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[[File:Giovanna caleffi.jpg|thumb|250 px|Giovanna Caleffi con le figlie [[Maria Luisa Berneri|Maria Luisa]] (alla sua destra) e [[Giliana Berneri]]]]'''Giovanna Caleffi''' (Gualtieri, [[4 maggio]] [[1897]] - Genova, [[14 marzo]] [[1962]] ), conosciuta come Giovanna, | [[File:Giovanna caleffi.jpg|thumb|250 px|Giovanna Caleffi con le figlie [[Maria Luisa Berneri|Maria Luisa]] (alla sua destra) e [[Giliana Berneri]]]]'''Giovanna Caleffi''' (Gualtieri, [[4 maggio]] [[1897]] - Genova, [[14 marzo]] [[1962]] ), conosciuta come Giovanna, è stata un'anarchica italiana, moglie di [[Camillo Berneri]] e madre di [[Maria Luisa Berneri|Maria Luisa]] e [[Giliana Berneri]]. <ref name="giovanna">'''Fonte principale dell'articolo''': [http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/296/55.htm Scheda tratta dal ''Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani'']</ref> | ||
: «Siamo radicalmente rivoluzionari, anche quando ci poniamo come educatori» (G.Caleffi, ''Società senza Stato'', 1946) <ref name="ephe">[http://epheman.perso.neuf.fr/mai04.html#caleffi Ephéméride Anarchiste]</ref> | : «Siamo radicalmente rivoluzionari, anche quando ci poniamo come educatori» (G.Caleffi, ''Società senza Stato'', 1946) <ref name="ephe">[http://epheman.perso.neuf.fr/mai04.html#caleffi Ephéméride Anarchiste]</ref> | ||
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=== Morte di C. Berneri e la militanza anarchica === | === Morte di C. Berneri e la militanza anarchica === | ||
Con l'avvento della [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzione]] in [[Spagna]], Camillo parte per schierarsi con i miliziani [[antifascismo|antifascisti]] e Giovanna si ritrova di nuovo sola ad occuparsi delle figlie. In guerra, | Con l'avvento della [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzione]] in [[Spagna]], Camillo parte per schierarsi con i miliziani [[antifascismo|antifascisti]] e Giovanna si ritrova di nuovo sola ad occuparsi delle figlie. In guerra, è risaputo, la morte deve essere messa in preventivo, ma Giovanna non si aspettava certo che il suo [[Camillo Berneri|Camillo]] potesse essere ucciso da mano stalinista; così invece accade, il [[5 maggio]] [[1937]] a Barcellona: [[Camillo Berneri]] è assassinato insieme a [[Francesco Barbieri]] dagli stalinisti e Giovanna accorre al suo funerale insieme alla figlia [[Maria Luisa Berneri|Maria Luisa]]. | ||
Profondamente addolorata per la morte del marito, Giovanna prende ad attivarsi come propagandista anarchica e a diffondere le sue idee attraverso una fitta corrispondenza con gli [[Personalità anarchiche|anarchici]] d'America che chiedono contributi per le varie iniziative. Pubblica nel [[1939]] un appello non firmato su «[[L'Adunata dei Refrattari]]» in favore degli [[Personalità anarchiche|anarchici]] espulsi dalla [[Francia]] ed internati nei campi di concentramento, che sarà tradotto e diffuso sulla stampa internazionale da [[Emma Goldman]]. Mantiene inoltre sempre vivo il ricordo del marito in vari modi: promuove a Parigi il «Comitato "C. Berneri"» e nel [[1938]] pubblica ''Pensieri e Battaglie'', con prefazione della stessa [[Emma Goldman|Goldman]], una raccolta di scritti vari del marito; scrive articoli su [[stampa anarchica|giornali, riviste]], e ne difende pubblicamente la memoria. | Profondamente addolorata per la morte del marito, Giovanna prende ad attivarsi come propagandista anarchica e a diffondere le sue idee attraverso una fitta corrispondenza con gli [[Personalità anarchiche|anarchici]] d'America che chiedono contributi per le varie iniziative. Pubblica nel [[1939]] un appello non firmato su «[[L'Adunata dei Refrattari]]» in favore degli [[Personalità anarchiche|anarchici]] espulsi dalla [[Francia]] ed internati nei campi di concentramento, che sarà tradotto e diffuso sulla stampa internazionale da [[Emma Goldman]]. Mantiene inoltre sempre vivo il ricordo del marito in vari modi: promuove a Parigi il «Comitato "C. Berneri"» e nel [[1938]] pubblica ''Pensieri e Battaglie'', con prefazione della stessa [[Emma Goldman|Goldman]], una raccolta di scritti vari del marito; scrive articoli su [[stampa anarchica|giornali, riviste]], e ne difende pubblicamente la memoria. | ||
Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale e l'occupazione [[Nazionalsocialismo|nazista]], Giovanna Caleffi viene arrestata e incarcerata una prima volta, su ordine del [[fascismo|regime fascista]], il [[28 ottobre]] [[1940]] (3 mesi di detenzione a La Santé), poi nel febbraio [[1941]] viene deportata in [[Germania]] e trattenuta ben cinque mesi prima di essere condotta in [[Austria]] per essere consegnata alle [[autorità ]] italiane. Incarcerata a Reggio Emilia, | Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale e l'occupazione [[Nazionalsocialismo|nazista]], Giovanna Caleffi viene arrestata e incarcerata una prima volta, su ordine del [[fascismo|regime fascista]], il [[28 ottobre]] [[1940]] (3 mesi di detenzione a La Santé), poi nel febbraio [[1941]] viene deportata in [[Germania]] e trattenuta ben cinque mesi prima di essere condotta in [[Austria]] per essere consegnata alle [[autorità ]] italiane. Incarcerata a Reggio Emilia, è condannata il [[25 agosto]] ad un anno di confino a Lacedonia (Avellino) con l'accusa di «aver svolto all'estero attività sovversiva dimostrandosi elemento pericoloso per gli ordinamenti politici dello [[Stato]]». Una volta scontata la pena ritorna a Gualtieri, dove però le viene negato il passaporto per la [[Francia]] in quanto è riconosciuta come un'[[Personalità anarchiche#Donne| anarchica]] militante; si dà quindi alla latitanza nell'[[Italia]] meridionale. | ||
Nel [[1943]] incontra [[Cesare Zaccaria]], anarchico e vecchio amico di famiglia, con cui va a convivere a partire dal febbraio [[1943]]. Comprensibilmente condizionata dalla morte del marito per mano comunista, invia ai compagni anarchici della [[Federazione Comunista Libertaria]] di Livorno una lettera (Napoli, [[12 aprile]] [[1945]]) in cui li invita a non stringere rapporti con la locale sezione della CLN, ricordando loro proprio i tragici fatti della [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzione spagnola]] che aveva visto molti [[Personalità anarchiche|anarchici]] cadere per mano stalinista. | Nel [[1943]] incontra [[Cesare Zaccaria]], anarchico e vecchio amico di famiglia, con cui va a convivere a partire dal febbraio [[1943]]. Comprensibilmente condizionata dalla morte del marito per mano comunista, invia ai compagni anarchici della [[Federazione Comunista Libertaria]] di Livorno una lettera (Napoli, [[12 aprile]] [[1945]]) in cui li invita a non stringere rapporti con la locale sezione della CLN, ricordando loro proprio i tragici fatti della [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzione spagnola]] che aveva visto molti [[Personalità anarchiche|anarchici]] cadere per mano stalinista. | ||
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Nonostante tutto, Giovanna vorrebbe proseguire l'esperienza della colonia e si attiva per trovare dei finanziatori. Dopo vari tentativi alla fine riuscirà ad acquistare un terreno nella pineta di Ronchi (MS), a 700 metri dal mare, che le permetterà di far nascere la Comunità «Maria Luisa Berneri» e a cui peraltro si adopererà sino alla morte. Grazie a quattro persone che costituiscono un nuovo gruppo gestionale, la Colonia sopravvive per tre anni anche dopo che la figlia [[Giliana Berneri|Giliana]] decide di abbandonare l'attività anarchica. | Nonostante tutto, Giovanna vorrebbe proseguire l'esperienza della colonia e si attiva per trovare dei finanziatori. Dopo vari tentativi alla fine riuscirà ad acquistare un terreno nella pineta di Ronchi (MS), a 700 metri dal mare, che le permetterà di far nascere la Comunità «Maria Luisa Berneri» e a cui peraltro si adopererà sino alla morte. Grazie a quattro persone che costituiscono un nuovo gruppo gestionale, la Colonia sopravvive per tre anni anche dopo che la figlia [[Giliana Berneri|Giliana]] decide di abbandonare l'attività anarchica. | ||
Ammalatasi gravemente, | Ammalatasi gravemente, è accudita dall'anarchico e amico [[Aurelio Chessa]]. Proprio tra le braccia di Chessa, Giovanna Caleffi muore il [[14 marzo]] [[1962]] all'uscita dall'ospedale di Genova Nervi dove era stata ricoverata. | ||
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