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== '''''«La | |||
[[File:File: | == '''''«In segno di sfida»''''' di Giorgio Pratolongo == | ||
''''' | [[File:GP_Bonnot.jpg|miniatura|250px|left|Copertina di ''In segno di sfida'' di Giorgio Pratolongo.]] | ||
«La felicità che mi era sempre stata negata, avevo il diritto di viverla»: avvolte nella leggenda, le parole di [[Jules Bonnot]] hanno attraversato un secolo di storia, facendosi manifesto di ribellione e rifiuto senza compromesso di qualunque ingiustizia commessa in ogni tempo, a ogni latitudine. Perché la [[Banda Bonnot]] non fu solamente il primo gruppo di espropriatori a utilizzare l'automobile per compiere le rapine ai danni di banche e ricchi possidenti. Le azioni della Banda, infatti, avvenivano sempre di giorno, alla luce del sole, per amplificare il loro reale scopo: spaventare i detentori dell'ordine costituito e irridere i suoi custodi, affinché fosse chiaro come nulla è immutabile, tantomeno ciò che di brutto regola da sempre il mondo che viviamo. Ma chi era veramente [[Jules Bonnot]]? E cosa pensavano, come vivevano e cosa fu a spingere lui e i suoi sodali, tutti figli di operai, osti e ciabattini, a rifiutare il proprio destino sociale per passare all'azione? Le matite di Giorgio Pratolongo cercano la risposta nei bassifondi di Parigi, insieme a gente come [[Raymond Callemin|Raymond "La Science" Callemin]], [[Octave Garnier]], [[Édouard Carouy]], [[André Soudy]], [[Eugène Dieudonné]], [[René Valet]], [[Étienne Monier]]... i ''bandits tragiques'' protagonisti della grande epopea della [[Banda Bonnot]]: una vicenda la cui sorte ha senz'altro beffato i giudici e la [[polizia]], restando libera per sempre. | |||
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== '''''«Femminismo e anarchia»''''' di Emma Goldman == | |||
[[File:FeA2.jpeg|miniatura|250px|left|Copertina di ''Femminismo e Anarchia'' di [[Emma Goldman]].]] | |||
<big>Donna e [[anarchica]], [[Emma Goldman]] rappresenta ancora oggi un'originale chiave di lettura della realtà contemporanea. | |||
Trasferendo nella scrittura l'intelligenza e la passione che caratterizzarono il suo attivismo in [[Stati Uniti|America]], in [[Russia]] e nella [[Spagna]] repubblicana, "Emma la rossa" si presenta come una delle voci più rappresentative del [[movimento anarchico]] e [[femminista]]. | |||
Il suffragio femminile, il matrimonio, le gabbie morali del puritanesimo e il dramma della prostituzione sono alcuni degli argomenti affrontati dalla militante, che ha saputo fare delle sue idee una griglia d'interpretazione della condizione della donna. | |||
Attraverso i suoi scritti si ripercorrono trent'anni di lotta contro l'oppressione di uno [[Stato]] che, complice della [[religione]], ha imbrigliato le potenzialità femminili nell'immagine della donna come madre e moglie asservita.</big> | |||
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== '''''«L'anarchico gentile»''''' di Rosita Boschetti == | |||
[[File:Pascoli_Boschetti.jpg|miniatura|250px|left|Copertina de ''L'anarchico gentile'' di Rosita Boschetti.]] | |||
<big>Rosita Boschetti reinterpreta la versione biografica di [[Giovanni Pascoli]] - quella del "poeta della bontà" - imposta dalla sorella del poeta, Maria. L'impegno politico giovanile nel [[socialismo]] [[anarchia|anarchico]] trova nuova luce grazie alle sue ricerche, fondate su scrupolose indagini archivistiche unite a una vasta padronanza della bibliografia [[pascoliana]]. ''L'anarchico gentile'' ci guida nelle zone ancora in parte oscure della giovinezza del poeta romagnolo: dalla militanza nell'[[Internazionale anarchica]] (grazie alla fraterna amicizia con [[Andrea Costa]]), che gli valse tre mesi e mezzo di carcere, alla scrittura di opere contro quello stesso [[potere]] a cui nella maturità avrebbe reso omaggio con l'inno ''Al Re Umberto''. Infatti, all'incompiuto romanzo [[nichilista]] ''I dinamisti'', seguirono ''La morte del ricco'' (lirica in cui un facoltoso moribondo è assediato dai fantasmi dei poveri che ha vessato), ''Soffriamo!'' (inno [[anarchia|anarchico]] fondato su ideali [[insurrezionalistici]]), nonché un manifesto sovversivo, dedicato ''Ad Umberto Re d'Italia nel giorno della sua nascita'', in cui si auspicava il regicidio.</big> | |||
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== '''''«JAMÁS TENDRÉ 20 AÑOS»''''' di Jaime Martín == | |||
[[File:Jamas.jpg|miniatura|250px|left|Copertina di ''JAMÁS TENDRÉ 20 AÑOS'' di Jaime Martín.]] | |||
<big>Libro a fumetti ambientato negli anni della [[Rivoluzione spagnola]] e del dopoguerra.<br /><br /> | |||
Isabel è una sarta, Jaime è un artigliere dell'esercito repubblicano. Si amano, litigano, sfuggono alla morte. | |||
Tuttavia, quando la Repubblica cade, Jaime e Isabel si trovano dalla parte dei perdenti e a volte è più difficile sopravvivere in pace che in guerra. | |||
Dopo aver creduto in un domani migliore, come è possibile rimanere in silenzio sotto una dittatura?<br /><br /> | |||
Jaime Martín ci racconta una storia vera sui suoi nonni. | |||
Una storia d'amore in cui coraggio e dignità competono con tenerezza e umorismo, gioia e rabbia. La storia di una famiglia il cui destino è intrinsecamente legato a quello del suo Paese.</big> | |||
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== '''''«Un fiore selvaggio»''''' di [[Renzo Novatore]] == | |||
[[File:Un fiore n.jpg|miniatura|250px|left|Copertina di ''Un fiore selvaggio'' di [[Renzo Novatore]] (''Autoproduzioni [[Cassa Anti-repressione Bruno Filippi]]'', [[2021]]), a cura di Alberto Ciampi. [https://liberliber.it/opere/download/?op=2346704&type=opera_url_pdf '''Leggi il testo'''] o [https://www.anarchistintheworld.net/libri.html '''acquista una copia'''] per sostenere l'antirepressione.]] | |||
La lettura di questi brani vuole essere un omaggio rivolto ad '''Abele Ricieri Ferrari''' ('''[[Renzo Novatore]]'''), poeta, filosofo, artista e militante [[anarchico]]. [[Renzo Novatore|Novatore]] è generalmente presentato come uno degli esponenti principali dell'[[individualismo anarchico]] italiano. Ma le sue concezioni non vanno confuse con quelle di nessun altro [[individualista]]: ''Sono [[individualista]] perché [[anarchico]] e non [[anarchico]] perché sono [[nichilista]]. Ma anche il [[nichilismo]] lo intendo a modo mio'' [...] ''Mi dico [[nichilista]] solo perché so che il [[nichilismo]] vuo dire negazione! Negazione di ogni [[società]], di ogni culto, di ogni regola e di ogni religione'' [...] ''Il mio è un pessimismo entusiasta e dionisiaco come le fiamme che incendiano la mia esuberanza vitale, che irride a qualsiasi prigione teoretica, scintifica e morale. E se mi dico [[anarchico individualista]], [[iconoclasta]] e [[nichilista]] è appunto perché credo che in questi aggettivi siavi l'espressione massima e completa della mia volitiva e scapigliata [[individualità]]'' [...] ''Io non rinnego la vita. La sublimo e la canto'' [...] ''L'umanità la diprezzo perché non è la mia umanità. Odio i tiranni e detesto gli schiavi.'' L'[[individualismo]] di [[Renzo Novatore|Novatore]] assume anche un tono [[Individualismo#Individualismo_aristocratico|aristocratico]]: ''L'[[anarchismo]] è un patrimonio etico e spirituale che è stato, è e sarà sempre di una piccola falange [[Individualismo#Individualismo_aristocratico|aristocratica]], e non delle folle e dei popoli. L'[[anarchismo]] è tesoro e proprietà esclusiva di quei pochi che sentono nelle loro più sotterranee profondità echeggiare il grido di un NO senza argomento!'' | |||
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== '''''«Anarchia come organizzazione»''''' di [[Colin Ward]] == | |||
[[File:A_organizzazione.jpg|miniatura|250px|left|[http://bibliotecaborghi.org/wp/wp-content/uploads/2016/02/Colin-Ward-Anarchia-come-organizzazione..pdf '''''Anarchia come organizzazione'''''] (''[[Eleuthera]]'', [[1996]]), un libro di [[Colin Ward]].]] | |||
'''[[Colin Ward]]''' (Wanstead, [[Regno Unito]], [[14 agosto]] [[1924]] - Ipswich, [[Regno Unito]], [[11 febbraio]] [[2010]]) è stato uno scrittore e un pensatore [[anarchico]] ed è considerato una delle figure più importanti ed influenti dell'[[anarchismo]] britannico e internazionale. | |||
<big>L'[[anarchismo]] non è la visione, basata su congetture, di una [[società]] futura, ma la descrizione di un modo umano di organizzarsi radicato nell'esperienza della vita quotidiana. | |||
Per molti l'[[anarchia]] è un improponibile modello [[sociale]] basato sulla disorganizzazione caotica. Per altri è invece un'[[utopia]] generosa ma impraticabile. Ribaltando entrambe le interpretazioni, [[Colin Ward]] la intende come un'efficace forma di organizzazione non [[gerarchica]], una vivente realtà [[sociale]] che è sempre esistita e tuttora esiste nelle pieghe della prevalente [[società]] del dominio. Utilizzando un'ampia varietà di fonti, l'autore articola in modo convincente la sua tesi volutamente paradossale con argomenti tratti dalla sociologia, dall'antropologia, dalla cibernetica, dalla psicologia industriale, ma anche da esperienze nel campo della pianificazione, del lavoro, del gioco...</big> | |||
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== '''''«Ammazzare il tempo»''''' di [[John Zerzan]] == | |||
[[File:AMMAZZAREILETEMPO.jpg|miniatura|250px|left|[http://www.ecn.org/contropotere/Ammazzare_il_tempo_Zerzan.zip '''''Ammazzare il tempo'''''] (''Nautilus'', [[1995]]), un libro di [[John Zerzan]].]] | |||
Il titolo originario di questo saggio è '''''[https://theanarchistlibrary.org/library/john-zerzan-time-and-its-discontents Time and its Discontents]'''''. | |||
Del tempo conosciamo la storia della sua misurazione, di ciò che significa in termini di trascorrere, di tempo nostro venduto ad altri, o sottratto da qualcuno. Ma di LUI nessuno sa nulla, nessuno è riuscito a definirlo. Se poi consideriamo la cosa dal punto di vista della fisica moderna, per essa il tempo letteralmente non trascorre, non vale la pena neanche parlarne: non esiste e basta. | |||
La sua misurazione sembra essersi perfezionata di pari passo alla capacità del [[Potere]] di estendere il proprio dominio, da quello [[religioso]] prima, a quello laico successivamente. | |||
All'inverso, più i mezzi per misurarlo si sono fatti sofisticati e maggiormente il tempo ha fatto sentire il suo pulsante trascorrere. Esiste un rapporto preciso tra tempo e società alienata. [[Zerzan]] ragiona su questo e descrive il Tempo nella filosofia, nella teologia, nell'[[economia]], nella fisica, nella teoria radicale e nel suo rapporto con l'alienazione individuale e collettiva a cui sono sottoposti. | |||
Capitoli: | |||
*''Il tempo e il mondo simbolico'' | |||
*''Tempo per pregare, tempo per lavorare'' | |||
*''Il tempo nella letteratura'' | |||
*''La psicologia del tempo'' | |||
*''Il tempo nella scienza'' | |||
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== '''''«Il buon senso della rivoluzione»''''' di [[Errico Malatesta]] == | |||
[[File:Buon_senso.jpg|miniatura|250px|left|'''''[https://www.eleuthera.it/files/materiali/Malatesta_Il_Buon_senso_della_rivoluzione.pdf Il buon senso della rivoluzione]''''', (''Eleuthera'', [[1999]]), un libro di [[Errico Malatesta]], a cura di [[Giampietro Berti]].]] | |||
L'antologia è composta di articoli e saggi scritti nell'ultimo periodo della vita di [[Errico Malatesta]], vale a dire gli anni che corrono dal [[1919]] al [[1932]]. Tale scelta è dettata dalla constatazione che si tratta del periodo della sua «maturità» politica e culturale. E ciò perché il grande anarchico italiano, per una serie di contingenze particolari (per esempio, l'uscita del quotidiano «[[Umanità Nova]]»), ha modo solo allora di precisare e approfondire le sue idee intorno ad una serie di questioni, precedentemente trattate in modo sporadico e occasionale. Specialmente con gli articoli e i saggi apparsi tra il [[1924]] e il [[1926]], pubblicati nella rivista «[[Pensiero e Volontà]]», [[Malatesta]] giunge al definitivo approfondimento della sua sessantennale riflessione teorica, frutto di un'esperienza politica, culturale ed esistenziale che nel movimento operaio e [[socialista]] non ha precedenti. | |||
La trattazione affronta i segguenti temi: | |||
*[[anarchismo]] e [[anarchia]] | |||
*scienza e ideologia | |||
*riformismo, [[gradualismo rivoluzionario|gradualismo]], [[rivoluzione]] | |||
*il problema etico e politico della [[violenza]] | |||
*la dittatura [[rivoluzionaria]] | |||
*[[sindacalismo]] e movimento operaio | |||
*[[comunismo]] e libera sperimentazione | |||
*la [[democrazia]] | |||
*l'analisi del [[fascismo]] | |||
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== '''''«Giuseppe Ciancabilla»''''' di [[Ugo Fedeli]] == | |||
[[File:Ufc.jpg|miniatura|250px|left|'''''Giuseppe Ciancabilla''''', (''Autoproduzioni [[Cassa Anti-repressione Bruno Filippi]]'', [[2022]]), un libro di [[Ugo Fedeli]] ([[1965]]). [https://www.anarchistintheworld.net/libri.html '''Acquista una copia'''] per sostenere l'antirepressione.]] | |||
Il viaggio [[libertario]] di [[Giuseppe Ciancabilla]] si compie in soli sette anni, sette anni a cavallo tra Ottocento e Novecento, un periodo breve ma intenso, in cui la sua energia intellettuale e la sua verve polemica consegnano all'[[anarchismo]] un uomo che ancora oggi si sottrae ad ogni aggettivo associabile alla parola "anarchico" («a noi basta qualificarci anarchici semplicemente»). [[Giuseppe Ciancabilla|Ciancabilla]] sfugge, infatti, a qualsiasi ferrea categorizzazione: non è un [[anarco-individualismo|individualista]], traduce [[Kropotkin]] ma non è un vero e proprio evoluzionista, manifesta [[solidarietà]] ai regicidi ma non è, per usare un termine a noi coevo, un "informale", soprattutto rifiuta l'appellativo di [[antiorganizzatore]] e lo fa con validi argomenti: oggetto della sua critica non è il concetto di organizzazione, bensì l'[[autoritarismo]] che può derivare dalla burocratizzazione organizzativa, a cui [[Giuseppe Ciancabilla|Ciancabilla]] preferisce l'[[spontaneismo|aggregazione spontanea]]. | |||
Nella biografia qui presentata, uno degli ultimi lavori di [[Ugo Fedeli]], l'autore riconosce al giornalista nato a Roma nel [[1872]] «il merito di essere stato uno fra i primi a tentare d'innestare l'uno sull'altro [...] i due modi di vedere e di comprendere l'[[anarchismo]] negli [[Stati Uniti]]: [...] la tendenza americana e quella latino-italiana; [[anarco-individualismo|individualista]] la prima, [[socialista]] [[libertaria]] l'altra». Anche lo storico [[Pier Carlo Masini]] ha reso a [[Giuseppe Ciancabilla|Ciancabilla]] il merito di essere stato il primo a dare all'[[individualismo anarchico]] italiano un'elaborazone teorica tale da non renderlo corpo estraneo rispetto al movimento operaio e all'[[anarchismo]]. Tuttavia, la biografia di [[Ugo Fedeli|Fedeli]], pubblicata nel [[1965]] e qui tornata alle stampe, è all'oggi l'unica biografia su [[Giuseppe Ciancabilla|Ciancabilla]], un anarchico che, a fronte del contributo teorico e pratico portato all'Ideale, avrebbe meritato di non finire nel dimenticatoio, né di essere "riesumato" strumentalmente. È per queste ragioni che è parsa necessaria questa nuova edizione. | |||
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== '''''«Il verso libero»''''' di [[Gian Pietro Lucini]] == | |||
[[File:Verso libero.jpg|miniatura|250px|left|'''''Il verso libero''''', (Interlinea, [[2018]]), un libro di [[Gian Pietro Lucini]] ([[1908]]).]] | |||
[[Gian Pietro Lucini]] (Milano [[1867]] - Breglia [[1914]]) è considerato una delle figure chiave nella cultura letteraria italiana a cavallo tra Ottocento e Novecento. Fu autore di raccolte poetiche (come ''Revolverate'', ''La solita canzone del Melibeo''), di un romanzo (''Gian Pietro da Core''), di prose erudite (''Le Nottole e i vasi'', ''La piccola Kelidonio''), di saggi critici e scritti polemici (''Giosuè Carducci'', ''Antidannunziana'', ''L'ora topica di Carlo Dossi'', ''Filosofi ultimi'', ''Antimilitarismo''). | |||
<big>«Per me '''''Il Verso Libero''''' è un capolavoro, il capolavoro di una coltura eroica e di una eroica sincerità». | |||
È già in queste parole di Innocenzo Cappa la natura del maggior saggio di [[Gian Pietro Lucini|Lucini]]: autentico ''monstrum'' della prosa primonovecentesca, opera capitale, nella sua singolare scrittura, riscattata da improvvisi lampi e punte di straordinaria incisività, dove pare dare il meglio di sé l'impeto polemico, l'acume satirico e la perenne inquietudine dello scrittore lariano. | |||
Espressione di una ricchissima cultura e frutto dell'ambizione egotistica ad una critica totalizzante, di matrice anarchica e "fenomenalista", questa fondamentale e rara opera è certamente un imprescindibile punto di riferimento non solo per penetrare nel pensiero e nella poetica luciniani, ma anche per conoscere i fermenti e le ambiguità culturali che accompagnarono l'alba della modernità nel nostro Paese.</big> | |||
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== '''''«L'uomo in rivolta»''''' di [[Albert Camus]] == | |||
[[File:HR.jpg|miniatura|250px|left|[https://pinobertelli.it/wp-content/uploads/2016/09/Alebert-Camus-Luomo-in-rivolta.pdf '''''L'uomo in rivolta''''' (''L'Homme révolté'')], un libro di [[Albert Camus]] ([[1951]]).]] | |||
'''''L'uomo in rivolta''''' è un saggio di [[Albert Camus]] che riflette sulla differenza fra [[rivolta]] e [[rivoluzione]]. [[Camus]] approda a un concetto di [[rivolta]] che dall'[[Individuo|individuo]] va verso la collettività. La [[rivolta]] dà una nuova interpretazione all'essere umano: «'''mi rivolto, dunque siamo'''». Ma se si ammette una realtà e un pensiero senza mediazioni, si tradisce la realtà in nome della dismisura assolutistica e totalitaristica (declinata come [[rivoluzione]] e [[nichilismo]]). La realtà, invece, è multiforme e dotata di mille sfumature, che non si possono semplificare e banalizzare in visioni assolute. Al contrario, il "'''pensiero meridiano'''" (''la pensée de midi'') a cui giunge l'intellettuale francese si fonda sul concetto di '''misura''' greco (l'armonia, la proporzione e il limite erano infatti alla base dell'estetica e dell'etica greche e la giustizia, nel pensiero arcaico, era legata all'idea di equilibrio e '''''μέτρον''''' [''mètron'']): in questo pensiero si coniugano, equilibrandosi, la ragione e il sapere visionario dell'immaginazione creativa. È proprio la coscienza di vivere all'interno del limite ciò che, secondo [[Camus]], abbiamo smarrito e che dovremmo ritrovare («la rivolta è essa stessa misura»): ideali come la [[giustizia]] e la [[libertà]] sono realizzabili a condizione di perdere il loro carattere assoluto, trovando un limite nel confronto dell'una con l'altra. Libero da pregiudizi e ideologie, [[Camus]] intende la [[libertà]] politica come legata alla [[rivolta]] contro ogni forma di conformismo e alla necessità di spirito critico nei confronti di ogni sistema politico. Qualsiasi attività umana, anche una politica che abbia di mira l'[[eguaglianza]] sociale, non può risolversi totalmente in prassi, ma deve essere sempre accompagnata dalla riflessione e dalla contemplazione. Solo recuperando il momento della riflessione l'uomo può perdere l'aspirazione al [[potere]] assoluto, riconciliandosi con il mondo circostante e riconquistando la dignità nella sua interezza. | |||
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== '''''«La rivoluzione anarchica in Ucraina»''''' di [[Pëtr Aršinov]] == | == '''''«La rivoluzione anarchica in Ucraina»''''' di [[Pëtr Aršinov]] == | ||
[[File:Mach5.jpg|thumb|250px|left|'''''La rivoluzione anarchica in Ucraina''''', un libro di [[Pëtr Aršinov]].]]<big>La [[Ucraina libertaria|rivoluzione anarchica in Ucraina]] raccontata da uno dei suoi protagonisti. | [[File:Mach5.jpg|thumb|250px|left|'''''La rivoluzione anarchica in Ucraina''''' (Pgreco, [[2014]]), un libro di [[Pëtr Aršinov]].]]<big>La [[Ucraina libertaria|rivoluzione anarchica in Ucraina]] raccontata da uno dei suoi protagonisti. | ||
In questo libro s'incontrano i volti più famosi di questo capitolo di storia spesso trascurato, quello del carismatico '''[[Nestor Machno]]''', cui l'autore fu molto vicino. | In questo libro s'incontrano i volti più famosi di questo capitolo di storia spesso trascurato, quello del carismatico '''[[Nestor Machno]]''', cui l'autore fu molto vicino. | ||
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== '''''«La Fine dell'Anarchismo?»''''' di [[Luigi Galleani]] == | == '''''«La Fine dell'Anarchismo?»''''' di [[Luigi Galleani]] == | ||
[[File:Galleani_fine.jpg|miniatura|250px|left|'''''[http://www.centrostudifsmerlino.org/wp-content/uploads/2018/06/Luigi-Galleani-La-fine-dellanarchismo.pdf La Fine dell'Anarchismo?]''''', un libro di [[Luigi Galleani]] particolarmente apprezzato da [[Errico Malatesta]]. Il saggio, del [[1925]], è frutto di una raccolta di articoli che [[Luigi Galleani|Galleani]] redasse in seguito all'intervista, intitolata ''La Fine dell'Anarchismo'', che [[Francesco Saverio Merlino|Merlino]] rilasciò a ''La Stampa'' di Torino nel [[1907]].]] | [[File:Galleani_fine.jpg|miniatura|250px|left|'''''[http://www.centrostudifsmerlino.org/wp-content/uploads/2018/06/Luigi-Galleani-La-fine-dellanarchismo.pdf La Fine dell'Anarchismo?]''''', un libro di [[Luigi Galleani]] particolarmente apprezzato da [[Errico Malatesta]]. Il saggio, del [[1925]], è frutto di una raccolta di articoli che [[Luigi Galleani|Galleani]] redasse in seguito all'intervista, intitolata ''La Fine dell'Anarchismo'', che [[Francesco Saverio Merlino|Merlino]] rilasciò a ''La Stampa'' di Torino nel [[1907]].]] | ||
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== '''''«Durruti e la Rivoluzione spagnola»''''' di [[Abel Paz]] == | == '''''«Durruti e la Rivoluzione spagnola»''''' di [[Abel Paz]] == | ||
[[File:Paz_Durruti.jpg|miniatura|250px|left|'''''Durruti e la Rivoluzione spagnola''''' di [[Abel Paz]], BFS - Zero in Condotta - La Fiaccola, [[2010]].<br>[https://www.anarchistintheworld.net/libri.html '''Acquista una copia'''] per sostenere l'antirepressione.]] | [[File:Paz_Durruti.jpg|miniatura|250px|left|'''''Durruti e la Rivoluzione spagnola''''' di [[Abel Paz]], [[BFS]] - [[Zero in Condotta]] - La Fiaccola, [[2010]].<br>[https://www.anarchistintheworld.net/libri.html '''Acquista una copia'''] per sostenere l'antirepressione.]] | ||
L'opera più importante di [[Abel Paz]] è senza dubbio il '''''Durruti en la Revolución española''''', frutto di un decennio di ricerche e di testimonianze orali di decine di militanti: un punto di riferimento imprescindibile per conoscere la storia e il punto di vista dell'[[anarchismo]] iberico. Di [[Buenaventura Durruti]] gli aspetti che più colpirono i suoi contemporanei furono l'onestà, la generosità, la disponibilità a sacrificare tutto in nome dell'ideale. Il suo ideale [[anarchico]] era abbastanza semplice e il suo carattere iperattivo lo portò più d'una volta a lanciarsi in insurrezioni che furono quasi sul punto di far scomparire la [[Confederación_Nacional_del_Trabajo|CNT]]. Non c'è da stupirsi che, al fatidico congresso di Saragozza, il [[anarcosindacalismo|sindacato libertario]] fosse giunto decimato nelle sue file e profondamente diviso: le varie fazioni del [[Storia_del_movimento_anarchico_in_Spagna|movimento libertario]], fino ad allora in guerra aperta fra di loro, si sarebbero però riconciliate proprio in quel congresso. [[Diego Camacho]] spiega la figura di [[Durruti]] dal un punto di vista dei suoi ideali e della sua concezione [[rivoluzionaria]] e strategica. La [[La Rivoluzione spagnola (1936-39)|Guerra civile]] fu scatenata dai militari con la volontà di fermare una [[rivoluzione]] in atto, e tale intervento favorì in realtà la più profonda [[rivoluzione]] sociale che l'Europa abbia mai conosciuto. Nel [[Durruti]] di [[Abel Paz]] si narra la lotta di emancipazione del popolo spagnolo, si possono seguire gli argomenti e la strategia del settore più [[rivoluzionario]] ed appassionato dell'[[anarchismo]] iberico. Nella [[La Rivoluzione spagnola (1936-39)|Guerra civile]] l'[[anarcosindacalismo]] lottò per qualcosa di sconosciuto in Europa: «l'aspirazione a un mondo umano, senza sfruttati né sfruttatori, fondato sull'apoliticismo e sulla fraternità mutualista». | L'opera più importante di [[Abel Paz]] è senza dubbio il '''''Durruti en la Revolución española''''', frutto di un decennio di ricerche e di testimonianze orali di decine di militanti: un punto di riferimento imprescindibile per conoscere la storia e il punto di vista dell'[[anarchismo]] iberico. Di [[Buenaventura Durruti]] gli aspetti che più colpirono i suoi contemporanei furono l'onestà, la generosità, la disponibilità a sacrificare tutto in nome dell'ideale. Il suo ideale [[anarchico]] era abbastanza semplice e il suo carattere iperattivo lo portò più d'una volta a lanciarsi in insurrezioni che furono quasi sul punto di far scomparire la [[Confederación_Nacional_del_Trabajo|CNT]]. Non c'è da stupirsi che, al fatidico congresso di Saragozza, il [[anarcosindacalismo|sindacato libertario]] fosse giunto decimato nelle sue file e profondamente diviso: le varie fazioni del [[Storia_del_movimento_anarchico_in_Spagna|movimento libertario]], fino ad allora in guerra aperta fra di loro, si sarebbero però riconciliate proprio in quel congresso. [[Diego Camacho]] spiega la figura di [[Durruti]] dal un punto di vista dei suoi ideali e della sua concezione [[rivoluzionaria]] e strategica. La [[La Rivoluzione spagnola (1936-39)|Guerra civile]] fu scatenata dai militari con la volontà di fermare una [[rivoluzione]] in atto, e tale intervento favorì in realtà la più profonda [[rivoluzione]] sociale che l'Europa abbia mai conosciuto. Nel [[Durruti]] di [[Abel Paz]] si narra la lotta di emancipazione del popolo spagnolo, si possono seguire gli argomenti e la strategia del settore più [[rivoluzionario]] ed appassionato dell'[[anarchismo]] iberico. Nella [[La Rivoluzione spagnola (1936-39)|Guerra civile]] l'[[anarcosindacalismo]] lottò per qualcosa di sconosciuto in Europa: «l'aspirazione a un mondo umano, senza sfruttati né sfruttatori, fondato sull'apoliticismo e sulla fraternità mutualista». | ||
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