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== '''''«In segno di sfida»''''' di Giorgio Pratolongo ==
[[File:GP_Bonnot.jpg|miniatura|250px|left|Copertina di ''In segno di sfida'' di Giorgio Pratolongo.]]
«La felicità che mi era sempre stata negata, avevo il diritto di viverla»: avvolte nella leggenda, le parole di [[Jules Bonnot]] hanno attraversato un secolo di storia, facendosi manifesto di ribellione e rifiuto senza compromesso di qualunque ingiustizia commessa in ogni tempo, a ogni latitudine. Perché la [[Banda Bonnot]] non fu solamente il primo gruppo di espropriatori a utilizzare l'automobile per compiere le rapine ai danni di banche e ricchi possidenti. Le azioni della Banda, infatti, avvenivano sempre di giorno, alla luce del sole, per amplificare il loro reale scopo: spaventare i detentori dell'ordine costituito e irridere i suoi custodi, affinché fosse chiaro come nulla è immutabile, tantomeno ciò che di brutto regola da sempre il mondo che viviamo. Ma chi era veramente [[Jules Bonnot]]? E cosa pensavano, come vivevano e cosa fu a spingere lui e i suoi sodali, tutti figli di operai, osti e ciabattini, a rifiutare il proprio destino sociale per passare all'azione? Le matite di Giorgio Pratolongo cercano la risposta nei bassifondi di Parigi, insieme a gente come [[Raymond Callemin|Raymond "La Science" Callemin]], [[Octave Garnier]], [[Édouard Carouy]], [[André Soudy]], [[Eugène Dieudonné]], [[René Valet]], [[Étienne Monier]]... i ''bandits tragiques'' protagonisti della grande epopea della [[Banda Bonnot]]: una vicenda la cui sorte ha senz'altro beffato i giudici e la [[polizia]], restando libera per sempre.
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== '''''«Femminismo e anarchia»''''' di Emma Goldman ==
[[File:FeA2.jpeg|miniatura|250px|left|Copertina di ''Femminismo e Anarchia'' di [[Emma Goldman]].]]
<big>Donna e [[anarchica]], [[Emma Goldman]] rappresenta ancora oggi un'originale chiave di lettura della realtà contemporanea.
Trasferendo nella scrittura l'intelligenza e la passione che caratterizzarono il suo attivismo in [[Stati Uniti|America]], in [[Russia]] e nella [[Spagna]] repubblicana, "Emma la rossa" si presenta come una delle voci più rappresentative del [[movimento anarchico]] e [[femminista]].
Il suffragio femminile, il matrimonio, le gabbie morali del puritanesimo e il dramma della prostituzione sono alcuni degli argomenti affrontati dalla militante, che ha saputo fare delle sue idee una griglia d'interpretazione della condizione della donna.
Attraverso i suoi scritti si ripercorrono trent'anni di lotta contro l'oppressione di uno [[Stato]] che, complice della [[religione]], ha imbrigliato le potenzialità femminili nell'immagine della donna come madre e moglie asservita.</big>
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[[File:Pascoli_Boschetti.jpg|miniatura|250px|left|Copertina de ''L'anarchico gentile'' di Rosita Boschetti.]]
[[File:Pascoli_Boschetti.jpg|miniatura|250px|left|Copertina de ''L'anarchico gentile'' di Rosita Boschetti.]]


<big>Rosita Boschetti reinterpreta la versione biografica - quella del "poeta della bontà" - imposta dalla sorella del poeta, Maria. Temi come l'assassinio del padre Ruggero, il rapporto con le sorelle e più in genere con le donne, l'impegno politico giovanile nel [[socialismo]] [[anarchia|anarchico]] trovano nuova luce grazie alle sue ricerche, fondate su scrupolose indagini archivistiche unite a una vasta padronanza della bibliografia pascoliana. ''L'anarchico gentile'' ci guida nelle zone ancora in parte oscure della giovinezza di uno tra i più grandi poeti italiani, già noto in quegli anni nella cerchia studentesca come autore di versi perfetti, ma soprattutto militante dell'[[Internazionale anarchica]] accanto ad [[Andrea Costa]].</big>
<big>Rosita Boschetti reinterpreta la versione biografica di [[Giovanni Pascoli]] - quella del "poeta della bontà" - imposta dalla sorella del poeta, Maria. L'impegno politico giovanile nel [[socialismo]] [[anarchia|anarchico]] trova nuova luce grazie alle sue ricerche, fondate su scrupolose indagini archivistiche unite a una vasta padronanza della bibliografia [[pascoliana]]. ''L'anarchico gentile'' ci guida nelle zone ancora in parte oscure della giovinezza del poeta romagnolo: dalla militanza nell'[[Internazionale anarchica]] (grazie alla fraterna amicizia con [[Andrea Costa]]), che gli valse tre mesi e mezzo di carcere, alla scrittura di opere contro quello stesso [[potere]] a cui nella maturità avrebbe reso omaggio con l'inno ''Al Re Umberto''. Infatti, all'incompiuto romanzo [[nichilista]] ''I dinamisti'', seguirono ''La morte del ricco'' (lirica in cui un facoltoso moribondo è assediato dai fantasmi dei poveri che ha vessato), ''Soffriamo!'' (inno [[anarchia|anarchico]] fondato su ideali [[insurrezionalistici]]), nonché un manifesto sovversivo, dedicato ''Ad Umberto Re d'Italia nel giorno della sua nascita'', in cui si auspicava il regicidio.</big>
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