Franco Serantini: differenze tra le versioni

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Nonostante le condizioni fisiche in cui è stato ridotto dal pestaggio (aveva evidenti ecchimosi in tutto il corpo), viene trattenuto nel [[carcere]] Don Bosco ed interrogato dal magistrato Giovanni Sellaroli, al quale rivendica la propria appartenenza al [[movimento anarchico]]:
Nonostante le condizioni fisiche in cui è stato ridotto dal pestaggio (aveva evidenti ecchimosi in tutto il corpo), viene trattenuto nel [[carcere]] Don Bosco ed interrogato dal magistrato Giovanni Sellaroli, al quale rivendica la propria appartenenza al [[movimento anarchico]]:
: «Ho partecipato alla manifestazione del 5 maggio, sono un anarchico e un antifascista militante, è forse un delitto?» (''[https://archive.is/uMB0f Ammazzato due volte]'' di Laura Landi)
: «Ho partecipato alla manifestazione del 5 maggio, sono un anarchico e un antifascista militante, è forse un delitto?» (''[https://archive.is/V0TUu Ammazzato due volte]'' di Laura Landi)


Completamente abbandonato al suo destino, ritorna nella sua cella nella completa indifferenza di tutt. Di lì a poche ore la morte lo raggiungerà: '''alle 9.45 del [[7 maggio]] Franco Serantini muore'''. Il certificato medico del dottor Alberto Mammoli parla genericamente di «emorragia cerebrale». Nel tentativo di nascondere ogni prova dell'omicidio, il pomeriggio dello stesso giorno le [[autorità]] carcerarie cercano di ottenere dal comune l'autorizzazione al seppellimento del ragazzo. L'obiettivo è quello di occultare cadavere e prove connesse, ma il tentativo viene respinto da un funzionario dell'ufficio del Comune che riteneva illegale la procedura subdolamente portata avanti.
Completamente abbandonato al suo destino, ritorna nella sua cella nella completa indifferenza di tutt. Di lì a poche ore la morte lo raggiungerà: '''alle 9.45 del [[7 maggio]] Franco Serantini muore'''. Il certificato medico del dottor Alberto Mammoli parla genericamente di «emorragia cerebrale». Nel tentativo di nascondere ogni prova dell'omicidio, il pomeriggio dello stesso giorno le [[autorità]] carcerarie cercano di ottenere dal comune l'autorizzazione al seppellimento del ragazzo. L'obiettivo è quello di occultare cadavere e prove connesse, ma il tentativo viene respinto da un funzionario dell'ufficio del Comune che riteneva illegale la procedura subdolamente portata avanti.
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Nel novembre [[1972]] il medico del [[carcere]] Alberto Mammoli ricevette comunque un avviso di procedimento per omicidio colposo, mentre il giudice istruttore Funaioli (uno dei magistrati che Calamari cercò di trasferire) si espresse in favore di un'azione penale contro Albini Amerigo e Lupo Vincenzo, capitano e maresciallo di PS del I° celere di Roma, e la guardia Colantoni Mario, per aver affermato il falso e taciuto «ciò che era a loro conoscenza [...] per assicurare l'impunità agli agenti responsabili dell'omicidio di Franco Serantini».
Nel novembre [[1972]] il medico del [[carcere]] Alberto Mammoli ricevette comunque un avviso di procedimento per omicidio colposo, mentre il giudice istruttore Funaioli (uno dei magistrati che Calamari cercò di trasferire) si espresse in favore di un'azione penale contro Albini Amerigo e Lupo Vincenzo, capitano e maresciallo di PS del I° celere di Roma, e la guardia Colantoni Mario, per aver affermato il falso e taciuto «ciò che era a loro conoscenza [...] per assicurare l'impunità agli agenti responsabili dell'omicidio di Franco Serantini».


Nella sentenza depositata nell'aprile [[1975]] il giudice Nicastro dichiarò «non doversi procedere in ordine al delitto di omicidio preterintenzionale in persona di Serantini Franco per esserne ignoti gli autori». Lupo e Mammoli vennero prosciolti. Albini e Colantoni, condannati per falsa testimonianza a 6 mesi e 10 giorni con la condizionale e la non iscrizione nel casellario giudiziale, furono assolti nel gennaio [[1977]]. Nel marzo dello stesso anno il dottor Mammoli venne ferito alle gambe da militanti di [[azione-rivoluzionaria|Azione Rivoluzionaria]].
Nella sentenza depositata nell'aprile [[1975]] il giudice Nicastro dichiarò «non doversi procedere in ordine al delitto di omicidio preterintenzionale in persona di Serantini Franco per esserne ignoti gli autori». Lupo e Mammoli vennero prosciolti. Albini e Colantoni, condannati per falsa testimonianza a 6 mesi e 10 giorni con la condizionale e la non iscrizione nel casellario giudiziale, furono assolti nel gennaio [[1977]]. Nel marzo dello stesso anno il dottor Mammoli venne ferito alle gambe da militanti di [[Azione Rivoluzionaria]].


Concludendo si può affermare che, nonostante formalmente non si siano trovati gli esecutori materiali dell'omicidio di Franco Serantini, a causa dei tanti "non ricordo" da parte degli uomini appartenenti ai vari apparati dello [[Stato]] (polizia, carceri e arte della magistratura), il procedimento ha dimostrato inequivocabilmente le responsabilità delle forze dell'ordine che si accanirono contro il giovane anarchico. Ha inoltre evidenziato la disumanità del magistrato (Sellaroli) che lo interrogò nonostante le varie ecchimosi che gli ricoprivano tutto il corpo (rilevati ufficialmente anche dall'autopsia) e la completa indifferenza di tutto il sistema carcerario di fronte all'agonia di Segantini, che fu ricoverato solo in punto di morte (un ricovero immediato gli avrebbe probabilmente salvato la vita). Ha scritto Corrado Stajano nel suo ''Il sovversivo. Vita e morte dell'anarchico Franco Serantini'':
Concludendo si può affermare che, nonostante formalmente non si siano trovati gli esecutori materiali dell'omicidio di Franco Serantini, a causa dei tanti "non ricordo" da parte degli uomini appartenenti ai vari apparati dello [[Stato]] (polizia, carceri e arte della magistratura), il procedimento ha dimostrato inequivocabilmente le responsabilità delle forze dell'ordine che si accanirono contro il giovane anarchico. Ha inoltre evidenziato la disumanità del magistrato (Sellaroli) che lo interrogò nonostante le varie ecchimosi che gli ricoprivano tutto il corpo (rilevati ufficialmente anche dall'autopsia) e la completa indifferenza di tutto il sistema carcerario di fronte all'agonia di Segantini, che fu ricoverato solo in punto di morte (un ricovero immediato gli avrebbe probabilmente salvato la vita). Ha scritto Corrado Stajano nel suo ''Il sovversivo. Vita e morte dell'anarchico Franco Serantini'':
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