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| {{Biblioteca/Titolo 2|nome=<big><span style="color:#C11B17">''Che cos'è l'anarchia? ''</span></big><br>di [[Gilbert Ledon]]|autore=Gilbert Ledon|altro=}} | | {{Biblioteca/Titolo 2|nome=<big><span style="color:#C11B17">''Patria e umanità''</span></big><br>di [[Élisée Reclus]]|autore=Élisée Reclus|altro=}} |
| | [[File:Reclus.jpg|miniatura|230px|[[Élisée Reclus]] in un ritratto di [[Clifford Harper]].]] |
| | La questione se il patriottismo sia incompatibile con l'amore dell'umanità, non può essere trattato senza un'adeguata premessa. Che cosa è "il patriottismo" nella sua accezione veramente popolare, implicitamente inteso nel senso etimologico? È l'amore esclusivo alla [[patria]], sentimento che si completa con un corrispondente odio verso le patrie straniere. E cos'è la [[patria]]? Un territorio grande o piccolo, chiaramente delimitato da frontiere di origine diversa, barriere naturali, artificiali o semplici linee tracciate dalla volontà di qualcuno, prima sulla carta e poi traslate sul terreno. |
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| Proemio del libro ''La Evangelio de la Horo'' (di [[Paul Berthelot]]) firmato dall'esperantista [[Gilbert Ledon]].
| | Partendo da queste definizioni che certamente corrispondono all'idea generale delle masse, come d'altronde definito dalle diplomazie, dai regimi militari e dal sistema fiscale, si deve riconoscere che la [[patria]] e il suo derivato, il patriottismo, sono una deplorevole sopravvivenza, il prodotto di un egoismo aggressivo che può solo portare alla rovina delle migliori opere umane e allo sterminio degli uomini. |
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| <small>Etimologicamente AN-ARCHIA significa "senza governo"... o per i veri anarchici: autogoverno. Poiché gli uomini non sanno governare sé stessi, e assolutamente hanno bisogno di essere governati da dei, sovrani, governi ecc. in stati con leggi, il significato originario è presto passato all'idea opposta. Adesso la parola anarchia è usata dalle persone di mentalità ristretta per esprimere disordine, per indicare una situazione caotica nella società. In realtà, ciò che porta il caos nella nostra società è proprio il governo, con, tra le altre istituzioni create dagli uomini, lo stato, il leviatano caro a Thomas Hobbes, il cui simbolo illustra la copertina di questo libro. Inoltre, la definizione, così come i sistemi di applicazione reale del mostro-stato, sono semplicemente una terribile aberrazione sociale: "Forma politica di una società organizzata in un territorio delimitato, il cui governo ha potere dominante, legislativo, giurisdizionale e amministrativo, sulla popolazione locale", e ancora: "Insieme delle forze coercitive e punitive e degli organi sociali, che garantiscono alla classe economicamente dominante il dominio sugli altri"... e per più del 90% delle persone questo mostro evita il disordine, l'anarchia! Incredibile, ma vero.
| | Ma il popolo è sincero e dietro la parola "[[patria]]" ha inteso mille cose dolci e belle che non implicano in maniera alcuna la divisione della terra in parcelle nemiche. Il dolce profumo della terra natale, le figure sorridenti dei vecchi che ci hanno amato, i cari ricordi di [[scuola]] e gli studi con bravi colleghi, le azioni intraprese in comune durante la gioventù e soprattutto la favola che risuonò prima nel nostro orecchio, e in cui abbiamo udito le parole che hanno condizionato la nostra vita. Tutto questo è patrimonio naturale di ogni uomo in qualsiasi parte del mondo in cui si trovi la sua origine, tutto questo è anteriore all'idea di una [[patria]] limitata, ed è puro sofismo collegare questi sentimenti con l'esistenza di un effimero reticolato che affetta la rotondità del nostro pianeta. |
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| Sappiamo che l'uomo non ha qualità particolarmente "buone". Possiede almeno sette gravissimi difetti: è avido, ingordo, gaudente, inoperoso, bugiardo, orgoglioso, avaro ecc. quindi, dicono tutti, deve esistere un freno a queste mancanze per evitare il disordine! Ma le leggi e gli altri provvedimenti della società ammortizzano davvero quei difetti? Evidentemente no. Nello stato appaiono soltanto la corruzione, lo sfruttamento, la disuguaglianza, il favoritismo, le sinecure e tutte le forme di oppressione dell'individuo secondo la definizione dello stato. L'istituzione, lo stato, è diventata una schiavitù assoluta, dove il povero uomo è diventato uno strumento fatto persona. Nel pensiero anarchico l'uomo è consapevole di questo, per questo motivo l'anarchico condanna lo stato e le istituzioni schiaviste ad esso assimilabili.
| | C'è al contrario totale antagonismo tra i primi sentimenti che ci legano alla terra e alla società umana, e tutti gli ostacoli che impediscono la libera formazione dei gruppi umani, che intendono limitare quello che per la natura delle cose non è limitabile, come l'empatia tra gli uomini, il loro spirito di mutua benevolenza e di [[solidarietà]]. |
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| Per il proprio egoismo anche il prossimo percepisce l'oppressione dello stato... e reagisce chiedendo "i propri diritti"... perché soltanto lo stato e i suoi sistemi annientano i diritti. Evidentemente, coloro che chiedono i propri diritti umani, mai hanno pensato al compimento dei loro doveri umani – a causa dei difetti citati. In realtà, l'uomo si è lasciato coinvolgere in un altro grave mito: la collettività. In questo mito l'uomo pensa che l'iniziativa collettiva, che peraltro non esiste affatto, sia in grado di risolvere i problemi dell'individuo. E, nel mito, i sistemi hanno indotto nell'individuo la falsa ideologia secondo la quale il collettivo è più importante dell'individuo. Qui le persone semplicemente dimenticano che il collettivo è costituito da individui. Nell'anarchia, le persone consapevoli reagiscono a quel mito che è la collettività.
| | Storicamente, la [[patria]] fu sempre cattiva e funesta. Fu sempre un dominio, rivendicato come proprietà esclusiva da un padrone assoluto o da un gruppo di padroni organizzati gerarchicamente, o, come ai giorni nostri, da un gruppo di classi dirigenti e privilegiate. Sempre, per quanto guardiamo al passato, troviamo che i pacifici cittadini hanno dovuto, in nome di una [[patria]] dalle frontiere sempre diverse, lavorare, pagare e combattere, sempre oppressi dai parassiti, re, signori, guerrieri, giudici, diplomatici e milionari. E furono questi parassiti in lotta con altre bande a segnare le barriere di separazione tra popoli vicini, fratelli grazie agli interessi comuni. Per difendere o espandere queste assurde delimitazioni si sono susseguite guerre alle guerre: era chiaro che i segnali di confine dovessero essere installati tra i cadaveri, come un tempo lo erano le porte delle città. |
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| Negli ultimi decenni, sotto il governo statale l'umanità ha vissuto in due grandi sistemi separati, che non hanno affatto portato l'armonia umana desiderata da alcuni. Si tratta del capitalismo e del comunismo. Il capitalismo mirava a conservare l'iniziativa individuale, ma nella speculazione ha dimenticato che il denaro è solo un mezzo di scambio e ha trasformato il capitale in una merce negoziabile, così che è subentrato un terribile sfruttamento al posto dello stato di servitù feudale. Nell'anarchia, ogni uomo deve possedere il proprio capitale di lavoro. Nel comunismo, che peraltro non è altro che capitalismo di stato, tutto appartiene alla collettività, allo stato... Il fallimento, tuttavia, dimostrato negli ultimi anni, era inevitabile, perché i concetti di responsabilità, di dovere dell'individuo non esistono. Anche questo è stato compreso dagli anarchici e hanno avvertito i marxisti di questo fatto prima che il sistema comunista si instaurasse. Ovviamente ciò è avvenuto dopo Berthelot, e per questo l'alternativa anarchica più attuale è l'unica che resta per raggiungere l'armonia relativa desiderabile nella nostra società.
| | Al giorno d'oggi, le frontiere sono più funeste che mai, anche se sono più spesso attraversate, perché protette con maggior metodo, più scientificamente che nel passato da fortificazioni, stazioni doganali e guardie mobili. Se il commercio pretende di svilupparsi sotto l'impulso di bisogni vitali, si verifica solo dopo lunghe discussioni tra gli stati e la costruzione di grandi opere militari. La zona di divisione è suddivisa per tutta la sua lunghezza; e con incessanti intrighi, con l'aiuto di veri crimini, nascono odi tremendi su entrambi i lati della fittizia frontiera, tracciata lungo un torrente, nei boschi e nei prati. |
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| In sintesi, l'anarchia non è un sistema, non è una politica, non è una dottrina con un partito. Nell'anarchia non ci sono tesi rigide, non ci sono dogmi. L'anarchia è semplicemente, per la specie umana, l'applicazione intelligente e razionale della legge naturale, proprio come le altre specie viventi vivono istintivamente nella natura. Sì, senza dubbio l'anarchia è la sopravvivenza, sotto il dominio della legge della giungla, del "più forte", come spiegato da Darwin. Ciò accade perché la legge umana non è mai riuscita a funzionare di fronte alla legge naturale, la prova è che, ogni giorno, tutti gli stati del mondo emanano decine, centinaia di leggi! Inutilmente. Tuttavia, per quanto riguarda l'uomo, esiste il privilegio che è la ragione, che può davvero mitigare la dura legge naturale e le conseguenze dei citati difetti umani. L'uomo, compiendo il proprio dovere umano, può essere solidale... il che non ha nulla a che fare con l'elemosina, con la carità e altri atteggiamenti ipocriti della legge umana. L'anarchia è un obiettivo per raggiungere l'autonomia, l'autosufficienza, la piena indipendenza per ciascun individuo e per tutti gli individui nel vivere quotidiano. Forse queste parole sembrano moralmente crudeli, purtroppo la storia umana ha dimostrato che non c'è altra soluzione. È tutto ciò che Berthelot molto semplicemente e al di là dell'utopia e della fantasia ci mostra ne "La Evangelio de la Horo".</small>
| | Ora dobbiamo affermare questo fatto scandaloso, cioè che nel secolo delle locomotive e dei motocicli di tutte le specie non ci sia una sola linea ferroviaria tra Francia e Spagna e nemmeno una strada carreggiabile che attraversi i Pirenei. Nonostante la geografia, non si vuole che due nazioni siano vicine, non si vuole che, cessando di essere patrie diverse, diventino uno stesso paese della stessa famiglia unita. |
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| | Il vasto mondo appartiene a noi e noi apparteniamo al mondo. Abbasso tutti i confini, i simboli di dominio e di odio. Corriamo infine ad abbracciare tutti gli uomini e chiamiamoci fratelli. |
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