Centri sociali autogestiti dell'Emilia-Romagna: differenze tra le versioni

m
Sostituzione testo - "" con ""
m (1 revision imported)
 
m (Sostituzione testo - "" con "")
Riga 25: Riga 25:
25 marzo 2009. Ore 10. Nell’anno del movimento dell’Onda e delle contestazioni contro la riforma Gelmini, un gruppo di precarie, musicisti, studentesse, artisti e ricercatori danno vita all’occupazione di uno spazio di proprietà  dell’università , in via Capo di Lucca 30. Nasce Bartleby.
25 marzo 2009. Ore 10. Nell’anno del movimento dell’Onda e delle contestazioni contro la riforma Gelmini, un gruppo di precarie, musicisti, studentesse, artisti e ricercatori danno vita all’occupazione di uno spazio di proprietà  dell’università , in via Capo di Lucca 30. Nasce Bartleby.


“Bartleby è il tentativo di chiudere definitivamente con l’era Cofferati, di far uscire l’università  dal suo miope autismo, di ripensare Bologna a partire da chi la abita, la vive, la rende ricca ogni giorno. Da una piega dell’Onda, nasce questa sperimentazione, una forma nuova di occupazione: un atelier in cui aprire un cantiere di ricerca, di riflessione e di connessione sulla produzione artistica in questa città  con tutti quei soggetti che hanno attraversato il movimento di questi mesi. Dai musicisti del teatro comunale, ai ragazzi dell’Accademia di Belle arti e del conservatorio, agli scrittori che con noi costruiscono i seminari di autoformazione e gli eventi in università .”
“Bartleby è il tentativo di chiudere definitivamente con l’era Cofferati, di far uscire l’università  dal suo miope autismo, di ripensare Bologna a partire da chi la abita, la vive, la rende ricca ogni giorno. Da una piega dell’Onda, nasce questa sperimentazione, una forma nuova di occupazione: un atelier in cui aprire un cantiere di ricerca, di riflessione e di connessione sulla produzione artistica in questa città  con tutti quei soggetti che hanno attraversato il movimento di questi mesi. Dai musicisti del teatro comunale, ai ragazzi dell’Accademia di Belle arti e del conservatorio, agli scrittori che con noi costruiscono i seminari di autoformazione e gli eventi in università .
6 aprile 2009. Alle 6,30 della mattina lo spazio Bartleby di via capo di lucca 30 viene sgomberato dopo 12 giorni di occupazione da parte degli studenti e ricercatori precari dell’università  di Bologna. Dopo lo sgombero i ragazzi organizzano un corteo di protesta davanti alla sede del rettorato, in via Zamboni 33. Qui la polizia li respinge più volte con gli scudi, una ragazza viene ferita alla testa. Gli studenti chiedono un incontro con la prof.ssa Monari, prorettrice agli studenti, per chiedere le spiegazioni dello sgombero e della presenza dei poliziotti davanti al rettorato.
6 aprile 2009. Alle 6,30 della mattina lo spazio Bartleby di via capo di lucca 30 viene sgomberato dopo 12 giorni di occupazione da parte degli studenti e ricercatori precari dell’università  di Bologna. Dopo lo sgombero i ragazzi organizzano un corteo di protesta davanti alla sede del rettorato, in via Zamboni 33. Qui la polizia li respinge più volte con gli scudi, una ragazza viene ferita alla testa. Gli studenti chiedono un incontro con la prof.ssa Monari, prorettrice agli studenti, per chiedere le spiegazioni dello sgombero e della presenza dei poliziotti davanti al rettorato.
12 maggio 2009. Bartleby torna a casa dopo lo sgombero avvenuto il 6 Aprile.
12 maggio 2009. Bartleby torna a casa dopo lo sgombero avvenuto il 6 Aprile.
Riga 84: Riga 84:


===Csoa Pellerossa===
===Csoa Pellerossa===
Il CSOA Pellerossa, centro sociale occupato autogestito si trovava nell’ex mensa universitaria di piazza Verdi. Questa realtà  era stata occupata nell’aprile del 1993 e sgomberata nell’agosto successivo, ospitando nel frattempo storici concerti con gruppi come gli Offspring e i NOFX.” Per molti versi il Pellerossa fu l’embrione del successivo Livello57 di via dello Scalo, trasferitosi poi, dopo trattative con l’amministrazione comunale, in via Muggia vicino il ponte Stalingrado.
Il CSOA Pellerossa, centro sociale occupato autogestito si trovava nell’ex mensa universitaria di piazza Verdi. Questa realtà  era stata occupata nell’aprile del 1993 e sgomberata nell’agosto successivo, ospitando nel frattempo storici concerti con gruppi come gli Offspring e i NOFX.Per molti versi il Pellerossa fu l’embrione del successivo Livello57 di via dello Scalo, trasferitosi poi, dopo trattative con l’amministrazione comunale, in via Muggia vicino il ponte Stalingrado.
Con il Pellerossa Piazza Verdi rappresentava più che mai il cuore pulsante della vita underground bolognese.  
Con il Pellerossa Piazza Verdi rappresentava più che mai il cuore pulsante della vita underground bolognese.  


Riga 91: Riga 91:


===Hobo===
===Hobo===
Nasce il 19 Febbraio 2012 come “laboratorio dei saperi comuni” nelle serre ex Agraria, giardini di via Filippo Re. Dal comunicato:
Nasce il 19 Febbraio 2012 come “laboratorio dei saperi comuni” nelle serre ex Agraria, giardini di via Filippo Re. Dal comunicato:
"Lavoratore nomade e migrante, continuamente in movimento e irriducibile alla disciplina di fabbrica: ecco chi era Hobo all’inizio del Novecento. Ed ecco che Hobo rinasce nel cuore del capitalismo cognitivo: la mobilità  è il suo tratto costitutivo, la fabbrica è quella dei saperi. Hobo non si vuole piegare, costruisce linee di fuga, produce in comune le proprie forme di vita. Hobo non ha carta di identità  perché ha tanti volti ed è sempre giovane. Hobo è studentessa e precario, disoccupato e attivissima, povera di potere e ricco di potenza. Hobo è lavoratore di #IkeaInLotta e militante di Occupy, insorge in Tunisia ed Egitto e resiste alle politiche di austerity in Grecia. Hobo rifiuta la guerra perché vive di lotta. Hobo è No Tav e per la riappropriazione del reddito, perché la crisi e il debito non li vuole pagare e si organizza per farli pagare a chi li ha imposti.Hobo infatti non è inorganizzabile: è così solo per i partiti che cercano di rappresentarlo. Hobo è sprezzantemente estraneo alle elezioni perché è ingovernabile ed è troppo impegnato a organizzarsi con i molti. Hobo non ha nostalgia dell’università  pubblica, perché sta costruendo la propria università  e le proprie istituzioni autonome. Hobo non si fa catturare dalle discipline accademiche, perché pratica l’inchiesta militante e la conricerca. Hobo coopera con il compagno Dracula, morde i baroni e ha sete di vita. Dopo che anche i papi hanno abdicato, proclama che ogni rettore può perdere la testa. Hobo non ha Patria e non ha Dio(nigi): meglio Donatella. Hobo odia la puzza di morte del feudalesimo aziendale perché è il sapere vivo. Oggi Hobo si è ripreso una piccola parte di ciò che le appartiene e ha aperto un laboratorio dei saperi comuni. La riempirà  di iniziative di autoformazione e discussione, di socialità  e reti di comunicazione, di libera circolazione delle conoscenze e delle lotte. La riempirà  di autonomia, gioia e cooperazione. Hobo è uno spazio aperto e costituente, è singolare e collettivo, è fuga e dentro e contro. Hobo è uno stile della militanza. Ecco perché Hobo è nomade: perché non ci prenderete mai."L'aula occupata si trovava nel campus universitario di Filippo Re da cui è stata sgomberata nel 2015.
"Lavoratore nomade e migrante, continuamente in movimento e irriducibile alla disciplina di fabbrica: ecco chi era Hobo all’inizio del Novecento. Ed ecco che Hobo rinasce nel cuore del capitalismo cognitivo: la mobilità  è il suo tratto costitutivo, la fabbrica è quella dei saperi. Hobo non si vuole piegare, costruisce linee di fuga, produce in comune le proprie forme di vita. Hobo non ha carta di identità  perché ha tanti volti ed è sempre giovane. Hobo è studentessa e precario, disoccupato e attivissima, povera di potere e ricco di potenza. Hobo è lavoratore di #IkeaInLotta e militante di Occupy, insorge in Tunisia ed Egitto e resiste alle politiche di austerity in Grecia. Hobo rifiuta la guerra perché vive di lotta. Hobo è No Tav e per la riappropriazione del reddito, perché la crisi e il debito non li vuole pagare e si organizza per farli pagare a chi li ha imposti.Hobo infatti non è inorganizzabile: è così solo per i partiti che cercano di rappresentarlo. Hobo è sprezzantemente estraneo alle elezioni perché è ingovernabile ed è troppo impegnato a organizzarsi con i molti. Hobo non ha nostalgia dell’università  pubblica, perché sta costruendo la propria università  e le proprie istituzioni autonome. Hobo non si fa catturare dalle discipline accademiche, perché pratica l’inchiesta militante e la conricerca. Hobo coopera con il compagno Dracula, morde i baroni e ha sete di vita. Dopo che anche i papi hanno abdicato, proclama che ogni rettore può perdere la testa. Hobo non ha Patria e non ha Dio(nigi): meglio Donatella. Hobo odia la puzza di morte del feudalesimo aziendale perché è il sapere vivo. Oggi Hobo si è ripreso una piccola parte di ciò che le appartiene e ha aperto un laboratorio dei saperi comuni. La riempirà  di iniziative di autoformazione e discussione, di socialità  e reti di comunicazione, di libera circolazione delle conoscenze e delle lotte. La riempirà  di autonomia, gioia e cooperazione. Hobo è uno spazio aperto e costituente, è singolare e collettivo, è fuga e dentro e contro. Hobo è uno stile della militanza. Ecco perché Hobo è nomade: perché non ci prenderete mai."L'aula occupata si trovava nel campus universitario di Filippo Re da cui è stata sgomberata nel 2015.
Dello stesso anno è l'occupazione degli Ex Magazzini del Popolo in via Stalingrado dove si trova la nuova sede.
Dello stesso anno è l'occupazione degli Ex Magazzini del Popolo in via Stalingrado dove si trova la nuova sede.
Riga 104: Riga 104:


=== CENTRO DI ACCOGLIENZA AUTOGESTITO LAMPEDUSA (Ex) Istituto Berretta Occupato ===
=== CENTRO DI ACCOGLIENZA AUTOGESTITO LAMPEDUSA (Ex) Istituto Berretta Occupato ===
Da Zic.it : "Il 2 dicembre 2012, Asia-Usb e “Abitanti Resistenti” hanno occupato l’ex Istituto Odontoiatrico Berretta (già  Villa Sabaudia) di via XXI Aprile 15, che era chiuso dal 3 settembre 2007. L’ex clinica, di proprietà  dell’Ausl, è stata messa in vendita dall’azienda sanitaria, ma due aste pubbliche, chiamate a marzo e settembre 2011, non videro compratori interessati.
Da Zic.it : "Il 2 dicembre 2012, Asia-Usb e “Abitanti Resistenti” hanno occupato l’ex Istituto Odontoiatrico Berretta (già  Villa Sabaudia) di via XXI Aprile 15, che era chiuso dal 3 settembre 2007. L’ex clinica, di proprietà  dell’Ausl, è stata messa in vendita dall’azienda sanitaria, ma due aste pubbliche, chiamate a marzo e settembre 2011, non videro compratori interessati.
Nel mese di luglio 2011 gli abitanti del quartiere promossero una raccolta di firme. Nella petizione si poteva leggere: “Un elemento di grosso disorientamento deriva dalla constatazione”¨ che una struttura pubblica di così gran valore, abbandonata a se stessa da quattro anni crea nei cittadini della zona perplessità  e sospetti sulle finalità  che sottendono l’operazione economica ‘Ospedale Beretta’, in quanto appare a tutti evidente che lo sperpero di valore che ha creato l’abbandono di un’area che è stata per decenni oltre che presidio sanitario anche volano economico di un’intera via”.
Nel mese di luglio 2011 gli abitanti del quartiere promossero una raccolta di firme. Nella petizione si poteva leggere: “Un elemento di grosso disorientamento deriva dalla constatazione”¨ che una struttura pubblica di così gran valore, abbandonata a se stessa da quattro anni crea nei cittadini della zona perplessità  e sospetti sulle finalità  che sottendono l’operazione economica ‘Ospedale Beretta’, in quanto appare a tutti evidente che lo sperpero di valore che ha creato l’abbandono di un’area che è stata per decenni oltre che presidio sanitario anche volano economico di un’intera via”.
Gli occupanti hanno motivato l’azione come una risposta diretta all’emergenza casa, di fronte alla latitanza del Comune di Bologna: “Gli spazi pubblici non devono essere venduti, ma riutilizzati a fini sociali”.
Gli occupanti hanno motivato l’azione come una risposta diretta all’emergenza casa, di fronte alla latitanza del Comune di Bologna: “Gli spazi pubblici non devono essere venduti, ma riutilizzati a fini sociali”.
Pur con questi presupposti, la risposta repressiva non si è fatta attendere a lungo. Il 19 dicembre 2012 polizia e carabinieri si sono presentati e hanno chiuso l’occupazione con modi già  ampiamente conosciuti. Per quanto tempo l’ex clinica odontoiatrica rimarrà  chiusa e abbandonata? L’esperienza di un’altra ex struttura ospedaliera come Villa Salus sta a testimoniare che le nostre preoccupazioni non sono infondate."
Pur con questi presupposti, la risposta repressiva non si è fatta attendere a lungo. Il 19 dicembre 2012 polizia e carabinieri si sono presentati e hanno chiuso l’occupazione con modi già  ampiamente conosciuti. Per quanto tempo l’ex clinica odontoiatrica rimarrà  chiusa e abbandonata? L’esperienza di un’altra ex struttura ospedaliera come Villa Salus sta a testimoniare che le nostre preoccupazioni non sono infondate."
Da Zic del marzo 2014: "Oggi 1 marzo Giornata Mondiale del Rifugiato e del Richiedente Asilo abbiamo occupato lo stabile, vuoto, di via XXI Aprile di proprietà  dell’ azienda sanitaria locale, quindi pubblico meglio conosciuto, da molti cittadini bolognesi che li si curavano i denti, come “il Beretta”. La giornata mondiale dei migranti viene ancora celebrata tra crisi economica, dignità  e diritti calpestati alla luce di quanto visto nel Centro di Identificazione ed Espulsione di Lampedusa e dei morti nel mare mediterraneo ormai diventato un vero cimitero umano. Per questo abbiamo deciso di nominare l’Occupazione ” CENTRO DI ACCOGLIENZA AUTOGESTITO LAMPEDUSA”. Questa nostra azione è la risposta concreta e reale ad una esigenza reale e concreta cioè quella che vede centinaia di profughi, richiedenti asilo e migranti defraudati del diritto alla casa e del diritto ad una vita dignitosa sul territorio italiano ed europeo.
Da Zic del marzo 2014: "Oggi 1 marzo Giornata Mondiale del Rifugiato e del Richiedente Asilo abbiamo occupato lo stabile, vuoto, di via XXI Aprile di proprietà  dell’ azienda sanitaria locale, quindi pubblico meglio conosciuto, da molti cittadini bolognesi che li si curavano i denti, come “il Beretta”. La giornata mondiale dei migranti viene ancora celebrata tra crisi economica, dignità  e diritti calpestati alla luce di quanto visto nel Centro di Identificazione ed Espulsione di Lampedusa e dei morti nel mare mediterraneo ormai diventato un vero cimitero umano. Per questo abbiamo deciso di nominare l’Occupazione CENTRO DI ACCOGLIENZA AUTOGESTITO LAMPEDUSA”. Questa nostra azione è la risposta concreta e reale ad una esigenza reale e concreta cioè quella che vede centinaia di profughi, richiedenti asilo e migranti defraudati del diritto alla casa e del diritto ad una vita dignitosa sul territorio italiano ed europeo.


Nei mesi scorsi abbiamo assistito agli ipocriti piagnistei di istituzioni e associazioni sui morti di Lampedusa . Queste istituzioni e queste lobby di giorno piangono e di notte, quando tutto torna nel dimenticatoio, speculano sulla pelle dei migranti e di coloro che scappano da guerre e fame molte volte generate da gli stessi Stati che dovrebbero accoglierli e renderli cittadini. Noi non stiamo con le mani aperte a chiedere carità  o a spartirci le briciole che vengono da gli appalti , dai fondi europei e dagli sprar che lo stato fà  cadere dal tavolo, noi rispondiamo ad un’ esigenza primaria come quella della casa che è la base per la dignita di ogni persona.
Nei mesi scorsi abbiamo assistito agli ipocriti piagnistei di istituzioni e associazioni sui morti di Lampedusa . Queste istituzioni e queste lobby di giorno piangono e di notte, quando tutto torna nel dimenticatoio, speculano sulla pelle dei migranti e di coloro che scappano da guerre e fame molte volte generate da gli stessi Stati che dovrebbero accoglierli e renderli cittadini. Noi non stiamo con le mani aperte a chiedere carità  o a spartirci le briciole che vengono da gli appalti , dai fondi europei e dagli sprar che lo stato fà  cadere dal tavolo, noi rispondiamo ad un’ esigenza primaria come quella della casa che è la base per la dignita di ogni persona.
Riga 116: Riga 116:
Abbiamo deciso di iscrivere questa azione nel cammino della Carovana Europea che partirà  da un gran numero di Stati europei e si dirigerà  a Bruxelles (Belgio), sede delle istituzioni europee. Questa carovana ricorderà  all’Europa che siamo anzitutto delle persone e che rifiutiamo di guardare in silenzio il dispiegamento di dispositivi di potere messo in campo dall’Unione Europea e gli Stati membri per privarci illegittimamente della nostra dignità , e persino della nostra vita. Un esempio fra mille è rappresentato dal dramma delle centinaia di donne, bambini e uomini che perdono la vita ogni anno nel mar Mediterraneo, come a Lampedusa. Questo dramma rappresenta la punta dell’iceberg del fallimento delle politiche repressive e restrittive dell’Europa e dei suoi Stati membri.
Abbiamo deciso di iscrivere questa azione nel cammino della Carovana Europea che partirà  da un gran numero di Stati europei e si dirigerà  a Bruxelles (Belgio), sede delle istituzioni europee. Questa carovana ricorderà  all’Europa che siamo anzitutto delle persone e che rifiutiamo di guardare in silenzio il dispiegamento di dispositivi di potere messo in campo dall’Unione Europea e gli Stati membri per privarci illegittimamente della nostra dignità , e persino della nostra vita. Un esempio fra mille è rappresentato dal dramma delle centinaia di donne, bambini e uomini che perdono la vita ogni anno nel mar Mediterraneo, come a Lampedusa. Questo dramma rappresenta la punta dell’iceberg del fallimento delle politiche repressive e restrittive dell’Europa e dei suoi Stati membri.


Oggi, inoltre, parteciperemo con queste parole d’ordine alla Giornata del Migrante e al corteo che aspetteremo dalle “Case occupate Nelson Mandela ” di via irnerio 13/15. Chiediamo, per l’ennesima volta che le istituzioni si seggano al tavolo con noi e risolvano una questione, che anche nella nostra città , si sta incancrenendo, la questione del diritto all’abitare e ad un futuro in dignità .
Oggi, inoltre, parteciperemo con queste parole d’ordine alla Giornata del Migrante e al corteo che aspetteremo dalle “Case occupate Nelson Mandela di via irnerio 13/15. Chiediamo, per l’ennesima volta che le istituzioni si seggano al tavolo con noi e risolvano una questione, che anche nella nostra città , si sta incancrenendo, la questione del diritto all’abitare e ad un futuro in dignità .


Le continue alienazioni, la privatizzazione dei servizi e dei beni pubblici, il loro continuo aumentare nei costi non hanno altro risultato che quello di far aumentare precarietà  e sensazione di insicurezza, ormai succubi di condizioni salariali insopportabili, e di creare un permanente senso di guerra e degrado cittadino. Una vera e propria pratica di terrorismo sociale.
Le continue alienazioni, la privatizzazione dei servizi e dei beni pubblici, il loro continuo aumentare nei costi non hanno altro risultato che quello di far aumentare precarietà  e sensazione di insicurezza, ormai succubi di condizioni salariali insopportabili, e di creare un permanente senso di guerra e degrado cittadino. Una vera e propria pratica di terrorismo sociale.
Riga 125: Riga 125:
Dal volantino di rivendicazione dell'occupazione: "stamattina come Sindacato Asia/USB di Bologna insieme a decine di famiglie sfrattate dalla crisi e abbandonate dalle istituzioni e appoggiati dall’intera Federazione dell’ Unione Sindacale di Base abbiamo occupato lo stabile abbandonato di via Irnerio. Stabile destinato ,come al solito , all’incuria o alla speculazione immobiliare dei solito noti.
Dal volantino di rivendicazione dell'occupazione: "stamattina come Sindacato Asia/USB di Bologna insieme a decine di famiglie sfrattate dalla crisi e abbandonate dalle istituzioni e appoggiati dall’intera Federazione dell’ Unione Sindacale di Base abbiamo occupato lo stabile abbandonato di via Irnerio. Stabile destinato ,come al solito , all’incuria o alla speculazione immobiliare dei solito noti.
Dopo incontri inconcludenti con le istituzioni ormai nude ed avvilentemente immobili e totalmente incapaci di proporre soluzioni abitative, che non sia il solito dormitorio ormai esplodente o la strada con qualche soldo in tasca elargito come elemosina dai vari assistenti sociali,ci siamo riappropriati di proprietà  pubblica sfitta per dare soluzione abitativa a donne, bambini e uomini sfrattati oggi e non nei tempi che la burocrazia vorrebbe imporre per ribadire ,una volta di più, di come è necessariamente urgente che le istituzioni si facciano politicamente carico di una Moratoria per il blocco immediato degli sfratti per morosità  .
Dopo incontri inconcludenti con le istituzioni ormai nude ed avvilentemente immobili e totalmente incapaci di proporre soluzioni abitative, che non sia il solito dormitorio ormai esplodente o la strada con qualche soldo in tasca elargito come elemosina dai vari assistenti sociali,ci siamo riappropriati di proprietà  pubblica sfitta per dare soluzione abitativa a donne, bambini e uomini sfrattati oggi e non nei tempi che la burocrazia vorrebbe imporre per ribadire ,una volta di più, di come è necessariamente urgente che le istituzioni si facciano politicamente carico di una Moratoria per il blocco immediato degli sfratti per morosità  .
Crediamo ancora nella forza del dialogo, crediamo nella politica- sindacale vera, ed è per questo che chiediamo l’ennesimo incontro tra la nostra Associazione Sindacale e le Istituzioni che dovrebbero occuparsi del diritto alla casa di , come hanno potuto osservare nella manifestazione del 18 e 19 a Roma, migliaia di “Cittadini Abitanti”.
Crediamo ancora nella forza del dialogo, crediamo nella politica- sindacale vera, ed è per questo che chiediamo l’ennesimo incontro tra la nostra Associazione Sindacale e le Istituzioni che dovrebbero occuparsi del diritto alla casa di , come hanno potuto osservare nella manifestazione del 18 e 19 a Roma, migliaia di “Cittadini Abitanti”.
AS.I.A /USB Bologna
AS.I.A /USB Bologna


Riga 139: Riga 139:
===Labas - Ex Caserma Masini===
===Labas - Ex Caserma Masini===
Occupata all'alba del 13 Novembre 2012 da un collettivo legato al TPO, così recita il volantino dell'occupazione: "Oggi Là bas libera uno spazio chiuso da anni e abbandonato. Un posto che noi vogliamo aprire alla città , mettere a disposizione di quelle generazioni che si sono stancate di continuare a sopravvivere e che ora si riprendono pezzo dopo pezzo quello che li spetta.
Occupata all'alba del 13 Novembre 2012 da un collettivo legato al TPO, così recita il volantino dell'occupazione: "Oggi Là bas libera uno spazio chiuso da anni e abbandonato. Un posto che noi vogliamo aprire alla città , mettere a disposizione di quelle generazioni che si sono stancate di continuare a sopravvivere e che ora si riprendono pezzo dopo pezzo quello che li spetta.
Verso lo sciopero europeo del 14 novembre, facciamo nostro lo slogan che da Madrid arriva a Bologna “toma la huelga”: ci riprendiamo lo sciopero e lo facciamo partendo dalla conquista e dalla riappropriazione dell’ex caserma Masini. Alla miseria del presente, alla povertà  a cui vorrebbero lasciarci, noi rispondiamo con la ricchezza che vogliamo sprigionare in città  partendo dal mettere in relazione attraverso questo laboratorio quella generazione “no future” che incontrandosi, cercando insieme delle risposte, si riprende il proprio presente e costruisce il proprio futuro. aprendo spazi in cui connettersi, per sperimentare pratiche, linguaggi, nuovo modo di vivere la città  in maniera libera e senza divieti, per trovare punti di incontro, di condivisione, di complicità , per ricercare insieme un nuovo modo di produrre saperi dentro e fuori le università , per riprendersi la ricchezza socialmente prodotta."
Verso lo sciopero europeo del 14 novembre, facciamo nostro lo slogan che da Madrid arriva a Bologna “toma la huelga”: ci riprendiamo lo sciopero e lo facciamo partendo dalla conquista e dalla riappropriazione dell’ex caserma Masini. Alla miseria del presente, alla povertà  a cui vorrebbero lasciarci, noi rispondiamo con la ricchezza che vogliamo sprigionare in città  partendo dal mettere in relazione attraverso questo laboratorio quella generazione “no future” che incontrandosi, cercando insieme delle risposte, si riprende il proprio presente e costruisce il proprio futuro. aprendo spazi in cui connettersi, per sperimentare pratiche, linguaggi, nuovo modo di vivere la città  in maniera libera e senza divieti, per trovare punti di incontro, di condivisione, di complicità , per ricercare insieme un nuovo modo di produrre saperi dentro e fuori le università , per riprendersi la ricchezza socialmente prodotta."
L'occupazione termina a fine 2012 a seguito di uno sgombero(senza occupanti in quel momento e quindi con semplice chiusura del cancello) ordinato dal comune di bologna ,ma la caserma viene rioccupata il 9 Febbraio 2013, riqualificata con nuovi,significativi e fruttanti laboratori come "LaBimbi" e proggetti come quello del "Crowdhousing";
L'occupazione termina a fine 2012 a seguito di uno sgombero(senza occupanti in quel momento e quindi con semplice chiusura del cancello) ordinato dal comune di bologna ,ma la caserma viene rioccupata il 9 Febbraio 2013, riqualificata con nuovi,significativi e fruttanti laboratori come "LaBimbi" e proggetti come quello del "Crowdhousing";
12/3/2014 ... siamo ancora qui!
12/3/2014 ... siamo ancora qui!
Riga 164: Riga 164:
Aprile 2014 - da Zic.it "Avevano aspettato in presidio in piazza Maggiore, lunedì pomeriggio, la sentenza del processo scaturito dall’inchiesta Outlaw, per poi muoversi dopo l’assoluzione, ex imputati e solidali, in via Paglietta, occupando uno stabile. Intorno alle otto di stamattina si sono tuttavia presentati polizia e digos, forzando la catena all’ingresso. Dentro hanno trovato tre persone, denunciate per invasione.
Aprile 2014 - da Zic.it "Avevano aspettato in presidio in piazza Maggiore, lunedì pomeriggio, la sentenza del processo scaturito dall’inchiesta Outlaw, per poi muoversi dopo l’assoluzione, ex imputati e solidali, in via Paglietta, occupando uno stabile. Intorno alle otto di stamattina si sono tuttavia presentati polizia e digos, forzando la catena all’ingresso. Dentro hanno trovato tre persone, denunciate per invasione.


“Si tratta della sede di un circolo anarchico intitolato a Carlo Cafiero che ospitava la Libreria Circolante”, spiegava un comunicato a firma Anarchiche e anarchici arrivato in redazione poche ore prima dello sgombero. “A metà  degli anni ’60 – continua la nota – fu preso in affitto da Libero Fantazzini [partigiano anarchico bolognese, N.d.R] con alcuni compagni. Il comune di Bologna lo concesse a un costo simbolico per sostituire la sede storica di Porta Galliera chiusa durante il ventennio fascista. Nel giugno del 1999 fu messo sotto sequestro e poi chiuso con mattoni e cemento a seguito di un’inchiesta che aveva condotto in carcere una compagne e un compagno.”
“Si tratta della sede di un circolo anarchico intitolato a Carlo Cafiero che ospitava la Libreria Circolante”, spiegava un comunicato a firma Anarchiche e anarchici arrivato in redazione poche ore prima dello sgombero. “A metà  degli anni ’60 – continua la nota – fu preso in affitto da Libero Fantazzini [partigiano anarchico bolognese, N.d.R] con alcuni compagni. Il comune di Bologna lo concesse a un costo simbolico per sostituire la sede storica di Porta Galliera chiusa durante il ventennio fascista. Nel giugno del 1999 fu messo sotto sequestro e poi chiuso con mattoni e cemento a seguito di un’inchiesta che aveva condotto in carcere una compagne e un compagno.


Dopo il processo  e “3 anni di accanimento sbirresco, con l’evidente e dichiarato tentativo di toglierci ogni spazio di agibilità ”, scrivevano gli occupanti, “ci siamo ripresi uno spazio sottratto al piacere e all’esigenza di utilizzarlo. Uno spazio per confrontarci, discutere e trovare il modo di opporci con efficacia a un sistema che opprime, affama, devasta e avvilisce la vita”. Attualmente sgomberato.
Dopo il processo  e “3 anni di accanimento sbirresco, con l’evidente e dichiarato tentativo di toglierci ogni spazio di agibilità ”, scrivevano gli occupanti, “ci siamo ripresi uno spazio sottratto al piacere e all’esigenza di utilizzarlo. Uno spazio per confrontarci, discutere e trovare il modo di opporci con efficacia a un sistema che opprime, affama, devasta e avvilisce la vita”. Attualmente sgomberato.


===Livello 57===
===Livello 57===
Riga 233: Riga 233:
Il comunicato degli occupanti: "Oggi è stato occupato un stabile in via Saliceto 47.
Il comunicato degli occupanti: "Oggi è stato occupato un stabile in via Saliceto 47.
L’abbiamo occupato perché siamo senza una casa e con centinaia di edifici e appartamenti vuoti a Bologna non vogliamo più continuare a dover dare le nostre magre entrate (ottenute barcamenandoci tra lavori in nero e contratti di una settimana a paghe da fame) a proprietari strozzini a cui i nostri soldi servono per pagarsi il suv, pellicce e settimane bianche mentre per noi ci sono solo camere ammuffite.
L’abbiamo occupato perché siamo senza una casa e con centinaia di edifici e appartamenti vuoti a Bologna non vogliamo più continuare a dover dare le nostre magre entrate (ottenute barcamenandoci tra lavori in nero e contratti di una settimana a paghe da fame) a proprietari strozzini a cui i nostri soldi servono per pagarsi il suv, pellicce e settimane bianche mentre per noi ci sono solo camere ammuffite.
L’abbiamo occupato perché in questo quartiere vediamo la “riqualificazione” e la speculazione dei soliti potenti che avanza, che vogliono rendere una zona popolare il nuovo centro amministrativo della città , cacciando poco a poco i suoi abitanti, con retate, sfratti, aumento dei prezzi di ben di ogni tipo, in nome di una sicurezza che è solo quella del portafogli dei ricchi, mentre riteniamo fondamentale opporci alle decisioni prese sulla base di interessi economici sulle nostre vite, su come e dove dovremmo incontrarci, su come dovremmo gestire le nostre amicizie, i nostri sogni, le nostre vite.
L’abbiamo occupato perché in questo quartiere vediamo la “riqualificazione” e la speculazione dei soliti potenti che avanza, che vogliono rendere una zona popolare il nuovo centro amministrativo della città , cacciando poco a poco i suoi abitanti, con retate, sfratti, aumento dei prezzi di ben di ogni tipo, in nome di una sicurezza che è solo quella del portafogli dei ricchi, mentre riteniamo fondamentale opporci alle decisioni prese sulla base di interessi economici sulle nostre vite, su come e dove dovremmo incontrarci, su come dovremmo gestire le nostre amicizie, i nostri sogni, le nostre vite.
Questo stabile è di proprietà  di una ditta che ha il compito di ristrutturarlo per rivenderlo a prezzi più alti, non sappiamo con che destinazione, ma non vogliamo l’ennesimo albergo o ufficio per una dirigenza che altro non fa che aumentare il divario tra i soldi ce li ha e chi invece ne ha sempre meno.
Questo stabile è di proprietà  di una ditta che ha il compito di ristrutturarlo per rivenderlo a prezzi più alti, non sappiamo con che destinazione, ma non vogliamo l’ennesimo albergo o ufficio per una dirigenza che altro non fa che aumentare il divario tra i soldi ce li ha e chi invece ne ha sempre meno.
Abbiamo occupato per poter vivere in un posto fuori dalle logiche e dalle gerarchie della competizione, del lucro, per dare vita ad un luogo di incontro libero, per poterci conoscere ed organizzare contro i meccanismi soffocanti della metropoli che ci vuole muti al posto che hanno riservato per noi."
Abbiamo occupato per poter vivere in un posto fuori dalle logiche e dalle gerarchie della competizione, del lucro, per dare vita ad un luogo di incontro libero, per poterci conoscere ed organizzare contro i meccanismi soffocanti della metropoli che ci vuole muti al posto che hanno riservato per noi."
Riga 245: Riga 245:


===Studentato occupato Taksim===
===Studentato occupato Taksim===
“Lo studentato occupato Taksim nasce ad opera di studenti e studentesse dell’Università  di Bologna decisi a non pagare la crisi e l’austerità  dando vita ad un momento di riappropriazione all’interno della zona universitaria bolognese”, scrivono i collettivi in una nota.
“Lo studentato occupato Taksim nasce ad opera di studenti e studentesse dell’Università  di Bologna decisi a non pagare la crisi e l’austerità  dando vita ad un momento di riappropriazione all’interno della zona universitaria bolognese”, scrivono i collettivi in una nota.
L’azione rientra nelle iniziative di mobilitazione in vista della manifestazione di sabato 19 Ottobre 2013 a Roma, ma è anche una “vendetta”, come spiegano gli studenti, in seguito alla rimozione dell’albero Photinia, che era stato piantato in piazza Verdi lo scorso giugno e poi fatto rimuovere dall’amministrazione comunale. Lo Studentato nasce il 15 ottobre 2013 dall'occupazione di un ex Convitto universitario in via Zanolini.
L’azione rientra nelle iniziative di mobilitazione in vista della manifestazione di sabato 19 Ottobre 2013 a Roma, ma è anche una “vendetta”, come spiegano gli studenti, in seguito alla rimozione dell’albero Photinia, che era stato piantato in piazza Verdi lo scorso giugno e poi fatto rimuovere dall’amministrazione comunale. Lo Studentato nasce il 15 ottobre 2013 dall'occupazione di un ex Convitto universitario in via Zanolini.
Viene sgomberato il 28 maggio 2014. E rioccupato il 24 Settembre dello stesso anno rinascendo in un immobile abbandonato in via Irnerio, 53.
Viene sgomberato il 28 maggio 2014. E rioccupato il 24 Settembre dello stesso anno rinascendo in un immobile abbandonato in via Irnerio, 53.


Riga 298: Riga 298:
===GiardinOccupato===
===GiardinOccupato===
Nato nel febbraio 2013 a seguito dello sgombero dell'occupazione del Maceria. Sito in Piazza della Vittoria, riportiamo dal volantino di occupazione: "Nasce dalla volontà  di portare avanti un discorso di lotta verso questo mondo, verso tutto ciò che costringe, controlla e falsifica la realtà ! Occupiamo un edificio vuoto comunale per diverse ma allo stesso tempo fortemente collegate motivazioni: occupiamo perchè a Forlì mancano, come altrove luoghi di reale e concreto confronto; luoghi in cui non appassire e appiattirsi, ma dove, al contrario relazionarsi, mettersi in gioco davvero, costruire insieme il mondo che vorremmo. occupiamo perchè a Forlì la questione abitativa dovrebbe essere al centro non solo di brevi e sminuenti articoli di giornali, ma piuttosto questione primaria sentita e partecipata visti gli innumerevoli stabili vuoti, completamente lasciati decadere; viste le tante case sfitte, prive di abitanti e viste le numerose persone senza tetto.  
Nato nel febbraio 2013 a seguito dello sgombero dell'occupazione del Maceria. Sito in Piazza della Vittoria, riportiamo dal volantino di occupazione: "Nasce dalla volontà  di portare avanti un discorso di lotta verso questo mondo, verso tutto ciò che costringe, controlla e falsifica la realtà ! Occupiamo un edificio vuoto comunale per diverse ma allo stesso tempo fortemente collegate motivazioni: occupiamo perchè a Forlì mancano, come altrove luoghi di reale e concreto confronto; luoghi in cui non appassire e appiattirsi, ma dove, al contrario relazionarsi, mettersi in gioco davvero, costruire insieme il mondo che vorremmo. occupiamo perchè a Forlì la questione abitativa dovrebbe essere al centro non solo di brevi e sminuenti articoli di giornali, ma piuttosto questione primaria sentita e partecipata visti gli innumerevoli stabili vuoti, completamente lasciati decadere; viste le tante case sfitte, prive di abitanti e viste le numerose persone senza tetto.  
Forse qualcosa non sta funzionando come dovrebbe?! Occupiamo perchè andare a votare è come “pulirsi il culo con i coriandoli”!Non crediamo infatti che con nessun tipo di delega le cose possano realmente cambiare direzione, perchè ciò accada occorre che ogni singola persona inizia a ragionare, agire, porsi domande e, perchè no, darsi risposte, senza che nessuno decida per noi, seza aspettare l'intervento del politico di turno o delle istituzioni ". Il 24 Febbraio il giardino viene lasciato dagli occupanti perchè non idoneo.
Forse qualcosa non sta funzionando come dovrebbe?! Occupiamo perchè andare a votare è come “pulirsi il culo con i coriandoli”!Non crediamo infatti che con nessun tipo di delega le cose possano realmente cambiare direzione, perchè ciò accada occorre che ogni singola persona inizia a ragionare, agire, porsi domande e, perchè no, darsi risposte, senza che nessuno decida per noi, seza aspettare l'intervento del politico di turno o delle istituzioni ". Il 24 Febbraio il giardino viene lasciato dagli occupanti perchè non idoneo.


===Maceria Occupata===
===Maceria Occupata===
Riga 428: Riga 428:


L'assemblea di gestione, trasformata in Centro Sociale Itinerante, ha organizzato un presidio di protesta sotto al comune
L'assemblea di gestione, trasformata in Centro Sociale Itinerante, ha organizzato un presidio di protesta sotto al comune
la sera stessa dello sgombero e nei giorni seguenti ha tenuto il Cine_projet nel Piazzale della Pilotta e un sit-in aperitivo di protesta in piazza Garibaldi. Sabato 30 settembre ha sfilato in centro a Parma una Manifestazione in difesa degli spazi autogestiti (circa 300 persone), che si è conclusa nell'occupazione temporanea dell’ edificio storico dell'ex-padiglione di Neurologia “Vighi”.  
la sera stessa dello sgombero e nei giorni seguenti ha tenuto il Cine_projet nel Piazzale della Pilotta e un sit-in aperitivo di protesta in piazza Garibaldi. Sabato 30 settembre ha sfilato in centro a Parma una Manifestazione in difesa degli spazi autogestiti (circa 300 persone), che si è conclusa nell'occupazione temporanea dell’ edificio storico dell'ex-padiglione di Neurologia “Vighi”.  
Il C.S.I. Paguro da lì a pochi mesi si è diviso ed ha cessato di esistere e non riconosce nessuna continuità  politica con l'Associazione Mu di Parma.
Il C.S.I. Paguro da lì a pochi mesi si è diviso ed ha cessato di esistere e non riconosce nessuna continuità  politica con l'Associazione Mu di Parma.


Riga 445: Riga 445:
Dal volantino del 1 novembre 2014
Dal volantino del 1 novembre 2014


"Come lavoratori dell’Unione Sindacale di Parma, insieme all’Ateneo Libertario, al Gruppo Anarchico A.Cieri-FAI e all’Archivio- Biblioteca Furlotti, abbiamo restituito alla città  uno spazio che da anni era chiuso e in stato di abbandono. Abbiamo dovuto occupare perché da anni per tempistiche burocratiche la trattativa col Comune per ottenere una sede per l’Unione Sindacale Italiana, che ci spetta come restituzione del patrimonio storico distrutto dal fascismo, non vedeva alcun spiraglio. Infatti, non tutti sanno che il famoso sciopero agrario del 1908, le Barricate Antifasciste, le dure lotte di inizio ’900 furono organizzate non dalla CGIL (che invece le osteggiò) ma dalla Camera del Lavoro di Parma, che aderì all’USI. E questa grande esperienza fu distrutta dal fascismo. Ci rendiamo disponibili, fin da ora, a proporre un progetto di autorecupero dello stabile abbandonato. Negli ultimi tempi, quindi, non solo la nostra attività  era di fatto ostacolata, ma tutto il nostro vasto materiale archivistico e librario (definito di “importante rilevanza storica”) stava rovinandosi ed era impedita la libera fruizione a tutti gli interessati. In questo spazio noi intendiamo continuare non solo l’attività  che da anni con buoni riscontri stiamo facendo, ma anche far partire con nuovo slancio altri progetti. Troveranno spazio: lo Sportello Sindacale di Lotta Autogestito; l’Archivio/biblioteca “Gianni Furlotti”; una sede locale dell’Associazione contro gli Abusi in Divisa; il progetto “Liberi Libri” con la presentazione mensile di testi di carattere sociale e culturale; un punto di distribuzione di stampa libertaria e tutto quanto l’Assemblea deciderà . Noi riteniamo che sia sempre più necessaria l’apertura di uno spazio libertario in città , nel quale diffondere cultura non omologata e poter sostenere quei lavoratori che ricercano un modo più diretto di autorganizzazione. Liberare spazi di autogestione è una necessità . Usi-Parma, Gruppo Anarchico A.Cieri-FAI , Ateneo Libertario, Archivio-Biblioteca Gianni  
"Come lavoratori dell’Unione Sindacale di Parma, insieme all’Ateneo Libertario, al Gruppo Anarchico A.Cieri-FAI e all’Archivio- Biblioteca Furlotti, abbiamo restituito alla città  uno spazio che da anni era chiuso e in stato di abbandono. Abbiamo dovuto occupare perché da anni per tempistiche burocratiche la trattativa col Comune per ottenere una sede per l’Unione Sindacale Italiana, che ci spetta come restituzione del patrimonio storico distrutto dal fascismo, non vedeva alcun spiraglio. Infatti, non tutti sanno che il famoso sciopero agrario del 1908, le Barricate Antifasciste, le dure lotte di inizio ’900 furono organizzate non dalla CGIL (che invece le osteggiò) ma dalla Camera del Lavoro di Parma, che aderì all’USI. E questa grande esperienza fu distrutta dal fascismo. Ci rendiamo disponibili, fin da ora, a proporre un progetto di autorecupero dello stabile abbandonato. Negli ultimi tempi, quindi, non solo la nostra attività  era di fatto ostacolata, ma tutto il nostro vasto materiale archivistico e librario (definito di “importante rilevanza storica”) stava rovinandosi ed era impedita la libera fruizione a tutti gli interessati. In questo spazio noi intendiamo continuare non solo l’attività  che da anni con buoni riscontri stiamo facendo, ma anche far partire con nuovo slancio altri progetti. Troveranno spazio: lo Sportello Sindacale di Lotta Autogestito; l’Archivio/biblioteca “Gianni Furlotti”; una sede locale dell’Associazione contro gli Abusi in Divisa; il progetto “Liberi Libri” con la presentazione mensile di testi di carattere sociale e culturale; un punto di distribuzione di stampa libertaria e tutto quanto l’Assemblea deciderà . Noi riteniamo che sia sempre più necessaria l’apertura di uno spazio libertario in città , nel quale diffondere cultura non omologata e poter sostenere quei lavoratori che ricercano un modo più diretto di autorganizzazione. Liberare spazi di autogestione è una necessità . Usi-Parma, Gruppo Anarchico A.Cieri-FAI , Ateneo Libertario, Archivio-Biblioteca Gianni  


===La Realidad [SGOMBERATO]===
===La Realidad [SGOMBERATO]===
Riga 460: Riga 460:


===CSA Spartaco===
===CSA Spartaco===
Dal sito: "Spartaco è un Centro Sociale Autogestito. E’ uno spazio fisico in cui si catalizzano le energie e i progetti di tante persone (anche molto diverse tra loro) che hanno deciso di scegliere una via alternativa per comunicare e agire  e per sperimentare una socializzazione nuova e diversa. Una socializzazione orizzontale, senza gerarchie, ma comunitaria, paritaria. Spartaco è un posto dove la logica “cliente-gestore” viene totalmente abolita, dove ogni singolo è responsabile del posto,e,insieme agli altri, contribuisce  a renderlo più ricco e più vivo. Non ci sono “gestori” appunto ma individualità  che vogliono partecipare, investire energie, mettersi in gioco in prima persona. Ognuno e’ chiamato a sentirsi parte attiva del centro, bevendo una birra il sabato sera ma anche prendendo in mano martello e trapano quando ci sono lavori da fare o nuove cose da costruire. Questa è l’autogestione. Avere la consapevolezza che non si ha bisogno di comprare,pagare,aspettare che qualcuno faccia al nostro posto,ma che se si vuole si può fare tutto in autonomia col minimo della spesa e del consumo. Tutti i laboratori e le strutture che sono all’interno dello Spartaco sono state autocostruite e interamente autoprodotte a cominciare dal palco in legno, alla rampa di skate, alla camera oscura, alla serigrafia. Ognuno mette a disposizione degli altri le proprie competenze e c’e’ un continuo scambio e un continuo operare per la crescita del centro. Non certo per guadagno, non per attirare clienti, non per propaganda di partito. Tutto il lavoro compiuto in questo anno è nato dalla voglia di condivisione, dal bisogno di uno spazio diverso e piu’ libero. In un mondo in cui ci si sente sempre più soli, dove vige la logica del “produci-consuma-crepa” , dove i media e lo stato controllano con le loro telecamere  ogni nostro movimento e dove il nuovo fascismo si chiama “sicurezza” lo Spartaco propone invece un diverso modo di vivere, adottando come fondamentali linee comuni l??antifascismo, l’autogestione, l’ateismo, il veganesimo. Tutte pratiche che vengono vissute nella quotidianità  e fanno di Spartaco un posto vivo, apartitico pur essendo politico, ricco di iniziative e autentico spazio sociale senza scopi di lucro o fini commerciali. Dove le idee non il denaro sono veicolo di scambio, dove la porta è sempre aperta, dove è bandita ogni forma di controllo sociale. Un posto senza capi ne segretari, in cui si decide insieme ed in completa autonomia. Dove oltre alla teoria le cose si mettono in pratica ,perché, se la teoria non diventa pratica, tutto è destinato a fallire."
Dal sito: "Spartaco è un Centro Sociale Autogestito. E’ uno spazio fisico in cui si catalizzano le energie e i progetti di tante persone (anche molto diverse tra loro) che hanno deciso di scegliere una via alternativa per comunicare e agire  e per sperimentare una socializzazione nuova e diversa. Una socializzazione orizzontale, senza gerarchie, ma comunitaria, paritaria. Spartaco è un posto dove la logica “cliente-gestore” viene totalmente abolita, dove ogni singolo è responsabile del posto,e,insieme agli altri, contribuisce  a renderlo più ricco e più vivo. Non ci sono “gestori” appunto ma individualità  che vogliono partecipare, investire energie, mettersi in gioco in prima persona. Ognuno e’ chiamato a sentirsi parte attiva del centro, bevendo una birra il sabato sera ma anche prendendo in mano martello e trapano quando ci sono lavori da fare o nuove cose da costruire. Questa è l’autogestione. Avere la consapevolezza che non si ha bisogno di comprare,pagare,aspettare che qualcuno faccia al nostro posto,ma che se si vuole si può fare tutto in autonomia col minimo della spesa e del consumo. Tutti i laboratori e le strutture che sono all’interno dello Spartaco sono state autocostruite e interamente autoprodotte a cominciare dal palco in legno, alla rampa di skate, alla camera oscura, alla serigrafia. Ognuno mette a disposizione degli altri le proprie competenze e c’e’ un continuo scambio e un continuo operare per la crescita del centro. Non certo per guadagno, non per attirare clienti, non per propaganda di partito. Tutto il lavoro compiuto in questo anno è nato dalla voglia di condivisione, dal bisogno di uno spazio diverso e piu’ libero. In un mondo in cui ci si sente sempre più soli, dove vige la logica del “produci-consuma-crepa” , dove i media e lo stato controllano con le loro telecamere  ogni nostro movimento e dove il nuovo fascismo si chiama “sicurezza” lo Spartaco propone invece un diverso modo di vivere, adottando come fondamentali linee comuni l??antifascismo, l’autogestione, l’ateismo, il veganesimo. Tutte pratiche che vengono vissute nella quotidianità  e fanno di Spartaco un posto vivo, apartitico pur essendo politico, ricco di iniziative e autentico spazio sociale senza scopi di lucro o fini commerciali. Dove le idee non il denaro sono veicolo di scambio, dove la porta è sempre aperta, dove è bandita ogni forma di controllo sociale. Un posto senza capi ne segretari, in cui si decide insieme ed in completa autonomia. Dove oltre alla teoria le cose si mettono in pratica ,perché, se la teoria non diventa pratica, tutto è destinato a fallire."


===Etna 3 (Cervia)===
===Etna 3 (Cervia)===
64 364

contributi