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{{Biblioteca/Titolo 2|nome=<big>'' | {{Biblioteca/Titolo 2|nome=<big><span style="color:#C11B17">''Patria e umanità''</span></big><br>di [[Élisée Reclus]]|autore=Élisée Reclus|altro=}} | ||
[[File: | [[File:Reclus.jpg|miniatura|230px|[[Élisée Reclus]] in un ritratto di [[Clifford Harper]].]] | ||
La questione se il patriottismo sia incompatibile con l'amore dell'umanità, non può essere trattato senza un'adeguata premessa. Che cosa è "il patriottismo" nella sua accezione veramente popolare, implicitamente inteso nel senso etimologico? È l'amore esclusivo alla [[patria]], sentimento che si completa con un corrispondente odio verso le patrie straniere. E cos'è la [[patria]]? Un territorio grande o piccolo, chiaramente delimitato da frontiere di origine diversa, barriere naturali, artificiali o semplici linee tracciate dalla volontà di qualcuno, prima sulla carta e poi traslate sul terreno. | |||
Partendo da queste definizioni che certamente corrispondono all'idea generale delle masse, come d'altronde definito dalle diplomazie, dai regimi militari e dal sistema fiscale, si deve riconoscere che la [[patria]] e il suo derivato, il patriottismo, sono una deplorevole sopravvivenza, il prodotto di un egoismo aggressivo che può solo portare alla rovina delle migliori opere umane e allo sterminio degli uomini. | |||
Ma il popolo è sincero e dietro la parola "[[patria]]" ha inteso mille cose dolci e belle che non implicano in maniera alcuna la divisione della terra in parcelle nemiche. Il dolce profumo della terra natale, le figure sorridenti dei vecchi che ci hanno amato, i cari ricordi di [[scuola]] e gli studi con bravi colleghi, le azioni intraprese in comune durante la gioventù e soprattutto la favola che risuonò prima nel nostro orecchio, e in cui abbiamo udito le parole che hanno condizionato la nostra vita. Tutto questo è patrimonio naturale di ogni uomo in qualsiasi parte del mondo in cui si trovi la sua origine, tutto questo è anteriore all'idea di una [[patria]] limitata, ed è puro sofismo collegare questi sentimenti con l'esistenza di un effimero reticolato che affetta la rotondità del nostro pianeta. | |||
C'è al contrario totale antagonismo tra i primi sentimenti che ci legano alla terra e alla società umana, e tutti gli ostacoli che impediscono la libera formazione dei gruppi umani, che intendono limitare quello che per la natura delle cose non è limitabile, come l'empatia tra gli uomini, il loro spirito di mutua benevolenza e di [[solidarietà]]. | |||
Storicamente, la [[patria]] fu sempre cattiva e funesta. Fu sempre un dominio, rivendicato come proprietà esclusiva da un padrone assoluto o da un gruppo di padroni organizzati gerarchicamente, o, come ai giorni nostri, da un gruppo di classi dirigenti e privilegiate. Sempre, per quanto guardiamo al passato, troviamo che i pacifici cittadini hanno dovuto, in nome di una [[patria]] dalle frontiere sempre diverse, lavorare, pagare e combattere, sempre oppressi dai parassiti, re, signori, guerrieri, giudici, diplomatici e milionari. E furono questi parassiti in lotta con altre bande a segnare le barriere di separazione tra popoli vicini, fratelli grazie agli interessi comuni. Per difendere o espandere queste assurde delimitazioni si sono susseguite guerre alle guerre: era chiaro che i segnali di confine dovessero essere installati tra i cadaveri, come un tempo lo erano le porte delle città. | |||
''' | Al giorno d'oggi, le frontiere sono più funeste che mai, anche se sono più spesso attraversate, perché protette con maggior metodo, più scientificamente che nel passato da fortificazioni, stazioni doganali e guardie mobili. Se il commercio pretende di svilupparsi sotto l'impulso di bisogni vitali, si verifica solo dopo lunghe discussioni tra gli stati e la costruzione di grandi opere militari. La zona di divisione è suddivisa per tutta la sua lunghezza; e con incessanti intrighi, con l'aiuto di veri crimini, nascono odi tremendi su entrambi i lati della fittizia frontiera, tracciata lungo un torrente, nei boschi e nei prati. | ||
Ora dobbiamo affermare questo fatto scandaloso, cioè che nel secolo delle locomotive e dei motocicli di tutte le specie non ci sia una sola linea ferroviaria tra Francia e Spagna e nemmeno una strada carreggiabile che attraversi i Pirenei. Nonostante la geografia, non si vuole che due nazioni siano vicine, non si vuole che, cessando di essere patrie diverse, diventino uno stesso paese della stessa famiglia unita. | |||
Il vasto mondo appartiene a noi e noi apparteniamo al mondo. Abbasso tutti i confini, i simboli di dominio e di odio. Corriamo infine ad abbracciare tutti gli uomini e chiamiamoci fratelli. | |||
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