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La sua assunzione cosciente anzi ha rappresentato una maturazione precoce del movimento anarchico, che è passato dalla fase [[collettivismo|collettivista]], cui era ancora legato [[Michail Bakunin| Bakunin]] («'''''da ciascuno secondo le proprie capacità, a ciascuno in misura del proprio lavoro'''''»), alla fase veramente [[egualitarismo| egualitaria]] («'''''da ciascuno secondo le proprie capacità, a ciascuno secondo i propri bisogni'''''»).
La sua assunzione cosciente anzi ha rappresentato una maturazione precoce del movimento anarchico, che è passato dalla fase [[collettivismo|collettivista]], cui era ancora legato [[Michail Bakunin| Bakunin]] («'''''da ciascuno secondo le proprie capacità, a ciascuno in misura del proprio lavoro'''''»), alla fase veramente [[egualitarismo| egualitaria]] («'''''da ciascuno secondo le proprie capacità, a ciascuno secondo i propri bisogni'''''»).


Prima che sul finire del XIX secolo gli anarchici adottassero l'aggettivo comunista, esso era relegato ad alcune sette utopistiche. I [[marxismo|marxisti]] lo avevano assunto inizialmente, tant'è che [[Karl Marx]] ed [[Friedrich Engels]], proprio per il piccolo gruppo di tedeschi emigrati in [[Gran Bretagna|Inghilterra]] uniti nella "Lega dei Comunisti", scrissero nel [[1848]] il ''[[Manifesto del Partito Comunista]]''. Ma successivamente ripiegarono in tutti i paesi sul termine socialdemocrazia. Solo dopo [[La Rivoluzione Russa |la rivoluzione russa]] dell'ottobre [[1917]] nei partiti marxisti di tutto il mondo tornerà l'aggettivo comunista, quando i comunisti anarchici lo avevano già utilizzato da mezzo secolo all'incirca in totale analogia con [[anarchismo]] di classe.
Prima che sul finire del XIX secolo gli anarchici adottassero l'aggettivo comunista, esso era relegato ad alcune sette utopistiche. I [[marxismo|marxisti]] lo avevano assunto inizialmente, tant'è che [[Karl Marx]] ed [[Friedrich Engels]], proprio per il piccolo gruppo di tedeschi emigrati in [[Gran Bretagna|Inghilterra]] uniti nella "Lega dei Comunisti", scrissero nel [[1848]] il ''[[Manifesto del Partito Comunista]]''. Ma successivamente ripiegarono in tutti i paesi sul termine socialdemocrazia. Solo dopo [[La Rivoluzione russa |la rivoluzione russa]] dell'ottobre [[1917]] nei partiti marxisti di tutto il mondo tornerà l'aggettivo comunista, quando i comunisti anarchici lo avevano già utilizzato da mezzo secolo all'incirca in totale analogia con [[anarchismo]] di classe.


=== Utopie e cambiamenti economici ===  
=== Utopie e cambiamenti economici ===  
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Il progressivo scomparire dei ceti medi, assorbiti dalla dinamica industriale all'interno del proletariato, avrebbe alla fine messo l'una di fronte all'altra la ristretta élite di capitalisti e la stragrande maggioranza costituita dai lavoratori-proletari. Questi ultimi, forti del loro numero, avrebbero potuto imporre l'abbattimento della proprietà privata e instaurare una società senza classi, dove ognuno contribuisse in misura delle sue capacità e ricevesse secondo il suo bisogno.
Il progressivo scomparire dei ceti medi, assorbiti dalla dinamica industriale all'interno del proletariato, avrebbe alla fine messo l'una di fronte all'altra la ristretta élite di capitalisti e la stragrande maggioranza costituita dai lavoratori-proletari. Questi ultimi, forti del loro numero, avrebbero potuto imporre l'abbattimento della proprietà privata e instaurare una società senza classi, dove ognuno contribuisse in misura delle sue capacità e ricevesse secondo il suo bisogno.


'''Il movimento [[socialista]] dopo Marx andò differenziandosi in due grandi filoni''': da una parte chi vedeva il socialismo come il risultato del progressivo allargamento della democrazia borghese garantito dall'ineluttabile caduta del [[capitalismo]] per le sue contraddizioni interne; dall'altra, chi, soprattutto dopo la sanguinosa repressione della [[la Comune di Parigi (1871)|Comune di Parigi]] del [[1871]], sosteneva la necessità di una rottura rivoluzionaria che si ponesse il problema della conquista del potere da parte delle avanguardie del proletariato, forzando i tempi della storia e non delegando i destini del c. a indefiniti e spontanei processi economico-sociali. Lo scontro delle due linee percorse la storia dei partiti socialisti organizzati nella [[l'Internazionale dei lavoratori|Prima e nella Seconda Internazionale]] e arrivò a una definitiva divaricazione con la Prima guerra mondiale, vista da molti come la conferma dell'incapacità del [[capitalismo]] di risolvere le sue contraddizioni se non facendo precipitare il mondo in disastrosi conflitti. La [[La Rivoluzione Russa|rivoluzione bolscevica]] del [[1917]] in [[Russia]] portò alla creazione del primo [[Stato]] [[socialista]] della storia e della [[Associazione_Internazionale_dei_Lavoratori#L'Internazionale_Comunista|III Internazionale Comunista]] ([[1919]]): da quel momento la storia del comunismo divenne un continuo e spesso strumentale e incoerente intreccio di ideali e teorie da un lato, e realizzazioni politico-istituzionali dall'altro.
'''Il movimento [[socialista]] dopo Marx andò differenziandosi in due grandi filoni''': da una parte chi vedeva il socialismo come il risultato del progressivo allargamento della democrazia borghese garantito dall'ineluttabile caduta del [[capitalismo]] per le sue contraddizioni interne; dall'altra, chi, soprattutto dopo la sanguinosa repressione della [[la Comune di Parigi (1871)|Comune di Parigi]] del [[1871]], sosteneva la necessità di una rottura rivoluzionaria che si ponesse il problema della conquista del potere da parte delle avanguardie del proletariato, forzando i tempi della storia e non delegando i destini del c. a indefiniti e spontanei processi economico-sociali. Lo scontro delle due linee percorse la storia dei partiti socialisti organizzati nella [[l'Internazionale dei lavoratori|Prima e nella Seconda Internazionale]] e arrivò a una definitiva divaricazione con la Prima guerra mondiale, vista da molti come la conferma dell'incapacità del [[capitalismo]] di risolvere le sue contraddizioni se non facendo precipitare il mondo in disastrosi conflitti. La [[La Rivoluzione russa|rivoluzione bolscevica]] del [[1917]] in [[Russia]] portò alla creazione del primo [[Stato]] [[socialista]] della storia e della [[Associazione_Internazionale_dei_Lavoratori#L'Internazionale_Comunista|III Internazionale Comunista]] ([[1919]]): da quel momento la storia del comunismo divenne un continuo e spesso strumentale e incoerente intreccio di ideali e teorie da un lato, e realizzazioni politico-istituzionali dall'altro.


La storia del [[marxismo]] ha dato origine a diverse correnti di pensiero, tutte fondate su una diversa interpretazione degli scritti di Marx. Le più importanti sono: [[marxismo-leninismo]] ([[stalinismo]]), [[luxemburghismo]] ([[consiliarismo]]), [[trotzkismo]] e [[maoismo]].
La storia del [[marxismo]] ha dato origine a diverse correnti di pensiero, tutte fondate su una diversa interpretazione degli scritti di Marx. Le più importanti sono: [[marxismo-leninismo]] ([[stalinismo]]), [[luxemburghismo]] ([[consiliarismo]]), [[trotzkismo]] e [[maoismo]].
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=== L'esperienza sovietica ===  
=== L'esperienza sovietica ===  
È indubbiamente la figura di [[Lenin|Nicolaj Lenin]], con la sua interpretazione teorico-pragmatica del marxismo (leninismo), a imporsi come protagonista di questa svolta. Entro il movimento rivoluzionario russo il gruppo bolscevico guidato da Lenin si distinse per il rifiuto dell'idea del crollo del [[capitalismo]] come frutto delle spontanee lotte economiche dei lavoratori e per la forte sottolineatura della consapevolezza teorica e della politica nella lotta rivoluzionaria.
È indubbiamente la figura di [[Lenin|Nicolaj Lenin]], con la sua interpretazione teorico-pragmatica del marxismo (leninismo), a imporsi come protagonista di questa svolta. Entro il movimento rivoluzionario russo il gruppo bolscevico guidato da Lenin si distinse per il rifiuto dell'idea del crollo del [[capitalismo]] come frutto delle spontanee lotte economiche dei lavoratori e per la forte sottolineatura della consapevolezza teorica e della politica nella lotta rivoluzionaria.
Veniva così a configurarsi il ruolo del Partito Comunista come avanguardia cosciente, interprete della classe operaia e garante della conquista del potere statale. Ben presto, dopo [[La Rivoluzione Russa|la rivoluzione russa del 1917]], il progetto di instaurazione di una [[democrazia]] operaia dei soviet lasciò il passo al monopolio del potere da parte del Partito Comunista, giustificato con la durezza dello scontro di classe interno e con l'"accerchiamento" della rivoluzione da parte delle potenze internazionali capitalistiche.  
Veniva così a configurarsi il ruolo del Partito Comunista come avanguardia cosciente, interprete della classe operaia e garante della conquista del potere statale. Ben presto, dopo [[La Rivoluzione russa|la rivoluzione russa del 1917]], il progetto di instaurazione di una [[democrazia]] operaia dei soviet lasciò il passo al monopolio del potere da parte del Partito Comunista, giustificato con la durezza dello scontro di classe interno e con l'"accerchiamento" della rivoluzione da parte delle potenze internazionali capitalistiche.  
[[File:1917petrogradsoviet assembly.jpg|thumb|right|300px|Il [[soviet]] di Pietrogrado nel 1917]]
[[File:1917petrogradsoviet assembly.jpg|thumb|right|300px|Il [[soviet]] di Pietrogrado nel 1917]]
Il regime comunista russo si caratterizzò per il fortissimo centralismo e per l'identificazione tra [[Stato]] e partito che tendevano ad annullare le libertà e i diritti individuali. I tratti autoritari furono parossisticamente accentuati dal sistema di potere creato da [[Stalin]] tra il [[1924]] e il [[1953]]: all'imposizione di una concezione monolitica del partito e al culto della personalità del capo, che spensero ogni possibilità di dibattito politico, unì drastiche persecuzioni contro avversari reali e potenziali. Queste misure apparentemente violente erano giustificabili dall'esigenza di costruire il «socialismo in un solo paese» in un contesto internazionale ostile, subordinando alle esigenze dello Stato sovietico quelle del movimento rivoluzionario in Occidente, contro la tesi di «rivoluzione permanente» avanzata da [[Lev Trotzkij]]. Mentre sotto Lenin si era sperimentata la convivenza tra regime [[collettivismo|collettivistico]] e forme di proprietà privata, specie nelle campagne, Stalin optò definitivamente per la collettivizzazione forzata dell'agricoltura e la pianificazione centrale dell'intera dinamica economica secondo "piani quinquennali", centrati sullo sviluppo accelerato dell'industria pesante. Su queste scelte si consumò la rottura tra [[Stalin]] e [[Nicolaj Bucharin]] e furono avviate le grandi "purghe" del partito e dello [[Stato]], che fecero milioni di vittime negli anni '30 (la repressione colpì anche gli anarchici, che già erano stati duramente repressi sin dai tempi di [[Kronstadt]]). Il Patto Molotov-Ribbentrop con il Terzo Reich consentì a Stalin di non entrare subito in guerra, permettendogli di riportare l'Unione Sovietica alla stessa estensione territoriale dell'Impero Russo con l'annessione di Polonia Orientale, Bessarabia, Stati Baltici e Karelia. In seguito all'apertura del Fronte Orientale, tuttavia, l'URSS giocò un ruolo fondamentale nella sconfitta dei tedeschi, soprattutto grazie agli aiuti inviati da Churchill e Roosevelt; la vittoria nella Seconda guerra mondiale consentì l'imposizione del regime comunista prima nei paesi dell'Europa orientale rimasti sotto l'influenza dell'[[URSS]] (il famoso Patto di Varsavia), quindi, a seguito del processo di decolonizzazione, in alcuni [[Stato|Stati]] dell'Africa e del Sudest asiatico, sebbene questi ultimi furono più spesso appannaggio della Cina maoista.
Il regime comunista russo si caratterizzò per il fortissimo centralismo e per l'identificazione tra [[Stato]] e partito che tendevano ad annullare le libertà e i diritti individuali. I tratti autoritari furono parossisticamente accentuati dal sistema di potere creato da [[Stalin]] tra il [[1924]] e il [[1953]]: all'imposizione di una concezione monolitica del partito e al culto della personalità del capo, che spensero ogni possibilità di dibattito politico, unì drastiche persecuzioni contro avversari reali e potenziali. Queste misure apparentemente violente erano giustificabili dall'esigenza di costruire il «socialismo in un solo paese» in un contesto internazionale ostile, subordinando alle esigenze dello Stato sovietico quelle del movimento rivoluzionario in Occidente, contro la tesi di «rivoluzione permanente» avanzata da [[Lev Trotzkij]]. Mentre sotto Lenin si era sperimentata la convivenza tra regime [[collettivismo|collettivistico]] e forme di proprietà privata, specie nelle campagne, Stalin optò definitivamente per la collettivizzazione forzata dell'agricoltura e la pianificazione centrale dell'intera dinamica economica secondo "piani quinquennali", centrati sullo sviluppo accelerato dell'industria pesante. Su queste scelte si consumò la rottura tra [[Stalin]] e [[Nicolaj Bucharin]] e furono avviate le grandi "purghe" del partito e dello [[Stato]], che fecero milioni di vittime negli anni '30 (la repressione colpì anche gli anarchici, che già erano stati duramente repressi sin dai tempi di [[Kronstadt]]). Il Patto Molotov-Ribbentrop con il Terzo Reich consentì a Stalin di non entrare subito in guerra, permettendogli di riportare l'Unione Sovietica alla stessa estensione territoriale dell'Impero Russo con l'annessione di Polonia Orientale, Bessarabia, Stati Baltici e Karelia. In seguito all'apertura del Fronte Orientale, tuttavia, l'URSS giocò un ruolo fondamentale nella sconfitta dei tedeschi, soprattutto grazie agli aiuti inviati da Churchill e Roosevelt; la vittoria nella Seconda guerra mondiale consentì l'imposizione del regime comunista prima nei paesi dell'Europa orientale rimasti sotto l'influenza dell'[[URSS]] (il famoso Patto di Varsavia), quindi, a seguito del processo di decolonizzazione, in alcuni [[Stato|Stati]] dell'Africa e del Sudest asiatico, sebbene questi ultimi furono più spesso appannaggio della Cina maoista.
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