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== '''''«L'anarchico gentile»''''' di Rosita Boschetti ==
== '''''«Il diavolo al Pontelungo»''''' di Riccardo Bacchelli ==
[[File:Pascoli_Boschetti.jpg|miniatura|250px|left|Copertina de ''L'anarchico gentile'' di Rosita Boschetti.]]
[[File:Il_diavolo_al_Pontelungo.jpg|miniatura|250px|left|Copertina de ''Il diavolo al Pontelungo'' di Riccardo Bacchelli.]]


<big>Rosita Boschetti reinterpreta la versione biografica di [[Giovanni Pascoli]] - quella del "poeta della bontà" - imposta dalla sorella del poeta, Maria. L'impegno politico giovanile nel [[socialismo]] [[anarchia|anarchico]] trova nuova luce grazie alle sue ricerche, fondate su scrupolose indagini archivistiche unite a una vasta padronanza della bibliografia [[pascoliana]]. ''L'anarchico gentile'' ci guida nelle zone ancora in parte oscure della giovinezza del poeta romagnolo: dalla militanza nell'[[Internazionale anarchica]] (grazie alla fraterna amicizia con [[Andrea Costa]]), che gli valse tre mesi e mezzo di carcere, alla scrittura di opere contro quello stesso [[potere]] a cui nella maturità avrebbe reso omaggio con l'inno ''Al Re Umberto''. Infatti, all'incompiuto romanzo [[nichilista]] ''I dinamisti'', seguirono ''La morte del ricco'' (lirica in cui un facoltoso moribondo è assediato dai fantasmi dei poveri che ha vessato), ''Soffriamo!'' (inno anarchico fondato su ideali [[insurrezionalistici]]), nonché un manifesto sovversivo, dedicato ''Ad Umberto Re d'Italia nel giorno della sua nascita'', in cui si auspicava il regicidio.</big>
Questo romanzo storico di Riccardo Bacchelli, pubblicato nel [[1927]] e rielaborato numerose volte dall'autore fino a giungere all'edizione definitiva del [[1957]], narra con estrema ironia del fallito tentativo da parte di [[Michail Bakunin]] e [[Carlo Cafiero]] di realizzare un'[[Insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)|insurrezione anarchica a Bologna nel 1874]].
 
Il libro suscitò non soltanto la riprovazione di Luigi Bakunin, un nipote di Michail che inviò alla rivista ''Nosotros'' di Buenos Aires una lettera in difesa del nonno (poi [https://www.bibliotecaginobianco.it/flip/VOL/VOL18-1200/?#54 ripubblicata] su ''[[Volontà]]'' del dicembre [[1965]]), ma anche «una interessante e istruttiva polemica» - per citare [[Pier Carlo Masini]] - fra Bacchelli e [[Max Nettlau]] sulle colonne del ''Times Literary Supplement'' (si veda ''[https://centrostudilibertari.it/it/bakunin-centanni-dopo-old Bakunin cent'anni dopo. Atti del Convegno internazionale di studi bakuniniani]'', da pag. 58).
 
Bacchelli eliminò più d'un errore di fatto e di persona che [[Max Nettlau|Nettlau]] gli aveva contestato. [[Max Nettlau|Nettlau]] pubblicò anche un'ampia discussione della trama e della materia del romanzo: ''Bakunin, la Baronata y la insurrecion de Bolonia (1874) en un romanzo «storico»'' (in ''Suplemento Quincenal'' de ''La Protesta'' del [https://americalee.cedinci.org/wp-content/uploads/2016/12/LP1929_SuplQuin_313.pdf 30 settembre] e del [https://americalee.cedinci.org/wp-content/uploads/2016/12/LP1929_SuplQuin_314.pdf 14 ottobre] [[1929]].
 
Il romanzo cotituì nella narrativa ciò che ''L'anarchia: gli agitatori, le idee, i fatti'' di Ettore Zoccoli, non a caso citato dallo stesso Bacchelli, aveva costituito nella saggistica.
Potremmo dunque definire Bacchelli come [[Luigi Fabbri]] definì Zoccoli: [https://www.bibliotecaginobianco.it/flip/PEN/04/2200/?#4 «un avversario degli anarchici, profondamente avversario per temperamento e per mentalità, per educazione intellettuale e per convinzioni politiche»] (''[[Il Pensiero]]'', anno IV, n. 22, dicembre [[1906]]).
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