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Nel [[1894]] comincia ad interessarsi all'[[anarchia]] frequentando il gruppo di [[Romualdo Papini]], [[Luigi Alassia]] e [[Luigi Barolo]]. A 19 anni emigra in [[Turchia]], dove esercita il mestiere di terrazziere. Al suo ritorno in [[Italia]], nel [[1897]], fonda a Torino un circolo di studi sociali in cui abitualmente tiene conferenze. | Nel [[1894]] comincia ad interessarsi all'[[anarchia]] frequentando il gruppo di [[Romualdo Papini]], [[Luigi Alassia]] e [[Luigi Barolo]]. A 19 anni emigra in [[Turchia]], dove esercita il mestiere di terrazziere. Al suo ritorno in [[Italia]], nel [[1897]], fonda a Torino un circolo di studi sociali in cui abitualmente tiene conferenze. | ||
Considerato un pericoloso estremista, viene arrestato nel maggio [[1897]] a causa dell'arrivo dei Prìncipi nel capoluogo piemontese. In questa fase dà inizio ad un'intensissima attività propagandistica: collabora con | Considerato un pericoloso estremista, viene arrestato nel maggio [[1897]] a causa dell'arrivo dei Prìncipi nel capoluogo piemontese. In questa fase dà inizio ad un'intensissima attività propagandistica: collabora con «L'Agitazione» di Ancona, «Il Nuovo verbo» di Roma, «Il Ribelle» di Reggio Calabria; dà inoltre alle stampe diversi opuscoli, tra cui ''La peste religiosa'' di [[Johann Most]] e ''Vittime e pregiudizi'' di [[Pasquale Pensa]]. Per entrambi gli opuscoli viene condannato al [[carcere]]: per il primo subisce una condanna (insieme ad [[Enrico Richiero]]) a 3 mesi e due giorni; per il secondo la condanna è a sei mesi. Entrambi le pene saranno soggette all'indulto, ma i due opuscoli verranno comunque sequestrati dalle [[autorità]]. Stessa sorte subiranno tanti altri suoi opuscoli e libelli (es. ''Che cosa vogliamo''). | ||
Instancabile propagandista, il [[4 marzo]] [[1899]] viene arrestato per aver incitato all'odio di classe durante un comizio tenutosi nella sede dell'Associazione generale degli operai. Difeso da [[Pietro Gori]], viene condannato a due mesi e 23 giorni di [[carcere]]. | Instancabile propagandista, il [[4 marzo]] [[1899]] viene arrestato per aver incitato all'odio di classe durante un comizio tenutosi nella sede dell'Associazione generale degli operai. Difeso da [[Pietro Gori]], viene condannato a due mesi e 23 giorni di [[carcere]]. | ||
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Nella città meneghina viene arrestato il [[21 novembre]] mentre è ospite di [[Carlo Colombo]]. Amnistiato, l'anarchico italiano sconta solo due mesi di [[carcere]] (anziché 18). È un nuovo Zavattero, quello che ritorna alla militanza anarchica. Abbandona le tentazioni [[antiorganizzatrici]] e sviluppa un pensiero maggiormente tendente all'organizzazione. | Nella città meneghina viene arrestato il [[21 novembre]] mentre è ospite di [[Carlo Colombo]]. Amnistiato, l'anarchico italiano sconta solo due mesi di [[carcere]] (anziché 18). È un nuovo Zavattero, quello che ritorna alla militanza anarchica. Abbandona le tentazioni [[antiorganizzatrici]] e sviluppa un pensiero maggiormente tendente all'organizzazione. | ||
Si trasferisce ad Ancona per collaborare con | Si trasferisce ad Ancona per collaborare con «L'Agitazione», ma la redazione è oramai stata ridotta all'osso dagli arresti e anche Zavattero viene fermato e incarcerato «pel reato di offesa al pudore commesso colla stampa del noto opuscolo ''La donna''». Viene trasferito al [[carcere]] di Pesaro, rilasciato nel [[1902]] e reimpatriato a Torino. Per un po'lavora come uomo di fatica alle dipendenze del comune stesso, a causa di una multa non pagata, e poi viene nuovamente condannato e arrestato per una “dimostrazione sacrilega” contro una manifestazione religiosa (giugno [[1903]]). Processi e condanne però non fermano la sua attività propagandistica, nel biennio [[1902]]-[[1903]] pubblica un'infinità di opuscoli e collabora con tantissimi giornali e [[stampa libertaria|riviste anarchiche]] (spessissimo firmando i propri articoli con diversi pseudonimi). | ||
Secondo le [[autorità]] Zavattero «esplica in Genova e dintorni una straordinaria attività di propaganda anarchica, infondendo un sensibile risveglio e guadagnandovi non pochi proseliti». Si batte contro il caro affitti, nel giugno [[1904]] si trasferisce a Ravenna per assumere la direzione de «L'Aurora», ma all'inizio di dicembre viene nuovamente arrestato e tradotto a Torino per alcune intemperanze contro il corpus domini. Il periodo ravennate lo vede ancora concentrato sulla questione [[organizzatrice]]; anche se non rientra nel novero degli [[antiorganizzatori]] egli si dichiara «contrario all'organizzazione in partito», pensando che la nuova società si possa costruire «graduatamene, a seconda delle condizioni di partito»). In definitiva egli auspica un'organizzazione informale e fatta di larghe intese. Vien fermato dalla polizia, ma subito dopo rilasciato, per aver partecipato ad un comizio ([[24 agosto]]) di protesta contro l'eccidio di Grammichele <ref>[http://www.girodivite.it/Grammichele-Va-in-scena-la-storia.html ''Grammichele / Va in scena la storia'']</ref>. Partecipa al Convegno anarchico di massa-lombarda ([[5 novembre]] [[1905]]) e a quello sindacalista di Bologna (fine novembre). | Secondo le [[autorità]] Zavattero «esplica in Genova e dintorni una straordinaria attività di propaganda anarchica, infondendo un sensibile risveglio e guadagnandovi non pochi proseliti». Si batte contro il caro affitti, nel giugno [[1904]] si trasferisce a Ravenna per assumere la direzione de «L'Aurora», ma all'inizio di dicembre viene nuovamente arrestato e tradotto a Torino per alcune intemperanze contro il corpus domini. Il periodo ravennate lo vede ancora concentrato sulla questione [[organizzatrice]]; anche se non rientra nel novero degli [[antiorganizzatori]] egli si dichiara «contrario all'organizzazione in partito», pensando che la nuova società si possa costruire «graduatamene, a seconda delle condizioni di partito»). In definitiva egli auspica un'organizzazione informale e fatta di larghe intese. Vien fermato dalla polizia, ma subito dopo rilasciato, per aver partecipato ad un comizio ([[24 agosto]]) di protesta contro l'eccidio di Grammichele <ref>[http://www.girodivite.it/Grammichele-Va-in-scena-la-storia.html ''Grammichele / Va in scena la storia'']</ref>. Partecipa al Convegno anarchico di massa-lombarda ([[5 novembre]] [[1905]]) e a quello sindacalista di Bologna (fine novembre). | ||
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[[Image:Schicchi.jpg|thumb|left|180px|[[Paolo Schicchi]], uno degli invididualisti con cui Zavattero polemizzò più sovente.]] | [[Image:Schicchi.jpg|thumb|left|180px|[[Paolo Schicchi]], uno degli invididualisti con cui Zavattero polemizzò più sovente.]] | ||
Con l'uscita de «[[L'Alleanza Libertaria]]», come da progetto del Congresso Anarchico del [[1907]], Zavattero propone di trasformare «La Pietra | Con l'uscita de «[[L'Alleanza Libertaria]]», come da progetto del Congresso Anarchico del [[1907]], Zavattero propone di trasformare «La Pietra | ||
infernale» in un supplemento del nuovo giornale. Purtroppo viene arrestato nuovamente a Parma, dove era giunto per partecipare al grande [[sciopero]] agrario. Comparso di fronte alla Corte di Lucca l'[[8 maggio]] [[1909]], viene assolto. Si trasferisce a Carrara e diviene uno dei leader del ''gruppo [[Francisco Ferrer]]'', anche se in questo periodo, probabilmente fiaccato dalle continue detenzioni, tende a rimanere nella legalità e quindi ad evitare azioni eclatanti (sarà comunque condannato ad un mese di galera per aver esposto la litografia di Montjuich di Sagristà, in onore di Ferrer, che era stata scambiata per un volgare nudo di donna). Dopo essere divenuto corrispondente de | infernale» in un supplemento del nuovo giornale. Purtroppo viene arrestato nuovamente a Parma, dove era giunto per partecipare al grande [[sciopero]] agrario. Comparso di fronte alla Corte di Lucca l'[[8 maggio]] [[1909]], viene assolto. Si trasferisce a Carrara e diviene uno dei leader del ''gruppo [[Francisco Ferrer]]'', anche se in questo periodo, probabilmente fiaccato dalle continue detenzioni, tende a rimanere nella legalità e quindi ad evitare azioni eclatanti (sarà comunque condannato ad un mese di galera per aver esposto la litografia di Montjuich di Sagristà, in onore di Ferrer, che era stata scambiata per un volgare nudo di donna). Dopo essere divenuto corrispondente de «L'avvenire anarchico» di Pisa nel maggio [[1910]], Zavattero si trasferisce a Bologna, diviene il redattore de | ||
«L'Agitatore», acquista una tipografia (tipografia La Scuola Moderna) e fonda un'omonima rivista di cui è redattore insieme a [[Luigi Fabbri]] e ad [[Angelo Tonello]]. In questo periodo subisce ripetuti attacchi dall'individualista [[Massimo Rocca]] (in seguito Rocca aderirà al [[fascismo]]), che lo accusa di malversazioni. | «L'Agitatore», acquista una tipografia (tipografia La Scuola Moderna) e fonda un'omonima rivista di cui è redattore insieme a [[Luigi Fabbri]] e ad [[Angelo Tonello]]. In questo periodo subisce ripetuti attacchi dall'individualista [[Massimo Rocca]] (in seguito Rocca aderirà al [[fascismo]]), che lo accusa di malversazioni. | ||