Cesare Zaccaria: differenze tra le versioni

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[[Cesare Zaccaria]] (Borzoli, Genova, [[19 agosto]] [[1897]] - Napoli, [[18 ottobre]] [[1961]]) è stato un anarchico italiano, cofondatore della rivista «[[Volontà]]» e personalità influente sulle posizioni teoriche e pratiche della [[FAI]] nel primo dopoguerra. <ref>'''Fonte principale dell'articolo''': [http://www.bfscollezionidigitali.org/entita/14910-zaccaria-cesare/ Scheda tratta dal ''Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani'']</ref>
[[File:Zaccaria.png|miniatura|250px|Cesare Zaccaria]]
[[Cesare Zaccaria]] (Borzoli, Genova, [[19 agosto]] [[1897]] - Napoli, [[18 ottobre]] [[1961]]) è stato un anarchico italiano, cofondatore della rivista «[[Volontà]]» e personalità influente sulle posizioni teoriche e pratiche della [[FAI]] nel primo dopoguerra.
 
== Biografia <ref>Fonte: M. Ilari, C. Venza, [https://www.bfscollezionidigitali.org/entita/14910 ''Cesare Zaccaria''], in ''Dizionario biografico degli anarchici italiani'', Tomo II, Pisa, BFS, 2004, pp. 697-699</ref> ==


== Biografia ==
[[File:Zaccaria.png|miniatura|Cesare Zaccaria]]
Cesare Zaccaria nasce a Borzoli (GE) il [[19 agosto]] [[1897]] da Pietro e Maria Badini, ingegnere navale. Membro della «[[Escuela Moderna|Scuola Moderna]] [[Francisco Ferrer|Ferrer]]», fin da giovanissimo si segnala per le sue idee anarchiche, ed è per questo sottoposto a vigilanza da parte della Prefettura di Genova, anche se non è ritenuto un elemento pericoloso. Nello stesso periodo è impegnato nella propaganda antimilitarista e nel [[1915]] conosce [[Camillo Berneri]], col quale instaurerà una duratura amicizia. Dopo un breve soggiorno a Firenze nel [[1918]], torna a Genova e, nel gennaio del [[1919]], si sposa a Voltri con Marina Lombardini, anch'essa di simpatie anarchiche, di professione insegnante elementare.
Cesare Zaccaria nasce a Borzoli (GE) il [[19 agosto]] [[1897]] da Pietro e Maria Badini, ingegnere navale. Membro della «[[Escuela Moderna|Scuola Moderna]] [[Francisco Ferrer|Ferrer]]», fin da giovanissimo si segnala per le sue idee anarchiche, ed è per questo sottoposto a vigilanza da parte della Prefettura di Genova, anche se non è ritenuto un elemento pericoloso. Nello stesso periodo è impegnato nella propaganda antimilitarista e nel [[1915]] conosce [[Camillo Berneri]], col quale instaurerà una duratura amicizia. Dopo un breve soggiorno a Firenze nel [[1918]], torna a Genova e, nel gennaio del [[1919]], si sposa a Voltri con Marina Lombardini, anch'essa di simpatie anarchiche, di professione insegnante elementare.


Nel primo dopoguerra, il giovane Zaccaria collabora alla rivista individualista «[[L'Iconoclasta]]» e svolge propaganda antifascista, poi si fa sempre più prudente. Nel [[1926]] i coniugi si trasferiscono a Napoli, città nella quale Zaccaria trova lavoro presso la «Società anonima bacini e scali napoletani». Il suo impegno viene apprezzato, tanto che diviene tecnico specializzato e ispettore per l'armatore Lauro e viene considerato unanimemente ingegnere per meriti professionali conquistati sul campo e non per un effettivo titolo universitario. Anche per motivi di lavoro, soggiorna per brevi periodi in altre località italiane, tra le quali Firenze, Siena e Genova. Nel [[1927]] conosce [[Benedetto Croce]], che incontra più volte, anche se non frequenta il suo salotto che gli appare troppo letterario. <ref>Secondo [[Pier Carlo Masini|Masini]] l'influsso crociano riemerge chiaramente nell'opuscolo «Ricostruzione. Idee per la rivoluzione liberale», Napoli, 1943.</ref>
Nel primo dopoguerra, il giovane Zaccaria collabora alla rivista [[anarco-individualismo|individualista]] «[[L'Iconoclasta]]» e svolge propaganda antifascista, poi si fa sempre più prudente. Nel [[1926]] i coniugi si trasferiscono a Napoli, città nella quale Zaccaria trova lavoro presso la «Società anonima bacini e scali napoletani». Il suo impegno viene apprezzato, tanto che diviene tecnico specializzato e ispettore per l'armatore Lauro e viene considerato unanimemente ingegnere per meriti professionali conquistati sul campo e non per un effettivo titolo universitario. Anche per motivi di lavoro, soggiorna per brevi periodi in altre località italiane, tra le quali Firenze, Siena e Genova. Nel [[1927]] conosce [[Benedetto Croce]], che incontra più volte, anche se non frequenta il suo salotto che gli appare troppo letterario. <ref>Secondo [[Pier Carlo Masini|Masini]] l'influsso crociano riemerge chiaramente nell'opuscolo «Ricostruzione. Idee per la rivoluzione liberale», Napoli, 1943.</ref>


In questi anni non è segnalato come elemento particolarmente pericoloso per il regime, anche se non si iscrive mai al [[PNF]]. Comunque, nel [[1929]], una perquisizione rivela che Zaccaria ha continuato a mantenere rapporti con esuli antifascisti, soprattutto con [[Camillo Berneri]]. Anche [[Camillo Berneri|Berneri]], in una lettera a [[Raffele Schiavina]], accenna ad un incontro con Zaccaria, in data non precisata, ma prima del [[1931]], «che si è sfogato a parlarmi di [[Luigi Galleani|Galleani]]». Nel carteggio sequestrato Zaccaria riconosce al regime «doti di forza e di chiarezza mai possedute dai precedenti governi» e «un gran valore costruttivo e spirituale nella costruzione della nazione», anche se il fascismo deve essere combattuto in quanto «senza libertà» e «autoritario, quindi non necessario». Durante l'interrogatorio susseguente, Zaccaria riesce a mettere nel sacco il suo inquisitore. Alcuni anni dopo ottiene il passaporto per motivi di lavoro e può effettuare vari viaggi all'estero a partire dal gennaio [[1935]]. Forse è presente, con lo pseudonimo di “Levi”, al Convegno d'Intesa degli anarchici italiani emigrati in Europa (Francia, Belgio, Svizzera), che si tiene a Parigi nel novembre del [[1935]]. <ref>A favore di questa tesi, il fatto che Zaccaria, dopo il [[1945]], firma “David Levi” alcuni suoi articoli apparsi sulla stampa libertaria. Tra le sue firme ricordiamo «Z.B.».</ref>
In questi anni non è segnalato come elemento particolarmente pericoloso per il regime, anche se non si iscrive mai al [[PNF]]. Comunque, nel [[1929]], una perquisizione rivela che Zaccaria ha continuato a mantenere rapporti con esuli antifascisti, soprattutto con [[Camillo Berneri]]. Anche [[Camillo Berneri|Berneri]], in una lettera a [[Raffaele Schiavina]], accenna ad un incontro con Zaccaria, in data non precisata, ma prima del [[1931]], «che si è sfogato a parlarmi di [[Luigi Galleani|Galleani]]». Nel carteggio sequestrato Zaccaria riconosce al regime «doti di forza e di chiarezza mai possedute dai precedenti governi» e «un gran valore costruttivo e spirituale nella costruzione della nazione», anche se il fascismo deve essere combattuto in quanto «senza libertà» e «autoritario, quindi non necessario». Durante l'interrogatorio susseguente, Zaccaria riesce a mettere nel sacco il suo inquisitore. Alcuni anni dopo ottiene il passaporto per motivi di lavoro e può effettuare vari viaggi all'estero a partire dal gennaio [[1935]]. Forse è presente, con lo pseudonimo di “Levi”, al Convegno d'Intesa degli anarchici italiani emigrati in Europa (Francia, Belgio, Svizzera), che si tiene a Parigi nel novembre del [[1935]]. <ref>A favore di questa tesi, il fatto che Zaccaria, dopo il [[1945]], firma “David Levi” alcuni suoi articoli apparsi sulla stampa libertaria. Tra le sue firme ricordiamo «Z.B.».</ref>


In questi anni, segnati anche da alcuni problemi di salute, Zaccaria intensifica l'amicizia con la compagna di [[Camillo Berneri]], [[Giovanna Caleffi]], presso la casa della quale, a Gualtieri (RE), si reca più volte in villeggiatura, alle volte in compagnia della moglie. Nel [[1936]] incontra, inoltre, la giovane [[Fanny Bernini]], che diventerà per lui molto importante sotto l'aspetto affettivo. Mentre si dedica quasi completamente al lavoro, viaggia spesso in Gran Bretagna, dove è accettato come socio nel prestigioso "Istituto degli Architetti Navali", oltre che in Spagna, Francia e Portogallo. <ref>[[Pier Carlo Masini|Masini]] lo ricorda, nel secondo dopoguerra, come “consulente tecnico della flotta Lauro per l'acquisto e la vendita delle navi”. Secondo I. Rossi, Zaccaria sarebbe l'autore di una corrispondenza sulla situazione del fascismo apparsa a firma “Un italiano” su «Studi sociali» (1939, n. 13) di Montevideo, il giornale curato da [[Luce Fabbri]].</ref>
In questi anni, segnati anche da alcuni problemi di salute, Zaccaria intensifica l'amicizia con la compagna di [[Camillo Berneri]], [[Giovanna Caleffi]], presso la casa della quale, a Gualtieri (RE), si reca più volte in villeggiatura, alle volte in compagnia della moglie. Nel [[1936]] incontra, inoltre, la giovane [[Fanny Bernini]], che diventerà per lui molto importante sotto l'aspetto affettivo. Mentre si dedica quasi completamente al lavoro, viaggia spesso in Gran Bretagna, dove è accettato come socio nel prestigioso "Istituto degli Architetti Navali", oltre che in Spagna, Francia e Portogallo. <ref>[[Pier Carlo Masini|Masini]] lo ricorda, nel secondo dopoguerra, come “consulente tecnico della flotta Lauro per l'acquisto e la vendita delle navi”. Secondo I. Rossi, Zaccaria sarebbe l'autore di una corrispondenza sulla situazione del fascismo apparsa a firma “Un italiano” su «Studi sociali» (1939, n. 13) di Montevideo, il giornale curato da [[Luce Fabbri]].</ref>
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Zaccaria è presente, con la Berneri, al Congresso nazionale di Carrara del settembre [[1945]] che porta alla costituzione della [[FAI]], organizzazione nella quale entrambi militano con dedizione. Zaccaria, nominato membro del Consiglio Nazionale della [[FAI]], partecipa al Convegno di Firenze ([[1946]]), dove riceve, con [[Ugo Fedeli]] e [[Giovanna Caleffi|Caleffi]], l'incarico di fondare una casa editrice, e al II Congresso di Bologna ([[1947]]), dove aderisce alla costituzione di un centro di documentazione. Al III Congresso di Livorno ([[1949]]), secondo fonti di polizia, viene apertamente criticato da [[Alfonso Failla]] in quanto, come [[Carlo Doglio]], sarebbe un intellettuale troppo vicino ai borghesi. Al Convegno Nazionale di Livorno ([[1954]]) rappresenta, per l'ultima volta, insieme a [[Giovanna Caleffi]], la rivista «[[Volontà]]» e la colonia “[[Maria Luisa Berneri]]”. Già da vari anni la sua cultura e capacità di scrittura lo portano a curare e pubblicare, spesso insieme a Giovanna, testi di fondamentale riferimento come gli «Scritti scelti» di [[Errico Malatesta]] (Napoli, [[1947]] e [[1954]]) e «La rivoluzione sconosciuta» di [[Voline]] (Napoli, [[1950]]), oltre che a collaborare con diversi periodici, tra cui «[[L'Adunata dei Refrattari]]» e «[[Umanità Nova]]».
Zaccaria è presente, con la Berneri, al Congresso nazionale di Carrara del settembre [[1945]] che porta alla costituzione della [[FAI]], organizzazione nella quale entrambi militano con dedizione. Zaccaria, nominato membro del Consiglio Nazionale della [[FAI]], partecipa al Convegno di Firenze ([[1946]]), dove riceve, con [[Ugo Fedeli]] e [[Giovanna Caleffi|Caleffi]], l'incarico di fondare una casa editrice, e al II Congresso di Bologna ([[1947]]), dove aderisce alla costituzione di un centro di documentazione. Al III Congresso di Livorno ([[1949]]), secondo fonti di polizia, viene apertamente criticato da [[Alfonso Failla]] in quanto, come [[Carlo Doglio]], sarebbe un intellettuale troppo vicino ai borghesi. Al Convegno Nazionale di Livorno ([[1954]]) rappresenta, per l'ultima volta, insieme a [[Giovanna Caleffi]], la rivista «[[Volontà]]» e la colonia “[[Maria Luisa Berneri]]”. Già da vari anni la sua cultura e capacità di scrittura lo portano a curare e pubblicare, spesso insieme a Giovanna, testi di fondamentale riferimento come gli «Scritti scelti» di [[Errico Malatesta]] (Napoli, [[1947]] e [[1954]]) e «La rivoluzione sconosciuta» di [[Voline]] (Napoli, [[1950]]), oltre che a collaborare con diversi periodici, tra cui «[[L'Adunata dei Refrattari]]» e «[[Umanità Nova]]».


L'influenza di Zaccaria sulle posizioni teoriche e pratiche della [[FAI]] nel primo dopoguerra è notevole per quanto riguarda la «fiducia nella libera iniziativa» e la diffidenza verso un'organizzazione permanente con un preciso programma politico. <ref>Secondo [[Pietro Adamo|Adamo]] egli «tentò di dar corpo a una prospettiva individualistica fondata su un forte senso della rilevanza privata e pubblica dell'etica». M. A. Rossi ricorda che «eroismo, santità, spiritualità umana, sono termini che ricorrono negli interventi di Zaccaria, e danno conto delle accuse di idealismo lanciate da altre componenti del movimento». Per Cerrito, il pensiero di Zaccaria si basa su una sorta di «empirismo liberale» in quanto «seguace di teorie democratico-radicali di tipo anglosassone». Ad ogni modo egli avrebbe avuto un ruolo di primo piano nelle polemiche interne: contro le tesi neomarxiste del trio Perelli-Pietropaolo-Concordia al Congresso del [[1945]], contro [[Pier Carlo Masini]], redattore di «[[Umanità Nova]]», al congresso di Livorno del [[1949]] e poi contro i [[GAAP]], di cui [[Pier Carlo Masini|Masini]] era un promotore. Nella ricostruzione di Dadà, Zaccaria, con [[Giovanna Caleffi|Caleffi]], [[Pio Turroni|Turroni]], [[Ugo Fedeli|Fedeli]] e [[Italo Garinei|Garinei]], è tra «i più noti individualisti antiorganizzatori» che si riuniscono, sul finire del [[1949]], nel gruppo «[[L'Antistato]]», di fatto la vera dirigenza del movimento.</ref> Per un forte interesse verso una morale e una pratica svincolata dai tabù clericali e reazionari e fondata sui diritti umani e sociali, Cesare e Giovanna scrivono l'opuscolo «Il controllo delle nascite. Mezzi pratici per avere figli solo quando si vogliono» (Napoli, [[1948]] e poi Milano, [[1955]], con uno scritto di G. Salvemini). Sono imputati di propaganda contro la procreazione, tuttavia proibita dalle leggi fasciste sulla “difesa della razza” e per l'incremento demografico. Il processo del maggio [[1950]], nel quale sono difesi dall'avvocato libertario [[Tommaso Pedio]], termina con l'assoluzione con formula piena.
L'influenza di Zaccaria sulle posizioni teoriche e pratiche della [[FAI]] nel primo dopoguerra è notevole per quanto riguarda la «fiducia nella libera iniziativa» e la diffidenza verso un'organizzazione permanente con un preciso programma politico. <ref>Secondo [[Pietro Adamo|Adamo]] egli «tentò di dar corpo a una prospettiva [[anarco-individualismo|individualistica]] fondata su un forte senso della rilevanza privata e pubblica dell'etica». M. A. Rossi ricorda che «eroismo, santità, spiritualità umana, sono termini che ricorrono negli interventi di Zaccaria, e danno conto delle accuse di idealismo lanciate da altre componenti del movimento». Per Cerrito, il pensiero di Zaccaria si basa su una sorta di «empirismo liberale» in quanto «seguace di teorie democratico-radicali di tipo anglosassone». Ad ogni modo egli avrebbe avuto un ruolo di primo piano nelle polemiche interne: contro le tesi neomarxiste del trio Perelli-Pietropaolo-Concordia al Congresso del [[1945]], contro [[Pier Carlo Masini]], redattore di «[[Umanità Nova]]», al congresso di Livorno del [[1949]] e poi contro i [[GAAP]], di cui [[Pier Carlo Masini|Masini]] era un promotore. Nella ricostruzione di Dadà, Zaccaria, con [[Giovanna Caleffi|Caleffi]], [[Pio Turroni|Turroni]], [[Ugo Fedeli|Fedeli]] e [[Italo Garinei|Garinei]], è tra «i più noti [[anarco-individualismo|individualisti]] [[antiorganizzatori]]» che si riuniscono, sul finire del [[1949]], nel gruppo «L'Antistato», di fatto la vera dirigenza del movimento.</ref> Per un forte interesse verso una morale e una pratica svincolata dai tabù clericali e reazionari e fondata sui diritti umani e sociali, Cesare e Giovanna scrivono l'opuscolo «Il controllo delle nascite. Mezzi pratici per avere figli solo quando si vogliono» (Napoli, [[1948]] e poi Milano, [[1955]], con uno scritto di G. Salvemini). Sono imputati di propaganda contro la procreazione, tuttavia proibita dalle leggi fasciste sulla “difesa della razza” e per l'incremento demografico. Il processo del maggio [[1950]], nel quale sono difesi dall'avvocato libertario [[Tommaso Pedio]], termina con l'assoluzione con formula piena.


Nel [[1951]], grazie all'impegno della coppia e utilizzando la casa di campagna di Zaccaria a Piano di Sorrento, si costituisce la Colonia “[[Maria Luisa Berneri]]”, dedicata alla figlia di Camillo e Giovanna prematuramente scomparsa a Londra. L'iniziativa permette a centinaia di bambini, figli di anarchici, di effettuare un periodo di vacanza in un contesto pedagogico di chiaro stampo libertario (Zaccaria non ha figli propri e si occupa dell'educazione e il mantenimento di diversi bambini, tra i quali anche Pietro Tandeddu, nipote di Pasquale noto bandito sardo ucciso nel [[1954]], che mantiene alla elitaria scuola svizzera ''CEIS'' di Rimini). La colonia continuerà la propria esperienza presso la casa di Sorrento fino al [[1957]], cioè fino all'estate successiva alla definitiva rottura dei rapporti con [[Giovanna Caleffi]], la quale continua l'iniziativa, a Ronchi di Massa, in Toscana.
Nel [[1951]], grazie all'impegno della coppia e utilizzando la casa di campagna di Zaccaria a Piano di Sorrento, si costituisce la Colonia “[[Maria Luisa Berneri]]”, dedicata alla figlia di Camillo e Giovanna prematuramente scomparsa a Londra. L'iniziativa permette a centinaia di bambini, figli di anarchici, di effettuare un periodo di vacanza in un contesto pedagogico di chiaro stampo libertario (Zaccaria non ha figli propri e si occupa dell'educazione e il mantenimento di diversi bambini, tra i quali anche Pietro Tandeddu, nipote di Pasquale noto bandito sardo ucciso nel [[1954]], che mantiene alla elitaria scuola svizzera ''CEIS'' di Rimini). La colonia continuerà la propria esperienza presso la casa di Sorrento fino al [[1957]], cioè fino all'estate successiva alla definitiva rottura dei rapporti con [[Giovanna Caleffi]], la quale continua l'iniziativa, a Ronchi di Massa, in Toscana.


Nel [[1956]] Zaccaria riprende a frequentare [[Fanny Bernini]], mentre i rapporti con Giovanna, anche per questo motivo, si vanno deteriorando, tanto che quest'ultima si trasferisce a Genova, portando con sé l'amministrazione di «[[Volontà]]». In questo contesto egli esce dall'ambiente libertario e si avvicina più esplicitamente alle correnti liberali. Emblematico di questa crisi è lo scritto [http://www.bibliotecaginobianco.it/flip/VOL/12/0100/?#54 «Commiato»], («[[Volontà]]», 1959, n. 1), redatto nel dicembre [[1956]] e procrastinato dalla redazione sperando in un ripensamento. In esso egli comunica che «rifiutando anche ogni riposta volontà di preminenza» ha deciso di ritornare sulla «vecchia strada, veramente fuori-dalla-politica» e alla condizione di «solitario-con-amici». Nella risposta [[Giovanna Caleffi|Caleffi]] riconosce che la sua attività «arricchiva il nostro movimento» e dichiara che «attingeremo ancora agli scritti di Cesare Zaccaria». In ogni caso, questa rottura viene vissuta in modo drastico e definitivo dal movimento anarchico, che, a parte qualche eccezione, rompe ogni rapporto con chi «si è escluso da sé». Invece «[[L'Adunata dei Refrattari]]» ricorda che «era rimasto con alcuni di noi in relazione personale» anche dopo il [[1956]].
Nel [[1956]] Zaccaria riprende a frequentare [[Fanny Bernini]], mentre i rapporti con Giovanna, anche per questo motivo, si vanno deteriorando, tanto che quest'ultima si trasferisce a Genova, portando con sé l'amministrazione di «[[Volontà]]». In questo contesto egli esce dall'ambiente libertario e si avvicina più esplicitamente alle correnti liberali. Emblematico di questa crisi è lo scritto [https://www.bibliotecaginobianco.it/flip/VOL/12/0100/?#54 «Commiato»], («[[Volontà]]», 1959, n. 1), redatto nel dicembre [[1956]] e procrastinato dalla redazione sperando in un ripensamento. In esso egli comunica che «rifiutando anche ogni riposta volontà di preminenza» ha deciso di ritornare sulla «vecchia strada, veramente fuori-dalla-politica» e alla condizione di «solitario-con-amici». Nella risposta [[Giovanna Caleffi|Caleffi]] riconosce che la sua attività «arricchiva il nostro movimento» e dichiara che «attingeremo ancora agli scritti di Cesare Zaccaria». In ogni caso, questa rottura viene vissuta in modo drastico e definitivo dal movimento anarchico, che, a parte qualche eccezione, rompe ogni rapporto con chi «si è escluso da sé». Invece «[[L'Adunata dei Refrattari]]» ricorda che «era rimasto con alcuni di noi in relazione personale» anche dopo il [[1956]].


Nel frattempo, vive a Napoli insieme a [[Fanny Bernini]], ma in uno stato di depressione e di malessere, sia pure mitigato dalla compagna e dai suoi figli. Lo dimostra il sofferto pessimismo della raccolta di poesie «Sulla soglia» (Napoli, [[1960]]), dove emerge il “fallimento” della propria esistenza, sia nelle controverse vicende sentimentali, sia negli esiti dell'impegno politico. Nel bilancio della propria militanza libertaria Zaccaria ritiene di aver «tentato la via della sublimazione in una peculiare attività sociale, illudendomi che potesse restare non-politica», mentre si considera una sorta di don Chisciotte «per costituzione inadatto sia a comandare che ad ubbidire». Muore a Napoli, per problemi cardiaci, il [[18 ottobre]] [[1961]].
Nel frattempo, vive a Napoli insieme a [[Fanny Bernini]], ma in uno stato di depressione e di malessere, sia pure mitigato dalla compagna e dai suoi figli. Lo dimostra il sofferto pessimismo della raccolta di poesie «Sulla soglia» (Napoli, [[1960]]), dove emerge il “fallimento” della propria esistenza, sia nelle controverse vicende sentimentali, sia negli esiti dell'impegno politico. Nel bilancio della propria militanza libertaria Zaccaria ritiene di aver «tentato la via della sublimazione in una peculiare attività sociale, illudendomi che potesse restare non-politica», mentre si considera una sorta di don Chisciotte «per costituzione inadatto sia a comandare che ad ubbidire». Muore a Napoli, per problemi cardiaci, il [[18 ottobre]] [[1961]].
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*G. Cerrito, ''Il ruolo dell'organizzazione anarchica'', Pistoia, 1973;
*G. Cerrito, ''Il ruolo dell'organizzazione anarchica'', Pistoia, 1973;
*C. Berneri, ''Epistolario inedito'', vol. I, a cura di A. Chessa e P. C. Masini, Pistoia, 1980 e Id. ''Epistolario inedito'', vol. II, a cura di P. Feri e L. Di Lembo, Pistoia, 1984;
*C. Berneri, ''Epistolario inedito'', vol. I, a cura di A. Chessa e P. C. Masini, Pistoia, 1980 e Id. ''Epistolario inedito'', vol. II, a cura di P. Feri e L. Di Lembo, Pistoia, 1984;
*I. Rossi, ''La ripresa del movimento anarchico italiano e la propaganda orale dal 1943 al 1950'', Pistoia, 1981, ad indicem;
*I. Rossi, ''La ripresa del movimento anarchico italiano e la propaganda orale dal 1943 al 1950'', Pistoia, 1981;
*A. Dadà, ''L'anarchismo in Italia fra movimento e partito'', Milano, 1984;
*A. Dadà, ''L'anarchismo in Italia fra movimento e partito'', Milano, 1984;
*P. C. Masini, ''Quando nacque «Volontà»'', in ''Cinquant'anni di «Volontà». Indici 1946-1996'';
*P. C. Masini, ''Quando nacque «Volontà»'', in ''Cinquant'anni di «Volontà». Indici 1946-1996'';
*M. A. Rossi, ''1946-1962: gli anni di Berneri e Zaccaria'', in ivi;
*M. A. Rossi, ''1946-1962: gli anni di Berneri e Zaccaria'', in ivi;
*''Congressi e convegni della Federazione Anarchica Italiana. Atti e documenti (1945-1995)'', a cura di U. Fedeli e G. Sacchetti, Pescara, 2001;
*''Congressi e convegni della Federazione Anarchica Italiana. Atti e documenti (1945-1995)'', a cura di U. Fedeli e G. Sacchetti, Pescara, 2001;
*G. Sacchetti, ''Sovversivi agli atti'', Noto, 2002, ad indicem.
*G. Sacchetti, ''Sovversivi agli atti'', Noto, 2002.


===== Note bibliografiche =====
===== Note bibliografiche =====
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[[Categoria:Anarchici|Zaccaria, Cesare]]
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[[Categoria:Anarchici italiani|Zaccaria, Cesare]]
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