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Prima dell'arrivo delle brigate partigiane di Josip Broz, conosciuto con il nome di battaglia di [[Tito]], e delle Brigate Partigiane Italiane di confine, che operavano fianco a fianco con quelle slovene, i fascisti della Repubblica Sociale Italiana con i militari dell'esercito italo-tedesco presero possesso del litorale adriatico commettendo efferatezze e massacri di ogni sorta (per gli storici l'''onore'' dell'esercito italiano fu in parte salvato dai non pochi reduci dalla Russia della Divisione Alpina Julia che passarono a combattere con le Brigate partigiane di [[Tito]]).  
Prima dell'arrivo delle brigate partigiane di Josip Broz, conosciuto con il nome di battaglia di [[Tito]], e delle Brigate Partigiane Italiane di confine, che operavano fianco a fianco con quelle slovene, i fascisti della Repubblica Sociale Italiana con i militari dell'esercito italo-tedesco presero possesso del litorale adriatico commettendo efferatezze e massacri di ogni sorta (per gli storici l'''onore'' dell'esercito italiano fu in parte salvato dai non pochi reduci dalla Russia della Divisione Alpina Julia che passarono a combattere con le Brigate partigiane di [[Tito]]).  


La situazione geopolitica avrebbe influito non poco sulle tragedie del dopoguerra, che interessarono anche frange di [[comunismo|comunisti]] fedeli, o ritenuti tali, alla linea di [[Stalin]], perché Tito (con azioni violente all'interno del partito comunista jugoslavo) rese indipendente la sua azione politica dalle direttive di Mosca,  pervenendo ad un lungo periodo di pace per la federazione dell'ex-Jugoslavia.
La situazione geopolitica avrebbe influito non poco sulle tragedie del dopoguerra, che interessarono anche frange di [[comunismo|comunisti]] fedeli, o ritenuti tali, alla linea di [[Stalin]], perché Tito (con azioni violente all'interno del partito comunista jugoslavo) rese indipendente la sua azione politica dalle direttive di Mosca,  pervenendo ad un lungo periodo di pace per la federazione dell'ex-Jugoslavia.


Con '''Regio Decreto del 29 marzo 1923  n. 800''' viene stabilita l’italianizzazione dei toponimi, operazione che aveva avuto inizio subito dopo la fine della guerra, che riguarda i nomi di paesi, città  e delle località  presenti sulle carte geografiche. Sono inoltre vietate scritte in lingua slava persino sulle tombe e corone di fiori.
Con '''Regio Decreto del 29 marzo 1923  n. 800''' viene stabilita l’italianizzazione dei toponimi, operazione che aveva avuto inizio subito dopo la fine della guerra, che riguarda i nomi di paesi, città  e delle località  presenti sulle carte geografiche. Sono inoltre vietate scritte in lingua slava persino sulle tombe e corone di fiori.
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