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==Biografia== | ==Biografia== | ||
[[File:Peter-Kropotkin.jpg|thumb|200px|left|Ritratto di [[Clifford Harper]].]] | |||
Nato a Mosca il [[9 dicembre]] [[1842]] da una famiglia aristocratica, nel [[1857]], in qualità di nobile imparentato con la Corte, '''Pëtr Kropotkin''' entrò nel ''[[Corpo dei paggi]]'' (collegio imperiale) dove terminò il suo corso nel [[1861]], dal quale uscì nel [[1862]] per entrare a far parte dei Cosacchi, prestando servizio da ufficiale in Siberia. | Nato a Mosca il [[9 dicembre]] [[1842]] da una famiglia aristocratica, nel [[1857]], in qualità di nobile imparentato con la Corte, '''Pëtr Kropotkin''' entrò nel ''[[Corpo dei paggi]]'' (collegio imperiale) dove terminò il suo corso nel [[1861]], dal quale uscì nel [[1862]] per entrare a far parte dei Cosacchi, prestando servizio da ufficiale in Siberia. | ||
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[[File:Freedom Newspaper.jpg|thumb|350px|left|Testata del primo numero del giornale ''[[Freedom (rivista)|Freedom]]'', fondato da [[Kropotkin]] e [[Charlotte Wilson]] a Londra nel [[1886]].]] | [[File:Freedom Newspaper.jpg|thumb|350px|left|Testata del primo numero del giornale ''[[Freedom (rivista)|Freedom]]'', fondato da [[Kropotkin]] e [[Charlotte Wilson]] a Londra nel [[1886]].]] | ||
Nel [[1919]] si trasferì definitivamente a Dmitrov, dove scrisse la ''Lettera ai lavoratori d'occidente''; il documento più importante di questo periodo è la ''Lettera ai lavoratori di tutto il mondo'' ([[1920]]), in cui Kropotkin esortava tutti i progressisti occidentali a porre fine al blocco e alla guerra d'intervento, che avrebbe solo rafforzato la dittatura e reso più difficile il compito di coloro che stavano lavorando ad una genuina ricostruzione sociale. Illustrava poi la sua visione di una [[Russia]] anarchica organizzata in libere comuni federali, e ammoniva gli uomini d'altri paesi ad imparare dagli errori della [[La Rivoluzione | Nel [[1919]] si trasferì definitivamente a Dmitrov, dove scrisse la ''Lettera ai lavoratori d'occidente''; il documento più importante di questo periodo è la ''Lettera ai lavoratori di tutto il mondo'' ([[1920]]), in cui Kropotkin esortava tutti i progressisti occidentali a porre fine al blocco e alla guerra d'intervento, che avrebbe solo rafforzato la dittatura e reso più difficile il compito di coloro che stavano lavorando ad una genuina ricostruzione sociale. Illustrava poi la sua visione di una [[Russia]] anarchica organizzata in libere comuni federali, e ammoniva gli uomini d'altri paesi ad imparare dagli errori della [[La Rivoluzione russa|rivoluzione russa]]. Di quest'ultima lodava i passi verso l'[[uguaglianza]] sociale e il ruolo dei [[Soviet]], che avrebbero potuto portare all'emancipazione dei produttori nell'amministrazione della loro attività se solo non fossero caduti sotto il controllo della dittatura. Nella sua prima lettera a Lenin, datata 20 marzo 1920, scrisse difatti che: «Se la situazione attuale continuerà, la stessa parola “socialismo” diventerà una maledizione, come capitò in Francia alla parola “uguaglianza”, dopo quarant'anni di giacobinismo». | ||
Nonostante tutto Kropotkin era ancora ottimista ed invitava i lavoratori a creare una nuova [[l'Internazionale dei lavoratori|Internazionale]]. Le sue parole però non influenzarono né gli eventi interni, né quelli esterni ed egli non poté far nulla neppure per gli anarchici che erano in prigione, in esilio o a combattere nell'esercito rivoluzionario ucraino di [[Nestor Makhno]]. | Nonostante tutto Kropotkin era ancora ottimista ed invitava i lavoratori a creare una nuova [[l'Internazionale dei lavoratori|Internazionale]]. Le sue parole però non influenzarono né gli eventi interni, né quelli esterni ed egli non poté far nulla neppure per gli anarchici che erano in prigione, in esilio o a combattere nell'esercito rivoluzionario ucraino di [[Nestor Makhno]]. | ||
La sua morte, avvenuta l'[[8 febbraio]] [[1921]] nella sua casa di Dmitrov, dov'era accudito dalla famiglia e dall'amico anarchico [[Alexander Atabekian]], gli impedì di completare quella che considerava la sua opera più importante, ''L'etica''. | La sua morte, avvenuta l'[[8 febbraio]] [[1921]] nella sua casa di Dmitrov, dov'era accudito dalla famiglia e dall'amico anarchico [[Alexander Atabekian]], gli impedì di completare quella che considerava la sua opera più importante, ''L'etica''. | ||
Considerata l'ultima libera manifestazione degli anarchici nella [[La Rivoluzione | Considerata l'ultima libera manifestazione degli anarchici nella [[La Rivoluzione russa|Russia bolscevica]], il suo feretro attraversò le strade di Mosca il [[13 febbraio]] [[1921]] scortato da [[simbolismo anarchico|nere bandiere]] incise del motto «'''''Dove c'è autorità non c'è libertà'''''». | ||
== Il pensiero == | == Il pensiero == |