Errico Malatesta: differenze tra le versioni

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I valori fondamentali dell'[[anarchia]] – [[libertà ]], [[uguaglianza]], solidarietà  – sono espressioni a-razionali di una aspirazione universale, e come tali non si legano a nessuna dottrina. Malatesta rifiuta tanto il [[giusnaturalismo]] quanto il [[positivismo]]. Il primo, perché considera l'idea di una società  naturale come il risultato della pigrizia di chi sogna che le aspirazioni umane si realizzino spontaneamente, senza lotta; il secondo, perché l'esaltazione della scienza porta ad un nuovo [[dogmatismo]], come accade in [[Pëtr Kropotkin]].  
I valori fondamentali dell'[[anarchia]] – [[libertà ]], [[uguaglianza]], solidarietà  – sono espressioni a-razionali di una aspirazione universale, e come tali non si legano a nessuna dottrina. Malatesta rifiuta tanto il [[giusnaturalismo]] quanto il [[positivismo]]. Il primo, perché considera l'idea di una società  naturale come il risultato della pigrizia di chi sogna che le aspirazioni umane si realizzino spontaneamente, senza lotta; il secondo, perché l'esaltazione della scienza porta ad un nuovo [[dogmatismo]], come accade in [[Pëtr Kropotkin]].  


La [[volontarismo|volontà ]] è l'elemento decisivo per la trasformazione sociale. La società  libertaria dipende unicamente dalla volontà  degli uomini. La storia sfugge ad ogni [[filosofia]] e ad ogni tentativo di previsione. Per questo non è possibile sapere quando i tempi sono maturi per la rivoluzione, ed occorre approfittare di tutte le occasioni. La [[rivoluzione]] non è un fatto economico e sociale, ma un atto di volontà . La rivoluzione deve coinvolgere le masse, ma le masse non diventeranno anarchiche prima che la [[rivoluzione]] sia iniziata; gli anarchici devono allora accostarsi alle masse e prenderle come sono, senza progetti pedagogici inevitabilmente autoritari, e adattando piuttosto l'ideologia al loro sentire. L'azione rivoluzionaria ha due momenti: la distruzione violenta degli ostacoli alla [[libertà ]], e la diffusione graduale della pratica della [[libertà ]], priva di ogni coercizione.  
La [[volontarismo|volontà ]] è l'elemento decisivo per la trasformazione sociale. La società  libertaria dipende unicamente dalla volontà  degli uomini. La storia sfugge ad ogni [[filosofia]] e ad ogni tentativo di previsione. Per questo non è possibile sapere quando i tempi sono maturi per la rivoluzione, ed occorre approfittare di tutte le occasioni. La [[rivoluzione]] non è un fatto economico e sociale, ma un atto di volontà. La rivoluzione deve coinvolgere le masse, ma le masse non diventeranno anarchiche prima che la [[rivoluzione]] sia iniziata; gli anarchici devono allora accostarsi alle masse e prenderle come sono, senza progetti pedagogici inevitabilmente autoritari, e adattando piuttosto l'ideologia al loro sentire. L'azione rivoluzionaria ha due momenti: la distruzione violenta degli ostacoli alla [[libertà ]], e la diffusione graduale della pratica della [[libertà ]], priva di ogni coercizione.  


===Violenza e non-violenza===
===Violenza e non-violenza===
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:«Anarchia vuol dire non-violenza, non-dominio dell'uo­mo sull'uomo, non-imposizione per forza della volontà  di uno o di più su quella di altri. È solo mediante l'armonizzazione degli interessi, me­diante la cooperazione volontaria, con l'amore, il rispetto, la reciproca tolleranza [...] che assicuri a tutti la massima libertà, il massimo sviluppo, il massimo benessere possibili.[...] Ma allora, si potrà  domandare, perché nella lotta attua­le, contro le istituzioni politico-sociali, che giudicano op­pressive, gli anarchici hanno predicato e praticato, e predi­cano e praticano, quando possono, l'uso dei mezzi violenti che pur sono in evidente contraddizione coi fini loro? [...] la violenza anarchica è la sola che sia giustifica­bile, la sola che non sia criminale. Parlo naturalmente della violenza che ha davvero i carat­teri anarchici, e non di questo o quel fatto di violenza cieca e irragionevole che è stato attribuito agli anarchici [...] '''La vera violenza anarchica è quella che cessa dove cessa la necessità  della difesa e della liberazione.''' Essa è tempe­rata dalla coscienza che gl'individui presi isolatamente so­no poco o punto responsabili della posizione che ha fatto loro l'eredità  e l'ambiente; essa non è ispirata dall'odio ma dall'amore; ed è santa perché mira alla liberazione di tutti e non alla sostituzione del proprio dominio a quello degli altri.» (''[[Anarchia e violenza (di Errico Malatesta)|Anarchia e violenza]]'')
:«Anarchia vuol dire non-violenza, non-dominio dell'uo­mo sull'uomo, non-imposizione per forza della volontà  di uno o di più su quella di altri. È solo mediante l'armonizzazione degli interessi, me­diante la cooperazione volontaria, con l'amore, il rispetto, la reciproca tolleranza [...] che assicuri a tutti la massima libertà, il massimo sviluppo, il massimo benessere possibili.[...] Ma allora, si potrà  domandare, perché nella lotta attua­le, contro le istituzioni politico-sociali, che giudicano op­pressive, gli anarchici hanno predicato e praticato, e predi­cano e praticano, quando possono, l'uso dei mezzi violenti che pur sono in evidente contraddizione coi fini loro? [...] la violenza anarchica è la sola che sia giustifica­bile, la sola che non sia criminale. Parlo naturalmente della violenza che ha davvero i carat­teri anarchici, e non di questo o quel fatto di violenza cieca e irragionevole che è stato attribuito agli anarchici [...] '''La vera violenza anarchica è quella che cessa dove cessa la necessità  della difesa e della liberazione.''' Essa è tempe­rata dalla coscienza che gl'individui presi isolatamente so­no poco o punto responsabili della posizione che ha fatto loro l'eredità  e l'ambiente; essa non è ispirata dall'odio ma dall'amore; ed è santa perché mira alla liberazione di tutti e non alla sostituzione del proprio dominio a quello degli altri.» (''[[Anarchia e violenza (di Errico Malatesta)|Anarchia e violenza]]'')
===Il sindacalismo===
===Il sindacalismo===
Aspetto importante del suo pensiero è la visione del [[sindacalismo]], [[coerenza mezzi-fini|visto come un mezzo]] (e non come un fine) fondamentale per lo sviluppo del [[movimento anarchico]]. Gli anarchici, proprio per questo, devono partecipare alla fondazione di sindacati qualora non ne esistessero già . Poiché il sindacato è un mezzo, non deve essere trasformato in un'organizzazione politica, altrimenti potrebbe diventare uno pseudo-partito, con tendenze [[gerarchia|gerarchizzanti]] ed [[autorità |autoritarie]]. Inoltre i [[sindacalismo|sindacati]] non possono bastare a se stessi, per lo sbocco rivoluzionario è necessario sviluppare l'organizzazione politica.
Aspetto importante del suo pensiero è la visione del [[sindacalismo]], [[coerenza mezzi-fini|visto come un mezzo]] (e non come un fine) fondamentale per lo sviluppo del [[movimento anarchico]]. Gli anarchici, proprio per questo, devono partecipare alla fondazione di sindacati qualora non ne esistessero già. Poiché il sindacato è un mezzo, non deve essere trasformato in un'organizzazione politica, altrimenti potrebbe diventare uno pseudo-partito, con tendenze [[gerarchia|gerarchizzanti]] ed [[autorità |autoritarie]]. Inoltre i [[sindacalismo|sindacati]] non possono bastare a se stessi, per lo sbocco rivoluzionario è necessario sviluppare l'organizzazione politica.


L'esperienza involutiva della [[CGT francese]], trasformatasi da [[sindacalismo rivoluzionario|sindacato rivoluzionario]] a riformistico ed organico alle istituzioni, sembrò avvalorare le sue preoccupazioni. Tali istanze furono presentate lucidamente al [[Congresso di Amsterdam (1907)|Congresso di Amsterdam]] del [[1907]], in opposizione alle tesi di [[Pierre Monatte]].
L'esperienza involutiva della [[CGT francese]], trasformatasi da [[sindacalismo rivoluzionario|sindacato rivoluzionario]] a riformistico ed organico alle istituzioni, sembrò avvalorare le sue preoccupazioni. Tali istanze furono presentate lucidamente al [[Congresso di Amsterdam (1907)|Congresso di Amsterdam]] del [[1907]], in opposizione alle tesi di [[Pierre Monatte]].
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