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== Biografia == | == Biografia == | ||
Figlio di Carmelo e Francesca Autelitano, Bruno Vincenzo Francesco Attilio Misefari è il primogenito di una famiglia numerosa di 8 figli, due dei quali, [[Florindo Misefari|Florindo]] <ref>Biologo, attivista della ''Lega Sovversiva Studentesca'' e del gruppo "[[Bruno Filippi]]" | Figlio di Carmelo e Francesca Autelitano, Bruno Vincenzo Francesco Attilio Misefari è il primogenito di una famiglia numerosa di 8 figli, due dei quali, [[Florindo Misefari|Florindo]] <ref>Biologo, attivista della ''Lega Sovversiva Studentesca'' e del gruppo "[[Bruno Filippi]]".</ref> ed Enzo <ref>Enzo Misefari, storico e poeta, abbandonerà l'[[anarchismo]] per entrare nelle fila del P.C.I.</ref>, oltre a Bruno, aderiranno al [[movimento anarchico]] italiano. | ||
=== Fase giovanile === | === Fase giovanile === | ||
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=== Dal socialismo all'anarchia === | === Dal socialismo all'anarchia === | ||
In questa fase della sua vita collabora con il periodico della locale Camera del lavoro, ''[[Il Lavoratore]]'' (1910-14), al settimanale [[socialista]] di Messina ''Il Riscatto'' e al [[giornale anarchico]] ''[[Il Libertario]]'' che [[Pasquale Binazzi]] pubblicava alla Spezia. È proprio "grazie" ad un articolo pubblicato ([[28 marzo]] [[1912]]) in questo giornale su [[Maria Rygier]], allora militante anarchica non ancora vendutasi alla [[massoneria]], che il prefetto di Reggio Calabria decide di sorvegliarlo «convenientemente» <ref>Roma, Archivio centrale dello Stato, Ministero dell'Interno, Direzione generale Pubblica sicurezza, Casellario politico centrale, ad nomen</ref>. | In questa fase della sua vita collabora con il periodico della locale Camera del lavoro, ''[[Il Lavoratore]]'' (1910-14), al settimanale [[socialista]] di Messina ''Il Riscatto'' e al [[giornale anarchico]] ''[[Il Libertario]]'' che [[Pasquale Binazzi]] pubblicava alla Spezia. È proprio "grazie" ad un articolo pubblicato ([[28 marzo]] [[1912]]) in questo giornale su [[Maria Rygier]], allora militante anarchica non ancora vendutasi alla [[massoneria]], che il prefetto di Reggio Calabria decide di sorvegliarlo «convenientemente» <ref>Roma, Archivio centrale dello Stato, Ministero dell'Interno, Direzione generale Pubblica sicurezza, Casellario politico centrale, ad nomen.</ref>. | ||
A dire il vero, già il [[5 marzo]] precedente, a causa della sua attività [[antimilitarista]] esercitata all'interno del Circolo contro la Guerra italo-turca, era stato condannato a due mesi e mezzo di carcere per aver istigato i militari alla disobbedienza durante la manifestazione del [[22 ottobre]] [[1911]]. <ref>[http://www.arivista.org/?nr=359&pag=85.htm | A dire il vero, già il [[5 marzo]] precedente, a causa della sua attività [[antimilitarista]] esercitata all'interno del Circolo contro la Guerra italo-turca, era stato condannato a due mesi e mezzo di carcere per aver istigato i militari alla disobbedienza durante la manifestazione del [[22 ottobre]] [[1911]]. <ref>[http://www.arivista.org/?nr=359&pag=85.htm Schede biografiche] di alcuni esponenti anarchici calabresi.</ref> <ref>La pena, confermata in appello, fu sospesa per cinque anni e in considerazione della sua giovane età non fu registrata nel cartellino penale.</ref> | ||
Nei due anni seguenti, grazie alla frequentazione del circolo anarchico napoletano, che contava alcune centinaia di aderenti, Bruno matura la definitiva adesione ai principi dell'[[anarchismo]]. | Nei due anni seguenti, grazie alla frequentazione del circolo anarchico napoletano, che contava alcune centinaia di aderenti, Bruno matura la definitiva adesione ai principi dell'[[anarchismo]]. | ||
:« L'anarchismo è una tendenza naturale, che si trova nella critica delle organizzazioni gerarchiche e delle concezioni autoritarie, e nel movimento progressivo dell'umanità e perciò non può essere una utopia. » (Bruno Misefari, ''L'Amico del Popolo'') | :« L'anarchismo è una tendenza naturale, che si trova nella critica delle organizzazioni gerarchiche e delle concezioni autoritarie, e nel movimento progressivo dell'umanità e perciò non può essere una utopia. » (Bruno Misefari, ''L'Amico del Popolo'') | ||
===La Prima guerra mondiale=== | ===La Prima guerra mondiale=== | ||
[[File:Luigi Bertoni.jpg|thumb|150 px|[[Luigi Bertoni]], anarchico italo-svizzero]] | [[File:Luigi Bertoni.jpg|thumb|150 px|[[Luigi Bertoni]], anarchico italo-svizzero]] | ||
Allo scoppio della Prima guerra mondiale la sua azione [[antimilitarista]] si fa più intensa ed incisiva. Nel settembre del [[1914]], in risposta a una manifestazione interventista, Misefari propone un ordine del giorno «deplorante le condizioni funeste del conflitto ed invocante l'amnistia per tutti i condannati politici» <ref>Corriere di Calabria, 22 settembre 1914</ref>. Negli stessi giorni le [[autorità]] di polizia, che lo attenzionavano da tempo, gli sequestrano numerose stampe a carattere [[pacifista]] e [[antimilitarista]] inviategli dagli anarchici di Ancona. Durante questo periodo è in stretto contatto con [[Renato Siglich]]. Il [[1° maggio]] [[1915]] partecipa a una dimostrazione contro il conflitto mondiale tenutasi alla Borsa del lavoro di Napoli. | Allo scoppio della Prima guerra mondiale la sua azione [[antimilitarista]] si fa più intensa ed incisiva. Nel settembre del [[1914]], in risposta a una manifestazione interventista, Misefari propone un ordine del giorno «deplorante le condizioni funeste del conflitto ed invocante l'amnistia per tutti i condannati politici» <ref>''Corriere di Calabria'', [[22 settembre]] [[1914]].</ref>. Negli stessi giorni le [[autorità]] di polizia, che lo attenzionavano da tempo, gli sequestrano numerose stampe a carattere [[pacifista]] e [[antimilitarista]] inviategli dagli anarchici di Ancona. Durante questo periodo è in stretto contatto con [[Renato Siglich]]. Il [[1° maggio]] [[1915]] partecipa a una dimostrazione contro il conflitto mondiale tenutasi alla Borsa del lavoro di Napoli. | ||
Chiamato alle armi, come gli altri anarchici deve decidere se disertare oppure entrare nelle fila dell'[[esercito]] per svolgere propaganda rivoluzionaria all'interno dello stesso; Misefari opta per la prima opzione e si dichiara [[obiezione di coscienza|obiettore di coscienza]]. Così, si rifiuta di espletare il corso allievi ufficiali a Benevento e viene condannato a sette mesi di [[carcere]] da scontare ad Acireale. | Chiamato alle armi, come gli altri anarchici deve decidere se disertare oppure entrare nelle fila dell'[[esercito]] per svolgere propaganda rivoluzionaria all'interno dello stesso; Misefari opta per la prima opzione e si dichiara [[obiezione di coscienza|obiettore di coscienza]]. Così, si rifiuta di espletare il corso allievi ufficiali a Benevento e viene condannato a sette mesi di [[carcere]] da scontare ad Acireale. | ||
La sera del [[5 marzo]] [[1916]], con indosso la divisa militare, si scaglia pubblicamente a Reggio contro la politica guerrafondaia dell'[[Italia]]. Il giorno dopo si dirige verso la frontiera con la [[Svizzera]], ma il [[31 marzo]] viene arrestato a Cannobio e immediatamente condotto a Napoli per essere giudicato dal tribunale militare. | La sera del [[5 marzo]] [[1916]], con indosso la divisa militare, si scaglia pubblicamente a Reggio contro la politica guerrafondaia dell'[[Italia]]. Il giorno dopo si dirige verso la frontiera con la [[Svizzera]], ma il [[31 marzo]] viene arrestato a Cannobio e immediatamente condotto a Napoli per essere giudicato dal tribunale militare. | ||
Ottenuta la sospensione del procedimento penale a suo carico, fa rientro in caserma a Benevento, da dove il [[25 agosto]] diserta nuovamente. Attraversato a Chiasso il confine «legato sotto un vagone ferroviario» <ref>Roma, Archivio centrale dello Stato, Casellario politico centrale</ref>, viene trattenuto dalla gendarmeria svizzera sino all'arrivo della documentazione sulla motivazione politica della sua fuga. | Ottenuta la sospensione del procedimento penale a suo carico, fa rientro in caserma a Benevento, da dove il [[25 agosto]] diserta nuovamente. Attraversato a Chiasso il confine «legato sotto un vagone ferroviario» <ref>Roma, Archivio centrale dello Stato, Casellario politico centrale.</ref>, viene trattenuto dalla gendarmeria svizzera sino all'arrivo della documentazione sulla motivazione politica della sua fuga. | ||
:« L'esistenza del militarismo è la dimostrazione migliore del grado di ignoranza, di servile sottomissione, di crudeltà, di barbarie a cui è arrivata la società umana. Quando della gente può fare l'apoteosi del militarismo e della guerra senza che la collera popolare si rovesci su di essa, si può affermare con certezza assoluta che la società è sull'orlo della decadenza e perciò sulla soglia della barbarie, o è una accolita di belve in veste umana. » | :« L'esistenza del militarismo è la dimostrazione migliore del grado di ignoranza, di servile sottomissione, di crudeltà, di barbarie a cui è arrivata la società umana. Quando della gente può fare l'apoteosi del militarismo e della guerra senza che la collera popolare si rovesci su di essa, si può affermare con certezza assoluta che la società è sull'orlo della decadenza e perciò sulla soglia della barbarie, o è una accolita di belve in veste umana. » | ||
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In stretto contatto con diversi ambiti del movimento anarchico e [[socialista]] italiano ([[Errico Malatesta]], [[Luigi Bertoni]], [[Camillo Berneri]], [[Guiseppe Monanni]], [[Francesco Ghezzi]], [[Enrico Arrigoni]], [[Pasquale Binazzi]], [[Giuseppe Di Vittorio]], [[Armando Borghi]], [[Angelica Balabanoff]] ecc.), organizza numerose conferenze settimanali e invia articoli a diversi giornali anarchici, specialmente a ''[[Il Risveglio Anarchico]]'' di Ginevra. Da sempre, attraverso i suoi scritti, Misefari inneggerà alla lotta contro ogni [[autorità]] e [[discriminazione]], tra cui [[sessismo|quella di genere]] (« Donne, in voi e per voi è la vita del mondo: sorgete, noi siamo uguali! ») particolarmente presente nel meridione, esaltando la funzione dell'[[arte]] come mezzo di [[ribellione]]: | In stretto contatto con diversi ambiti del movimento anarchico e [[socialista]] italiano ([[Errico Malatesta]], [[Luigi Bertoni]], [[Camillo Berneri]], [[Guiseppe Monanni]], [[Francesco Ghezzi]], [[Enrico Arrigoni]], [[Pasquale Binazzi]], [[Giuseppe Di Vittorio]], [[Armando Borghi]], [[Angelica Balabanoff]] ecc.), organizza numerose conferenze settimanali e invia articoli a diversi giornali anarchici, specialmente a ''[[Il Risveglio Anarchico]]'' di Ginevra. Da sempre, attraverso i suoi scritti, Misefari inneggerà alla lotta contro ogni [[autorità]] e [[discriminazione]], tra cui [[sessismo|quella di genere]] (« Donne, in voi e per voi è la vita del mondo: sorgete, noi siamo uguali! ») particolarmente presente nel meridione, esaltando la funzione dell'[[arte]] come mezzo di [[ribellione]]: | ||
: « Un poeta o uno scrittore, che non abbia per scopo la ribellione, che lavori per conservare lo status quo della società, non è un artista: è un morto che parla in poesia o in prosa. L'arte deve rinnovare la vita e i popoli, perciò deve essere eminentemente rivoluzionaria. » | : « Un poeta o uno scrittore, che non abbia per scopo la ribellione, che lavori per conservare lo status quo della società, non è un artista: è un morto che parla in poesia o in prosa. L'arte deve rinnovare la vita e i popoli, perciò deve essere eminentemente rivoluzionaria. » | ||
=== Espulsione dalla Svizzera === | === Espulsione dalla Svizzera === | ||
Mentre era stato assunto nella fabbrica automobilistica Arbenz, nel quartiere Albisrieden di Zurigo, il [[16 maggio]] [[1918]] viene tratto in arresto con l'accusa, poi rivelatosi inventata dalle [[autorità]] svizzere, di essere un agente segreto al servizio della propaganda bolscevica. Con lui, nell'operazione chiamata «Affare della Bomba di Zurigo», vengono arrestati molti altri anarchici e francesi: [[Luigi Bertoni]], [[Carlo Castagna]], [[Ugo Fedeli]], [[Francesco Ghezzi]], [[Giuseppe Monnanni]] ecc. | Mentre era stato assunto nella fabbrica automobilistica Arbenz, nel quartiere Albisrieden di Zurigo, il [[16 maggio]] [[1918]] viene tratto in arresto con l'accusa, poi rivelatosi inventata dalle [[autorità]] svizzere, di essere un agente segreto al servizio della propaganda bolscevica. Con lui, nell'operazione chiamata «Affare della Bomba di Zurigo», vengono arrestati molti altri anarchici e francesi: [[Luigi Bertoni]], [[Carlo Castagna]], [[Ugo Fedeli]], [[Francesco Ghezzi]], [[Giuseppe Monnanni]] ecc. | ||
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*A. Caroleo, [https://www.bfscollezionidigitali.org/entita/4383 ''Bruno Misefari''], in ''Dizionario biografico degli anarchici italiani'', Tomo II, Pisa, BFS, 2004, pp. 190-193 | *A. Caroleo, [https://www.bfscollezionidigitali.org/entita/4383 ''Bruno Misefari''], in ''Dizionario biografico degli anarchici italiani'', Tomo II, Pisa, BFS, 2004, pp. 190-193 | ||
*Enzo Misefari, ''Bruno, biografia di un fratello'', Milano, Zero in condotta, 1989 | *Enzo Misefari, ''Bruno, biografia di un fratello'', Milano, Zero in condotta, 1989 | ||
*Bruno Misefari, ''Utopia? No'' (a cura di [[Pia Zanolli | *Bruno Misefari, ''Utopia? No'' (a cura di [[Pia Zanolli]]), Roma, ALBA Centro Stampa, 1976 | ||
*[[Pia Zanolli]], ''L'Anarchico di Calabria'', Roma, La Nuova Italia, 1972 | *[[Pia Zanolli]], ''L'Anarchico di Calabria'', Roma, La Nuova Italia, 1972 | ||