obbligatorietà  è inevitabile. Volontarietà, libertà, consenso, sono principii incompleti, che non ci possono dare da sè soli, nè ora, nè per molti secoli avvenire, tutta l'organizzazione sociale. D'altra parte non è esatto che i socialisti-democratici siano fautori di autorità, di coazione, di obbligatorietà  su tutta la linea, che non riconoscano il gran valore del principio di libertà . - Non è dunque vero che voi rappresentiate un principio e i socialisti-democratici rappresentino il principio opposto: voi tutta la libertà, essi tutta l'autorità . La questione è di più e di meno, o piuttosto dei modi di applicazione; ed ecco perchè io vorrei tirarvi giù dalle empiree sfere dei principii astratti ed indurvi a discutere le modalità  dell'organizzazione sociale, sicuro come sono che su questo terreno tutti i socialisti tacitamente s'intenderebbero. Ma voi ricalcitrate, perchè, come ho detto fin da principio ritenete che la vostra missione è di combattere la futura tirannia socialistica, invece di prevenirla.
Voi dite: supposto che il popolo domani abbia il sopravvento sul governo, i socialisti-democratici vorranno fargli nominare un potere costituente che farà  la legge e organizzerà  le cose a suo talento. Noi, socialisti-anarchici, dovremo, potendo, impedire tutto ciò e far sorgere la nuova organizzazione sociale "dal basso all'alto per opera di tutti gli uomini di buona volontà ".
Voi dite: supposto che il popolo domani abbia il sopravvento sul governo, i socialisti-democratici vorranno fargli nominare un potere costituente che farà  la legge e organizzerà  le cose a suo talento. Noi, socialisti-anarchici, dovremo, potendo, impedire tutto ciò e far sorgere la nuova organizzazione sociale "dal basso all'alto per opera di tutti gli uomini di buona volontà ".
Ma anche per il periodo rivoluzionario vale la regola che ci vuole un'organizzazione, il più possibile libertaria, a base di volontà  popolare, ma pur capace di dar corpo e vita all'ammasso informe di volontà , d'interessi e di desideri che si agiteranno sopratutto in tale momento. Un potere costituente dispotico non solo provocherebbe discordie e reazioni, ma neppure riuscirebbe ad organizzare la vasta e complicata economia sociale. Ma tanto meno vi riuscirebbe il popolo in massa, adunato casualmente nei clubs e per le strade.
Ma anche per il periodo rivoluzionario vale la regola che ci vuole un'organizzazione, il più possibile libertaria, a base di volontà  popolare, ma pur capace di dar corpo e vita all'ammasso informe di volontà, d'interessi e di desideri che si agiteranno sopratutto in tale momento. Un potere costituente dispotico non solo provocherebbe discordie e reazioni, ma neppure riuscirebbe ad organizzare la vasta e complicata economia sociale. Ma tanto meno vi riuscirebbe il popolo in massa, adunato casualmente nei clubs e per le strade.
Possibile che non ci riesca di guardarci, da una parte e dall'altra, dalle esagerazioni?
Possibile che non ci riesca di guardarci, da una parte e dall'altra, dalle esagerazioni?
        
        
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Merlino dice che noi ci sforziamo di esagerare il nostro dissenso coi socialisti-democratici.
Merlino dice che noi ci sforziamo di esagerare il nostro dissenso coi socialisti-democratici.
L'accusa sarebbe ben altrimenti giusta se fosse invertita. Sono i socialisti democratici che continuamente - e disonestamente - si sforzano di travisare le nostre idee, per poter poi dire che noi non siamo socialisti, e negare la parentela intellettuale e morale che li unisce a noi. Ancora l'altro giorno l'Avanti! negava ogni rapporto tra anarchismo e socialismo, e diceva di noi quello che avrebbe potuto dire di un partito di piccoli borghesi che si rivoltasse violentemente contro l'aumento delle tasse e la concorrenza dei grossi capitalisti: così che uno potrebbe prendere per anarchici i padroni macellai e fornai di Napoli e Palermo, quando protestano e resistono contro il calmiere municipale! E l'Avanti! è ancora uno degli organi meno intolleranti che vanta il partito socialista democratico!
L'accusa sarebbe ben altrimenti giusta se fosse invertita. Sono i socialisti democratici che continuamente - e disonestamente - si sforzano di travisare le nostre idee, per poter poi dire che noi non siamo socialisti, e negare la parentela intellettuale e morale che li unisce a noi. Ancora l'altro giorno l'Avanti! negava ogni rapporto tra anarchismo e socialismo, e diceva di noi quello che avrebbe potuto dire di un partito di piccoli borghesi che si rivoltasse violentemente contro l'aumento delle tasse e la concorrenza dei grossi capitalisti: così che uno potrebbe prendere per anarchici i padroni macellai e fornai di Napoli e Palermo, quando protestano e resistono contro il calmiere municipale! E l'Avanti! è ancora uno degli organi meno intolleranti che vanta il partito socialista democratico!
Noi vogliamo essere un Partito separato, non per il piacere di distinguerci dagli altri, ma perchè realmente abbiamo idee e metodi diversi dagli altri partiti esistenti. E respingiamo assolutamente la supposizione che noi esageriamo in un senso per fare equilibrio alle esagerazioni opposte degli altri. Noi sosteniamo quel che sosteniamo, perchè crediamo che sia la verità , e non per altra ragione. Se ci accorgessimo che nel nostro programma v'è una parte d'errore, noi ci affretteremmo a sbarazzarcene; e quando anche gli altri modificassero le loro idee in modo da incontrarsi con noi, allora... noi e gli altri costituiremmo naturalmente un partito solo. Ora come ora, le idee sono differenti, ed è giusto e necessario che vi siano Partiti differenti.
Noi vogliamo essere un Partito separato, non per il piacere di distinguerci dagli altri, ma perchè realmente abbiamo idee e metodi diversi dagli altri partiti esistenti. E respingiamo assolutamente la supposizione che noi esageriamo in un senso per fare equilibrio alle esagerazioni opposte degli altri. Noi sosteniamo quel che sosteniamo, perchè crediamo che sia la verità, e non per altra ragione. Se ci accorgessimo che nel nostro programma v'è una parte d'errore, noi ci affretteremmo a sbarazzarcene; e quando anche gli altri modificassero le loro idee in modo da incontrarsi con noi, allora... noi e gli altri costituiremmo naturalmente un partito solo. Ora come ora, le idee sono differenti, ed è giusto e necessario che vi siano Partiti differenti.
Noi non vogliamo soltanto resistere alla possibile tirannia dei socialisti al potere: noi vogliamo far si che il popolo si rifiuti a nominare o a riconoscere dei nuovi governanti, e pensi da se stesso ad organizzarsi localmente e federalisticamente, senza tener conto delle leggi e di decreti di un nuovo governo, e resistendo colla forza contro ciò che gli si volesse imporre per forza. E se, per mancanza di forza sufficiente, non potessimo raggiungere subito questo nostro scopo, allora in attesa di divenir più forti, eserciteremmo quell'azione, moderatrice o eccitatrice secondo i casi, che esercitano i partiti di opposizione quando non si lasciano corrompere ed assorbire. Il consiglio di Merlino, di entrare nel partito socialista democratico per poter prevenire la tirannia dei socialisti al potere equivale a quello di divenire, p. es. monarchici o repubblicani per evitare che la monarchia o la repubblica fossero troppo reazionarie. Quest'ultimo consiglio sarebbe giustificato, se dato a chi è disposto ad accomodarsi con la monarchia o la repubblica, come sarebbe giustificato quello di Merlino se noi accettassimo il principio di un governo socialista e ci dicessimo anarchici solo allo scopo di prevenire che quel governo fosse troppo autoritario. Ma quello non è il caso.
Noi non vogliamo soltanto resistere alla possibile tirannia dei socialisti al potere: noi vogliamo far si che il popolo si rifiuti a nominare o a riconoscere dei nuovi governanti, e pensi da se stesso ad organizzarsi localmente e federalisticamente, senza tener conto delle leggi e di decreti di un nuovo governo, e resistendo colla forza contro ciò che gli si volesse imporre per forza. E se, per mancanza di forza sufficiente, non potessimo raggiungere subito questo nostro scopo, allora in attesa di divenir più forti, eserciteremmo quell'azione, moderatrice o eccitatrice secondo i casi, che esercitano i partiti di opposizione quando non si lasciano corrompere ed assorbire. Il consiglio di Merlino, di entrare nel partito socialista democratico per poter prevenire la tirannia dei socialisti al potere equivale a quello di divenire, p. es. monarchici o repubblicani per evitare che la monarchia o la repubblica fossero troppo reazionarie. Quest'ultimo consiglio sarebbe giustificato, se dato a chi è disposto ad accomodarsi con la monarchia o la repubblica, come sarebbe giustificato quello di Merlino se noi accettassimo il principio di un governo socialista e ci dicessimo anarchici solo allo scopo di prevenire che quel governo fosse troppo autoritario. Ma quello non è il caso.
Quel che dice Merlino che molti anarchici si dicono oggi genericamente socialisti e non già  comunisti o collettivisti non perchè vogliono un sistema misto quale lo desidera Merlino, ma perchè, o sono incerti o non danno importanza alla questione, o non vogliono farne una ragione di divisione, è vero. Noi stessi siamo propriamente comunisti, alla sola condizione (sottintesa, perchè senza di essa non potrebbe esserci anarchia) che il comunismo sia volontario ed organizzato in modo che ammetta la possibilità  di vivere secondo altri sistemi. Ma siccome il collettivismo dei collettivisti anarchici è anch'esso (necessariamente, se no non sarebbe anarchico) sottoposto alla stessa condizione, la differenza si riduce ad una questione di organizzazione pratica che deve esser risolta mediante accordi, e non può dar luogo alla costituzione di due partiti separati ed avversi. Questo però, come dicemmo, non ha nulla da fare colle differenze tra anarchici e democratici, che sono quelle che qui c'interessano.
Quel che dice Merlino che molti anarchici si dicono oggi genericamente socialisti e non già  comunisti o collettivisti non perchè vogliono un sistema misto quale lo desidera Merlino, ma perchè, o sono incerti o non danno importanza alla questione, o non vogliono farne una ragione di divisione, è vero. Noi stessi siamo propriamente comunisti, alla sola condizione (sottintesa, perchè senza di essa non potrebbe esserci anarchia) che il comunismo sia volontario ed organizzato in modo che ammetta la possibilità  di vivere secondo altri sistemi. Ma siccome il collettivismo dei collettivisti anarchici è anch'esso (necessariamente, se no non sarebbe anarchico) sottoposto alla stessa condizione, la differenza si riduce ad una questione di organizzazione pratica che deve esser risolta mediante accordi, e non può dar luogo alla costituzione di due partiti separati ed avversi. Questo però, come dicemmo, non ha nulla da fare colle differenze tra anarchici e democratici, che sono quelle che qui c'interessano.
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Merlino ha un modo curioso di conciliare le opinioni. Esprime quello che dovremmo pensar noi e quello che dovrebbero pensare i socialisti democratici, ed arriva facilmente all'accordo, poichè in realtà  egli dice ciò che pensa lui secondo che si piazza da differenti punti di vista, e non già  quello che pensiamo noi o i democratici.
Merlino ha un modo curioso di conciliare le opinioni. Esprime quello che dovremmo pensar noi e quello che dovrebbero pensare i socialisti democratici, ed arriva facilmente all'accordo, poichè in realtà  egli dice ciò che pensa lui secondo che si piazza da differenti punti di vista, e non già  quello che pensiamo noi o i democratici.
Così egli dice che "i socialisti democratici hanno il torto di accreditare il sospetto che essi vogliono nè più nè meno che un grande Stato", ecc.. Ma è proprio soltanto un sospetto? Noi ameremmo sentirlo dire dai socialisti democratici autentici.
Così egli dice che "i socialisti democratici hanno il torto di accreditare il sospetto che essi vogliono nè più nè meno che un grande Stato", ecc.. Ma è proprio soltanto un sospetto? Noi ameremmo sentirlo dire dai socialisti democratici autentici.
È così pure, egli dice che noi non rappresentiamo il principio di libertà , perchè egli (Merlino) crede che "volontarietà , libertà , consenso sono principii incompleti che non ci possono dare da sè soli, nè ora nè per molti secoli avvenire, tutta l'organizzazione sociale". Fino a che egli dice che noi ci sbagliamo, sta bene; ma dire che noi non pensiamo in quel dato modo, che noi non rappresentiamo le idee che difendiamo, perchè egli le crede sbagliate, è di una logica singolare. Il fatto è che noi crediamo appunto che tutta l'organizzazione possa e debba - ora, non tra molti secoli - uscire dalla libertà , e che quindi la differenza tra noi ed i democratici resta intera, fino a quando Merlino non ci abbia persuasi che abbiamo torto, e fatto abbandonare il programma anarchico. Per ora la differenza diminuisce solo fra Merlino ed i democratici, a misura che aumenta fra Merlino e noi.
È così pure, egli dice che noi non rappresentiamo il principio di libertà, perchè egli (Merlino) crede che "volontarietà, libertà, consenso sono principii incompleti che non ci possono dare da sè soli, nè ora nè per molti secoli avvenire, tutta l'organizzazione sociale". Fino a che egli dice che noi ci sbagliamo, sta bene; ma dire che noi non pensiamo in quel dato modo, che noi non rappresentiamo le idee che difendiamo, perchè egli le crede sbagliate, è di una logica singolare. Il fatto è che noi crediamo appunto che tutta l'organizzazione possa e debba - ora, non tra molti secoli - uscire dalla libertà, e che quindi la differenza tra noi ed i democratici resta intera, fino a quando Merlino non ci abbia persuasi che abbiamo torto, e fatto abbandonare il programma anarchico. Per ora la differenza diminuisce solo fra Merlino ed i democratici, a misura che aumenta fra Merlino e noi.
Bisogna che gl'interessi collettivi indivisibili siano collettivamente amministrati: siamo d'accordo. La questione sta nel modo come quest'amministrazione può esser condotta senza ledere il diritto eguale di ciascuno, e senza servire di pretesto e di occasione per costituire un potere che imponga a tutti la propria volontà . Per i democratici è la legge, fatta dai deputati eletti a suffragio universale, quella che deve provvedere alla necessaria amministrazione degl'interessi collettivi; per noi è il libero patto tra gl'interessati, o, all'occasione, la libera acquiescenza alle iniziative che i fatti mostrano utili a tutti. Noi non solo non vogliamo, ma non crediamo possibile un metodo di ricostruzione sociale intermedio, che non sia nè l'azione libera delle associazioni che si vanno man mano accordando e federando, nè l'azione dittatoriale di un governo forte.
Bisogna che gl'interessi collettivi indivisibili siano collettivamente amministrati: siamo d'accordo. La questione sta nel modo come quest'amministrazione può esser condotta senza ledere il diritto eguale di ciascuno, e senza servire di pretesto e di occasione per costituire un potere che imponga a tutti la propria volontà . Per i democratici è la legge, fatta dai deputati eletti a suffragio universale, quella che deve provvedere alla necessaria amministrazione degl'interessi collettivi; per noi è il libero patto tra gl'interessati, o, all'occasione, la libera acquiescenza alle iniziative che i fatti mostrano utili a tutti. Noi non solo non vogliamo, ma non crediamo possibile un metodo di ricostruzione sociale intermedio, che non sia nè l'azione libera delle associazioni che si vanno man mano accordando e federando, nè l'azione dittatoriale di un governo forte.
Ma Merlino c'invita a scendere dalle "empiree sfere dei principii astratti" e discutere le modalità  della organizzazione sociale. Noi non domandiamo di meglio, e perciò volevamo cominciare dall'assodare quale deve essere praticamente il punto di partenza della nuova organizzazione: l'elezione di una Costituente, o la negazione di ogni potere costituente delegato? La "conquista dei pubblici poteri", o la loro abolizione?
Ma Merlino c'invita a scendere dalle "empiree sfere dei principii astratti" e discutere le modalità  della organizzazione sociale. Noi non domandiamo di meglio, e perciò volevamo cominciare dall'assodare quale deve essere praticamente il punto di partenza della nuova organizzazione: l'elezione di una Costituente, o la negazione di ogni potere costituente delegato? La "conquista dei pubblici poteri", o la loro abolizione?
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I compagni, egli dice, coatti od altri denunziano gli abusi di cui sono vittime e sarebbero felicissimi se i loro lamenti trovassero almeno un'eco nel Parlamento; e gli pare che questa sia un'incoerenza con la loro professione di fede anti-parlamentare.
I compagni, egli dice, coatti od altri denunziano gli abusi di cui sono vittime e sarebbero felicissimi se i loro lamenti trovassero almeno un'eco nel Parlamento; e gli pare che questa sia un'incoerenza con la loro professione di fede anti-parlamentare.
Ebbene, questo, quando avviene, potrebbe tutto al più dimostrare che gli uomini quando soffrono o sono sollecitati da un bisogno od una passione, van soggetti ad anteporre l'interesse immediato al vantaggio generale della causa, ed a commettere delle incoerenze. E di questo genere d'incoerenze Merlino ne troverebbe quante ne vuole, in noi, in lui stesso ed in tutti quelli che hanno aspirazioni ed ideali in contraddizione con l'ambiente in cui sono costretti a vivere. Noi non crediamo nella “giustizia” dei giudici e combattiamo l'ordinamento giudiziario nel suo principio e nelle sue forme; eppure quando ci mettono in prigione ci difendiamo, ci appelliamo e ci avvaliamo di tutti gli arzigogoli di procedura se ci giovano a venire fuori. Non ammettiamo le leggi, e quando una legge è violata a nostro danno, gridiamo all'abuso. Vogliamo illimitata libertà  di stampa, e mandiamo i nostri giornali in Procura e spesso studiamo la frase per sfuggire agli artigli del Fisco. Non ammettiamo il salariato e lavoriamo per salario. Non ammettiamo la proprietà  privata, e siamo contenti quando abbiamo qualche cosa; non ammettiamo la concorrenza commerciale, e dibattiamo il prezzo delle cose che compriamo o vendiamo... e potremmo continuare all'infinito.
Ebbene, questo, quando avviene, potrebbe tutto al più dimostrare che gli uomini quando soffrono o sono sollecitati da un bisogno od una passione, van soggetti ad anteporre l'interesse immediato al vantaggio generale della causa, ed a commettere delle incoerenze. E di questo genere d'incoerenze Merlino ne troverebbe quante ne vuole, in noi, in lui stesso ed in tutti quelli che hanno aspirazioni ed ideali in contraddizione con l'ambiente in cui sono costretti a vivere. Noi non crediamo nella “giustizia” dei giudici e combattiamo l'ordinamento giudiziario nel suo principio e nelle sue forme; eppure quando ci mettono in prigione ci difendiamo, ci appelliamo e ci avvaliamo di tutti gli arzigogoli di procedura se ci giovano a venire fuori. Non ammettiamo le leggi, e quando una legge è violata a nostro danno, gridiamo all'abuso. Vogliamo illimitata libertà  di stampa, e mandiamo i nostri giornali in Procura e spesso studiamo la frase per sfuggire agli artigli del Fisco. Non ammettiamo il salariato e lavoriamo per salario. Non ammettiamo la proprietà  privata, e siamo contenti quando abbiamo qualche cosa; non ammettiamo la concorrenza commerciale, e dibattiamo il prezzo delle cose che compriamo o vendiamo... e potremmo continuare all'infinito.
Ma è poi vero che questa contraddizione tra l'ideale ed il fatto sia effetto di incoerenza e debolezza di carattere? Merlino non crederà , speriamo (che diavolo, è tanto poco che ci ha lasciati!) che noi siamo dei rivoluzionari mistici, a modo di quei settatori russi, i quali, convinti che il bollo sia la firma del diavolo, siccome in Russia non si può vivere e muoversi senza avere in tasca un passaporto col relativo bollo, piuttosto che toccare il diabolico documento, si rifugiano nelle foreste e si condannano volontariamente ad una schiavitù peggiore di quella che loro imporrebbe il governo.
Ma è poi vero che questa contraddizione tra l'ideale ed il fatto sia effetto di incoerenza e debolezza di carattere? Merlino non crederà, speriamo (che diavolo, è tanto poco che ci ha lasciati!) che noi siamo dei rivoluzionari mistici, a modo di quei settatori russi, i quali, convinti che il bollo sia la firma del diavolo, siccome in Russia non si può vivere e muoversi senza avere in tasca un passaporto col relativo bollo, piuttosto che toccare il diabolico documento, si rifugiano nelle foreste e si condannano volontariamente ad una schiavitù peggiore di quella che loro imporrebbe il governo.
Ogni istituzione, per quanto cattiva, contiene in sè un certo lato buono, un certo correttivo, che limita i suoi mali effetti; e noi ci renderemmo la vita impossibile e faremmo gl'interessi dei nostri nemici se, costretti a subire tutto il male delle istituzioni, non cercassimo di profittare di quel po'di bene relativo che se ne può cavare. Ma non per questo possiamo ritenerci impegnati a difendere quelle istituzioni ed a cessare di fare tutto il possibile per discreditarle ed abbatterle.
Ogni istituzione, per quanto cattiva, contiene in sè un certo lato buono, un certo correttivo, che limita i suoi mali effetti; e noi ci renderemmo la vita impossibile e faremmo gl'interessi dei nostri nemici se, costretti a subire tutto il male delle istituzioni, non cercassimo di profittare di quel po'di bene relativo che se ne può cavare. Ma non per questo possiamo ritenerci impegnati a difendere quelle istituzioni ed a cessare di fare tutto il possibile per discreditarle ed abbatterle.
La società , per esempio, colla sua mala organizzazione crea i malfattori, ed il governo c'impedisce di portar armi o provvedere altrimenti alla nostra difesa. Se ci accade quindi essere aggrediti la notte e di non poterci difendere saremo naturalmente contenti se due carabinieri sopraggiungono a liberarci e non diremo loro, come la moglie di Sganarello, che noi siam contenti di essere aggrediti. Ma non per questo diventeremo amici dei carabinieri e faremo pratiche per entrare nell'arma benemerita.
La società, per esempio, colla sua mala organizzazione crea i malfattori, ed il governo c'impedisce di portar armi o provvedere altrimenti alla nostra difesa. Se ci accade quindi essere aggrediti la notte e di non poterci difendere saremo naturalmente contenti se due carabinieri sopraggiungono a liberarci e non diremo loro, come la moglie di Sganarello, che noi siam contenti di essere aggrediti. Ma non per questo diventeremo amici dei carabinieri e faremo pratiche per entrare nell'arma benemerita.
Le autorità  municipali hanno monopolizzato i servizi pubblici e colla scusa di questi servizi ci opprimono di tasse. Noi non possiamo pagar le tasse e poi essere indifferenti a quello che fa il municipio, aspettando il giorno in cui il popolo potrà  badare da sè ai suoi interessi; e perciò gridiamo e cerchiamo di provocare l'indignazione popolare quando esso municipio per stupida impreveggenza e sordida spilorceria lascia inondare Ancona e tiene una biblioteca in condizioni tali che non serve a nessuno.
Le autorità  municipali hanno monopolizzato i servizi pubblici e colla scusa di questi servizi ci opprimono di tasse. Noi non possiamo pagar le tasse e poi essere indifferenti a quello che fa il municipio, aspettando il giorno in cui il popolo potrà  badare da sè ai suoi interessi; e perciò gridiamo e cerchiamo di provocare l'indignazione popolare quando esso municipio per stupida impreveggenza e sordida spilorceria lascia inondare Ancona e tiene una biblioteca in condizioni tali che non serve a nessuno.
Così è del Parlamento. Esso si è preso il diritto di far le leggi, e noi, che delle leggi siamo le vittime, dobbiamo per forza contar con esso se vogliamo che queste leggi, finchè legge vi sarà , siano il meno oppressive possibile.
Così è del Parlamento. Esso si è preso il diritto di far le leggi, e noi, che delle leggi siamo le vittime, dobbiamo per forza contar con esso se vogliamo che queste leggi, finchè legge vi sarà, siano il meno oppressive possibile.
Ma siccome noi non crediamo nella buona volontà  dei deputati e siccome aspiriamo all'abolizione del Parlamento, come di ogni altro governo, noi non ci proponiamo di nominare dei “buoni” deputati, ma di agire su quelli che vi sono, quali essi siano, agitando il popolo e facendo loro paura. E quando manchi una efficace agitazione popolare, noi faremo anche pressione sui singoli deputati perchè rinfaccino al governo i suoi abusi, ma lo faremo perchè, o essi si presteranno ai nostri desideri, e sarà  fatta chiara la loro impotenza, o non vi si presteranno e si vedrà  la loro malavoglia.
Ma siccome noi non crediamo nella buona volontà  dei deputati e siccome aspiriamo all'abolizione del Parlamento, come di ogni altro governo, noi non ci proponiamo di nominare dei “buoni” deputati, ma di agire su quelli che vi sono, quali essi siano, agitando il popolo e facendo loro paura. E quando manchi una efficace agitazione popolare, noi faremo anche pressione sui singoli deputati perchè rinfaccino al governo i suoi abusi, ma lo faremo perchè, o essi si presteranno ai nostri desideri, e sarà  fatta chiara la loro impotenza, o non vi si presteranno e si vedrà  la loro malavoglia.
Si rassicuri Merlino, se tant'è che la nostra incoerenza lo affligge. Noi ci rallegriamo se qualche deputato rinfaccia ai ministri la loro infamia; ma non cessiamo perciò di considerare il Parlamento responsabile di ciò che fa il governo, poichè se esso volesse, il ministero dovrebbe ubbidire; nè cessiamo di tenere ciascun deputato in quella mala stima che merita chiunque profitta dell'ignoranza e della pecoraggine degli elettori per farsi delegare un potere, che non può non risultare a danno del popolo.
Si rassicuri Merlino, se tant'è che la nostra incoerenza lo affligge. Noi ci rallegriamo se qualche deputato rinfaccia ai ministri la loro infamia; ma non cessiamo perciò di considerare il Parlamento responsabile di ciò che fa il governo, poichè se esso volesse, il ministero dovrebbe ubbidire; nè cessiamo di tenere ciascun deputato in quella mala stima che merita chiunque profitta dell'ignoranza e della pecoraggine degli elettori per farsi delegare un potere, che non può non risultare a danno del popolo.
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Saverio Merlino ha replicato sull'Avanti! all'articolo che pubblicò l'Agitazione n. 35 in risposta alla difesa ch'egli fece del parlamentarismo sull'Italia del Popolo. L'articolo dell'Agitazione non era firmato, ma Merlino, ben apponendosi, lo attribuisce a me, e ciò m'induce a rispondergli in nome mio, quantunque su questa questione siamo tutti concordi, non solo noi della redazione, ma tutti quegli anarchici che si vanno costituendo in partito organizzato, e sperano di poter mostrare coi fatti come si può sostituire una feconda ed educatrice azione popolare all'azione parlamentare, che, a parer nostro, abitua il popolo ad aspettare dall'alto la propria emancipazione, e lo prepara così alla schiavitù.
Saverio Merlino ha replicato sull'Avanti! all'articolo che pubblicò l'Agitazione n. 35 in risposta alla difesa ch'egli fece del parlamentarismo sull'Italia del Popolo. L'articolo dell'Agitazione non era firmato, ma Merlino, ben apponendosi, lo attribuisce a me, e ciò m'induce a rispondergli in nome mio, quantunque su questa questione siamo tutti concordi, non solo noi della redazione, ma tutti quegli anarchici che si vanno costituendo in partito organizzato, e sperano di poter mostrare coi fatti come si può sostituire una feconda ed educatrice azione popolare all'azione parlamentare, che, a parer nostro, abitua il popolo ad aspettare dall'alto la propria emancipazione, e lo prepara così alla schiavitù.
Merlino, ricordando ch'io convengo nell'esistenza del pericolo clericale e reazionario, dice che io rispondo che può darsi che la gente diventi anarchica. Niente affatto: io dico che il rimedio contro quel pericolo sta nel suscitare nel popolo il sentimento della ribellione e della resistenza, nell'ispirargli la coscienza dei suoi diritti e della sua forza, nell'abituarlo a fare da sè, a pretendere, a conquistare colla forza sua quanta più libertà , quanto più benessere è possibile - e non già  nel rifare una verginità  al sistema parlamentare, che poi ripercorrerebbe ancora la stessa parabola di decadenza che ha già  percorsa una volta.
Merlino, ricordando ch'io convengo nell'esistenza del pericolo clericale e reazionario, dice che io rispondo che può darsi che la gente diventi anarchica. Niente affatto: io dico che il rimedio contro quel pericolo sta nel suscitare nel popolo il sentimento della ribellione e della resistenza, nell'ispirargli la coscienza dei suoi diritti e della sua forza, nell'abituarlo a fare da sè, a pretendere, a conquistare colla forza sua quanta più libertà, quanto più benessere è possibile - e non già  nel rifare una verginità  al sistema parlamentare, che poi ripercorrerebbe ancora la stessa parabola di decadenza che ha già  percorsa una volta.
E perciò bisogna lavorare a che la gente diventi anarchica, o almeno che il numero e la potenza d'azione degli anarchici aumentino, ed i sentimenti e le idee del pubblico si accostino quanto più è possibile ai sentimenti ed alle idee degli anarchici.
E perciò bisogna lavorare a che la gente diventi anarchica, o almeno che il numero e la potenza d'azione degli anarchici aumentino, ed i sentimenti e le idee del pubblico si accostino quanto più è possibile ai sentimenti ed alle idee degli anarchici.
E ancora: Merlino dice che il popolo non è convinto che bisogna abolire il governo. E chi pretende il contrario? Se il popolo ne fosse convinto, l'anarchia sarebbe un fatto. Ma noi che ne siamo convinti, abbiamo interesse e dovere di cercare di convincerne anche gli altri.
E ancora: Merlino dice che il popolo non è convinto che bisogna abolire il governo. E chi pretende il contrario? Se il popolo ne fosse convinto, l'anarchia sarebbe un fatto. Ma noi che ne siamo convinti, abbiamo interesse e dovere di cercare di convincerne anche gli altri.
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A parte quest'errore d'interpretazione, col quale mi si fa dare come un fatto quello che io dico che si deve fare, Merlino non risponde agli argomenti del mio articolo, ed io non ho che da rimandare i lettori a quell'articolo.
A parte quest'errore d'interpretazione, col quale mi si fa dare come un fatto quello che io dico che si deve fare, Merlino non risponde agli argomenti del mio articolo, ed io non ho che da rimandare i lettori a quell'articolo.
E invece egli insiste sulla necessità  di una forma di governo e di parlamento, perchè la società  possa vivere e funzionare. “Abolito il municipio, che è un piccolo governo”, egli dice, “chi penserà  alle strade, all'illuminazione, all'arginatura dei fiumi ed a tante altre opere d'interesse comune?”. “Vi penseranno tutti? Ciascuno a modo suo? O non vi penserà  nessuno? O s'incaricheranno alcuni di provvedere a questi pubblici servizi nel pubblico interesse? E saranno questi incaricati arbitri di agire a loro modo o saranno sottoposti al volere della popolazione? E la popolazione avrà  un volere unico o possono sorgere fra essa pareri diversi? Ed in questo caso si dovrà  scegliere tra l'uno e l'altro? E come? Si riunirà  il popolo in massa per deliberare su ciascuna questione che si presenti? Ovvero si riuniranno soltanto i rappresentanti o delegati di vari gruppi?”.
E invece egli insiste sulla necessità  di una forma di governo e di parlamento, perchè la società  possa vivere e funzionare. “Abolito il municipio, che è un piccolo governo”, egli dice, “chi penserà  alle strade, all'illuminazione, all'arginatura dei fiumi ed a tante altre opere d'interesse comune?”. “Vi penseranno tutti? Ciascuno a modo suo? O non vi penserà  nessuno? O s'incaricheranno alcuni di provvedere a questi pubblici servizi nel pubblico interesse? E saranno questi incaricati arbitri di agire a loro modo o saranno sottoposti al volere della popolazione? E la popolazione avrà  un volere unico o possono sorgere fra essa pareri diversi? Ed in questo caso si dovrà  scegliere tra l'uno e l'altro? E come? Si riunirà  il popolo in massa per deliberare su ciascuna questione che si presenti? Ovvero si riuniranno soltanto i rappresentanti o delegati di vari gruppi?”.
Ecco: io credo che gl'incaricati dei pubblici servizi saranno le associazioni di coloro che lavorano in ciascun servizio; che queste associazioni dovranno badare nello stesso tempo al benessere dei loro membri ed al comodo del pubblico, e che saranno impossibilitate a prevaricare dal controllo dell'opinione pubblica, dai legami di dipendenza reciproca colle altre associazioni e dal diritto di tutti ad entrare nelle singole associazioni ed usare dei mezzi di produzione che esse adoperano. Credo che non vi sarà  divisione fissa tra chi dirige e chi esegue, e che la direzione del lavoro spetterà  di diritto e di fatto ai lavoratori, i quali per ciascun lavoro si organizzeranno e si divideranno le funzioni nel modo che stimano migliore. Credo che dove v'è bisogno di delegare degl'individui per una data funzione, si darà  loro un mandato determinato, limitato, soggetto sempre al controllo ed all'approvazione del pubblico, e sopratutto che non si darà  mai loro una forza per obbligare la gente, e per compiere il loro mandato contro la volontà  di una frazione qualsiasi del pubblico: il diritto di adoperare la violenza, quando se ne presentasse la dura necessità , dovendo restare sempre a tutto il popolo e non mai esser delegato. Credo che quando sopra una cosa da fare si hanno pareri diversi, se è possibile e conveniente si farà  in modi diversi, e se ciò non è possibile o non è conveniente, si farà  come vuole la maggioranza, salvo tutte le garanzie possibili in favore della minoranza - garanzie che si darebbero sul serio, perchè, non avendo la maggioranza nè il diritto nè la forza di costringere la minoranza all'ubbidienza, bisognerà  bene che guadagni la sua acquiescenza a mezzo di condiscendenze e prove di buona volontà ...
Ecco: io credo che gl'incaricati dei pubblici servizi saranno le associazioni di coloro che lavorano in ciascun servizio; che queste associazioni dovranno badare nello stesso tempo al benessere dei loro membri ed al comodo del pubblico, e che saranno impossibilitate a prevaricare dal controllo dell'opinione pubblica, dai legami di dipendenza reciproca colle altre associazioni e dal diritto di tutti ad entrare nelle singole associazioni ed usare dei mezzi di produzione che esse adoperano. Credo che non vi sarà  divisione fissa tra chi dirige e chi esegue, e che la direzione del lavoro spetterà  di diritto e di fatto ai lavoratori, i quali per ciascun lavoro si organizzeranno e si divideranno le funzioni nel modo che stimano migliore. Credo che dove v'è bisogno di delegare degl'individui per una data funzione, si darà  loro un mandato determinato, limitato, soggetto sempre al controllo ed all'approvazione del pubblico, e sopratutto che non si darà  mai loro una forza per obbligare la gente, e per compiere il loro mandato contro la volontà  di una frazione qualsiasi del pubblico: il diritto di adoperare la violenza, quando se ne presentasse la dura necessità, dovendo restare sempre a tutto il popolo e non mai esser delegato. Credo che quando sopra una cosa da fare si hanno pareri diversi, se è possibile e conveniente si farà  in modi diversi, e se ciò non è possibile o non è conveniente, si farà  come vuole la maggioranza, salvo tutte le garanzie possibili in favore della minoranza - garanzie che si darebbero sul serio, perchè, non avendo la maggioranza nè il diritto nè la forza di costringere la minoranza all'ubbidienza, bisognerà  bene che guadagni la sua acquiescenza a mezzo di condiscendenze e prove di buona volontà ...
E poi credo, anzi son sicuro, che io non ho nè la capacità  nè la missione di fare il profeta. Io voglio combattere perchè il popolo si metta in condizione di fare come vuole: ed ho fiducia ch'esso, pur facendo mille spropositi e dovendo spesso ritornare sui suoi passi, e sperimentando contemporaneamente e successivamente mille forme diverse, preferirà  sempre quelle soluzioni che l'esperienza gli mostrerà  più facili e più vantaggiose.
E poi credo, anzi son sicuro, che io non ho nè la capacità  nè la missione di fare il profeta. Io voglio combattere perchè il popolo si metta in condizione di fare come vuole: ed ho fiducia ch'esso, pur facendo mille spropositi e dovendo spesso ritornare sui suoi passi, e sperimentando contemporaneamente e successivamente mille forme diverse, preferirà  sempre quelle soluzioni che l'esperienza gli mostrerà  più facili e più vantaggiose.
Merlino dubita che in fondo si tratti di una questione di parole. Egli si sarebbe accostato più alla verità  (forse gliel'ho avvertito altre volte) se avesse detto che è una questione di metodo.
Merlino dubita che in fondo si tratti di una questione di parole. Egli si sarebbe accostato più alla verità  (forse gliel'ho avvertito altre volte) se avesse detto che è una questione di metodo.
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Io ho detto e ripeto che questo modo d'intendere l'Anarchia può esser passato per un momento per la mente di qualcuno, ma non è sostenibile: e più presto lo correggiamo, meglio è.
Io ho detto e ripeto che questo modo d'intendere l'Anarchia può esser passato per un momento per la mente di qualcuno, ma non è sostenibile: e più presto lo correggiamo, meglio è.
Malatesta dice che non fa il mestiere del profeta. Così dicono anche i socialisti democratici, quando si tenta di dimostrare loro gl'inconvenienti del Collettivismo. Dunque demoliamo, e non ci curiamo d'altro. Ma si può demolire, senza sapere che cosa realmente si deve demolire, e perchè? Si può andar innanzi alla cieca? No - tanto vero, che Malatesta ha le sue idee. Egli sa o crede che “incaricate dei pubblici servizi saranno le Associazioni di coloro che lavorano in ciascun servizio; le quali dovranno badare nello stesso tempo al benessere dei loro membri e al comodo del pubblico”.
Malatesta dice che non fa il mestiere del profeta. Così dicono anche i socialisti democratici, quando si tenta di dimostrare loro gl'inconvenienti del Collettivismo. Dunque demoliamo, e non ci curiamo d'altro. Ma si può demolire, senza sapere che cosa realmente si deve demolire, e perchè? Si può andar innanzi alla cieca? No - tanto vero, che Malatesta ha le sue idee. Egli sa o crede che “incaricate dei pubblici servizi saranno le Associazioni di coloro che lavorano in ciascun servizio; le quali dovranno badare nello stesso tempo al benessere dei loro membri e al comodo del pubblico”.
Dovranno - perchè lo dite voi? Ma voi che spesso notate, e giustamente, che l'Amministrazione collettivistica sarebbe portata ad abusare della sua autorità , e non potrebbe restar democratica, voi dovete anche sapere che un'Associazione incaricata di un pubblico servizio baderebbe prima al proprio interesse e al comodo dei suoi membri, e poi, se mai, a quello del pubblico. Le vostre Associazioni diverrebbero altrettanti corpi burocratici; e come mai potete voi credere che sarebbero nientemeno “impossibilitate a prevaricare dal controllo dell'opinione pubblica”? Come si eserciterebbe questo controllo? Quali forme assumerebbe? Quella forse di un'insurrezione popolare contro ogni Amministrazione che non obbedisse al volere del pubblico? Mettiamo che l'Associazione ferroviaria si rifiutasse di far correre un direttissimo tra Roma e Ancona: sarebbe chiamata a dovere dal popolo tumultuante? E se l'opinione pubblica fosse divisa? Se tutte le località  percorse dal treno ne domandassero la fermata? Se l'Associazione fomentasse ad arte la discordia?
Dovranno - perchè lo dite voi? Ma voi che spesso notate, e giustamente, che l'Amministrazione collettivistica sarebbe portata ad abusare della sua autorità, e non potrebbe restar democratica, voi dovete anche sapere che un'Associazione incaricata di un pubblico servizio baderebbe prima al proprio interesse e al comodo dei suoi membri, e poi, se mai, a quello del pubblico. Le vostre Associazioni diverrebbero altrettanti corpi burocratici; e come mai potete voi credere che sarebbero nientemeno “impossibilitate a prevaricare dal controllo dell'opinione pubblica”? Come si eserciterebbe questo controllo? Quali forme assumerebbe? Quella forse di un'insurrezione popolare contro ogni Amministrazione che non obbedisse al volere del pubblico? Mettiamo che l'Associazione ferroviaria si rifiutasse di far correre un direttissimo tra Roma e Ancona: sarebbe chiamata a dovere dal popolo tumultuante? E se l'opinione pubblica fosse divisa? Se tutte le località  percorse dal treno ne domandassero la fermata? Se l'Associazione fomentasse ad arte la discordia?
Ci sarebbero, aggiunge Malatesta “i legami di dipendenza reciproca tra le Associazioni”. Quali legami? E di che specie? Patti, obbligazioni, deliberazioni collettive, Comitati federali, Congressi? Che vi abbia ad essere un Parlamento?
Ci sarebbero, aggiunge Malatesta “i legami di dipendenza reciproca tra le Associazioni”. Quali legami? E di che specie? Patti, obbligazioni, deliberazioni collettive, Comitati federali, Congressi? Che vi abbia ad essere un Parlamento?
E da ultimo ci sarebbe “il diritto di tutti ad entrare nelle singole Associazioni ed usare dei mezzi di produzione, che esse adoperano”.
E da ultimo ci sarebbe “il diritto di tutti ad entrare nelle singole Associazioni ed usare dei mezzi di produzione, che esse adoperano”.
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Non vi deve essere una forza armata permanente, dice Merlino, ma i cittadini stessi potranno esser chiamati in casi straordinari, come già  si usa in Inghilterra e negli Stati Uniti. Ma chiamati da chi? Dal Governo? E saranno obbligati ad accorrere alla chiamata? In Inghilterra e negli Stati Uniti vi è una polizia; e le milizie che il governo chiama in casi straordinari servono, salvo che non si ribellino, agli scopi del governo, tra cui è sempre primo quello di tenere a freno ed all'occasione di massacrare il popolo. E quello il regime politico che vagheggia Merlino?
Non vi deve essere una forza armata permanente, dice Merlino, ma i cittadini stessi potranno esser chiamati in casi straordinari, come già  si usa in Inghilterra e negli Stati Uniti. Ma chiamati da chi? Dal Governo? E saranno obbligati ad accorrere alla chiamata? In Inghilterra e negli Stati Uniti vi è una polizia; e le milizie che il governo chiama in casi straordinari servono, salvo che non si ribellino, agli scopi del governo, tra cui è sempre primo quello di tenere a freno ed all'occasione di massacrare il popolo. E quello il regime politico che vagheggia Merlino?
Ma l'uso della forza va regolato e tolto all'arbitrio di un'amministrazione centrale qualsiasi, dice Merlino. Che si tratti dunque di uno Statuto che dovrà  fissare i diritti rispettivi del Cittadino e quelli del Governo e che sarà  rispettato... come lo sono sempre stati gli Statuti!
Ma l'uso della forza va regolato e tolto all'arbitrio di un'amministrazione centrale qualsiasi, dice Merlino. Che si tratti dunque di uno Statuto che dovrà  fissare i diritti rispettivi del Cittadino e quelli del Governo e che sarà  rispettato... come lo sono sempre stati gli Statuti!
Noi vogliamo che tutti i cittadini abbiano diritto uguale di essere armati e di correre alle armi quando se ne presenti la necessità , senza che nessuno possa costringerli a marciare o a non marciare. Vogliamo che la difesa sociale, interesse di tutti, sia affidata a tutti, senza che nessuno faccia il mestiere di difensore dell'ordine pubblico e viva di esso.
Noi vogliamo che tutti i cittadini abbiano diritto uguale di essere armati e di correre alle armi quando se ne presenti la necessità, senza che nessuno possa costringerli a marciare o a non marciare. Vogliamo che la difesa sociale, interesse di tutti, sia affidata a tutti, senza che nessuno faccia il mestiere di difensore dell'ordine pubblico e viva di esso.
Ma, dice Merlino, se io sono attaccato da uno più forte di me, come farò a difendermi? Accorrerà  la gente ad aiutarmi? E accorrendo, come farà  a giudicare da che parte sta la ragione? E siccome probabilmente si produrranno opinioni diverse, si avrà  dunque per ogni disputa una guerra civile?
Ma, dice Merlino, se io sono attaccato da uno più forte di me, come farò a difendermi? Accorrerà  la gente ad aiutarmi? E accorrendo, come farà  a giudicare da che parte sta la ragione? E siccome probabilmente si produrranno opinioni diverse, si avrà  dunque per ogni disputa una guerra civile?
E i carabinieri, rispondo io, sono sempre presenti per difendere chi è attaccato? Ed è sicuro ch'essi non si mettano mai dalla parte di chi ha torto? E il giudizio dei magistrati offre forse più garanzie di giustizia di quello della folla? E la tirannia è forse preferibile alla guerra civile? Merlino ragiona come fanno i conservatori. Egli mette innanzi tutti gl'inconvenienti, tutti i conflitti possibili nella vita sociale, e se ne serve per dire impossibili ed assurdi gl'ideali nostri - dimenticando però di dirci come a quegli inconvenienti ed a quei conflitti si ripara nel sistema suo.
E i carabinieri, rispondo io, sono sempre presenti per difendere chi è attaccato? Ed è sicuro ch'essi non si mettano mai dalla parte di chi ha torto? E il giudizio dei magistrati offre forse più garanzie di giustizia di quello della folla? E la tirannia è forse preferibile alla guerra civile? Merlino ragiona come fanno i conservatori. Egli mette innanzi tutti gl'inconvenienti, tutti i conflitti possibili nella vita sociale, e se ne serve per dire impossibili ed assurdi gl'ideali nostri - dimenticando però di dirci come a quegli inconvenienti ed a quei conflitti si ripara nel sistema suo.
Merlino teme la guerra civile; ma che cosa è un regime autoritario se non uno stato di guerra, in cui una delle parti è stata vinta e si trova soggetta? Merlino dirà  che egli è libertario e non già  autoritario; ma se qualcuno, individuo o collettività , minoranza o maggioranza può imporre agli altri la propria volontà , la libertà  è una menzogna, o non esiste se non per chi dispone della forza.
Merlino teme la guerra civile; ma che cosa è un regime autoritario se non uno stato di guerra, in cui una delle parti è stata vinta e si trova soggetta? Merlino dirà  che egli è libertario e non già  autoritario; ma se qualcuno, individuo o collettività, minoranza o maggioranza può imporre agli altri la propria volontà, la libertà  è una menzogna, o non esiste se non per chi dispone della forza.
Io non ho mai detto che l'Anarchia, specie nei primi tempi sarà  l'Arcadia o l'Eldorado. Vi saranno purtroppo guai e difficoltà  inerenti all'imperfezione ed al disaccordo degli uomini; ma se v'è probabilità  che i mali siano minori che in qualsiasi regime autoritario, ciò mi basta per essere anarchico.
Io non ho mai detto che l'Anarchia, specie nei primi tempi sarà  l'Arcadia o l'Eldorado. Vi saranno purtroppo guai e difficoltà  inerenti all'imperfezione ed al disaccordo degli uomini; ma se v'è probabilità  che i mali siano minori che in qualsiasi regime autoritario, ciò mi basta per essere anarchico.
Il benessere e la libertà  di tutti, l'abolizione della tirannia e della schiavitù non si possono avere se non quando gli uomini si sforzino di armonizzare i loro interessi e si pieghino volontariamente alle necessità  sociali. Ed io credo che, abolita la proprietà  individuale ed il governo, distrutta cioè la possibilità  di sfruttare ed opprimere gli altri sotto l'egida delle leggi e della forza sociale, gli uomini avranno interesse, e quindi volontà , di accordarsi e risolvere i possibili conflitti pacificamente, senza ricorrere alla forza. Se ciò non fosse, evidentemente l'anarchia sarebbe impossibile; ma sarebbero anche impossibili la pace e la libertà .
Il benessere e la libertà  di tutti, l'abolizione della tirannia e della schiavitù non si possono avere se non quando gli uomini si sforzino di armonizzare i loro interessi e si pieghino volontariamente alle necessità  sociali. Ed io credo che, abolita la proprietà  individuale ed il governo, distrutta cioè la possibilità  di sfruttare ed opprimere gli altri sotto l'egida delle leggi e della forza sociale, gli uomini avranno interesse, e quindi volontà, di accordarsi e risolvere i possibili conflitti pacificamente, senza ricorrere alla forza. Se ciò non fosse, evidentemente l'anarchia sarebbe impossibile; ma sarebbero anche impossibili la pace e la libertà .
Merlino non è persuaso quando gli dico che contro il volere degli uomini l'anarchia non si fa. Ma sa egli concepire un regime che si regga senza e contro la volontà  degli uomini, o almeno di coloro tra gli uomini che pensano e vogliono? E conosce egli un regime che valga più di quel che valgono gli uomini che lo accettano?
Merlino non è persuaso quando gli dico che contro il volere degli uomini l'anarchia non si fa. Ma sa egli concepire un regime che si regga senza e contro la volontà  degli uomini, o almeno di coloro tra gli uomini che pensano e vogliono? E conosce egli un regime che valga più di quel che valgono gli uomini che lo accettano?
Tutto dipende dalla volontà  degli uomini. Cerchiamo dunque di educarli a volere la libertà  e la giustizia per tutti, e a cacciare dal loro spirito il pregiudizio della necessità  del gendarme.
Tutto dipende dalla volontà  degli uomini. Cerchiamo dunque di educarli a volere la libertà  e la giustizia per tutti, e a cacciare dal loro spirito il pregiudizio della necessità  del gendarme.
Io dissi che non sono profeta, e Merlino trova che io rispondo come fanno i socialisti democratici quando si tenta di dimostrar loro gl'inconvenienti del Collettivismo.
Io dissi che non sono profeta, e Merlino trova che io rispondo come fanno i socialisti democratici quando si tenta di dimostrar loro gl'inconvenienti del Collettivismo.
Il caso non è eguale.
Il caso non è eguale.
I socialisti democratici vogliono che il popolo li mandi al potere, a far le leggi, ad organizzare la nuova società , e quindi dovrebbero almeno dirci che uso farebbero di questo potere, e a quali leggi ci sottoporrebbero.
I socialisti democratici vogliono che il popolo li mandi al potere, a far le leggi, ad organizzare la nuova società, e quindi dovrebbero almeno dirci che uso farebbero di questo potere, e a quali leggi ci sottoporrebbero.
Noi anarchici invece vogliamo che il popolo conquisti la libertà  e... faccia quello che vuole.
Noi anarchici invece vogliamo che il popolo conquisti la libertà  e... faccia quello che vuole.
Avere fin da ora delle idee e dei progetti pratici è necessario, poichè la vita sociale non ammette interruzione, ed il popolo dovrà , il giorno stesso in cui si sarà  sbarazzato del governo e dei padroni, provvedere alle necessità  della vita. Ma queste idee potranno essere varie nei vari paesi e nelle varie branche della produzione, e se anche fossero sbagliate il male non sarebbe grande, poichè, non essendovi un potere conservatore che obblighi a perseverare negli errori, nè una classe costituita che di questi errori profitti, si potrà  sempre cambiare e migliorare quello che alla prova non riesce bene. L'anarchia è, in un certo senso, il sistema sperimentale applicato all'arte del viver civile.
Avere fin da ora delle idee e dei progetti pratici è necessario, poichè la vita sociale non ammette interruzione, ed il popolo dovrà, il giorno stesso in cui si sarà  sbarazzato del governo e dei padroni, provvedere alle necessità  della vita. Ma queste idee potranno essere varie nei vari paesi e nelle varie branche della produzione, e se anche fossero sbagliate il male non sarebbe grande, poichè, non essendovi un potere conservatore che obblighi a perseverare negli errori, nè una classe costituita che di questi errori profitti, si potrà  sempre cambiare e migliorare quello che alla prova non riesce bene. L'anarchia è, in un certo senso, il sistema sperimentale applicato all'arte del viver civile.
E poi, io non sono che un individuo, e io e tutti gli anarchici attuali non siamo che una frazione del popolo, e quindi potremmo dire tutto al più quel che vorremmo, ma non mai quel che sarà : il fatto dovendo essere necessariamente modificato dal concorso di tante altre volontà  che oggi non sappiamo quali saranno.
E poi, io non sono che un individuo, e io e tutti gli anarchici attuali non siamo che una frazione del popolo, e quindi potremmo dire tutto al più quel che vorremmo, ma non mai quel che sarà : il fatto dovendo essere necessariamente modificato dal concorso di tante altre volontà  che oggi non sappiamo quali saranno.
D'altronde, pur non avendo nessuna inclinazione per l'arte profetica, io espressi alcuna delle mie idee sulla futura organizzazione sociale - e Merlino le ha confutate... alquanto puerilmente.
D'altronde, pur non avendo nessuna inclinazione per l'arte profetica, io espressi alcuna delle mie idee sulla futura organizzazione sociale - e Merlino le ha confutate... alquanto puerilmente.
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Credevo che, non fosse che per l'amicizia che ci lega, Malatesta e io avessimo potuto polemizzare senza darci del farabutto e del mascalzone l'uno all'altro. Ma mi sono ingannato. La polemica appassiona e un uomo appassionato non riesce, fosse anche Catone in persona, a mantenersi giusto ed equanime. Malatesta poi è uomo di parte, è immerso dalla gioventù nelle lotte politiche, difende il suo passato, crede forse che sia in giuoco nella polemica tra noi impegnata, la sua posizione di capo morale del partito anarchico italiano, e quindi gli riesce meno che ad altri di discutere serenamente.
Credevo che, non fosse che per l'amicizia che ci lega, Malatesta e io avessimo potuto polemizzare senza darci del farabutto e del mascalzone l'uno all'altro. Ma mi sono ingannato. La polemica appassiona e un uomo appassionato non riesce, fosse anche Catone in persona, a mantenersi giusto ed equanime. Malatesta poi è uomo di parte, è immerso dalla gioventù nelle lotte politiche, difende il suo passato, crede forse che sia in giuoco nella polemica tra noi impegnata, la sua posizione di capo morale del partito anarchico italiano, e quindi gli riesce meno che ad altri di discutere serenamente.
Il sistema da lui prescelto per combattermi e il seguente.
Il sistema da lui prescelto per combattermi e il seguente.
Mi dice un mondo di cortesie: io sono un uomo che cerco la verità , che rifuggo da'cavilli, che non ricorro ad artifici retorici per mettere in imbarazzo l'avversario ecc. ecc.. Ma poi si meraviglia che io giro attorno alla questione, che cerco di impressionare il lettore con una certa apparenza di spirito pratico, e mi dà  del reazionario a tutto pasto. “Merlino ragiona come fanno i conservatori”. “M. si vede costretto a ricorrere alle barzellette dei reazionari”. “Sembra proprio di udire un parruccone” ecc. ecc..
Mi dice un mondo di cortesie: io sono un uomo che cerco la verità, che rifuggo da'cavilli, che non ricorro ad artifici retorici per mettere in imbarazzo l'avversario ecc. ecc.. Ma poi si meraviglia che io giro attorno alla questione, che cerco di impressionare il lettore con una certa apparenza di spirito pratico, e mi dà  del reazionario a tutto pasto. “Merlino ragiona come fanno i conservatori”. “M. si vede costretto a ricorrere alle barzellette dei reazionari”. “Sembra proprio di udire un parruccone” ecc. ecc..
Queste invettive si capisce bene a che servono - Un proverbio dice: dà  ad uno del cane e potrai sparargli addosso. Malatesta non lo fa ad arte, ma sente che se riesce a farmi credere reazionario da'lettori del suo giornale, egli toglie ogni credito ai miei argomenti, e se anche io ho ragione ed egli torto, tutti daranno torto a me e ragione a lui. Egli quindi mi gratifica ad ogni pie'sospinto dell'epiteto di reazionario. A forza di sentirlo dire e ridire, il lettore si abitua all'idea che io sono diventato un difensore accanito dell'attuale ordine di cose, e finisce per crederci fermamente e per appassionarsi contro di me in guisa tale da non potere più apprezzare serenamente i miei argomenti.
Queste invettive si capisce bene a che servono - Un proverbio dice: dà  ad uno del cane e potrai sparargli addosso. Malatesta non lo fa ad arte, ma sente che se riesce a farmi credere reazionario da'lettori del suo giornale, egli toglie ogni credito ai miei argomenti, e se anche io ho ragione ed egli torto, tutti daranno torto a me e ragione a lui. Egli quindi mi gratifica ad ogni pie'sospinto dell'epiteto di reazionario. A forza di sentirlo dire e ridire, il lettore si abitua all'idea che io sono diventato un difensore accanito dell'attuale ordine di cose, e finisce per crederci fermamente e per appassionarsi contro di me in guisa tale da non potere più apprezzare serenamente i miei argomenti.
Io potrei valermi, verso Malatesta, dello stesso metodo: potrei, se volessi, valendomi di certe recenti sue dichiarazioni intorno alla necessità  di lottare per i miglioramenti attualmente possibili, prendermi il gusto di dipingerlo agli occhi dei suoi amici per un reazionario, od almeno per un rivoluzionario che si avvia a diventare reazionario.
Io potrei valermi, verso Malatesta, dello stesso metodo: potrei, se volessi, valendomi di certe recenti sue dichiarazioni intorno alla necessità  di lottare per i miglioramenti attualmente possibili, prendermi il gusto di dipingerlo agli occhi dei suoi amici per un reazionario, od almeno per un rivoluzionario che si avvia a diventare reazionario.
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Lasciamo stare, perchè non importa alla questione, se si tratta di qualche o di molti o di tutti gli anarchici. Ma perchè mai Merlino ci chiama amorfisti?
Lasciamo stare, perchè non importa alla questione, se si tratta di qualche o di molti o di tutti gli anarchici. Ma perchè mai Merlino ci chiama amorfisti?
Storicamente, questa parola è stata adoperata o per indicare un modo speciale di concepire le relazioni tra uomini e donne, o, più comunemente, per distinguere i partigiani di certe concezioni individualistiche della vita sociale, che ebbero voga negli anni scorsi fra anarchici e che a noi sembrarono, d'accordo allora col Merlino, delle aberrazioni. E in quel senso l'appellativo di amorfisti, in bocca a Merlino e diretto a noi non è che un gratuito insulto.
Storicamente, questa parola è stata adoperata o per indicare un modo speciale di concepire le relazioni tra uomini e donne, o, più comunemente, per distinguere i partigiani di certe concezioni individualistiche della vita sociale, che ebbero voga negli anni scorsi fra anarchici e che a noi sembrarono, d'accordo allora col Merlino, delle aberrazioni. E in quel senso l'appellativo di amorfisti, in bocca a Merlino e diretto a noi non è che un gratuito insulto.
Etimologicamente poi, amorfista vuol dire che non ammette forme. Che cosa autorizza il Merlino a pensare che noi abbiam perduto il ben dell'intelletto al punto di creder possibile l'esistenza di una società , di una cosa qualunque, che non abbia una qualsiasi forma?
Etimologicamente poi, amorfista vuol dire che non ammette forme. Che cosa autorizza il Merlino a pensare che noi abbiam perduto il ben dell'intelletto al punto di creder possibile l'esistenza di una società, di una cosa qualunque, che non abbia una qualsiasi forma?
Amorfisti, perchè vogliamo che le forme che assumerà  la vita sociale siano il risultato della volontà  popolare, della volontà  di tutti gl'interessati? Ma dunque il Merlino vuole che qualcuno le imponga al popolo contro o senza la volontà  del popolo stesso? E le conservi con la forza anche quando avran cessato di rispondere ai bisogni ed al volere degl'interessati?
Amorfisti, perchè vogliamo che le forme che assumerà  la vita sociale siano il risultato della volontà  popolare, della volontà  di tutti gl'interessati? Ma dunque il Merlino vuole che qualcuno le imponga al popolo contro o senza la volontà  del popolo stesso? E le conservi con la forza anche quando avran cessato di rispondere ai bisogni ed al volere degl'interessati?
Discutiamo fin da ora dei vari problemi che possono presentarsi nella vita sociale e delle varie soluzioni possibili; facciam pure dei progetti sul modo di amministrare gl'interessi generali ed indivisibili del consorzio umano; prepariamo nelle associazioni e federazioni operaie gli elementi della riorganizzazione futura: tutto questo è utile, è indispensabile, perchè il popolo abbia una volontà  illuminata e possa attuarla. Ma insistiamo perchè la riorganizzazione sociale si faccia dal basso all'alto, per il concorso attivo di tutti gl'interessati, senza che nessuno, individuo o gruppo, minoranza o maggioranza, despota o rappresentante, possa imporre con la forza alla gente quello che la gente non vuole accettare.
Discutiamo fin da ora dei vari problemi che possono presentarsi nella vita sociale e delle varie soluzioni possibili; facciam pure dei progetti sul modo di amministrare gl'interessi generali ed indivisibili del consorzio umano; prepariamo nelle associazioni e federazioni operaie gli elementi della riorganizzazione futura: tutto questo è utile, è indispensabile, perchè il popolo abbia una volontà  illuminata e possa attuarla. Ma insistiamo perchè la riorganizzazione sociale si faccia dal basso all'alto, per il concorso attivo di tutti gl'interessati, senza che nessuno, individuo o gruppo, minoranza o maggioranza, despota o rappresentante, possa imporre con la forza alla gente quello che la gente non vuole accettare.
Merlino ci presenta una specie di schema di costituzione politica.
Merlino ci presenta una specie di schema di costituzione politica.
“Bisogna distinguere” egli dice, “le faccende più importanti e di cui tutti più o meno s'intendono, e, queste farle decidere direttamente dal popolo nei Clubs o Associazioni, i cui delegati si riunirebbero, come nelle Convenzioni americane, unicamente per concretare la soluzione definitiva in conformità  dei mandati ricevuti. Per faccende meno importanti e per quelle che richiedono speciali cognizioni, costituire Amministrazioni speciali - senza legame gerarchico tra loro - soggette al sindacato popolare”. “Avanti tutto il popolo deve concorrere alla nomina degli amministratori pubblici; poi questi devono offrire guarentigie di capacità , inoltre vi devono essere regole di amministrazione che impediscano gli arbitrii e i favoritismi; gli amministratori devono rimanere uguali a tutti gli altri cittadini e ricevere in compenso delle loro fatiche un trattamento approssimativamente uguale a quello che i cittadini tutti ricavano dal loro lavoro; infine gl'interessati devono potersi opporre agli atti ingiusti degli amministratori pubblici e chiamare questi ultimi a render conto pubblicamente dell'opera loro”. “Bisogna, sulla base dell'uguaglianza delle condizioni economiche, elevare un sistema di amministrazione pubblica emanante direttamente dal popolo e non soggetto a nessun centro di governo”.
“Bisogna distinguere” egli dice, “le faccende più importanti e di cui tutti più o meno s'intendono, e, queste farle decidere direttamente dal popolo nei Clubs o Associazioni, i cui delegati si riunirebbero, come nelle Convenzioni americane, unicamente per concretare la soluzione definitiva in conformità  dei mandati ricevuti. Per faccende meno importanti e per quelle che richiedono speciali cognizioni, costituire Amministrazioni speciali - senza legame gerarchico tra loro - soggette al sindacato popolare”. “Avanti tutto il popolo deve concorrere alla nomina degli amministratori pubblici; poi questi devono offrire guarentigie di capacità, inoltre vi devono essere regole di amministrazione che impediscano gli arbitrii e i favoritismi; gli amministratori devono rimanere uguali a tutti gli altri cittadini e ricevere in compenso delle loro fatiche un trattamento approssimativamente uguale a quello che i cittadini tutti ricavano dal loro lavoro; infine gl'interessati devono potersi opporre agli atti ingiusti degli amministratori pubblici e chiamare questi ultimi a render conto pubblicamente dell'opera loro”. “Bisogna, sulla base dell'uguaglianza delle condizioni economiche, elevare un sistema di amministrazione pubblica emanante direttamente dal popolo e non soggetto a nessun centro di governo”.
Ma come si deve arrivare a questa e a qualsiasi altro modo di amministrazione degl'interessi collettivi? Ecco per noi la questione importante. Deve la nuova costituzione sociale esser formulata di getto da una costituente nazionale o internazionale, ed imposta a tutti? O deve essere il risultato graduale, sempre modificabile, della vita stessa di una società  d'individui economicamente e politicamente eguali e liberi? Deve il popolo, dopo abbattuto il governo, nominarne un altro, il qual poi dovrebbe, secondo l'utopia dei socialisti democratici, eliminare se stesso; o deve distruggere completamente il meccanismo autoritario dello Stato e formare un regime libero per mezzo della libertà ?
Ma come si deve arrivare a questa e a qualsiasi altro modo di amministrazione degl'interessi collettivi? Ecco per noi la questione importante. Deve la nuova costituzione sociale esser formulata di getto da una costituente nazionale o internazionale, ed imposta a tutti? O deve essere il risultato graduale, sempre modificabile, della vita stessa di una società  d'individui economicamente e politicamente eguali e liberi? Deve il popolo, dopo abbattuto il governo, nominarne un altro, il qual poi dovrebbe, secondo l'utopia dei socialisti democratici, eliminare se stesso; o deve distruggere completamente il meccanismo autoritario dello Stato e formare un regime libero per mezzo della libertà ?
Questo Merlino non dice, e questo è il punto di divisione tra socialisti democratici e socialisti anarchici.
Questo Merlino non dice, e questo è il punto di divisione tra socialisti democratici e socialisti anarchici.
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